MEDICINA - ERBORISTERIA - LUPPOLO (Humulus lupulus L.)

Pianta della famiglia delle Cannabaceae, distribuita in tutto l'emisfero settentrionale. In Italia si trova abbastanza comune lungo le siepi e i margini dei boschi, dal piano alle zone submontane. È soprattutto frequente al nord.
Il luppolo viene largamente coltivato per aromatizzare la birra.

GENERALITÀ
Il luppolo è una pianta erbacea perenne, con fusti lunghi anche diversi metri, rampicanti, che si attorcigliano attorno a sostegni vivi o morti. I fusti sono provvisti di corti peli ruvidi.
Le foglie sono opposte, ruvide anch'esse, picciolate: presentano una lamina di forma palmato-lobata lunga fino a 10-12 cm e larga da 5 a 15 cm. I tre lobi hanno margini seghettati. Le foglie superiori sono più lunghe e generalmente indivise: nei rami fioriferi invece sono ridotte a semplici brattee, più piccole delle stipole che le accompagnano.
I fiori dei due sessi sono portati da piante differenti. Le piante maschili presentano infiorescenze ascellari a pannocchia, mentre le femminili portano infiorescenze a forma di amento ovale, composte da piccole infiorescenze parziali ciascuna delle quali è accompagnata da una coppia di foglie trasformate in brattee.
I frutti sono degli acheni subrotondi di colore grigio, avvolti da brattee che presentano una superficie costellata da numerosissime ghiandole; queste secernono sostanze resinose gialle, che si condensano in granuli.
Per scopi terapeutici si utilizzano le infiorescenze femminili del luppolo.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Il luppolo viene citato nell'antichità solo nei trattati di Plinio. Durante il Medioevo questa pianta era già conosciuta con uno dei nomi scientifici usati nella classificazione binomia di Linneo.
Dal sec. IX d.C. il luppolo entrò nella preparazione della birra, e ancor oggi il suo impiego più diffuso è proprio quello di aromatizzante e conservante della birra.
Si riconoscono al luppolo proprietà depurative, aperitive, detersive, lassative, febbrifughe, vermifughe, diuretiche ed emmenagoghe.
A dosi molto elevate può diventare tossico; si dimostra infatti irritante sulle mucose e può generare cefalalgie e sonnolenza.
Per i suoi principi amari il luppolo esercita attività toniche e stomachiche, mentre per la presenza dell'olio essenziale ha proprietà sedative e anafrodisiache, cioè moderatrici dell'appetito sessuale.
Esternamente il luppolo viene utilizzato per calmare i dolori artritici o per curare le ulcere cancrenose e i dolori emorroidali.
Per le proprietà rivitalizzanti ed idratanti, infine, il luppolo viene oggi molto impiegato in cosmetica: per la preparazione di maschere tonificanti e per ridare turgore e freschezza alle pelli senescenti, rilasciate e rugose.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizzano l'infuso e la tintura alcoolica.
L'infuso si prepara con 10 g di infiorescenze finemente triturate per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per 5 minuti, si filtra per tela, si dolcifica eventualmente con un cucchiaino o due di zucchero e si prende alla dose di 1-2 tazzine al giorno, meglio prima di coricarsi.
La tintura si prepara con 50 g di infiorescenze di luppolo per litro di alcool a bassa gradazione (30-40 gradi). Si lascia a macero per una settimana, si dolcifica con radice di liquirizia o con zucchero, si lascia invecchiare per un mese. Si prende questa tintura nella dose di 1-2 cucchiaini prima di coricarsi.
Le preparazioni sopra indicate per uso interno conciliano il sonno, alleviano gli stati ansiosi e sono efficaci per la normalizzazione della secrezione gastrica e della digestione.

- Uso cosmetico: con una manciata di luppolo impastato si prepara una maschera emolliente e rivitalizzante. La maschera va applicata sulla pelle ben ripulita e sgrassata.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le infiorescenze femminili del luppolo si raccolgono al momento della fioritura, che va da agosto a settembre. Si recidono alla base scartando il peduncolo. Si pongono poi a essiccare in strato sottile all'ombra, su graticciati, in locale ben aerato.
Le infiorescenze ben secche vanno conservate in sacchetti di carta sigillati o in vasi di vetro scuro chiusi. Bisogna rinnovarle tutti gli anni.
La coltivazione del luppolo non è assolutamente necessaria, essendo la pianta presente ovunque. A chi comunque volesse tentare questo tipo di coltivazione, consigliamo di partire per trapianto di giovani piante, che si possono trovare in natura asportandole al termine del periodo vegetativo con un pane di terra.
Le piante di luppolo possono servire per comporre siepi di recinzione: si aggrappano facilmente a cancellate o a reti tese. Trapiantandolo, è necessario operare una potatura il più in basso possibile.
La moltiplicazione del luppolo si può fare anche per talea: si devono tenere solamente le piante femminili, escludendo le maschili, in modo da evitare l'impollinazione. Così operando non si corre il rischio di ottenere semi che non servono, e anzi degradano le proprietà di questa pianta medicinale.
 

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