MEDICINA - ERBORISTERIA - ALLORO (Laurus nobilis L.)

Questa specie, a tutti nota per le sue utilizzazioni culinarie, si può coltivare negli orti e giardini, o anche in vaso, nei paesi a clima rigido, ritirandola o proteggendola con paglia dai rigori invernali.

GENERALITÀ
Arbusto o albero di 2-10 m di altezza, sempreverde, si ritrova allo stato spontaneo in tutte le regioni mediterranee a clima mite, dove può formare anche foreste quasi pure, come a Laurana presso Trieste. Appartiene alla famiglia delle Lauraceae.
Ha foglie coriacee lucide di color verde intenso, a margini ondulati, lunghe anche 10 cm, ad apice spesso appuntito. I fiori sono di due tipi, maschili e femminili, entrambi disposti all'ascella delle foglie in ombrelle. Hanno un colore bianco giallastro. I frutti raccolti in gruppi di 3-4 sono bacche lucide di color nero.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Questo arbusto era già noto ai tempi dei Greci e dei Romani. Consacrato al dio Apollo, era il simbolo della poesia, della gloria, della vittoria e della pace. Dioscoride descrisse le foglie di lauro come astringenti e vomitive, le bacche come fluidificanti pettorali. Plinio riprese queste conoscenze, ma dalle sue descrizioni della pianta si capisce che ne considerò specie diverse.
Nel Medioevo il lauro divenne una panacea universale, essendo utilizzato contro l'emicrania, la gotta, l'asma, la febbre in generale, le malattie del fegato, l'angina pectoris e l'emottisi. Dopo questo periodo di fortuna il lauro scese d'importanza e ora il suo principale uso è limitato alla culinaria.
Nonostante ciò occorre ricordare che le sue foglie hanno proprietà stomachiche, carminative, anticatarrali, emetiche, diuretiche, sudorifere, antispasmodiche ed emmenagoghe.
Le bacche secche godono delle stesse proprietà, ma forse la loro azione è più energica. Di conseguenza è necessario ricordare che occorre dimezzare il dosaggio, in caso di utilizzo delle bacche invece delle foglie.
Il lauro è impiegato nei casi di inappetenza, nelle debolezze di stomaco e nelle digestioni difficili, nell'idropisia e nella gotta, nel catarro polmonare cronico, nell'asma, nella broncorrea, nelle paresi, nell'amenorrea atonica, nell'isterismo e nell'ipocondria.
I princípi attivi del lauro sono: un olio essenziale, grassi, tannini e resine, contenuti sia nelle foglie sia nei frutti.
Esternamente il lauro è impiegato per preparare bagni profumati antireumatici, decotti tonici e detersivi, e risolutivi da applicare sulle ferite e sulle ulcerazioni cutanee.
L'olio essenziale che si può ricavare per distillazione delle foglie secche ha proprietà terapeutiche nei dolori articolari, applicato in frizioni.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizza l'infuso, da prepararsi con 10 g di foglie secche per litro di acqua. Le foglie devono essere ridotte in minuti frammenti. Si possono prendere 2 o 3 tazzine al giorno di questo infuso per i disturbi dell'apparato gastroenterico.

- Uso esterno: servono tanto le foglie quanto i frutti. Le foglie servono per preparare decotti o infusi in ragione di 20-30 g per litro di acqua. Questo decotto o infuso può servire per i pediluvi o per impacchi epidermici.
I frutti servono per preparare decotti o tinture oleose. I primi si preparano con 5-10 g di bacche ridotte in minuti frammenti, per curare reumatismi ed ematomi o contusioni.
Per preparare invece la tintura oleosa si procede nel modo seguente: 10 g di frutti finemente triturati vengono posti a macero per 10 giorni in 100 cc di olio di semi o di lino. Si frizionano 2-3 volte al giorno le parti dolenti.

- Uso cosmetico: 20-30 grammi di foglie triturate, immesse nell'acqua calda del bagno per 5 minuti prima di immergersi, permettono di ottenere un bagno stimolante e antireumatico, aromatico e profumato.
L'olio di lauro può inoltre essere impiegato per preparare saponi.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le foglie si possono raccogliere in quasi tutte le stagioni dell'anno, avendo cura però di scartare le più giovani. Le migliori sono comunque quelle raccolte da giugno a settembre. Si utilizzano sia fresche sia secche: per preparare le foglie secche è necessario raccoglierle in giornate asciutte, nelle ore intorno a mezzogiorno: si deve evitare di raccogliere foglie umide di rugiada. Si essiccano in sottile strato all'ombra, stese su stuoie o meglio su graticciati, in locale ben aerato, e si conservano in sacchetti di tela o di carta. Possono servire a tale scopo anche vasi di vetro, ma in questo caso è necessario assicurarsi che le foglie siano ben secche.
I frutti si raccolgono a maturazione, da ottobre a novembre; in questa stagione, essendo difficile provvedere a un essiccamento rapido naturale, è necessario ricorrere al forno o a una stufa a circolazione d'aria. Non disponendo di tali attrezzature, si possono sempre essiccare i frutti di lauro in locale ben riscaldato, provvedendo a rimuoverli 2-3 volte al giorno. Si devono separare gli eventuali frutti marcescenti, per evitare contaminazioni. Solo quando i frutti sono ben secchi si possono riporre in sacchetti di carta sigillati o in vasi di vetro.
 

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