MEDICINA - ERBORISTERIA - ISSOPO (Hyssopus officinalis L.)

Pianta della famiglia delle Labiatae (o Lamiaceae, secondo le più moderne classifcazioni) distribuita nell'Europa meridionale, in Asia e nell'Africa settentrionale.
In Italia è a volte comune nei luoghi sassosi e secchi, soleggiati soprattutto al Centro e al Sud (non però nelle Isole).
Viene spesso coltivata per scopi medicinali.

GENERALITÀ
L'issopo è una pianta perenne subfruticosa, alta 40-50 cm, con fusti eretti o ascendenti, molto ramificati. La parte inferiore della pianta è legnosa, mentre i fusti fiorali sono erbacei, hanno sezione quadrangolare e sono appena ricoperti da peli.
Le foglie sono opposte, intere, hanno forma lanceolata con apice acuminato. Le foglie inferiori sono appena picciolate, mentre le superiori sono sessili e di dimensioni più ridotte. La superficie fogliare è ricoperta da minutissime ghiandole di olio essenziale.
I fiori sono disposti a verticilli all'ascella delle foglie inferiori e formano una lunga infiorescenza a spiga.
Il singolo fiore ha calice tubolare che termina con cinque denti triangolari e corolla tubolare di colore azzurro o azzurro - rossiccio. Nella sua parte terminale si allarga in due labbra, di cui il superiore è diviso in due lobi, mentre l'inferiore è trilobato.
I frutti sono dei tetracheni di forma ovale allungata, racchiusi nel calice persistente.
Per scopi terapeutici si utilizzano le sommità fiorite.

IMPIEGO TERAPEUTICO
L'issopo viene citato da numerosi autori antichi, sia greci che romani: Teofrasto, Ippocrate, Dioscoride, Columella, Plinio. Il suo impiego si andò poi estendendo dal Medioevo al Rinascimento.
Oggi si riconoscono all'issopo proprietà aromatiche, balsamiche, stimolanti, bechiche ed espettoranti. È anche diuretico, stomachico, sudorifero e antielmintico.
Esternamente ha proprietà toniche e risolutive.
L'uso più diffuso dell'issopo è però senz'altro quello delle infusioni con miele, che vengono utilizzate in tutte le affezioni dell'apparato respiratorio: bronchiti acute e croniche con o senza componente spastica, malattie da raffreddamento, tossi. L'olio essenziale di issopo fluidifica il catarro delle mucose e ne facilita la secrezione e l'espulsione.
Toglie anche l'infiammazione: per questo si associa frequentemente l'issopo ad altre piante mucillaginose e addolcenti, quali la malva, l'altea e l'edera terrestre.
Le sue proprietà toniche si esplicano vantaggiosamente nell'affaticamento di stomaco e delle vie digestive, nella inappetenza, nella atonia, nelle gastralgie, nelle coliche. In questo caso viene spesso associato con piante amaricanti, quali la genziana, la centaurea minore, il trifoglio fibrino.
L'issopo è anche un buon vermifugo, soprattutto contro gli ascaridi.
Esternamente ha virtù antiinfiammatorie sulle mucose del cavo orale e sull'epidermide.
I principi attivi dell'issopo sono, oltre all'olio essenziale che contiene sostanze terpeniche (per lo più monoterpeni), alcuni flavonoidi e sostanze tanniche, nonché acidi organici a lunga catena, quali l'ursolico e l'oleanolico.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizzano l'infuso e la tintura vinosa.
L'infuso si prepara con 10 g per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per 5-10 minuti si filtra per tela e si prende nella dose di 2-3 tazzine al giorno.
La tintura vinosa viene preparata con 20-30 g per litro di vino bianco. Si lascia a macero per una settimana, si filtra per tela, si lascia invecchiare per un mese. Se si vuole, si dolcifica con radice di liquirizia o con zucchero. Si prende nella dose di 2-3 bicchierini al giorno.
Le preparazioni sopraindicate per uso interno sono utili soprattutto per le infiammazioni dell'apparato respiratorio, nelle bronchiti e nelle tossi. L'infuso e la tintura vinosa sono dei tonici dell'apparato gastroenterico.

- Uso esterno: Si prepara il decotto con 50-60 g per litro di acqua. Si lascia bollire per 10-15 minuti, si filtra a freddo per tela. Il decotto così preparato serve per sciacqui, gargarismi, lavaggi e frizioni. Deterge le piaghe e le ferite, purifica la pelle, toglie l'edema o le infiammazioni del cavo orale.
Le compresse imbevute di questo decotto servono per la risoluzione di contusioni ed ecchimosi.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le sommità fiorite di issopo si raccolgono al momento della fioritura, da giugno a luglio. Si tagliano i fusti a 5 cm da terra e si preparano dei mazzi con 10-20 piante che, legate nella loro porzione inferiore, vengono stese a seccare all'ombra appese a un filo teso, in locale ben aerato.
Le sommità fiorite secche di issopo vengono conservate in sacchetti di carta chiusi o in recipienti di vetro scuro chiusi. L'issopo va rinnovato tutti gli anni.
La coltivazione di issopo si può fare per trapianto di giovani piante tolte a vecchie coltivazioni o a piante che si ritrovano in natura, con un piccolo pane di terra. La messa a dimora va fatta al più presto, in luogo ben drenato e in posizione di pieno sole.
La coltivazione viene fatta anche a partire da seme: in tal caso occorre fare una semina primaverile in semenzaio e operare il trapianto a maggio, disponendo le giovani piantine a una distanza di 15 cm l'una dall'altra, in file distanti 25 cm. Una coltivazione così impostata entra in produzione dal secondo anno, e si mantiene per 5-6 anni.
Occorre ogni primavera eseguire una concimazione bilanciata.
L'issopo non necessita di irrigazioni se non nel periodo estivo, e anche allora vanno fatte assai raramente, una volta ogni 15-20 giorni.
 

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