eXTReMe Tracker
Tweet

Abraham, Karl.

Psicanalista tedesco di origine ebraica. Laureatosi in Medicina nel 1901, esercitò presso l'ospedale statale di Dolldorf per circa quattro anni. Fece quindi domanda al Burghölzli, la clinica di psichiatria diretta da E. Bleueler, dove lavorò per tre anni entrando in contatto con C.G. Jung. Nel 1907 conobbe Freud e da allora si impegnò in una strenua difesa dell'ortodossia freudiana nei confronti dei dissidenti. Entrò a fare parte del "Gruppo dei Sette Anelli", a cui appartenevano anche S. Ferenczi, H. Sachs, O. Rank, E. Jones e M. Eitington. Nel 1910 fondò la Società berlinese di Psicoanalisi. Il suo nome è legato ad alcune intuizioni che furono poi ampliate da Freud e, nel campo della psicoanalisi del bambino, da M. Klein. Si interessò anche di antropologia, di mitologia e di storia. Il contributo più importante di A. alla teoria psicoanalitica fu l'ipotesi secondo la quale lo sviluppo del carattere è diviso in tre fasi: orale, anale e genitale. La fase orale è caratteristica del periodo dell'allattamento ed è ambivalente. In essa entra in gioco un aspetto passivo (suzione) e uno attivo (mordere il seno). Tale ambivalenza si realizza attraverso l'incorporazione come distruzione dell'oggetto che viene associata alla tensione libidica verso l'oggetto stesso. Quegli individui in cui la libido abbia ricevuto in tale fase un eccessivo appagamento o, al contrario, gli individui che non hanno vissuto felicemente il periodo dell'allattamento, sono potenzialmente esposti a futuri squilibri del carattere. La fase anale corrisponde al periodo in cui il bambino inizia a confrontarsi con il controllo delle proprie evacuazioni sfinteriche. Anch'essa è caratterizzata da due momenti diversi in cui sono compresenti l'erotismo anale e la pulsione sadica. Durante la prima fase l'erotismo anale è legato all'espulsione, mentre nella seconda è connesso al trattenere. Tale ambivalenza tra dare e prendere può innescare lo sviluppo di future nevrosi. La fase genitale coincide infine con l'instaurazione dell'amore oggettuale e con l'organizzazione sessuale definitiva e matura. Tra gli studi di A. importanti sono i contributi sull'eziologia delle depressioni e sulla schizofrenia: per quanto riguarda in particolare quest'ultima, A. formulò l'ipotesi che essa derivasse dallo spostamento della libido dalla realtà verso l'io che la genera; la schizofrenia equivarrebbe quindi a mancanza di contatto con la realtà e isolamento dell'io. Notevoli furono i lavori sulla malinconia e sul lutto che lo indussero a interessarsi delle psicosi maniaco-depressive. Si interessò inoltre anche agli studi sul significato dei miti e della loro connessione con i sogni. Come i miti sono il residuo della vita mentale delle trib- primitive, così i sogni sono i miti del singolo: prodotti egocentrici, essi sono l'appagamento di un desiderio inconscio. Le opere principali di A. sono: Differenze psicosessuali fra isteria e dementia praecox (1908), Sogno e mito (1909), Contributi clinici alla psicoanalisi (1921), Tentativo di una storia evolutiva della libido sulla base della psicoanalisi dei disturbi psichici (1924) (Brema 1877 - Berlino 1925).