Erboristeria Colchico Colchicum autumnale L..

b Guida medica I II n

MEDICINA - ERBORISTERIA - COLCHICO (Colchicum autumnale L.)

Pianta della famiglia delle Liliaceae, distribuita nell'Europa centrale e meridionale e nell'Africa settentrionale.

Si trova in quasi tutta l'Italia in luoghi erbosi, al margine dei boschi, dal piano alla zona submontana e montana.

Nella zona propriamente alpina o appenninica si trova una specie affine vicina al Colchicum autunnale, detta Colchicum alpinum, pianta di dimensioni più modeste.

GENERALITÀ

Come la maggior parte delle Liliaceae, il colchico è pianta erbacea a bulbo perenne.

Il bulbo ha la forma di una grossa noce che dalla parte superiore emette uno scapo fiorifero avvolto in un tubo che fuoriesce dal terreno durante l'autunno o anche all'inizio dell'inverno.

Il bulbo è profondamente interrato, arrivando anche a una profondità di 20 cm.

La guaina che fuoriesce dal terreno in autunno porta all'interno diversi fiori singoli, con l'ovario sotto il livello del terreno: questi fiori sono di color rosa-lillà e presentano sei petali quasi eguali.

Dopo la fioritura autunnale scompare dal terreno qualsiasi traccia della pianta.

Alla primavera dell'anno successivo il colchico emette una rosetta di foglie basali in numero di 3-4 aventi forma lanceolata lineare e apice acuminato: hanno consistenza carnosa e colore verde intenso.

Al centro della rosetta di foglie si trova il frutto con una o più capsule triloculari, contenenti numerosissimi semi.

A maturità i semi sono di forma arrotondata, di colore bruno rossiccio, durissimi.

Dopo la maturazione dei frutti, che avviene nei mesi di maggio o giugno a seconda dell'altitudine, le foglie e la capsula seccano: di conseguenza ancora una volta scompare dal terreno, fino a settembre, ogni traccia della pianta.

Tutte le parti della pianta sono estremamente velenose per l'elevato contenuto in alcaloidi, tra cui il principale è la colchicina.

Per uso terapeutico e per l'estrazione di principi attivi utili all'industria farmaceutica si utilizzano i bulbi e i semi.

Fiori di colchico

Fiori di colchico

IMPIEGO TERAPEUTICO

La tossicità del colchico era già nota agli antichi: è menzionata infatti da Dioscoride.

Secondo la medicina araba, il bulbo del colchico ha proprietà diuretiche e purgative.

L'unica parte della pianta utilizzata fino ai primi del nostro secolo era il bulbo; in seguito, specie nell'industria estrattiva, si utilizzò il seme, che ha un contenuto superiore in alcaloidi.

Normalmente il colchico è rifiutato dagli animali erbivori, e se mescolato al foraggio può dar luogo a inconvenienti (vomito, diarree, ipotermia).

Per gli animali a sangue freddo invece il colchico non è tossico.

Le sue proprietà diuretiche, analgesiche, antiinfiammatorie, sono particolarmente spiccate: ne fanno un rimedio prezioso nei reumatismi e soprattutto nella gotta.

Il suo principio attivo, cioè la colchicina, largamente utilizzato oggi per la preparazione di specialità farmaceutiche antigottose, svolge a livello cellulare una particolare attività antimitotica, tale da permetterne l'uso sia in laboratorio (per la coltura di cellule in vitro, per lo studio delle caratteristiche genetiche), sia per la formazione di poliploidi (usati soprattutto in agricoltura).

Il glicoside di questo alcaloide, detto colchicoside, ha un particolare interesse terapeutico, svolgendo attività antiinfiammatorie e antireumatiche.

I bulbi di colchico erano presenti fino a poco tempo fa in farmacia e utilizzati in polvere per la terapia della gotta; oggi però questa medicina naturale è stata del tutto sostituita da specialità medicinali che ne contengono il principio attivi.

PREPARAZIONI

Data l'elevata tossicità di questa pianta non vengono riportate le preparazioni e le dosi. Il suo uso deve essere infatti prescritto dal medico.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE

I semi di colchico si raccolgono al momento della maturazione, staccando le capsule da maggio a giugno o anche all'inizio di luglio, a seconda dell'altitudine.

Le capsule si fanno essiccare disponendole in sottile strato, e ad essiccamento terminato si procede a una battitura per ottenere il seme.

I bulbi si estraggono dal terreno con l'aiuto di un comune attrezzo agricolo (vanga o zappa) nel mese di settembre-ottobre, quando inizia la fioritura.

I bulbi vanno tagliati a fette e seccati all'ombra:

i principi attivi del colchico sono infatti molto sensibili alla luce.

Si conservano in vasi di vetro scuro sia i semi che i bulbi ridotti in fette.

Questa particolare pianta e specialmente i semi sono molto richiesti dal mercato farmaceutico.

La coltivazione del colchico presenta qualche difficoltà:

è praticamente impossibile realizzarla partendo da seme, in quanto la pianta per questa via di riproduzione potrà arrivare alla fioritura dopo un periodo di tempo variabile dai sette agli otto anni.

Si può tentare la coltivazione per trapianto di bulbi, raccogliendo i bulbi da piante spontanee e disponendoli in un terreno fresco e sciolto a una distanza di 15-20 cm l'uno dall'altro.

Una volta impostata, la coltivazione è praticamente perenne.

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