Medicina Erboristeria Tamaro Tamus communis L.

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Medicina Erboristeria Tamaro Tamus communis L.

     













Medicina - ERBORISTERIA - TAMARO (Tamus communis L.)

Pianta della famiglia delle Discoreaceae, distribuita in Europa. In Italia si trova dal mare alla zona montana, nei boschi, nelle macchie e lungo le siepi.

GENERALITÀ
Il tamaro è una pianta erbacea perenne, provvista di una radice tuberizzata simile a un vero e proprio tubero, da cui in primavera si originano dei fusti eretti simili a turioni che si sviluppano e si arrampicano attorcigliandosi a qualsiasi sostegno, vivo o morto che sia.
Le foglie di questa pianta sono disposte in maniera alterna: hanno un lungo picciolo e il lembo a forma di cuore. La base è profondamente incisa, mentre l'apice è acuminato. Il margine della foglia è intero, e da giovane la superficie si presenta lucente, per poi divenire opaca: mancano però sempre i peli.
I fiori sono separati sulla stessa pianta: i maschili sono riuniti in infiorescenze racemiformi sorrette da un lungo peduncolo, i femminili invece sono portati da corti racemi e presentano un involucro tubolare diviso in alto in sei petali.
I frutti sono delle bacche sferiche, rosse a maturità, che si notano bene soprattutto d'inverno quando le foglie sono già cadute.
Per scopi terapeutici si utilizza la radice.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Tutta la pianta del tamaro è acre, caustica, diuretica, emetica e purgativa; allo stato fresco è pericolosa e produce infiammazioni interne. La radice, dopo lavaggio ed essiccamento, è impiegata come emetico e purgativo.
L'uso interno di questa pianta deve essere fatto con estrema cautela, potendo presentare qualche inconveniente data la sua tossicità. Anche l'uso esterno va dosato con prudenza.
Il tamaro è utilizzato come rubefacente e stimolante, risolvente delle contusioni, delle distorsioni e soprattutto negli strappi muscolari. È sfruttato anche per combattere i dolori reumatici, la gotta e i geloni.
Il potere rubefacente è dovuto all'attivazione della circolazione superficiale e dipende dai principi attivi ad azione istaminosimile, che creano delle reazioni superficiali anche di notevole intensità.
Il tamaro ha anche proprietà tonificanti, utilizzate per stimolare la circolazione a livello del cuoio capelluto e del bulbo pilifero nel caso di caduta di capelli.
Anche i frutti di questa pianta hanno, come la radice, proprietà emetiche ed irritanti delle mucose intestinali, e rubefacenti esterne.
I giovani germogli del tamaro sono inoltre consumati come verdure in luogo di asparagi o germogli di luppolo.
I principi attivi di questa pianta sono: sostanze istaminosimili, peptine, ossalati, nonché sostanze ad azione irritante non completamente definite dal punto di vista chimico.

- Uso interno: si utilizza la polvere della radice, lavata e secca, nella dose massima, da non superare assolutamente, da 2 a 4 g. Si prende alla sera, prima di coricarsi, in tisane calmanti.

- Uso esterno: si utilizza il decotto della radice lavata ed essiccata nella dose di 10 g per litro di acqua. Si lascia bollire per 10 minuti e si filtra a freddo per tela.
Il decotto così preparato viene utilizzato per fare frizioni riattivanti la circolazione superficiale e stimolanti il bulbo pilifero dei capelli dopo lo shampoo.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
La radice di tamaro si raccoglie al termine del ciclo vegetativo nei mesi autunnali, da settembre a novembre. Si scava con un attrezzo orticolo e si preleva la radice, che va lavata, tagliata a fettine, rilavata ancora ed infine seccata al sole.
Si conserva questa parte della pianta in sacchetti di carta o di tela. Va rinnovata tutti gli anni.
La coltivazione, dato il limitato uso, non viene praticata, essendo le piante spontanee più che sufficienti per l'utilizzo in campo terapeutico.

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