Pianta della famiglia delle Polypodiaceae, distribuita nelle regioni temperate di quasi tutto il Vecchio Mondo. In Italia è comune dal mare alle regioni montane in quasi tutta la Penisola; si trova soprattutto ai piedi di vecchi alberi, sulle rocce e sui muri.

GENERALITÀ
Il polipodio è una felce provvista di rizoma strisciante lungo 20-40 cm, di colore bruno esternamente e verde chiaro all'interno, ricoperto da numerose squame sottili e morbide.
Le foglie o fronde si sviluppano all'apice di questo rizoma e hanno un lungo picciolo cilindrico; sono divise in numerosi lembi digradanti in lunghezza dal basso verso l'alto. I singoli lobi hanno forma lanceolato-lineare a base allargata e margine intero o appena dentellato.
Gli organi riproduttivi di questa pianta sono le spore, racchiuse in particolari organi detti sori, posti sulla superficie fogliare inferiore.
I sori contengono numerosi sporangi, entro cui vengono prodotte le spore, di dimensioni microscopiche. Le spore danno origine, alla loro germinazione, a piante di dimensioni ridotte, i cosiddetti gametofiti (la pianta sopra descritta è invece lo sporofito della felce).
Per scopi terapeutici si utilizza il rizoma.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Il polipodio era pianta ben nota agli antichi Greci e Romani; ne parlano infatti i testi di Teofrasto, Dioscoride, Plinio e Galeno.
Le proprietà terapeutiche che gli venivano riconosciute erano in pratica le stesse di oggi.
Il polipodio viene utilizzato come espettorante, astringente, lassativo e colagogo. È pertanto un rimedio popolare contro la tosse cronica, i reumatismi, la bronchite e l'ittero.
Il polipodio ha inoltre una blanda azione lassativa, che viene utilizzata soprattutto per regolare l'intestino degli anziani.
Il rizoma di polipodio ha la proprietà di fluidificare e stimolare la secrezione biliare, favorendo in tal modo i processi digestivi e l'evacuazione intestinale. Per queste sue proprietà trova impiego nell'insufficienza epatica e nelle calcolosi biliari.
Esternamente poi il polipodio ha proprietà antiinfiammatorie, specie sulle mucose del cavo orale e della gola.
I principi attivi del polipodio sono: glicosidi, saponosidi, l'acido glicirretico, mucillagini, resine, sostanze tanniche. Per la presenza di acido glicirretico, principio che si ottiene per idrolisi della glicirrizina, il polipodio manifesta anche proprietà cicatrizzanti delle ulcere gastriche.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizza l'infuso preparato con 30-50 g di rizoma finemente sminuzzato per litro di acqua bollente. Si lascia a riposo per 5-10 minuti, si filtra per tela. L'infuso così preparato si prende a tazze: 1 o 2 al giorno, meglio se prima di coricarsi e al mattino a digiuno. L'infuso al mattino regola le funzioni intestinali e la secrezione della bile.

- Uso esterno: si utilizza il decotto preparato con 50-70 g di rizoma finemente sminuzzato per litro di acqua. Si lascia bollire per 10-15 minuti, a freddo si filtra per tela. Il decotto così preparato serve per fare sciacqui o gargarismi nelle irritazioni della bocca e della gola.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Il rizoma del polipodio si raccoglie da luglio a ottobre scavandolo dal terreno con le mani o con l'uso di un attrezzo orticolo.
Si tolgono le radichette e si tagliano via le fronde: poi il rizoma, ridotto in pezzi di 4-5 cm, viene posto a essiccare al sole. Si conserva in sacchetti di carta o di tela.
La coltivazione del polipodio presenta qualche difficoltà. È comunque possibile tentarla per trapianto di rizomi che devono essere messi in posizione di mezz'ombra, in luoghi freschi e umidi.
Attualmente il polipodio viene utilizzato per caratteristiche composizioni raffiguranti animali, vendute nei negozi di floricultura per ornare la casa. In questo caso il rizoma di polipodio va immerso nell'acqua ogni 2-3 giorni: riesce così a mantenersi in vegetazione anche per più mesi.