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MEDICINA - ERBORISTERIA - CARDO MARIANO (Silybum marianum (L.) Gaertner)Pianta della famiglia delle Compositae (o Asteraceae, secondo le più moderne classificazioni), distribuita nelle regioni europee del Mediterraneo, cresce spontaneamente in Paesi dell'Asia e dell'America del Sud. In Italia è praticamente presente dal mare alla regione submontana. Il suo ambiente è quello dei margini delle strade, negli incolti fra le macerie; è abbondante soprattutto nell'Italia centrale e meridionale. GENERALITÀ Il cardo mariano è una pianta erbacea biennale che nel primo anno produce una rosetta di foglie, mentre al secondo anno dalla parte centrale si sviluppa uno scapo fiorale alto fino a un metro e mezzo. Tutta la pianta è glabra e spinosa. Le foglie grandi e lucenti, di un bel colore verde hanno ai margini denti spinosi e presentano marmorizzazioni in bianco lungo le nervature principali e secondarie. I fiori sono raccolti in capolini solitari e terminali. I singoli fiori a capolino sono di un colore purpureo. Il frutto è un achenio di forma ovale allungata, lateralmente compresso, di colore scuro e marmorizzato. Presenta un pappo che serve per l'inseminazione a distanza.
IMPIEGO TERAPEUTICO Il cardo mariano certamente è stato confuso dagli antichi con altre specie appartenenti alla stessa famiglia botanica. Questa confusione continuò durante il Medioevo e solamente dal sec. XVI si hanno descrizioni terapeutiche e botaniche rispondenti. La radice e le parti aeree del cardo mariano sono amare, aperitive, toniche, febbrifughe, risolutive. Per le sue proprietà è stato utilizzato per le malattie del fegato, nell'idropisia e nell'ittero. Altre indicazioni per questa pianta sono la dismenorrea e la metrorragia. All'inizio del nostro secolo si cominciò a utilizzare soprattutto i frutti, detti normalmente semi. Le indicazioni dei frutti o semi sono fondamentalmente tutte le affezioni epatiche, accompagnate o no da ittero e da calcolosi. Le foglie sono soprattutto ricche di acido fumarico e olio essenziale, mentre i frutti sono ricchi, oltre che in protidi e lipidi, in principi flavonoidi particolari, tra cui il principale è la silimarina. Questo principio flavonoide del cardo mariano è il responsabile dell'attività protettrice del sistema epatico . Il cardo mariano sembra in grado di rigenerare il tessuto epatico e sembra efficace nei casi di avvelenamento da funghi, in particolare da amanita falloide. Oggi i derivati del cardo mariano, in particolare la silimarina, trovano impiego in specialità farmaceutiche per la cura delle malattie epatiche: epatiti, cirrosi, intossicazioni e avvelenamenti in genere. In liquoreria il cardo mariano è utilizzato per la preparazione di liquori amari e tonici.
PREPARAZIONI - Uso interno: si utilizzano i semi per preparare il decotto e la tintura. Il decotto si prepara con 30 g di semi finemente triturati per litro di acqua. Si lascia bollire per mezz'ora, si raffredda a temperatura ambiente e si filtra per tela. Il decotto viene utilizzato alla dose di due o tre tazzine al giorno. La tintura si prepara con 200 g di semi finemente triturati per litro di alcool a 50°. Si lascia a macero per una settimana, poi si filtra per tela. Si lascia invecchiare per un mese. Va presa nella dose di 20-30 gocce due volte al giorno, al mattino e alla sera. - Uso esterno: si utilizza il decotto concentrato di cardo mariano, preparato con 40-50 g di semi finemente tritati per litro di acqua. Le modalità di preparazione sono identiche a quelle su descritte. Il decotto concentrato di cardo mariano viene utilizzato per le sue proprietà emostatiche per rimarginare ferite e piaghe. In questi casi si fa un lavaggio direttamente o si preparano impacchi con garze. Gli impacchi di decotto di cardo mariano sono utili anche per la cicatrizzazione delle emorroidi sanguinanti.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE I semi o meglio i frutti di cardo mariano vengono raccolti al momento della fruttificazione, da luglio a settembre. Si recidono in questo periodo i capolini che, disposti al sole per qualche giorno, vengono successivamente battuti per separare i semi o frutti. Bisogna porre particolare attenzione in questa operazione, essendo l'infruttescenza ricca di spine e di piccolissimi aculei che possono procurare prurito o fastidiose infiammazioni della cute. I semi di cardo mariano possono essere conservati in sacchetti di tela o di carta. Il seme di cardo mariano si può trovare in negozi di sementi o anche presso i negozi di erboristeria. Normalmente il suo nome volgare, soprattutto nel negozio di sementi, è quello di «cardone». Il cardo mariano può essere facilmente coltivato, provvedendo a una semina primaverile in semenzaio. Quando la pianta ha raggiunto un'altezza di 5 cm, la si può trapiantare direttamente in campo alla distanza tra pianta e pianta di 35-40 cm. Il cardo mariano viene bene in terreni sciolti e fertili. Una concimazione bilanciata è particolarmente utile al suo sviluppo. Tale tipo di concimazione va rinnovata nella primavera del secondo anno, per ottenere una buona fioritura e una conseguente fruttificazione. Nonostante il suo carattere biennale generalmente si può ottenere, in una coltura abbastanza estesa, qualche pianta che arriva alla fioritura e alla fruttificazione durante il primo anno di coltivazione. La coltivazione va sempre fatta in pieno sole. Si tenga presente che il cardo mariano non sopporta diserbanti chimici e pertanto occorre fare almeno due volte durante il primo anno e una volta durante il secondo anno un diserbo manuale. |
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