Pianta amaro-aromatica
utilizzata molto più in liquoreria che come fitoterapico, rifiutata dagli
erbivori al
pascolo.
GENERALITÀ L'assenzio
è una pianta erbacea perenne, distribuita in Europa, Asia occidentale e
Africa settentrionale. Predilige i suoli aridi e pietrosi delle montagne, dove
arriva a un'altitudine di 2000 m. Il suo rizoma
perenne si ramifica e porta dei fusti fiorali alti fino a 1 m, più o meno
ramificati. Le foglie basali sono lungamente picciolate, 2-3 volte pennatosette,
a segmenti lineari. Le foglie del fusto sono sessili, più piccole e meno
divise. Il fusto termina in una grande infiorescenza a pannocchia, con capolini
quasi sferici, di color giallo-arancio. Tutta la pianta è ricoperta di
fitti peli sericei che danno un color argenteo alle parti aeree, esclusi i
capolini. L'assenzio è tradizionalmente noto
per le sue proprietà tossiche e amare. In effetti ad alte dosi può
dare seri disturbi e intossicazione, per la sostanza contenuta nell'olio
essenziale di assenzio e di altre artemisie: il tujone. è pertanto
necessario attenersi strettamente alle dosi indicate per non incorrere in
spiacevoli inconvenienti. L'assenzio è molto
impiegato per i suoi principi amaro-aromatici, sia dai liquoristi per la
preparazione di amari, sia nell'industria delle bevande analcooliche. Si usa a
piccole dosi anche in profumeria.
IMPIEGO
TERAPEUTICO L'assenzio era già noto agli
Egizi e si ritrova nel papiro di Ebers del 1600 a.C. Gli ippocratici,
Dioscoride, Plinio e Galeno lo descrissero ripetutamente nei loro trattati di
medicina. Nel Medioevo il suo uso si andò estendendo anche in Paesi in
cui non era presente allo stato spontaneo. Nella terapia antica l'assenzio
veniva considerato come una panacea universale per le sue proprietà
amaro-digestive, e usato contro lo scorbuto, l'ittero, l'idropisia, la paralisi,
il reumatismo, la podagra, i vermi intestinali, le febbri di ogni natura, la
peste, il colera, l'epilessia, ecc. Attualmente si
riconoscono all'assenzio le proprietà stomachiche, toniche, febbrifughe,
diuretiche, emmenagoghe, vermifughe e antisettiche. L'assenzio è infatti
uno dei più potenti tonici dell'apparato digerente, stimolando l'appetito
e ristabilendo la contrattilità delle fibre muscolari dello stomaco e
dell'intestino. Gli si riconoscono inoltre proprietà terapeutiche nelle
dispepsie nervose, nell'anoressia, nell'anemia, negli stati convalescenziali
delle malattie gravi e nelle febbri
intermittenti. L'assenzio è stato
utilizzato, prima della scoperta della china, per la cura della malaria e delle
febbri intermittenti di ogni tipo. Inoltre accelera
la circolazione del sangue e favorisce l'escrezione urinaria, e per queste
proprietà risulta particolarmente utile nell'idropisia e
nell'anasarca. Sono infine da segnalare le sue
proprietà vermifughe efficaci contro gli ossiuri come contro gli
ascaridi. Esternamente l'assenzio, per le sue
proprietà antisettiche e cicatrizzanti, risulta particolarmente indicato
per arrestare processi cancrenosi o piaghe
purulente.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano il decotto, l'infuso, la tintura alcoolica o vinosa,
l'olio infuso. Il decotto si prepara con 5 g di
assenzio, foglie o sommità fiorite triturate, per litro d'acqua; si
lascia bollire per 10 minuti senza coperchio, per eliminare in parte l'olio
essenziale; si filtra a caldo. Se ne bevono due tazzine da caffè dopo i
pasti. L'infuso si prepara con la stessa
quantità di assenzio, utilizzando solo le sommità fiorite; si
filtra dopo due minuti e se ne bevono due tazzine da caffè al giorno,
dopo i pasti. La tintura alcoolica si prepara
utilizzando alcool a 70°, lasciando a macero per 4-5 giorni 10 g di
assenzio in 100 cc di solvente alcoolico. Si prende un cucchiaino di questa
tintura in acqua zuccherata prima o dopo i pasti principali, come aperitivo o
digestivo e tonico. La tintura vinosa si prepara
con 10 g di sommità fiorite di assenzio finemente triturato per litro di
vino bianco, si lascia a macero per 4-5 giorni e si ottiene un ottimo vermouth,
da bere a bicchierini prima dei pasti. Si può sciogliervi qualche
cucchiaio di zucchero per dolcificarlo. L'olio
infuso, da utilizzarsi come vermifugo, si prepara con 100 g di assenzio
finemente triturato per litro d'olio di oliva; si lascia a macero per 10 giorni.
Si utilizza alla dose di 1-2 cucchiai al giorno, meglio se a
digiuno.
- Uso esterno: si utilizzano
l'olio infuso e il decotto, preparati come sopra descritto. L'olio serve per
lozioni o frizioni locali o per disinfettare le ferite e le piaghe. Il decotto
serve invece per preparare impacchi con
garza.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Nel caso dell'assenzio è
conveniente utilizzare la pianta secca. Le foglie e le sommità fiorite
vanno raccolte in periodo balsamico, al momento della fioritura. Tale periodo
varia in relazione all'altitudine in cui si trova la pianta, da luglio a
settembre. Le foglie devono essere staccate una ad
una, in giorni secchi, evitando la rugiada del mattino. Le sommità
fiorite si tagliano con una forbice a 5-6 cm dal suolo, si raccolgono in mazzi
di 5 piante e si pongono a seccare all'ombra in locale ben aerato, appendendole
in mazzetti a un filo teso. Le foglie si pongono a essiccare in luogo ben
aerato, all'ombra, in sottile strato. Le parti ben secche vengono conservate in
sacchetti di tela o carta. Le sommità
fiorite possono essere tagliate a pezzi di 10-15 cm di lunghezza, ma è
preferibile ridurre in minuti frammenti la pianta al momento dell'impiego, per
non perdere parte dei principi attivi e aromatici. Conviene rinnovare ogni anno
sia le foglie sia le sommità fiorite.
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