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Acclimatazione.

(o acclimazione). Processo mediante il quale gli individui, animali o vegetali, riescono a vivere e a moltiplicarsi in climi diversi da quelli di origine. Le variabili più importanti sono temperatura, umidità, pressione atmosferica e idrostatica. La reazione degli organismi di fronte alle variazioni ambientali è sempre di carattere biofisiologico, ed è dovuta particolarmente all'attività delle ghiandole endocrine e al sistema nervoso. Ciò può portare a un pericoloso indebolimento dell'organismo costretto dal nuovo ambiente a operare una modificazione morfo-funzionale che raggiunge il grado ottimale solo attraverso mutazioni ereditarie. L'a. si manifesta come una progressiva diminuzione della eccitabilità dei tessuti, a cui fa seguito una progressiva mutazione fisiologica. Dapprima l'organismo oppone al cambiamento alcune modificazioni funzionali secondarie ma tali da scongiurare ogni danno immediato; col tempo, poi, la struttura dell'organismo e le sue funzioni (circolatoria, respiratoria, ecc.) reagiscono in modo da raggiungere il miglior adattamento possibile al nuovo ambiente. Talvolta, durante il periodo di a., può succedere che gli organismi siano sottoposti a vere crisi fisiologiche che possono condurre anche all'annientamento totale degli individui trasferiti. Quelli che riescono a superare tali crisi rappresentano gli elementi più resistenti e più adattabili al nuovo ambiente. Esempi di a. sono comuni in molti animali come i pappagallini ondulati, alcune razze di cani, i canarini, i criceti, e tra i vegetali: orzo, avena, granturco, patata, tabacco, arancio. Le possibilità di un organismo vivente, collocato in un ambiente diverso dal suo, di poter sopravvivere, svilupparsi e procreare variano a seconda del regno (animale o vegetale), della specie (o varietà), del sesso, delle condizioni fisiologiche, dell'età, dei caratteri chimici, biotici e climatici del nuovo habitat nonché del modo in cui vengono attuati i cambiamenti ambientali. Le specie che più facilmente si adattano al nuovo ambiente, e che sono quindi in grado di diffondersi su vaste estensioni della superficie terrestre, vengono dette euricore; quelle che invece incontrano maggiori difficoltà nell'a. e presentano quindi una diffusione geografica più limitata sono dette stenocore. L'uomo, favorito da elementi artificiali (vestiario, abitazione, ecc.) possiede la maggior facilità di a. L'uomo è infatti riuscito ad acclimatarsi in ogni luogo della Terra: addirittura è in grado di adattarsi a condizioni non esistenti sul pianeta quali la mancanza di forza di gravità o di pressione (si considerino i viaggi extraterrestri o le permanenze sui batiscafi). L'a. è generalmente più facile per gli animali che non per le piante. È meglio che gli organismi destinati al cambiamento di ambiente siano posti in condizione di passare dall'habitat originario a quello nuovo attraverso condizioni intermedie, che predispongano gradualmente l'individuo a superare le difficoltà. L'a. consente all'individuo trasferito in un nuovo ambiente non solo di sopravvivere, ma anche di trasmettere la sua specie, cioè di procreare con successo. Perché il processo di a. avvenga completamente occorre un periodo di tempo la cui lunghezza dipende sia dalle caratteristiche del soggetto, sia dall'entità e dalla rapidità delle variazioni fra i due habitat.