MEDICINA - PREVENZIONE - EPIDEMIOLOGIA DEI TUMORI

EPIDEMIOLOGIA

L'epidemiologia è la disciplina che studia la frequenza e le cause dei tumori, attraverso l'acquisizione di conoscenze sulla loro diffusione nei gruppi e sottogruppi di popolazioni e sui fattori di rischio. È grazie all'epidemiologia che si è potuto documentare che il cancro è in aumento nel nostro, come in tutti gli altri paesi. È sempre per l'epidemiologia che oggi sappiamo che la morbilità e la mortalità per cancro hanno raggiunto livelli impressionanti e continuano a crescere. Ogni anno si verificano, in tutto il mondo, oltre 7.500.000 nuovi casi di cancro e 5.300.000 morti, con notevoli differenze tra paese e paese e tra le grandi aree geografiche. Alcuni esempi:
- Il cancro del polmone è più diffuso nei paesi occidentali, in rapporto soprattutto con il fumo di tabacco.
- Nei paesi del terzo mondo, dove più si fanno sentire le carenze alimentari, il cancro dello stomaco è più frequente.
- In Africa ed in Asia, per ragioni alimentari, infettive e di altro genere, sono più frequenti i tumori dell'esofago, del fegato e del rinofaringe.
- Il cancro del colon-retto e quello della mammella sono più frequenti in occidente, in rapporto con vari fattori, soprattutto con l'alimentazione (grassi alimentari).
- Le popolazioni che emigrano tendono ad assumere, per la patologia neoplastica, l'incidenza delle popolazioni indigene. È stato riscontrato, per esempio, che il cancro mammario, piuttosto raro nelle giapponesi che vivono in patria, diventa più frequente nelle giapponesi emigrate in America, raggiungendo l'incidenza delle donne americane dopo tre generazioni. Analogamente, il cancro dello stomaco, molto più frequente in Giappone, diminuisce drasticamente nei giapponesi emigrati negli Stati Uniti.
Ciò sta a dimostrare che il cancro, talvolta legato a fattori genetici, è molto spesso in rapporto con cause esterne. Ormai si è tutti convinti che la maggior parte dei tumori umani, almeno l'80%, è dovuta a cause esterne, a fattori, cioè, cosiddetti ambientali. Ne parleremo più in dettaglio in un apposito capitolo.
In Italia la mortalità per cancro è andata aumentando e continua ad aumentare in modo preoccupante. I morti per tutte le forme di cancro, che erano stati circa 66.000 nel 1957, sono stati nel 1987 oltre 139.000 e l'aumento continua, come risulta dagli ultimi dati in nostro possesso. Sempre in Italia la mortalità annuale per cancro è di 23,173% nel sesso maschile e di 15,549% nel sesso femminile. Questa differenza tra i due sessi si spiega in parte con il fatto che i maschi si ammalano di tumore con maggiore frequenza, ed in parte con il fatto che i tumori propri del sesso femminile, come il cancro della mammella e dell'utero, hanno una mortalità più bassa.
Statisticamente l'Italia si trova, per la mortalità neoplastica, in posizione intermedia rispetto agli altri Paesi, insieme con la Svizzera, la Francia, la Norvegia. A un livello più alto si trovano Inghilterra, Danimarca, Germania Federale, Svezia ed Austria; ad un livello più basso si trovano il Giappone e Israele, l'Australia, La Nuova Zelanda, il Canada e gli Usa.
Nei paesi occidentali, Italia compresa, il cancro più frequente è quello del polmone, seguito dal cancro dello stomaco, dell'intestino della mammella, del fegato-vie biliari e degli organi genitali femminili. In Italia per tutte queste localizzazioni la mortalità è più alta al Nord, meno al Centro e meno ancora al Sud. Ciò si riscontra, sia che si considerino le cifre relative alle singole varietà di cancro, sia che si considerino, separatamente, i cancri associati al tabagismo e non. Nel complesso la mortalità al nord è quasi sempre doppia di quella al sud, in rapporto con la industrializzazione, l'inquinamento, la vita più stressante, il tipo di alimentazione e così via.
Alcuni esempi.
- I cancri del cavo orale, del faringe e dell'esofago, legati soprattutto al consumo di alcool e di tabacco, sono molto più frequenti al Nord.
- Per il cancro della trachea, bronchi e polmoni la mortalità, che è in rapporto diretto con il consumo del tabacco e con l'inquinamento dell'atmosfera e dei posti di lavoro, al Nord è doppia rispetto al Sud: i tassi più alti si registrano a Venezia (11,89%) a Milano (10,431%) a Bergamo (10,130%) e a Brescia (10,896%).
- Per il cancro dello stomaco l'Italia è un'eccezione, nel senso che da noi non è avvenuta la forte diminuzione, verificatasi negli altri Paesi occidentali, cosa che, peraltro, mette in dubbio alcuni concetti tuttora in auge sulle cause determinanti. In ogni caso, anche per questo tumore la mortalità nelle regioni settentrionali è doppia di quella delle regioni meridionali. Lo stesso avviene per il cancro dell'intestino.
