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MEDICINA - ERBORISTERIA - GENZIANA (Gentiana lutea L.)

Pianta della famiglia delle Gentianaceae, distribuita nell'Europa centrale e meridionale. In Italia è abbondante in certe vallate alpine, mentre è ormai pianta rara sull'Appennino.

La Gentiana lutea ama i terreni calcarei dei pascoli montani.

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GENERALITÀ

La genziana è una pianta erbacea a radice e rizoma perenni. Emette in primavera un ciuffo di grandi foglie opposte e picciolate, da cui si sviluppa uno scapo fiorale alto fino a un metro e mezzo.

Le foglie basali, di forma ovalare e di colore verde glauco o azzurrino, sono acute e glabre: presentano 3-5 nervature longitudinali, profondamente infossate nella pagina superiore e quindi sporgenti nell'inferiore.

La pianta fiorisce solamente dopo una decina d'anni di vegetazione.

Il fusto fiorifero, generalmente unico, semplice e cavo, porta delle foglie opposte, le inferiori picciolate e grandi pressappoco come quelle della rosetta basale, mentre le superiori sono più piccole e sessili.

Le ultime 46 paia di foglie lunghe da 5 a 7 cm, sono di colore verde-giallastro. Presentano all'ascella infiorescenze cimose più o meno grasse, comprendenti anche una trentina di fiori.

Il singolo fiore presenta un calice leggermente dentato, aperto da un lato fin quasi alla base: è il cosiddetto calice di forma stacacea.

La corolla è formata da cinque petali di colore giallo, di forma lineare lanceolata. In alcune varietà è punteggiata di rosso - violaceo.

Il frutto è una capsula uniloculare bivalve che presenta numerosi semi appiattiti. La capsula a maturità si apre in due parti lasciando cadere i semi.

Per uso terapeutico e in liquoreria si utilizzano la radice e il rizoma.

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IMPIEGO TERAPEUTICO

La tradizione vuole che il nome della genziana derivi da quello di un re dell'Illiria, Gentius, che, vinto dai Romani nel 168 a.C. avrebbe fatto conoscere l'impiego e le proprietà di questa pianta.

Ai tempi di Dioscoride, verso il 50 d.C., e di Plinio, che pressappoco era della stessa epoca, questa pianta già era entrata nell'uso medico corrente contro i morsi dei serpenti e i dolori di fegato o di stomaco, nonché per combattere le convulsioni, le irritazioni dell'occhio, le ulcere.

Durante il Medioevo l'impiego terapeutico più noto della genziana era come stomachico: veniva usato anche nelle malattie del fegato e contro i vermi intestinali. A partire dal sec. XVI si distinsero già tre tipi di genziana, indicate come la grande, la piccola e la nana. Secondo Mattioli, nel 1554 la «grande genziana» o «genziana lutea» era impiegata quale diuretico, emmenagogo e antidoto delle punture o morsi degli scorpioni, come vermifugo e febbrifugo.

Oggi si riconoscono alla radice di «genziana gialla» o «maggiore» eccellenti proprietà: è un tonico amaro, uno stimolante delle funzioni digestive, un febbrifugo e un vermifugo.

L'azione sulla secrezione salivare conferisce alla genziana qualità aperitive molto evidenti, eccitando l'appetito e la digestione.

L'azione febbrifuga della genziana era tenuta in grande considerazione nel sec. XVIII, ma dopo la scoperta della china il suo impiego in tal senso si è notevolmente ridotto.

Esternamente la genziana si utilizza come decotto per lavaggi sulle piaghe persistenti. I montanari ne applicano le foglie fresche sulle ferite e sulle infiammazioni della pelle.

I principi attivi della genziana maggiore sono degli eterosidi amari, tra i quali soprattutto il gentiochicroside e la gentiopicrina. La radice di genziana contiene anche degli alcaloidi (specie la gentianina), nonché zuccheri ed enzimi.

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PREPARAZIONI

- Uso interno: si utilizzano l'infuso, la tintura alcoolica e la tintura vinosa.

L'infuso si prepara con 20 g di radice finemente sminuzzata per litro di acqua bollente. Si filtra per tela. Si prende l'infuso così preparato a tazzine: 1-2 al giorno, prima o dopo i pasti principali.

La tintura viene preparata con 200 g per litro di alcool a 50 gradi. Si lascia a macero per una settimana, si filtra per tela, si lascia invecchiare per 10-15 giorni. Va presa a cucchiaini prima o dopo i pasti principali.

La tintura vinosa viene preparata con 30 g di radice finemente sminuzzata per litro di vino bianco secco. Si lascia a macero per una settimana, si filtra, si lascia invecchiare per un mese. Va presa, dopo averla eventualmente dolcificata con zucchero, a bicchierini: 1-2 al giorno quale aperitivo o digestivo.

Tutte le preparazioni per uso interno sopraindicate favoriscono la digestione e stimolano sia la secrezione salivare che la secrezione gastrica. I preparati per uso interno sono anche febbrifughi.

- Uso cosmetico: si utilizza il decotto concentrato, preparato con 20-50 g di radice finemente sminuzzata per litro di acqua. Si lascia bollire per mezz'ora, poi si filtra.

Il decotto serve per preparare compresse da applicare sulle epidermidi grasse per normalizzare la secrezione sebacea.

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RACCOLTA E CONSERVAZIONE

La radice si raccoglie in settembre - ottobre o anche in primavera; meglio però raccoglierla d'autunno, al termine del periodo vegetativo.

Si deve utilizzare a tal proposito un comune attrezzo orticolo, zappa o vanga. Si ripulisce dal terriccio e si pone a essiccare, tagliandola in pezzi, al sole. Si conserva in vasi di vetro scuro o in sacchetti di carta.

Altre specie dello stesso genere possono trovare impiego terapeutico al posto della genziana maggiore o lutea: sono la Gentiana punctata e la Gentiana purpurea.

La coltivazione della genziana lutea, come del resto quella delle specie sue succedanee, è alquanto difficile, avendo la pianta bisogno di un periodo di latenza di cinque-sei anni prima di poter arrivare alla fioritura. Inoltre la genziana necessita per il suo sviluppo di una microfiora particolare, assai difficile da riprodurre in orto o giardino. L'unica cosa che si può tentare è il trapianto di rizomi e radici utilizzando però in questo caso la parte radicale con un grosso pane di terra, affinché si possa mantenere un certo equilibrio biologico, necessario per lo sviluppo.

La radice di genziana maggiore può essere facilmente acquistata nei negozi di erboristeria. Attualmente è soprattutto la Spagna a rifornire il mercato di questa specie, largamente utilizzata in liquoreria.

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