MEDICINA - ERBORISTERIA - MAGGIORANA (Origanum majorana L.)

Pianta della famiglia delle Labiatae (o Lamiaceae, secondo le più moderne classificazioni), originaria dell'Asia, coltivata in Italia negli orti e nei giardini quale aromatizzante per cucina.

GENERALITÀ
La maggiorana è pianta suffruticosa, alta 40-50 cm, con fusto basale lignificato e fusti superiori erbacei.
I fusti superiori sono ampiamente ramificati e presentano una sezione quadrata; sono ricoperti di peli.
Le foglie, piccole, presentano forma ellittica od obovata; sono intere o appena denticolate.
I fiori sono raccolti in infiorescenze composte a pannocchia; formate cioè da numerose spighette inserite all'ascella delle foglie superiori. Sulle spighette sono inseriti i fiori, sessili o quasi, disposti all'ascella di una piccola brattea ovale che li ricopre in parte.
Il singolo fiore presenta un calice di forma tubolare aperto da un lato. La corolla, pure tubolare, è bilabiata alla fauce: il labbro superiore è intero o quasi, mentre quello inferiore è diviso in tre lobi. Il colore della corolla e rosato o rosso.
Il frutto è formato da quattro acheni racchiusi nel calice persistente.
Per scopi terapeutici si utilizzano le sommità fiorite secche.

IMPIEGO TERAPEUTICO
La maggiorana era già coltivata nell'antico Egitto, ove era nota come «pianta di Osiride». I Greci e i Romani coltivarono e utilizzarono questa pianta come aromatica e medicinale. A quel tempo si utilizzava un decotto nelle coliche, o come emmenagogo e diuretico.
Oggi si riconoscono alla maggiorana proprietà stomachiche, toniche, calmanti, diuretiche, sudorifere, anticatarrali ed espettoranti.
Le sue indicazioni sono quindi quelle legate alla funzione digestiva, per eliminare i crampi di stomaco e le coliche; serve anche nelle malattie nervose, nell'atonia uterina, contro le affezioni in genere dovute alle malattie da raffreddamento come catarri bronchiali, asma e tosse.
L'azione calmante ed espettorante della maggiorana è dovuta fondamentalmente al suo elevato contenuto in olii essenziali, che a dosi elevate diventano stupefacenti.
Esternamente la maggiorana esercita proprietà antiinfiammatorie e decongestionanti delle mucose, sia nasali che del cavo orale. È quindi un buon rimedio sintomatico dei raffreddori, perché contribuisce a liberare le cavità nasali dal muco.
Bisogna anche ricordare che la maggiorana trova largo impiego come condimento nella cucina mediterranea in genere. Viene inoltre largamente utilizzata per la preparazione di liquori, di conserve e di alimenti.
Si utilizza anche in profumeria.
I principi attivi della maggiorana sono: olii essenziali contenenti principi terpenici tra cui il terpineolo, canfene e borneolo, acido rosmarimico e sali minerali.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizzano l'infuso, la tintura alcoolica, la tintura vinosa.
L'infuso si prepara con 10-15 g di sommità fiorite secche per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per 5-10 minuti, si filtra per tela. Si prende nella dose di 2-3 tazzine al giorno.
La tintura si prepara con 150 g di sommità fiorite di maggiorana secche finemente triturate per litro di alcool a bassa gradazione (20-30 gradi). Si lascia a macero per una settimana, si dolcifica con zucchero, si filtra e si lascia riposare per 15-20 giorni. Va presa a cucchiaini: uno o due al giorno.
La tintura vinosa si prepara con 20-30 g per litro di vino bianco secco. Si lascia a macero per una settimana, si filtra, si aromatizza e si dolcifica con liquirizia o con zucchero. Se ne prendono uno o due bicchierini al giorno.
Le preparazioni sopra indicate per uso interno facilitano la digestione e riducono gli spasmi addominali e le nevralgie: sono particolarmente indicate nelle malattie da raffreddamento: raffreddori, tossi, arrossamenti di gola.

- Uso esterno: si utilizza il decotto preparato con 50 g di sommità fiorite di maggiorana per litro di acqua. Si lascia bollire per 15-20 minuti, si filtra a freddo per tela.
Il decotto così preparato serve per fare frizioni esterne che eliminano nevralgie e dolori reumatici.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le sommità fiorite di maggiorana si raccolgono al momento della fioritura, da luglio a settembre, recidendo la pianta a 5 cm dal suolo. Si eliminano le parti lignificate della pianta e si seccano le infiorescenze o le sommità, disponendole in sottile strato su setacci o su graticciati, all'ombra, in locale ben aerato.
Le infiorescenze o sommità fiorite di maggiorana vengono conservate in sacchetti di carta sigillati o in recipienti di vetro scuro chiusi. La maggiorana va rinnovata tutti gli anni.
La coltivazione di questa pianta viene praticata anche per scopi industriali su vaste aree soprattutto nelle regioni adriatiche dell'Italia centrale. La maggiorana si adatta bene a quasi tutti i tipi di terreno, ma preferisce quelli leggeri e ben esposti.
Si semina in semenzaio d'autunno, o all'inizio della primavera su letto caldo, nel mese di aprile o ai primi di maggio si pongono le piantine a dimora in file distanti 30-35 cm l'una dall'altra, disponendole sulla fila alla distanza di 20 cm.
Il primo anno la pianta produce assai poco, mentre dal secondo è possibile ottenere anche due raccolti all'anno. Una concimazione bilanciata primaverile favorirà la vegetazione e la fioritura.
La coltivazione di maggiorana può durare fino a quattro - cinque anni.
 

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