Pianta della famiglia delle
Valerianaceae, distribuita in Europa e in Asia. In
Italia è abbastanza frequente nei luoghi umidi, dal piano alle zone
montane. È presente soprattutto lungo i fossi, nelle zone paludose o al margine
dei boschi. È specie molto coltivata per ottenere
le radici, largamente utilizzate per la preparazione di estratti, che entrano
come sostanze attive in numerose specialità
farmaceutiche.
GENERALITÀ La
valeriana è pianta erbacea a rizoma perenne, verticale e breve, che
emette foglie basali e fusti alti fino a mezzo metro, semplici, cavi all'interno
e con solcature longitudinali esterne. Le foglie
basali sono pennate e disposte a rosetta: hanno picciolo breve. Le foglie del
fusto sono sessili o subsessili. Le foglioline che compongono le foglie sono di
forma ovale allungata, con margine intero o inciso da alcuni denti
irregolari. I fiori sono riuniti in infiorescenze
corimbose terminali sul fusto. Ogni singolo fiore presenta un calice molto
ristretto che termina in numerosi dentini. La corolla è tubolare e si
divide alla fauce in cinque lobi ovali o
arrotondati. Il frutto è un achenio di forma
ovoidale ad apice appuntito, su cui è inserito un pappo che favorisce la
inseminazione a distanza. Per scopi terapeutici si
utilizzano le radici con il rizoma.
IMPIEGO
TERAPEUTICO La valeriana è una delle piante
più utili e note, sia in medicina popolare che in farmacia. Le sue
proprietà principali sono: l'antispastica, l'anticonvulsivante,
l'antiepilettica, la sedativa, l'ipnogena e la carminativa. La valeriana agisce
inoltre come antinevralgica e febbrifuga. Esternamente è cicatrizzante o
vulneraria, detersiva e starnutatoria. Già i
medici greci e romani prescrivevano la valeriana come diuretico e analgesico,
nonché come rimedio contro la tosse e l'asma. Solo nel sec. XVIII
però se ne riconobbero gli effetti sedativi a livello del sistema
nervoso; effetti che sono stati confermati anche di recente da sperimentazioni
farmacologiche e cliniche. I preparati a base di
valeriana sono dei tranquillizzanti che riducono l'ansietà e conciliano
il sonno. L'azione complessa di questa pianta
è dovuta all'effetto sinergico di diverse sostanze: olii essenziali,
acidi valerianici e valerianati. Soprattutto attivi
sono i valepotriati, identificati e caratterizzati dal punto di vista chimico
solo di recente. Altri principi attivi della valeriana sono degli alcaloidi, tra
cui la chetinina e la valeriana. Nell'olio
essenziale sono contenuti pinene, canfene e borneolo. Si trovano pure, nella
radice di valeriana, altri terpeni, sesquiterpeni e acidi organici
complessi.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso e il decotto della radice secca, nella dose
di 15-50 g per litro di acqua bollente. Si lascia
infondere per qualche minuto, poi si filtra per tela. Se ne prendono 1-2 tazzine
al giorno nelle affezioni nervose leggere o come sedativo prima di
coricarsi. Per uso interno si utilizza anche la
tintura, preparata con 150-200 g per litro di alcool a bassa gradazione
(30-40°). Si lascia a macero per una settimana, poi si filtra per
tela. Questa tintura va presa nella dose di 20-60
gocce per giorno, in infusi o su una zolletta di
zucchero.
- Uso esterno: si utilizza il
decotto, preparato con 100 g per litro di acqua. Si lascia bollire per 10-15
minuti, si filtra per tela a freddo. Il decotto così ottenuto serve per
la preparazione di compresse imbevute o per lavaggi parziali sulle zone contuse
o colpite da dolori muscolari
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Il rizoma di valeriana si raccoglie
in autunno o in primavera, togliendo le piante di almeno due anni ed eliminando
quelle radici che presentano nella parte superiore l'attacco dello scapo
fiorale, perché già esaurite. Si ripuliscono dal terriccio, si
lavano e si pongono a essiccare al sole o in stufa a circolazione d'aria
forzata, a una temperatura tra i 40 e i 50 gradi I
rizomi di valeriana si conservano in recipienti di vetro scuro chiusi o in
sacchetti di carta sigillati. La valeriana conserva le sue proprietà, se
ben conservata, anche per due anni. La valeriana
è pianta frequentemente coltivata, soprattutto in alcuni Paesi europei,
per soddisfare le richieste ingenti dell'industria
farmaceutica. Come per la fragola, la sua
coltivazione si fa per trapianto di giovani piantine che si originano da piante
madri per il rizoma stolonante. La messa a dimora viene fatta in autunno o in
primavera presto, disponendo le giovani piantine a una distanza di 20-25 cm
l'una dall'altra, in file distanti 40 cm. La
valeriana ama terreni soffici e umidi, ricchi di sostanze
organiche, Per ottenere grosse radici occorre
eliminare gli scapi fiorali appena si sviluppano, recidendoli alla
base.
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