Pianta della famiglia delle
Leguminosae (o Fabaceae, secondo le più moderne classificazioni),
distribuita in Europa meridionale e in Asia occidentale. In Italia è
particolarmente abbondante al Centro, al Sud e nelle Isole, soprattutto nei
luoghi sabbiosi o argillosi, di preferenza vicino al
mare. La liquirizia viene anche coltivata per le
sue radici, che hanno un largo impiego sia in terapia che nell'industria
dolciaria e
liquoristica.
GENERALITÀ La
liquirizia è una pianta erbacea perenne con rizoma verticale, grosse
radici e lunghi stoloni a decorso orizzontale, che in genere si sviluppano quasi
superficialmente sul terreno. I fusti fiorali sono
alti fino a un metro e presentano foglie composte, imparipennate, formate
cioè da 5-6 paia di foglioline ellittiche, lucide, e piuttosto
attaccaticce. La fogliolina terminale è più larga, di norma, delle
altre foglioline laterali. I fiori sono disposti in
infiorescenze a racemo, normalmente più brevi delle foglie. Il calice del
singolo fiore è formato da cinque denti allungati, disuguali: la corolla
è papilionata e presenta un colore
viola-azzurro. Il frutto è un legume lungo
un paio di centimetri che contiene 5-6 semi di colore grigio - bruno, di forma
arrotondata e appena schiacciata. Per scopi
terapeutici si utilizzano le radici e gli
stoloni.
IMPIEGO
TERAPEUTICO La liquirizia è stata utilizzata
fin dalla più remota antichità quale addolcente e come presidio
terapeutico per combattere le acidità di stomaco o in genere le gastriti.
Il suo impiego si è esteso dal Medioevo sino ai nostri giorni, specie
dopo i recenti studi effettuati sulla composizione chimica e sulle
attività farmacologiche dei principi
attivi. Oggi la liquirizia fornisce terpeni
largamente impiegati in specialità farmaceutiche utilizzate per la
terapia delle ulcere gastriche. La radice di
liquirizia contiene numerosi principi attivi, che si possono dividere in tre
categorie. Il primo gruppo è costituito da saponosidi, tra cui il
principale è la glicirrizina, che è un eteroside idrolizzabile in
due molecole di acido glucoronico e una molecola di acido glicerretico. La
glicirrizina è una polvere cristallina con potere dolcificante 60 volte
più forte di quello del saccarosio (il comune
zucchero). Al secondo gruppo appartengono alcuni
favonoidi, tra i quali spiccano il liquiritoside e
l'isoliquiritoside. Nel terzo gruppo infine
rientrano degli estrogeni steroidali. La presenza
di principi estrogeni e l'attività conseguente della liquirizia è
stata messa in evidenza solamente dal 1950. Per la presenza di questi principi
estrogeni la liquirizia agisce come la follicolina. Per la presenza dei
favonoidi invece esercita un'azione antispastica, a livello gastroenterico e
viene usata come preventivo e curativo dell'ulcera
gastrica. Per il contenuto in saponosidi, tra cui
principalmente, come già detto, la glicirrizina, la liquirizia esercita
proprietà antiinfiammatorie e cicatrizzanti, dovute principalmente
all'aglucone: acido glicirretico. Questo principio attivo ha anche un'azione
cortisonosimile, provocando per terapie prolungate una ritenzione idrica,
accompagnata da eliminazione di potassio. I
principi estrogeni esercitano in pieno la loro attività sull'animale da
esperimento: attività che però non è stata ancora
completamente dimostrata sull'uomo. La liquirizia,
o meglio l'estratto di liquirizia, viene anche largamente utilizzato per la
preparazione di pasticche e caramelle, come dolcificante in diversi preparati
dietetici, come aromatizzante per liquori e bevande, o anche per
tabacco. Internamente l'estratto totale di
liquirizia viene utilizzato soprattutto come sedativo della tosse, espettorante,
antispasmodico, e per eliminare i bruciori di
stomaco. Esternamente la radice di liquirizia
masticata esercita le sue azioni antiinfiammatorie ed emollienti sulle mucose
della bocca e della gola. GLi estratti di liquirizia infine esercitano
esternamente effetti lenitivi e
antiinfiammatori.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso e la tintura
alcoolica. L'infuso si prepara con 20-30 g di
radice finemente sminuzzata per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per
5-10 minuti, si filtra per tela e si prende nella dose di 3-4 tazzine al
giorno. La tintura si prepara con 150-200 g di
radice finemente ridotta in polvere per litro di alcool a bassa gradazione
(20-30 gradi). Si lascia a macero per una settimana, si filtra per tela, si
lascia riposare la tintura per un mese. Si prende nella dose di 1-2 cucchiai al
giorno. Le preparazioni sopra indicate per uso
interno servono per sedare la tosse, per eliminare i catarri bronchiali, per
facilitare le funzioni digestive eliminando i bruciori di
stomaco.
- Uso esterno: si utilizza il
decotto preparato con 60-70 g di radici finemente sminuzzate per litro di acqua.
Si lascia bollire per un quarto d'ora, si filtra per tela a
freddo. Serve per sciacqui, gargarismi o lavaggi.
Il decotto di liquirizia è infatti un buon emolliente e
antiinfiammatorio, sia dell'epidermide che della mucosa del cavo orale e della
gola.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le radici di liquirizia vanno
raccolte al momento del riposo vegetativo, cioè da ottobre a novembre.
Radici e polloni devono appartenere a piante di almeno tre
anni. Si ripuliscono dal terriccio, si eliminano le
piccole radici laterali e le parti aeree del fusto. Si fanno seccare al sole per
almeno due o tre giorni e se ne termina l'essiccamento all'ombra, in sottile
strato su graticciati. In vista di questa operazione, è bene ridurre la
radice appena ripulita in pezzi lunghi 10-20 cm. Una volta seccata, la radice di
liquirizia si conserva in sacchetti di carta o in recipienti di vetro chiusi:
è necessario difatti proteggerla
dall'umidità. Le radici conservano le loro
proprietà per almeno due anni, purché si abbia cura di proteggerle
dagli insetti lignicoli che in breve la
distruggerebbero. La coltivazione della pianta di
liquirizia è assai semplice: può essere fatta per divisione dei
rizomi disponendoli in terreno soffice, meglio se in vicinanza del mare. Nel
nord d'Italia tale coltivazione non è produttiva, perché la
maggior parte delle piante muore durante l'inverno, anche proteggendole dai
rigori invernali. Ci si può approvvigionare di radici e di liquirizia
tanto dai droghieri quanto nei negozi di erboristeria.
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