MEDICINA - ERBORISTERIA - MARGHERITA (Bellis perennis L.)

Pianta della famiglia delle Compositae (o Asteraceae, secondo le più moderne classificazioni), distribuita in Europa e nell'Asia occidentale. In Italia è comunissima nei prati, dalla pianura ai monti, soprattutto al Nord.

GENERALITÀ
La margherita è una pianta erbacea perenne munita di un corto rizoma, da cui si originano numerose radichette sottili.
Da questo rizoma spunta una rosetta di foglie di forma ovato spatolata, tra le quali, per quasi tutto il periodo dell'anno, ma soprattutto nella primavera e in autunno, si sviluppano dei capolini sorretti da lunghi peduncoli, con ligule bianche o appena venate di rosa.
Questi capolini hanno i fiori del disco tubolosi, di colore giallo, mentre i fiori laterali (esterni o del raggio) sono ligulati e bianchi.
Il frutto è un achenio di forma ovale, leggermente convesso lateralmente. Tutta la superficie dell'achenio presenta una certa pubescenza.
Per scopi terapeutici si utilizzano i fiori e la parte aerea della pianta.

IMPIEGO TERAPEUTICO
La margherita non è stata utilizzata nell'antichità e durante il Medioevo. Solamente nel Rinascimento questa pianta fece l'ingresso fra i presidi terapeutici: e oggi le si riconoscono proprietà depurative, lassative, rinfrescanti, calmanti e toniche. La margherita è inoltre leggermente diuretica e sudorifera.
Le foglie di questa pianta se mangiate in insalata esercitano proprietà attivanti della mucosa intestinale: risultano quindi utili per risolvere le costipazioni. Il succo estratto dalla pianta fresca risulta inoltre utile nell'idropisia, nelle calcolosi renali e nei dolori reumatici.
La margherita ha proprietà depurative soprattutto se associata, in primavera, con altre piante, quali l'insalata matta o tarassaco e la cicoria dei campi.
Esternamente la margherita ha proprietà astringenti ed antiinfiammatorie, particolarmente indicate per lenire le irritazioni del cavo orale e delle mucose in genere, della gola o anche delle palpebre.
Queste sue proprietà esterne fanno sì che venga usata in cosmesi, per le epidermidi arrossate e macerate dal sudore. La margherita è infatti uno schiarente del viso e serve per detergere e decongestionare la pelle delicata.
I principi attivi della margherita sono: olii essenziali, sostanze tanniche e resine.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizza l'infuso di fiori e delle parti aeree della pianta, nella quantità di 20 g per litro di acqua. Si lascia a riposo per 5-10 minuti, si filtra per tela e si prende nella dose di 1-2 tazzine al giorno, soprattutto al mattino, a digiuno.
La margherita regola l'intestino e stimola la diuresi, oltre a depurare l'organismo.

- Uso esterno: si utilizza la polpa o il succo della pianta ottenuto per spremitura, applicandolo sulle zone infiammate e arrossate della cute e delle mucose come astringente.
Si prepara inoltre un decotto con 50 g di fiori e parti aeree della pianta per litro di acqua. Si lascia bollire per 10-15 minuti, poi si filtra per tela.
Il decotto così preparato serve per sciacqui, gargarismi o lavaggi, e per la preparazione di compresse imbevute che vanno applicate sulle zone infiammate.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
I fiori della margherita si raccolgono alla fioritura, praticamente durante tutto l'anno ma principalmente in primavera e in autunno. Si recidono scartando il peduncolo e si pongono a essiccare disponendoli in sottile strato su graticciati o setacci, come si fa per i fiori di camomilla. I fiori secchi si conservano in sacchetti di carta o di tela.
Le foglie della pianta vengono raccolte in maggio-giugno, al termine del ciclo riproduttivo. Si stacca tutta la rosetta basale recidendola alla base con un coltello, poi si staccano a una a una le foglie, che vengono poste a essiccare all'ombra, in sottile strato, in locale ben aerato. Le foglie secche si conservano in sacchetti di carta e di tela.
Tanto i fiori che le foglie di margherita devono essere rinnovati tutti gli anni.
La margherita è una pianta comune nei prati, ovunque, e pertanto la sua coltivazione non si rende necessaria per ottenere le parti che trovano impiego in campo terapeutico e cosmetico.
Se si vuole tentare questa coltivazione, si possono trapiantare le piante asportandole dalle zone naturali di distribuzione. Si può iniziare la coltivazione anche partendo da seme, che è opportuno porre in semenzaio o in germinatoio. Quando le piantine hanno un mese o due possono essere poste a dimora per trapianto.
La coltivazione va rinnovata ogni tre - quattro anni.
Per ottenere la massima produzione di foglie o di fiori occorre intervenire in primavera con una concimazione bilanciata.
Frequenti irrigazioni nel periodo estivo permettono un maggior sviluppo alla pianta e un'ottima fioritura autunnale.