Pianta della famiglia delle
Labiatae (o Lamiaceae secondo le più moderne classificazioni),
distribuita in Europa meridionale e in Asia meridionale occidentale. In Italia
è spontanea nei luoghi aridi e sassosi, dal mare alle zone submontane, ma
non è frequente. La salvia sclarea viene
spesso coltivata per ottenere foglie e sommità fiorite, utilizzate sia in
terapia che nell'industria alimentare e
liquoristica.
GENERALITÀ La
salvia sclarea è una pianta perenne alta circa mezzo metro, ma può
arrivare in coltivazione fino a un metro o più, con le sue infiorescenze
terminali. I fusti sono ramificati fin dalla base e
portano foglie inferiori lungamente picciolate, con lamina lunga anche 25 cm.
Queste foglie hanno forma ovale e margine a grandi denti, che presentano a loro
volta una dentellatura irregolare e acuta. Le foglie superiori sono più
piccole e brevemente picciolate non di rado anche subsessili. Quelle che
accompagnano la infiorescenza sono trasformate in
brattee. Le brattee hanno forma ovale acuminata: le
inferiori sono larghe 2-3 cm e di colore verde, mentre le superiori, più
piccole e sottili, hanno un colore verde-bianco variamente sfumato di rosa e di
violetto. All'ascella di ogni brattea sono disposti 2-3 fiori in verticillastri
che formano insieme delle spighe disposte in una pannocchia
rada. Il singolo fiore presenta un calice che si
divide in due labbra: il superiore presenta tre denti piccolissimi terminanti in
una setola, mentre il labbro inferiore ha due denti di forma lanceolata. La
corolla, pure tubolare nella sua parte iniziale, è lunga un paio di cm e
presenta nella sua parte terminale il labbro inferiore di colore viola e
incurvato a falce, mentre l'inferiore ha una colorazione più chiara,
biancastra, ed è più largo. Tutte le
parti verdi della pianta sono ricoperte da una fitta tomentosità e da
ghiandole che danno viscosità alla pianta. L'odore della salvia sclarea
è intenso e gradevole. Per scopi terapeutici
si utilizzano le sommità
fiorite.
IMPIEGO
TERAPEUTICO La salvia sclarea, come la salvia
comune, era certamente nota agli antichi Greci e Romani, che la coltivavano come
pianta utile in cucina e in medicina. È stata
introdotta in diverse regioni settentrionali assai presto, come testimoniano i
trattati d'epoca medioevale. Solo nel sec. XVII però la salvia sclarea
cominciò a trovare impiego in profumeria e in liquoreria, per le sue
caratteristiche aromatiche. Come la salvia
officinale, anche la sclarea è stimolante, tonica, antispasmodica,
anticatarrale, antiessudativa, emmenagoga e
antisettica. Per queste sue proprietà la
salvia sclarea è utile nelle nevrastenie, ai convalescenti, nei casi di
affaticamento, nell'atonia gastrica, nella amenorrea e nella dismenorrea. Serve
anche come detersivo e balsamico sulle ulcere e piaghe, e in genere per
eliminare gli edemi, soprattutto degli arti
inferiori. Nell'industria alimentare e liquoristica
questa specie di salvia viene utilizzata per aromatizzare aceti, birra,
vermouth, liquori e distillati. Si usa inoltre per aromatizzare cibi e bevande
analcooliche, nonché in industria dolciaria per aromatizzare gelati. In
profumeria la salvia, oltre che per le sue proprietà aromatiche, è
utile perché è un buon fissativo
dell'aroma.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso e la tintura
vinosa. L'infuso si prepara con 20-25 g di foglie o
di sommità di salvia sclarea essiccate per litro di acqua bollente. Si
lascia infondere per 10 minuti, si filtra per tela e si prende nella dose di 1-2
tazzine al giorno. La tintura vinosa viene
preparata con 25-30 g di sommità fiorite finemente sminuzzate per litro
di vino bianco secco. Si lascia a macero per una settimana, poi si fa riposare
per 15-20 giorni. Va presa nella dose di 1-2 bicchierini al
giorno. Le preparazioni per uso interno sopra
riportate favoriscono la digestione, sono inoltre sedative della tosse e degli
spasmi dell'apparato gastroenterico.
- Uso
esterno: si utilizza il decotto, preparato con 50-60 g per litro di acqua. Si
lascia bollire per 15 minuti, a freddo si filtra per tela. Il decotto
così preparato serve per fare sciacqui boccali, come antiinfiammatorio
delle mucose e delle gengive.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le sommità fiorite di salvia
sclarea si raccolgono da giugno ad agosto quando la pianta è in piena
fioritura, recidendo la pianta solo due foglie al disotto dell'infiorescenza. Si
compongono dei mazzi con 10-15 piante, che legate insieme vengono appese a fili
tesi, all'ombra, in locale ben aerato. La salvia
sclarea secca viene conservata in sacchetti di carta o di tela. Va rinnovata
tutti gli anni. La coltivazione della salvia
sclarea deve essere iniziata da seme, che viene posto in semenzaio in estate. Le
piantine vengono poste a dimora in autunno, a una distanza di 50-70 cm tra le
file e di 40 cm nella fila. Le piante poste a dimora in ottobre fioriscono
già l'anno successivo, dando una discreta
produzione. La salvia sclarea ama terreni sciolti e
ben concimati. La sua coltivazione va seguita con irrigazioni periodiche,
settimanali, durante i mesi estivi. Una volta iniziata la fioritura bisogna
diradare molto le innaffiature, se si vuole ottenere una maggior concentrazione
in olio essenziale. Le coltivazioni vanno
rinnovate ogni tre anni.
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