- Per il cancro del fegato due sono i fattori etiologici principali: il consumo di alcool, notoriamente più elevato al Nord, e l'epatite B più diffusa al Sud. Peraltro, a favore del Sud gioca la dieta mediterranea, sicuramente più igienica e il minore consumo di alcool ed è forse per questo che al Sud la mortalità è più bassa, malgrado la maggiore incidenza di epatite B.
- Il cancro della mammella è 1,5 volte più frequente al Nord rispetto al Sud, forse perché al Sud le donne si sposano prima e portano a termine la prima gravidanza più precocemente.
- Per i tumori della pelle c'è una contraddizione rispetto alle statistiche mondiali: malgrado il clima più assolato, i tumori cutanei e i melanomi sono più frequenti al Nord che al Sud, forse perché al Nord prevalgono i soggetti con pelle chiara e occhi azzurri, notoriamente più esposti al melanoma. Anche per i tumori della prostata, del testicolo e del cervello l'incidenza è maggiore al Nord che al Sud; non così per i linfomi e le leucemie.
Da segnalare, infine, che anche in Italia per le donne si registra una tendenza all'abbassamento della mortalità globale per cancro. Ancora alcune cifre molto interessanti:
- non meno del 25% della popolazione vivente è malata o si ammalerà di cancro;
- negli Usa vivono attualmente 5 milioni di persone con una storia di cancro (in Italia un milione);
- nel 1985 negli Usa si ebbero 910.000 nuovi casi di cancro e 462.000 morti (in Italia rispettivamente, 260.000 e 135.000).
In media in Italia vengono diagnosticati, ogni anno, 260.000 nuovi casi di cancro. Di questi ne guariamo circa il 40%, ma se in ogni caso si facesse precocemente la diagnosi e si applicassero tempestivamente le cure idonee, ne salveremmo dal 50 al 55%.
Deriva da queste cifre l'importanza preminente dell'informazione e la necessità che tutti i cittadini collaborino con i medici per la diagnosi precoce.
Oltre alle conoscenze sulla frequenza dei tumori, la moderna epidemiologia ha portato notevoli contributi allo studio delle cause del cancro. È grazie all'epidemiologia che si è affermata l'ipotesi, poi divenuta realtà, dell'associazione tra fumo del tabacco e cancro del polmone, emersa dall'osservazione del parallelismo temporale, nella prima metà di questo secolo, tra l'aumento del consumo del tabacco e quello dei tassi di mortalità per cancro polmonare.
Altro esempio è quello della cancerogenicità chimica. Il numero di sostanze, delle quali è stata dimostrata la correlazione con la comparsa di tumori nella specie umana, si aggira intorno a quaranta. Questo numero, evidentemente basso, piuttosto che una refrattarietà della specie umana alla cancerogenesi chimica, esprime forse la povertà delle ricerche epidemiologiche in tale direzione. A conferma di ciò sappiamo che sono alcune centinaia le sostanze per le quali è dimostrata la cancerogenicità per gli animali di laboratorio, con diversi livelli di evidenza. Peraltro, la frequente osservazione che le sostanze dimostratesi cancerogene in una specie animale sono tali anche in altre specie e, Analogamente, la constatazione che le sostanze cancerogene per le specie umana lo sono anche per gli animali di laboratorio, suggeriscono di ritenere potenzialmente cancerogene per l'uomo le sostanze per le quali vi è una convincente dimostrazione di cancerogenicità sperimentale. Ciò è importante perché molte delle sostanze cancerogene per l'uomo e per gli animali di laboratorio sono usate come materie della lavorazione industriale, o sono presenti nei beni di consumo, rappresentando un reale pericolo di cancro per i lavoratori e per i consumatori. Ormai non vi sono più ombre sullo stretto rapporto esistente tra industria, specie quella chimica, e cancro; l'aumento della mortalità neoplastica riguarda non soltanto gli addetti a taluni impianti chimici, ma anche la popolazione che vive attorno a quelle industrie. Sappiamo, per esempio, che almeno il 10% dei tumori della vescica è di origine professionale e che eliminando dalle fabbriche le sostanze cancerogene note, come amianto, arsenico, nero-fumo, cromo e nichel, si potrebbe ottenere una forte riduzione dei tumori del polmone. Secondo il National Institute di Bethesda, negli Usa una notevole percentuale di tumori è causata dall'ambiente di lavoro; anche per i noti epidemiologi inglesi Doll e Peto il 4% delle morti per cancro si deve alla lavorazione di sostanze cancerogene. Per converso, la mortalità negli ambienti delle zone circostanti alle centrali nucleari non è risultata aumentata rispetto al resto della popolazione. Un posto di rilievo nell'oncogènesi professionale è quello delle ammine aromatiche. Trattasi di migliaia di composti dotati di caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche estremamente diverse, impiegati in molti settori della produzione industriale, come quello delle vernici, coloranti, inchiostri, gomma, plastica, tessili, farmaci, cosmetici ecc. Le vie di assorbimento più importanti, dal punto di vista della esposizione professionale, sono la percutanea, la inalatoria e, distanziata, quella digestiva.
