Pianta della famiglia della
Compositae (o Asteraceae, secondo le più moderne classificazioni),
diffusamente coltivata per i suoi fiori che prima dell'antesi (fioritura)
vengono utilizzati come verdure (i comuni carciofi). La pianta è
normalmente coltivata nelle regioni mediterranee dal livello del mare sino alla
zona submontana. Si conoscono numerose
varietà orticole che portano spine ed altre senza
spine.
GENERALITÀ Il
carciofo è una pianta erbacea a radice perenne, alta circa un metro, con
grandi foglie basali lunghe anche 80 cm e foglie del caule più
brevi. I capolini (i carciofi) sono grandi e
presentano brattee carnose di colore verde sfumate di
violaceo. I fiori sono raccolti in una grande
infiorescenza a capolino e sono tutti tubolosi, lunghi, di colore
azzurro. Il frutto del carciofo è un achenio
di forma ovale o allungata, glabro, munito di pappo che è formato da
setole piumose. Per scopi terapeutici si utilizzano
soprattutto le foglie, ma anche il rizoma con le
radici.
IMPIEGO
TERAPEUTICO Il carciofo è una pianta
coltivata da lungo tempo e probabilmente ottenuta per miglioramento della specie
selvaggia di cardo presente nelle regioni
mediterranee. Gli autori latini descrissero piante
vicine all'attuale carciofo per impieghi terapeutici, ma soprattutto come tonici
e diuretici. Dopo il Medioevo il suo impiego terapeutico crebbe di importanza e
andò diffondendosi fino ai giorni nostri.
Oggi si riconoscono al carciofo proprietà
toniche, diuretiche, stomachiche, eccitanti, colagoghe, febbrifughe e
antireumatiche. Per queste sue proprietà viene impiegato in diverse
malattie del fegato: ittero, coliche epatiche, litiasi biliari, e in tutti i
casi di iposecrezioni epatiche. Per le sue proprietà diuretiche viene
utilizzato nella idropisia, nella gotta e nelle coliche renali. Per le sue
proprietà stomachiche e digestive trova impiego nelle digestioni
difficili e per attivare la secrezione gastrica. I
principi attivi del carciofo sono: la cinarina, alcuni glicosidi, l'inulina,
sostanze tanniche. Si deve ricordare il largo uso
del carciofo anche in liquoristica per preparare bevande
alcooliche.
PREPARAZIONE -
Uso interno: si utilizzano le foglie e le radici. Con le foglie si prepara il
decotto, la tintura alcoolica e la tintura vinosa; con il rizoma, il decotto e
la tintura vinosa. Il decotto di foglie si fa con
20 g di questa parte della pianta secca per litro di acqua. Si fa bollire per 20
minuti, si lascia raffreddare a temperatura ambiente, si filtra. Si beve alla
dose di una-due tazzine al giorno. La tintura di foglie si fa con 200 g di
foglie per litro di alcool a 50°. Si lascia macerare per una settimana, si
filtra, si lascia riposare per 10-15 giorni. Si beve alla dose di due cucchiaini
dopo i pasti principali. La tintura vinosa di foglie si fa con 20 g per litro di
vino bianco: si lascia invecchiare per almeno un mese. Si prende a bicchierini:
uno o due dopo i pasti principali. Le preparazioni
sopra indicate hanno attività diuretiche, depurative ed
epatoprotettrici. Il decotto di rizoma o di radice
si prepara con 25 g di rizomi e radici finemente sminuzzate per litro di acqua.
Si lascia bollire per mezz'ora, si raffredda a temperatura ambiente, si filtra.
Si somministra alla dose di una tazzina prima dei pasti come diuretico ed
aperitivo.
- Uso cosmetico: il carciofo
esercita sull'epidermide un'azione attivante. È infatti in grado di riattivare
le funzioni fisiologiche della cellula cutanea nei casi patologici dipendenti da
malattie di fegato e nell'ittero. Per questi scopi
viene utilizzato per preparare compresse imbevute, che devono essere lasciate
sulle parti interessate della faccia per almeno mezz'ora. Tali applicazioni
devono essere ripetute almeno due volte nella
giornata.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le foglie vanno raccolte in primavera
prima della fioritura: i mesi più indicati sono aprile, maggio e giugno.
Si devono recidere le foglie alla base con un coltello a roncola ben
affilato. Le foglie vanno essiccate nel più
breve tempo possibile, per evitare fenomeni fermentativi che conferirebbero un
colore bruno. è opportuno pertanto tagliare in piccoli pezzi le foglie di
carciofo e, disponendo di una stufa, metterle a essiccare alla temperatura di
50°, curando in modo particolare il ricambio di
aria. Le foglie così preparate vengono
conservate in sacchetti di tela o di carta. Il
rizoma con le relative radici viene raccolto al termine del periodo vegetativo,
da luglio a settembre-ottobre. L'apparato radicale, estratto dal terreno con
l'aiuto di un attrezzo agricolo (zappa o vanga), va ripulito dal terriccio con
un coltello. Le radici e il rizoma del carciofo non vanno lavati, devono invece
essere tagliati in tondelli dello spessore massimo di 2
cm. Si fanno essiccare al sole per due giorni, e si
termina l'operazione all'ombra. La radice del carciofo viene conservata in
sacchetti di tela o di carta. Le foglie del carciofo vanno rinnovate ogni anno,
la radice può essere utilizzata per due anni dal momento della
raccolta. La coltivazione del carciofo si
può fare partendo da seme o da piccole piante separate dal piede della
pianta madre. Se si parte da seme la semina va
fatta in febbraio-marzo, possibilmente su letto caldo. Quando le piante hanno
raggiunto un'altezza di 10-15 cm, si trapiantano in piena terra (mese di
maggio). Le piante devono essere poste a dimora a una distanza di 50-70 cm l'una
dall'altra, per permettere un facile sviluppo della parte
aerea. La coltivazione per trapianto di giovani
polloni staccati dalla pianta madre viene effettuata nel mese di marzo: la
distanza d'impianto è la medesima. Il
carciofo è una pianta abbastanza esigente per quanto riguarda il tipo di
terreno. Per un ottimo sviluppo richiede infatti un terreno fertile, profondo e
ricco di humus, sempre fresco ma senza ristagni di
acqua. È necessario effettuare due tipi di
concimazione, una autunnale con concimi misti, e una seconda con nitrati nella
primavera dell'anno successivo, prima dell'inizio della
fioritura.
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