Medicina Erboristeria Caprifoglio Lonicera caprifolium L.

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Medicina Erboristeria Caprifoglio Lonicera caprifolium L.














MEDICINA

MEDICINA - ERBORISTERIA - CAPRIFOGLIO (Lonicera caprifolium L.)

Pianta della famiglia delle Caprifoliaceae, presente nell'Europa meridionale. In Italia cresce dal mare alla zona submontana, in quasi tutta la penisola: il suo ambiente naturale sono i boschi e le siepi.

GENERALITÀ
Il caprifoglio è una pianta cespugliosa, in parte legnosa, con fusti aerei volubili che riescono ad arrampicarsi su altre piante o su sostegni in genere. I fusti sono molto ramificati e da giovani presentano una pelosità costante.
Le foglie del caprifoglio sono opposte, hanno forma ovale, e presentano un colore verde brillante nella pagina superiore, mentre l'inferiore è verde pallida. Normalmente le foglie dei rami sterili presentano un corto picciolo, mentre quelle dei rami fertili sono sessili e quasi saldate insieme a due a due: per questa particolarità le due foglie formano, anzi sembrano formare, una foglia unica di forma ovale, attraversata nella parte centrale dal fusto.
I fiori sono riuniti in infiorescenze a fascio e sono disposti nella parte centrale delle foglie superiori. Il singolo fiore presenta una corolla di color rosato prima dell'apertura, ma che diviene poi bianca o anche giallastra.
La corolla è divisa nella sua parte distale in due labbra: il labbro superiore è a sua volta diviso in quattro lobi, mentre l'inferiore è intero.
Il frutto del caprifoglio è una bacca carnosa di colo rosso, contenente pochi semi.
Per scopi terapeutici si utilizzano le foglie, i fiori e le radici.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Il caprifoglio è stato certamente utilizzato nell'antichità sia dagli Egizi che dai medici arabi, dai Greci come dai Romani. La corteccia e i rami sono stati utilizzati come antibronchitici, depurativi, diuretici e sudoriferi, ed esternamente in lozioni per combattere le infiammazioni degli occhi, in particolare per curare le congiuntiviti.
Le foglie sono leggermente astringenti e servono per calmare i dolori violenti del parto. Esternamente, per le loro proprietà antiinfiammatorie sulle mucose della bocca, trovano impiego sulle contusioni e le piaghe. Le foglie dimostrano anche attività cicatrizzanti o vulnerarie. I fiori sono utili contro la tosse, i reumatismi, i catarri bronchiali, l'asma di tipo nervoso, le convulsioni, le emicranie.
La pianta nelle sue diverse parti contiene glucosidi, olii essenziali, sali di acidi organici e inorganici.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizzano la corteccia e i fori.
Con la corteccia si prepara un decotto con 50 g per un litro di acqua. Si lascia bollire per 10 minuti, si raffredda a temperatura ambiente, si filtra per tela. Il decotto così preparato viene somministrato alla dose di due tazze al giorno durante i pasti.
Con i fiori si preparano l'infuso e la tintura.
L'infuso si fa con 30 g di fiori per litro di acqua bollente: si lascia riposare per 5 minuti, si filtra per tela. Si prende alla dose di una-due tazze nella giornata.
La tintura alcoolica si prepara con 200 g di fiori per litro di alcool a 50°: si lascia macerare per una settimana, si filtra e si lascia riposare la tintura per 10-15 giorni. Si prende alla dose di un cucchiaio due-tre volte al giorno.
L'infuso e la tintura così preparati servono per combattere la tosse, per curare le bronchiti e le forme asmatiche umide.

- Uso esterno: si utilizzano le foglie. Si prepara un decotto con 50 g per un litro di acqua; si lascia bollire per 10 minuti e poi si filtra. Il decotto serve per fare sciacqui e gargarismi nelle infiammazioni ed ulcerazioni della mucosa della bocca e della gola.

- Uso cosmetico: si utilizza il decotto di foglie e di fiori, preparato con 50 g per litro d'acqua. Il decotto così preparato per uso esterno serve per lozioni e impacchi, o anche per la preparazione di maschere che hanno azione tonico-astringente sull'epidermide; trattamento quest'ultimo indicato soprattutto per le pelli grasse.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
La corteccia del caprifoglio si raccoglie durante tutto il periodo vegetativo, da marzo a settembre. Si devono raccogliere solo i rami legnosi, escludendo le giovani ramificazioni erbacee. Si staccano dalla pianta tagliandoli con una forbice. Con l'uso di un coltello si stacca dai rami la corteccia, che viene poi ridotta in pezzi di 5-10 cm. La corteccia così preparata viene posta ad essiccare all'ombra in locale ben aerato, disponendola in sottile strato. La corteccia secca viene conservata in sacchetti di tela o di carta.
Le foglie si raccolgono durante il periodo della fioritura, da maggio a luglio: si devono raccogliere asciutte, quando la rugiada è scomparsa. Si staccano con le mani dai fusti, si pongono ad essiccare disponendole in sottile strato su graticciati o su setacci a maglie larghe, all'ombra e in locali ben aerati. Le foglie secche si conservano in sacchetti di tela o di carta.
I fiori si raccolgono allo stadio di bottoni fiorali da maggio a giugno. Vanno staccati con tutto il picciolo e raccolti come le foglie in giornate asciutte, quando la rugiada è scomparsa. Si essiccano all'ombra rimuovendoli frequentemente e si conservano in recipienti di vetro o in sacchetti di carta chiusi. Nel caso si conservino in vasi di vetro (necessariamente scuro), vanno controllati attentamente durante i primi giorni, per evitare fenomeni di fermentazione.
Il caprifoglio è pianta facilmente coltivabile; viene infatti utilizzata nei giardini per comporre siepi. Cresce bene in qualsiasi tipo di terreno. È conveniente per non perder tempo partire da piccole piante che si possono ricavare estirpando dal terreno piante selvatiche. Tale operazione deve essere compiuta al termine del periodo vegetativo, da ottobre a dicembre. È meglio estirpare la pianta con una zolla di terra attorno alla radice. Si deve porre a dimora nel più breve tempo possibile, operando una potatura molto bassa della parte aerea. Già dalla stagione successiva è possibile avere fioritura e fruttificazione.
Altre specie appartenenti alla famiglia delle Caprifogliaceae e allo stesso genere Lonicera presentano attività terapeutiche e cosmetiche simili. Le specie in questione sono: Lonicera periclynenum, Lonicera xylosteum, Lonicera japonica. Quest'ultima specie è forse quella maggiormente coltivata per scopi ornamentali e per comporre siepi di recinzione.

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