Le cifre riportate sono molto eloquenti.
È urgente che le industrie adottino le protezioni necessarie per rendere più sicure le fabbriche e far sì che siano meno esposti gli operai. A questi noi raccomandiamo di non fumare, essendo dimostrato il notevole sinergismo in senso oncologico tra il fumo del tabacco e le sostanze chimiche elencate nella tabella.

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¦     LAVORAZIONI PER LE QUALI E STATO SEGNALATO UN AUMENTATO    ¦
¦              RISCHIO CANCEROGENO TRA I LAVORATORI              ¦
+----------------------------------------------------------------¦
¦      Lavorazioni         ¦   Localizzazione   ¦    Sostanze    ¦
+----------------------------------------------------------------¦
¦ A - Industria metallurgica                                     ¦
+----------------------------------------------------------------¦
¦ Fonditori di rame        ¦ polmone            ¦ arsenico       ¦
¦ Produzione di cromati    ¦ polmone            ¦ cromo          ¦
¦ Galvanica                ¦ polmone            ¦ cromo          ¦
¦ Produzione di ferro-cromo¦ polmone            ¦ cromo          ¦
¦ Acciaierie               ¦ polmone            ¦ benzopirene    ¦
¦ Raffinazione di nichel   ¦ seni nasali,       ¦ nichel         ¦
¦                          ¦ polmone, laringe   ¦                ¦
¦ Produzione dell'alluminio¦ polmone            ¦ benzopirene    ¦
¦ Raffinazione del berillio¦ polmone            ¦ berillio       ¦
¦ Produzione accumulatori, ¦ polmone,           ¦ cadmio         ¦
¦ alcalini fonditori       ¦ prostata,          ¦                ¦
¦ di cadmio                ¦ rene               ¦                ¦
+----------------------------------------------------------------¦
¦ B - Industria chimica                                          ¦
+----------------------------------------------------------------¦
¦ Addetti alla produzione  ¦ cute (melanoma)    ¦ difenili       ¦
¦ di ritardanti di fiamma, ¦                    ¦ policlorurati  ¦
¦ impiego di plastificanti ¦                    ¦                ¦
¦                          ¦                    ¦                ¦
¦ Addetti alla produzione  ¦ sistema empoietico ¦ stirene        ¦
¦ di stirene-polistirene   ¦                    ¦                ¦
¦                          ¦                    ¦                ¦
¦ Addetti alla produzione  ¦ vescica            ¦ orto e para    ¦
¦ di orto e para toluidina ¦                    ¦ toluidina      ¦
+----------------------------------------------------------------¦
¦ C - Industria delle costruzioni                                ¦
+----------------------------------------------------------------¦
¦ Asfaltatori              ¦ polmone, bocca,    ¦ benzopirene    ¦
¦                          ¦ faringe, laringe,  ¦                ¦
¦                          ¦ esofago-stomaco    ¦                ¦
¦                          ¦                    ¦                ¦
¦ Coibentatori             ¦ polmone, pleura,   ¦ amianto        ¦
¦                          ¦ peritoneo,         ¦                ¦
¦                          ¦ laringe, apparato  ¦                ¦
¦                          ¦ digerente          ¦                ¦
¦                          ¦                    ¦                ¦
¦ Produzione               ¦ polmone, pleura,   ¦ amianto        ¦
¦ cemento-amianto          ¦ peritoneo, laringe,¦                ¦
¦                          ¦ apparato digerente ¦                ¦
+----------------------------------------------------------------+

+----------------------------------------------------------------+
¦  EFFETTI DELL'ASBESTO E DEL FUMO DI SIGARETTE NELL'INDUZIONE   ¦
¦                       DEL CANCRO DEL POLMONE                   ¦
+----------------------------------------------------------------¦
¦         GRUPPI DI SOGGETTI       ¦ RISCHIO DI MORTE PER CANCRO ¦
¦                                  ¦         DEL POLMONE         ¦
+----------------------------------+-----------------------------¦
¦  Non fumatori senza esposizione  ¦                             ¦
¦  ad asbesto                      ¦             1,00            ¦
¦                                  ¦                             ¦
¦  Non fumatori con esposizione ad ¦                             ¦
¦  asbesto                         ¦             5,17            ¦
¦                                  ¦                             ¦
¦  Fumatori senza esposizione ad   ¦                             ¦
¦  asbesto                         ¦            10,85            ¦
¦                                  ¦                             ¦
¦  Fumatori con esposizione ad     ¦                             ¦
¦  asbesto                         ¦            53,24            ¦
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