MEDICINA - ERBORISTERIA - VERATRO (Veratrum album L.)

Pianta della famiglia delle Liliaceae, distribuita nelle zone temperate dell'Europa e dell'Asia. In Italia si trova, alle volte in grande quantità, nei pascoli montani delle Alpi e degli Appennini, specie se umidi.

GENERALITÀ
Il veratro è una pianta erbacea perenne con rizoma breve verticale, che emette nella sua parte inferiore grosse radici fascicolate e nella sua parte superiore fusti aerei alti e robusti. Quando la parte aerea della pianta in autunno muore, si sviluppa alla base del rizoma una gemma laterale che darà origine ad un altro tratto di rizoma e a un nuovo fusto, che sarà emesso nella primavera dell'anno successivo.
Il fusto raggiunge una altezza di un metro e più e porta delle grandi foglie basali alterne a lembo ovale o ellittico, che si restringono alla base in una guaina amplessicaule. Le foglie superiori che accompagnano l'infiorescenza sono più ristrette, anche se simili in forma a quelle basali.
I fiori, raccolti in una infiorescenza a pannocchia terminale sono poligami: sono cioè in parte ermafroditi e in parte contengono solamente la parte fertile maschile. La corolla del fiore, o meglio il perigonio, è composta da sei tepali di colore bianco-verdognolo.
I frutti sono delle capsule setticide che contengono pochi semi alati.
Per scopi terapeutici si utilizza il rizoma.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Il veratro era noto fin dalla più remota antichità per le sue proprietà vomitive e drastiche.
Il rizoma di questa pianta può causare delle intossicazioni accidentali. Infatti è facile confondere il veratro con la genziana gialla o maggiore, data l'estrema somiglianza delle foglie di queste due piante, e per l'habitat analogo. L'ingestione di veratro provoca bruciore alle fauci, salivazione, vomito, diarrea, tremori e sudorazioni fredde.
Gli alcaloidi di questa pianta sono molto tossici: agiscono difatti sia sull'animale che sull'uomo anche a bassissime dosi. Sono dei depressori cardiaci e respiratori; le loro proprietà ipotensive sono state recentemente approfondite.
L'impiego di questa pianta presenta quindi gravi rischi, essendo le dosi terapeutiche molto vicine alle dosi tossiche; non solo: sovente anche alle dosi terapeutiche si hanno fenomeni di intolleranza.
Gli alcaloidi principali del veratro sono la rubigervina e la protoveratrina.

PREPARAZIONI
Data l'estrema tossicità di questa pianta, non si riportano qui né le preparazioni, né le dosi d uso. Il veratro può essere utilizzato soltanto sotto stretto controllo medico.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
I rizomi di veratro vengono raccolti al termine del periodo vegetativo, in settembre-ottobre. Si tolgono dal terreno con l'uso di un attrezzo orticolo, zappa o vanga, si ripuliscono dal terriccio lavandoli e si pongono a seccare al sole o in stufa a circolazione d'aria forzata, a una temperatura non superiore ai 50°. Si conservano in sacchetti di carta o di tela.
Dato il limitato uso di questa pianta, riteniamo inutile indicare le modalità della sua coltivazione, tanto più che il veratro e assai comune nelle zone montane delle Alpi e degli Appennini.