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Acciaiuoli.

Antica famiglia fiorentina, di origine bresciana, emigrata in Toscana nel XII sec. Nel 1302, dopo la sconfitta dei Guelfi di parte bianca, fu tra le famiglie più potenti di Firenze. Nel XIII sec. prese parte alla fondazione di una società bancaria che operò in molte direzioni e, fra gli altri, con gli Angioini di Napoli, coi papi, con Edoardo III di Inghilterra e anche nel Levante. Coinvolti nel fallimento delle banche dei Bardi e dei Peruzzi, gli A. dovettero liquidare la loro compagnia nel 1355, con un lungo strascico legale che li contrappose alla Curia. Nel XV sec. la famiglia A. parteggiò per i Medici contro gli Albizzi. Il suo ramo italiano, ricco di uomini politici e di letterati, si esaurì nel 1834. ║ Acciaiuolo: fu priore di Firenze e il motore dell'espansione della compagnia bancaria nel Levante (m. 1341). ║ Angelo: cardinale e arcivescovo di Firenze; compose la disputa degli Orsini con Urbano VI, ma soprattutto si adoperò per una soluzione che riparasse al grande Scisma d'Occidente. Fu il tutore, fino alla sua maggiore età, del re di Napoli Ladislao d'Angiò-Durazzo, alla morte della madre Giovanna I (Firenze 1349 - Pisa 1408). ║ Donato: erudito umanista, ma anche uomo politico. Si dedicò alla traduzione di classici latini e greci, in particolare Plutarco e Aristotele, nonché alla composizione in latino di una Vita di Carlo Magno. Membro fra i più autorevoli dell'Accademia fiorentina, elegante oratore, fu chiamato, nel 1464, a commemorare Cosimo de' Medici (Firenze 1429 - Milano 1478). ║ Filippo: poeta e compositore drammatico. Dopo aver viaggiato sia in Europa sia in America, si stabilì a Roma dove fu tra i primi Arcadi, col nome di Ireno Amasiano. Scrisse e rappresentò la commedia musicale Il girello e il dramma L'empio punito. Si dedicò anche al teatro dei burattini, con tre commedie, che a volte animava personalmente utilizzando la sua corposa collezione di pupazzi (Roma 1637-1700). ║ Niccolò: si trasferì a Napoli, presso il padre banchiere; la sua vita fu consacrata agli Angioini. Roberto, figlio di Filippo di Taranto, gli dovette il riacquisto del principato di Acaia, mentre la disputa fra Luigi d'Ungheria, fratello di Roberto, e la sposa Giovanna di Napoli, vide assegnare a quest'ultima, anche per suo merito, il titolo regio (1352). Conquistò agli Angioini molte città siciliane e sedò la rivolta di Durazzo. Divenuto gran siniscalco del Regno di Napoli, quindi conte di Melfi e di Malta, e castellano di Corinto, portò a termine con successo missioni delicatissime. Lasciò un'epistola autobiografica, genere assai diffuso in quei tempi, a noi particolarmente utile in quanto fonte di notizie sugli avvenimenti di quegli anni. Fu in rapporti di amicizia con Boccaccio e Petrarca, con cui intrattenne anche rapporti epistolari, e amò fedelmente la nativa Firenze, alla quale donò la Certosa del Galluzzo, in cui fu sepolto per suo desiderio (Montegufoni 1310 - Napoli 1365). ║ Zanobi: letterato e dotto domenicano, amico di Marsilio Ficino, Poliziano e Pico della Mirandola. Si dedicò agli studi di latino, greco ed ebraico, ma, ingiustamente accusato di cospirazione antimedicea, si avvicinò al Savonarola e, poi, si trasferì a Roma, dove insegnò alla Sapienza; quindi passò al servizio di papa Leone X, per il quale lavorò come sovrintendente alla Biblioteca Vaticana (Firenze 1461 - Roma 1519).