-^

GENERALITÀ

È una pianta a rizoma perenne, strisciante lungo e ramificato.

Dal rizoma si dipartono fusti eretti, alti fino a mezzo metro, cavi all'interno.

Le foglie sono picciolate, alterne sul fusto, a lamina cuoriforme, intere, lucide, di color verde giallastro.

I fiori, raggruppati in fasci di 4-5 all'ascella delle foglie superiori, sono di colore giallo.

La forma del fiore è caratteristica: tubolare, stretta, terminante in una lingua allargata.

Il frutto è una capsula a forma di ghianda, che contiene numerosi piccoli semi.

Tutta la pianta emana un odore caratteristico, poco gradevole.

La parte utilizzata per scopi terapeutici è il rizoma.

IMPIEGO TERAPEUTICO

L'aristolochia era ben nota agli antichi, che distinguevano diverse specie, aventi caratteristiche terapeutiche simili.

Si utilizzava come sedativo e come digestivo o per risolvere imbarazzi intestinali.

Nel Medioevo se ne conobbero le proprietà purgative e antigottose.

Anche ai nostri tempi l'aristolochia viene utilizzata per le sue proprietà diuretiche, antigottose, febbrifughe ed emmenagoghe:

essa attiva la diuresi, favorisce il flusso mestruale, è utile nell'anoressia atonica nell'asma umida, nell'emottisi, nelle paralisi, nella febbre intermittente, nella gotta negli stati nervosi e nell'amenorrea.

Esternamente l'aristolochia ha azione vulneraria, è utile per curare ferite suppurative, ulcere croniche, lesioni, eczemi, dermatiti, forme allergiche.

L'aristolochia è pianta tossica e va quindi adoperata con estrema prudenza, attenendosi alle dosi indicate.

La sua tossicità è dovuta all'acido aristolochico, che a dosi forti provoca diarrea, vomito, gastroenterite, coliche e spasmi, metrorragie e aborto, infiammazioni gravi delle vie urinarie e paralisi dei centri nervosi.

-^

PREPARAZIONI

- Uso interno: si utilizzano l'infuso, il decotto e la tintura alcoolica.

L'infuso si prepara con 12-15 g di radice secca triturata per litro d'acqua.

Si lascia a macero per 5 minuti e si beve a tazzine, addolcito con del miele: 1-2 tazzine da caffè al giorno.

Il decotto si prepara utilizzando le stesse quantità di aristolochia per litro d'acqua.

Si lascia bollire per 10 minuti; si somministra alla dose massima di due tazzine da caffè al giorno.

Per la tintura occorrono 10 g di radice secca, ridotta in minuti frammenti, per litro di alcool a 50°.

Si lascia a macero per una settimana.

Si filtra.

Si somministra alla dose di uno o due cucchiaini in una tisana calda prima di coricarsi.

- Uso esterno: si utilizza il decotto preparato con 70-80 g di radice secca per litro d'acqua.

Si lascia bollire per 10 minuti e si filtra.

Questo decotto serve per fare impacchi e bagni, che non devono però essere prolungati per più di un quarto d'ora.

Occorre prestare molta attenzione a non usare questo decotto per uso interno, essendo esso molto tossico.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE

Il rizoma si raccoglie al termine della vegetazione, in autunno.

Si estrae dal terreno con una zappetta, si ripulisce dal terriccio, si secca al sole per una giornata e se ne termina l'essiccamento all'ombra.

Si conserva in sacchi di tela o carta.

L'aristolochia va rinnovata almeno ogni due anni.

Questa pianta abbastanza comune, almeno al Nord d'Italia, non merita di essere coltivata: comunque, per averne a disposizione quando se ne vuole, si può interrare qualche rizoma con radici, raccolto in autunno.

Si pone a dimora in qualsiasi tipo di terreno o anche in vaso.

In primavera, quando la pianta si sviluppa, si può operare una o più potature a 10 cm del suolo, per permettere un maggiore sviluppo dell'apparato radicale.

Si può raccogliere già dal primo anno.

Le altre specie di aristolochia che possono essere utilizzate in sostituzione della Clematitis sono:

A. pistolochia L, A. rotunda L, A. longa L.

-^

-^

-^

-^