Erboristeria Valeriana Rossa Centranthus ruber L. DC..

b Guida medica I II n

MEDICINA - ERBORISTERIA - VALERIANA ROSSA (Centranthus ruber (L.) DC.)

Pianta della famiglia delle Valerianaceae, presente in tutta Europa.

In Italia si trova dal mare alle zone submontane, sulle rupi, sui vecchi muri;

è frequente vicino al mare (specie in Liguria e nel Sud).

GENERALITÀ

La valeriana rossa è pianta perenne, con robusto rizoma legnoso che emette fusti alti fino a 50-60 cm, a base legnosa e ramificati sin dal basso, che le danno aspetto cespuglioso.

I fusti hanno andamento eretto o ascendente e portano foglie opposte raramente verticillate.

Le inferiori hanno un picciolo corto, mentre le superiori sono sessili e hanno forma ovale con apice acuminato.

Il margine fogliare è sempre intero o appena dentato verso la base.

Le foglie hanno una consistenza carnosa e le due pagine sono glabre.

I fiori sono riuniti in infiorescenze a corimbo, che formano nell'insieme un'abbondante pannocchia terminale.

Ogni singolo fiore ha un calice ristrettissimo e una corolla tubolare, prolungata posteriormente in un cornetto o sperone.

Nella sua parte terminale si divide in cinque lobi di forma ovale.

È di colore rosa o rosso intenso.

I frutti sono degli acheni conici, sormontati da un pappo che favorisce l'inseminazione a distanza.

Per scopi terapeutici si utilizza il rizoma.

IMPIEGO TERAPEUTICO

La valeriana rossa è una pianta tipica delle zone litorali, e perciò viene utilizzata soprattutto dalle popolazioni rivierasche in sostituzione della valeriana comune, di cui conserva le stesse proprietà terapeutiche.

Alcuni principi attivi sono contenuti nella valeriana rossa in più debole quantità, mentre altri sono in quantità superiore.

L'uso di questa pianta è però abbastanza recente, almeno secondo autori che hanno fatto ricerche bibliografiche in tal senso sui trattati antichi e del Medioevo.

La valeriana rossa ha proprietà sedative del sistema nervoso, antispastiche, antinevralgiche e leggermente ipnotiche.

Le proprietà sedative sono in parte dovute agli olii essenziali e in parte agli esteri degli acidi valerianici e isovalerianici, detti valepotriati o valtrati.

Gli olii essenziali della valeriana sono costituiti principalmente da sostanze terpeniche, tra cui il pinene, il borneolo, il mirtenolo, il canfene.

Nella radice della valeriana rossa sono inoltre presenti piccole quantità di alcaloidi, di resine e di sostanze tanniche.

PREPARAZIONI

- Uso interno:

si utilizza l'infuso della radice secca, nella dose di 15-50 g per litro di acqua bollente. Si lascia in infusione per 5 minuti, si filtra per tela.

Se ne prendono 1-2 tazzine al giorno, nelle affezioni nervose leggere o come sedativo prima di coricarsi.

Per uso interno si utilizza inoltre la tintura alcoolica, preparata con 150-200 g di radice secca finemente sminuzzata per litro di alcool a bassa gradazione (30-40°).

Si lascia a macero per una settimana, poi si filtra per tela.

La tintura così preparata va somministrata nella dose di 20-60 gocce al giorno, diluite in infusi o su una zolletta di zucchero.

- Uso esterno:

si utilizza il decotto, preparato con 100 g di radice secca finemente sminuzzata per litro di acqua.

Si lascia bollire per 10-15 minuti, si filtra per tela a freddo.

Questo decotto serve per la preparazione di compresse imbevute o per lavaggi parziali sulle zone contuse o colpite da dolori muscolari.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE

Il rizoma di valeriana rossa si raccoglie in autunno, quando la pianta ha terminato il ciclo vegetativo.

Molto spesso è assai difficile estrarre il rizoma dal terreno, soprattutto quando è incastrato tra i massi, nei muri o negli anfratti di roccia.

Il rizoma della valeriana rossa va ripulito dal terriccio e ridotto in pezzi.

Poi lo si fa seccare al sole o in stufa a circolazione d'aria forzata, a una temperatura di 40-50 gradi.

Si conserva in sacchetti di carta o di tela.

La valeriana rossa conserva le sue proprietà per 1-2 anni.

Dato il particolare habitat naturale, questa pianta si presta assai male a una coltivazione artificiale.

Si può tentare comunque di trapiantare piccole, giovani piantine di Centranthus ruber in terreno sassoso e ben drenato.

La coltivazione da seme richiede parecchi anni prima di ottenere rizomi utilizzabili per scopi terapeutici.

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