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RINASCIMENTO
Grande moto intellettuale e artistico sorto in Italia nella seconda metà del Trecento e diffusosi in tutta Europa entro il Cinquecento, alle origini dell'età moderna. Si manifestò, secondo il programma dell'umanesimo, come ripristino della civiltà classica, offuscatasi nel Medioevo, quale espressione insuperata della pienezza vitale e mondana dell'homo naturalis, considerato nel proprio autonomo valore. Il confronto con i modelli classici divenne quindi il canone di giudizio della nuova cultura. Di qui il suo vocabolario, improntato ai temi della "rinascita" della civiltà e del "ritorno" alla natura e all'antico. Il primato nella realizzazione di tale principio spettò alle arti figurative, che, nel giudizio dei teorici cinquecenteschi, il fiorentino Giotto (XIV secolo) fece nascere a nuova vita e Michelangelo (XVI secolo) portò a perfezione. Affinché il nuovo fermento culturale si trasformasse da semplice ideologia di dotti letterati in concezione unitaria dell'uomo e del mondo (in concomitanza con la svolta che dall'inizio del Cinquecento interpretò lo sviluppo della civiltà), fu tuttavia necessaria la mediazione degli umanisti come affermazione militante della modernità nell'emulazione degli antichi, sotto il segno del classicismo. La nuova cultura pervase ogni campo del pensiero in fasi diverse, diffondendosi gradualmente in tutta Europa proprio nel momento del declino politico dell'Italia, che ne era stata la culla. Il suo fondamento unitario stava nella centralità dell'uomo nella natura, che si offre nelle sue potenzialità operative all'intelletto umano, il quale si rende simile a Dio nel conoscerla e perfezionarla. Tale nozione antropocentrica, sviluppata soprattutto dal platonismo, alimentò l'ideale eroico dell'etica rinascimentale, fondato sulla tensione verso il compimento della divinità dell'uomo (vedi Bruno) e fondò anche il canone estetico della misura, ossia la sintesi di natura, come rappresentazione della vita, e arte, come reperimento di un ordine armonico inscritto nelle cose. In un secondo tempo l'antropocentrismo della cultura rinascimentale si tradusse nell'approccio sperimentale dell'homo faber alla natura, che condusse alla rivoluzione scientifica. Nel contesto politico dell'Europa dell'assolutismo, le acquisizioni formali del Rinascimento divennero il codice normativo che regolò comportamenti e gusto della società di corte.

M. Pellegrini
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