CARCINOMA DEL TESTICOLO
Il carcinoma del testicolo (seminoma) è molto frequente nei giovani adulti d'età
media intorno ai 25-30 anni e molto raro nei soggetti di età inferiore ai 16 anni.
Il criptorchidismo (mancata discesa dei testicoli, nell'infanzia, dalla cavità addominale
nello scroto), è associato a una elevata presenza di tumori del testicolo stesso (8-12%).
I pazienti in genere lamentano un aumento di volume, senza dolore, della parte
interessata, aumento che si riscontra già alla palpazione.
DIAGNOSI
È istologica, dopo biopsia o asportazione chirurgica dell'intero testicolo. Sono stati
riscontrati vari tipi istologici di tumore, a seconda dei livelli di ormoni gonadici.
Qualche tipo istologico può avere più marcatori tumorali o nessuno di essi.
L'associazione tra la malattia e i marcatori tumorali è importante perché, dopo il
trattamento, la presenza di elevati livelli sierici è segno, in genere, di persistenza o
di recidiva tumorale.
I carcinomi del testicolo in genere si diffondono nei linfonodi retroperitoneali, nel
fegato e soprattutto nel polmone. La stadiazione della malattia si avvale soprattutto
della linfoangiografia, dell'urografia, della TAC addomino-pelvica e del Rx torace.
TERAPIA
II seminomi sono altamente sensibili in senso positivo alla radioterapia e possono
frequentemente essere così guariti. La chemioterapia costituisce un approccio terapeutico
molto efficace sia nei pazienti con malattia localizzata sia in presenza di metastasi
disseminate.
La terapia chirurgica è riservata alle fasi iniziali e per accertare lo stadio della
malattia.
CANCRO DEL PENE
Tra i tumori maligni del sesso maschile il cancro del pene ha una incidenza che varia
dall'1% al 3%. Tra le condizioni predisponenti sono da ricordare la fimosi, la
balanopostite recidivante o cronicizzata ed i papillomi del glande. Il tumore può
insorgere all'estremità del pene ed è soprattutto frequente nel solco balanoprepuziale,
ma può essere anche situato in qualsiasi altro posto. Precoci sono le metastasi nei
linfonodi crurali. La diagnosi di certezza è data dalla biopsia con l'esame istologico.
La terapia è prevalentemente di tipo chirurgico, la radioterapia può essere utile nelle
forme iniziali e circostritte o nelle forme di grado avanzato, ma con intenti palliativi.
CARCINOMA DELLA PROSTATA
È il più preoccupante tumore maschile oltre i 70 anni di età. La maggiore incidenza
infatti si verifica in questa fascia di età. Ogni anno si diagnosticano in USA circa
50.000 nuovi casi e la metà dei colpiti muore per tale tumore.
Le cause non sono note, ma sembra probabile una correlazione con fattori ormonali. Più
colpiti di tutti sono i maschi di razza negra degli Stati Uniti, mentre i meno interessati
sono i maschi di razza giapponese e mongola.
SINTOMI E DIAGNOSI
Nel 90% dei soggetti con carcinoma prostatico si riscontrano anomalie all'esplorazione
rettale e pertanto questa metodica viene frequentemente e utilmente utilizzata per la
diagnosi. Altre metodiche diagnostiche si basano sulla ricerca di esami di laboratorio,
come la fosfatasi acida prostatica nel sangue, che è fortemente presente in caso di
carcinoma prostatico metastatizzato (cioè già diffuso ad altri organi), mentre la stessa
fosfatasi risulta normale quando il tumore è localizzato solo alla ghiandola prostatica.
I primi sintomi comprendono: disturbi della minzione (pollachiuria, nicturia, disuria),
cistiti inspiegabili e ritenzione vescicale. In uno stadio più avanzato compaiono
svuotamento difficoltoso della vescica e disturbi renali, oltre a dolori ossei dovuti alle
metastasi. Quando la prostata è aumentata di volume, nel 50% dei casi è dovuto a
patologia benigna (ipertrofia prostatica). La diagnosi viene fatta con: ecografia,
cistoscopia ed esame istologico. Esami diagnostici utili per l'eventuale presenza di
metastasi sono la radiografia dello scheletro oppure la scintigrafia ossea e la
linfografia.
TERAPIA
Il carcinoma prostatico metastatizza molto frequentemente alle ossa, al fegato, ai
polmoni e al cervello.
In assenza di localizzazioni metastatiche si ricorre all'asportazione chirurgica
dell'intera ghiandola prostatica. Nei casi con malattia maggiormente avanzata si ricorre
alla radioterapia pelvica e a terapia ormonale (estrogeni, antiandrogeni, analoghi
dell'LH-RH).