Medicina Erboristeria Prugnolo Prunus spinosa L.

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Medicina Erboristeria Prugnolo Prunus spinosa L.














MEDICINA - ERBORISTERIA - PRUGNOLO (Prunus spinosa L.)

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MEDICINA - ERBORISTERIA - PRUGNOLO (Prunus spinosa L.)

Pianta della famiglia delle Rosaceae, distribuita in Europa e in Asia occidentale. In Italia è comune nei boschi e lungo le siepi, dal mare alla zona montana dell'intera Penisola; si trova anche nelle Isole.

GENERALITÀ
Il prugnolo è un arbusto alto generalmente 1 o 2 m, con rami vecchi a corteccia bruno-rossastra, mentre nei rami giovani la corteccia assume colorazione grigiastra quasi lucente. I giovani rami terminano solitamente in una spina.
Le foglie, disposte in maniera alterna sui rami, hanno picciolo corto e spesso peloso, e forma ellittica od obovata, con base ristretta a cuneo e apice ottuso o arrotondato. Il margine presenta una regolare seghettatura. La pagina superiore della foglia è verde scuro ed opaca, mentre quella inferiore è normalmente ricoperta di peli.
I fiori sono isolati sui rami e hanno un peduncolo glabro corto: presentano un calice formato da cinque sepali di forma triangolare e una corolla composta da cinque petali bianchi di forma ovale oblunga: sono rotondi all'apice e ristretti a cuneo alla base.
I frutti sono delle drupe rotonde di colore azzurro cupo quasi nero, con la superficie ricoperta da pruina. La porzione carnosa ha un colore verde-giallastro e aderisce fortemente al nocciolo, che è di forma arrotondata, solo un poco compresso lateralmente. All'interno del nocciolo è contenuto un piccolo seme di colore bruno.
Per scopi terapeutici si utilizzano i fiori e la corteccia.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Il prugnolo era già utilizzato nell'antichità; non per scopi terapeutici, ma per ottenere dai suoi frutti fermentati una bevanda alcoolica.
La corteccia e i frutti hanno proprietà astringenti; la corteccia inoltre, soprattutto quella della radice, ma anche quella dei rami, ha proprietà febbrifughe, particolarmente indicate nelle febbri intermittenti o in quelle conseguenti a malattie da raffreddamento.
I fiori hanno proprietà diuretiche e lassative. Le foglie hanno, in infusi o tisane, proprietà depurative.
La corteccia per le sue elevate proprietà astringenti viene utilizzata in decotti per le pelli e le mucose della bocca irritate e congestionate. Serve inoltre per fare bagni o pediluvi, per togliere l'infiammazione delle pelli macerate dal sudore.
I fiori hanno proprietà digestive, lassative e depurative; se ne deve però fare uso nelle dosi indicate, per non incorrere in spiacevoli inconvenienti.
I principi attivi del prugnolo sono sostanze tanniche e principi amari, presenti soprattutto nella corteccia.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si usano l'infuso e il decotto di fiori, nella quantità di 20-30 g per litro di acqua bollente. Si prendono nella dose di 2-3 tazze al giorno, come depurativo o anche come lassativo.

- Uso esterno: si utilizza la corteccia, con la quale si prepara un decotto nella misura di 50 g per litro d'acqua. Si lascia bollire per 5-10 minuti, poi si filtra per tela. Il decotto serve per fare lavaggi e bagni parziali, quale astringente cutaneo e delle mucose, soprattutto della bocca.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
I fiori del prugnolo si raccolgono appena schiusi, in primavera (marzo-aprile). Si dispongono in sottile strato ad essiccare all'ombra, in locale ben aerato. Vanno conservati in sacchetti di carta chiusi o in vasi di vetro scuro chiusi.
La corteccia si raccoglie in primavera o in autunno, dopo avere tagliato i rami principali e laterali. Si stacca con il coltello e si riduce in frammenti, che vengono posti a essiccare per due giorni al sole: se ne termina poi l'essiccamento all'ombra. La corteccia va conservata in sacchetti di carta o di tela.
I fiori vanno rinnovati tutti gli anni, mentre la corteccia conserva le sue attività per 2-3 anni.
La coltivazione di questa pianta si può tentare o per trapianto di giovani piantine (che possono essere raccolte in natura nel tardo autunno con un pane di terra), oppure partendo direttamente da semina. La semina va fatta in primavera presto, ponendo in terreno i noccioli ottenuti dai frutti raccolti in autunno.
Nel primo caso si porranno le piante a dimora subito appena raccolte; si opererà una potatura parziale e si seguirà la pianta durante il primo anno di vegetazione con frequenti irrigazioni. Partendo da seme, si otterranno nel primo anno piante molto piccole, che saranno poste a dimora l'anno dopo. Cominceranno a produrre fiori e frutti solamente a partire dal terzo anno.

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