MEDICINA - ERBORISTERIA - LINO (Linum usitatissimum L.)

Pianta della famiglia delle Linaceae, originaria dell'Europa meridionale, coltivata ormai nelle zone temperate di quasi tutto il mondo per ottenere fibre che servono per la preparazione di tessuti particolarmente pregiati.

GENERALITÀ
Il lino è una pianta erbacea annuale che raggiunge in coltivazione anche l'altezza di un metro in alcune varietà, mentre è assai più modesta in razze per la produzione di semi. I fusti esili portano foglie strette e sottili.
I fiori sono raccolti in infiorescenze terminali e presentano un calice formato da cinque sepali ovali con apice acuminato, mentre la corolla è formata da cinque petali di colore azzurro e di forma obovata, che si restringe a cuneo verso la base.
I frutti sono delle capsule di forma arrotondata, disposte tra i sepali persistenti: maturando li sorpassano in altezza. Ogni capsula contiene una decina di semi, di forma ovale, e colore bruno - rossiccio, appiattiti, che in acqua si rigonfiano moltissimo per la presenza di mucillagini.
Allo stato spontaneo il lino si trova qua e là distribuito in tutta Italia; spesso si trovano anche piante sfuggite a coltivazioni.
Per scopi terapeutici si utilizzano i semi.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Il lino è stato coltivato sin dall'epoca preistorica, sia per l'ottenimento delle fibre che per i suoi semi commestibili. Le fibre di lino venivano già filate nell'età della pietra, secondo quanto risulta dai reperti storici.
La coltivazione di questa pianta era già molto diffusa in Egitto e in Mesopotamia. Si riscontrano frequenti citazioni sul lino tanto nella Bibbia quanto nei trattati dell'antica Grecia.
Gli Ippocratici utilizzavano i semi di lino già nel V-IV sec. a.C., tanto internamente che esternamente, contro i catarri, contro i dolori addominali, le diarree, la leucorrea; esternamente ne preparavano dei cataplasmi addolcenti. Teofrasto indicò per primo le proprietà antitussive del lino; Dioscoride lo descrisse come antiinfiammatorio sia interno che esterno e come lassativo, bechico, espettorante e addolcente, Plinio riprese queste indicazioni estendendone l'uso. Nel Medioevo e nel Rinascimento l'uso del lino fu continuato e in alcuni casi anche allargato.
Oggi si riconoscono ai semi di lino proprietà emollienti, addolcenti, diuretiche e aperitive.
L'infusione di semi di lino agisce efficacemente in tutte le infiammazioni delle mucose e in tutte le malattie infiammatorie, soprattutto quelle delle vie urinarie.
Il lino viene utilizzato nelle gastriti, enteriti, peritoniti, dissenterie, costipazioni, disurie, cistiti, catarri vescicali e irritazioni dolorose dell'apparato urinario. A livello respiratorio attenua la tosse e favorisce l'espettorazione dei catarri bronchiali.
Per uso esterno il decotto di semi di lino è particolarmente indicato per curare le dermatosi, i pruriti della pelle, le scottature, gli arrossamenti del cavo orale e della gola. L'impiego però più diffuso dei semi di lino è quello per cataplasmi risolventi ed emollienti delle tossi catarrali.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizzano direttamente i semi appena bolliti in acqua tiepida.
Si prende un cucchiaio di semi, si frantumano, si pongono per 10-15 minuti in un bicchiere di acqua tiepida. Si lasciano rigonfiare e quindi si beve il tutto per regolare le funzioni intestinali.

- Uso esterno: si utilizzano il decotto e i cataplasmi.
Il decotto si prepara con 20-30 g di semi di lino finemente triturati. Si lascia bollire per 10-15 minuti, poi si filtra per tela. Si utilizza il decotto così preparato per fare gargarismi, sciacqui, lavaggi o per la preparazione di compresse imbevute particolarmente indicate per combattere le infiammazioni della pelle e delle mucose.
Il cataplasma si prepara facendo cuocere per 5 minuti 200-250 g di farina fresca di lino per litro di acqua. Si ottiene così una polentina densa, da applicare direttamente sul petto a più riprese, caldissima, interponendo un telo e ricoprendola con un panno di lana per conservarne il calore il più a lungo possibile.

- Uso cosmetico: con un litro di decotto, preparato come indicato per uso esterno e diluito nell'acqua della vasca, si prepara un bagno emolliente e rinfrescante.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
I semi di lino si ottengono per battitura delle piante raccolte al momento della maturazione dei suoi frutti. Si separano i semi dalle capsule per soffiatura o vagliatura, e si fanno seccare per uno - due giorni al sole. Vanno poi conservati in sacchetti di carta sigillati o in vasi chiusi di vetro scuro.
I semi vanno rinnovati ogni anno, perché perdono in fretta le loro proprietà.
La coltivazione del lino rientra nelle pratiche agronomiche. Per scopi terapeutici si può impostare una piccola coltivazione seminando direttamente in campo i semi di lino in file distanti, 30-35 cm l'una dall'altra.
Quando le piantine avranno raggiunto uno sviluppo di 4-5 cm e le file risulteranno troppo dense, si potrà operare un diradamento.
Per favorire una buona fioritura e una conseguente buona fruttificazione, conviene intervenire in maggio con una concimazione possibilmente liquida, bilanciata. Nei mesi estivi la coltivazione del lino richiede irrigazioni periodiche.
Il seme di lino è acquistabile sia nei negozi di sementi che in quelli di erboristeria.
 

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