Pianta della famiglia delle
Labiatae (o Lamiaceae, secondo le più moderne classificazioni)
distribuita nei Paesi mediterranei. In Italia si
trova dal piano alle zone submontane e montane, in luoghi asciutti lungo le
scarpate.
GENERALITÀ Specie
suffruticosa alta tino a 20 cm o poco più, con rizoma perenne strisciante
e ramificato, porta numerosi fusti eretti o ascendenti. Le foglie di color verde
cupo, più o meno lucide nella pagina superiore, sono di forma ovale con
base cuneata: picciolate le inferiori, le superiori invece subsessili o sessili.
Il loro margine è sempre doppiamente
crenato I fiori sono raccolti in lunghi spicastri e
sono rivolti tutti da un lato. I singoli fiori sono disposti a 2-3, o anche a
5-6, all'ascella delle foglie trasformate in
brattee. Il calice ha cinque denti acuti e la
corolla è bilabiata, ma con labbra superiore ridottissimo, quasi
inesistente. Il colore della corolla è variabilissimo e va dal rosso
scuro al rosa, ma arriva anche al bianco, con tutte le gradazioni intermedie di
colore. Dove cresce compatto, il camedrio crea veri
e propri tappeti di color roseo, per il gran numero di fiori che si aprono
contemporaneamente. La pianta è ricoperta da folti peli presso la radice,
si fa meno pelosa alla sommità. Per la forma
delle foglie il camedrio viene chiamato anche «querciolo»: in piccolo
la foglia ricorda infatti quella della
quercia.
IMPIEGO
TERAPEUTICO Il camedrio fu ben noto agli antichi
Greci e Romani: viene descritto infatti da Teofrasto, Dioscoride, Galeno e
Plinio. A quei tempi era utilizzato come diuretico, emmenagogo e cicatrizzante.
Si scoprirono poi le sue proprietà digestive e bechiche, ma un accenno ad
esse già si trova nei testi di Plinio. Mattioli descrisse il camedrio
come un efficace febbrifugo, utile nelle cefalee di origine nervosa, nelle
nevrastenie e nell'epilessia. Successivamente lo si utilizzò anche come
colagogo e vermifugo. Oggi si attribuiscono al
camedrio le seguenti proprietà, molte delle quali sperimentalmente e
rigorosamente controllate: stimolante, tonica, stomachica, diuretica,
febbrifuga, vermifuga, antisettica. Per queste proprietà trova utile
applicazione sia per l'apparato gastroenterico (difficoltà digestive,
mancanza di appetito, disfunzioni gastriche di vario genere), sia per l'apparato
urogenitale (cistiti, uretriti, difficoltà di minzione), nonché
nelle malattie funzionali: gotta, idropisia. Cura
inoltre le affezioni dell'apparato respiratorio: bronchite, tosse, catarro. È
efficace anche nelle diarree e contro i vermi (ascaridi e
ossiuri). Per le sue proprietà antisettiche
lo si utilizza esternamente come disinfettante di ferite e di piaghe e trova
impiego anche nelle infiammazioni degli occhi e negli scoli mucosi del
naso. I principi attivi del camedrio sono: sostanze
amare, olii essenziali, acido ursolico, saponosidi e forse
flavonoidi.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano l'infuso e la tintura
alcoolica. L'infuso si prepara con 30-60 g di
sommità fiorite di camedrio ridotto in polvere grossolana per litro di
acqua bollente. Si lascia riposare per 5 minuti. Si prende a tazzine dopo i
pasti per regolare le funzioni gastro-intestinali e come
digestivo. La tintura alcoolica si prepara con 200
g di sommità fiorite secche in un litro di alcool a 70°. Si lascia a
macero per una settimana. Si filtra, poi si lascia riposare per un mese. Si
prende a gocce: 20 su una zolletta di zucchero dopo i
pasti.
- Uso esterno: si utilizza il
decotto preparato con 50-60 g di sommità fiorite per litro di acqua. Si
lascia bollire per 10 minuti, si filtra a freddo. Si utilizza il decotto per
fare sciacqui o per preparare impacchi sulle parti infiammate o
lese.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le sommità fiorite del
camedrio si raccolgono al momento della fioritura (tempo balsamico,) che va da
maggio a luglio secondo le altitudini. Si tagliano i rami terminali con una
forbice, cercando di non danneggiare le radici e il rizoma. Si devono
raccogliere in giornate asciutte, senza rugiada. Si distendono in strato sottile
su graticciati all'ombra, in locali ben arieggiati. Si conservano in sacchetti
di tela o di carta. Il camedrio va rinnovato ogni
anno. La coltivazione del camedrio non presenta
particolari difficoltà, perché si sviluppa bene su qualsiasi tipo
di terreno. Si può partire dal seme oppure trapiantare piante selvatiche,
dopo averne asportato il rizoma. La coltivazione in terreno dà sempre
migliori risultati, ma si possono ottenere piante ben sviluppate anche in
cassette. Il camedrio non richiede irrigazioni
artificiali, almeno non in terreno. Le frequenti innaffiature ridurrebbero
difatti le sue proprietà amaro-toniche. Il
camedrio viene utilizzato su vasta scala anche in liquoreria, dove è
costituente primario di amari e tonici.
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