MEDICINA - ERBORISTERIA - ALCHEMILLA (Alchemilla vulgaris L.)

Rosacea dell'Europa e dell'Asia presente in Italia nella regione montana e alpina. Questa pianta deriva il nome da quello dell'alchimia, dato che anticamente gli alchimisti ne raccoglievano la rugiada.

GENERALITÀ
È una pianta erbacea a radice perenne, legnosa, con fusti eretti alti fino a 20 cm che si dipartono lateralmente da una rosetta basale. Le foglie hanno un contorno arrotondato e sono divise, non interamente, in lobi, in numero dispari, da 7 a 11 (ricordano in piccolo un ventaglio piegato). Il margine della foglia è sempre denticolato. Il picciolo è allungato nelle foglie della rosetta basale, mentre si riduce notevolmente in lunghezza nelle foglie del fusto.
I fiori sono raccolti in una infiorescenza a pannocchia formata da tanti fiori di colore verde giallastro.
Il frutto è raccolto in infruttescenze ed è composto da acheni in numero variabile da 2 a 4 per ogni singolo fiore.
Per impiego terapeutico si utilizzano le foglie o la pianta intera.

IMPIEGO TERAPEUTICO
Questa pianta non fu utilizzata dagli antichi, o almeno non si hanno precise indicazioni in proposito dagli autori dell'epoca greco-romana.
Tutta la pianta ha proprietà astringenti, toniche, stomachiche, diuretiche ed emostatiche. Entra nella composizione della tisana vulneraria o «tè svizzero». Di conseguenza viene utilizzata nelle dissenterie croniche, nelle emorragie, nelle leucorree.
In Svizzera all'inizio di questo secolo si ritenne l'alchemilla una panacea universale per la donna, per quanto attiene alle funzioni dell'apparato riproduttivo. Veniva infatti prescritta per regolarizzare le funzioni uterine e curare le infiammazioni e i dolori uterini conseguenti alla gravidanza.
Per il suo contenuto in saponine l'alchemilla è utile nell'idropisia, nel diabete e nell'obesità. Inoltre si può utilizzare con efficacia come espettorante nelle bronchiti catarrali.
Esternamente è un buon cicatrizzante delle piaghe e risolve le infiammazioni della pelle. Si utilizza in lozione nelle congiuntiviti e in irrigazioni per calmare il prurito vulvare.

- Uso interno: si utilizzano il decotto e l'infuso.
Il decotto ha proprietà astringenti e si prepara con 50 g di alchemilla pianta o foglie secche per litro di acqua. Si lascia bollire per 10 minuti e poi raffreddare a temperatura ambiente. Si somministrano 2-3 cucchiai al giorno o anche una tazza da tè.
L'infuso si prepara con tre cucchiaini da caffè di foglie secche triturate o tagliuzzate per tazza di acqua bollente. Si lascia a macero per 10 minuti e si cola. Si beve la tazza in due volte.
L'alchemilla viene utilizzata per preparare un infuso misto con proprietà astringenti, antisettiche e antiinfiammatorie, associata a melissa, millefoglio e iperico: rispettivamente 40, 20, 5,5 g di ogni pianta per tazza di acqua bollente: se ne prendono due tazze per giorno.

- Uso esterno: si utilizzano le foglie o la pianta triturata per preparare un decotto astringente e antiinfiammatorio, con 100 g di alchemilla per litro d'acqua. Si lascia bollire per mezz'ora e raffreddare a temperatura ambiente. Si filtra o si cola. Si utilizza questo decotto per fare lavaggi o per preparare compresse imbevute da applicare sulle parti infiammate o arrossate.

- Uso cosmetico: si utilizzano prevalentemente le foglie per preparare bagni antisettici, astringenti e anti-irritanti. Possono a tale scopo servire sia il decotto per uso esterno, mezzo litro, sia una manciata di foglie immesse direttamente nell'acqua del bagno, 10 minuti prima di immergersi. Per evitare che frammenti di foglia si disperdano nell'acqua si può avvolgere l'alchemilla in un fazzoletto legato. In questo caso la dispersione dell'estratto di alchemilla viene ostacolata; si consiglia pertanto di sollevare più volte il sacchetto di alchemilla per facilitare la dispersione prima di immergersi nel bagno.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le foglie e la pianta intera si colgono in estate, nel periodo della fioritura (giugno-agosto). Le piante si colgono con un coltello a roncola, recidendole alla base della rosetta basale: così facendo non si danneggia il rizoma perenne e la pianta continua a vivere. Le foglie si staccano una a una con le mani o meglio con una forbice, senza strappare.
Tutte queste parti vanno raccolte in giornate asciutte, quando la rugiada è scomparsa. Si seccano all'ombra, disponendole in sottile strato su un graticciato, in locale ben aerato. L'alchemilla secca viene conservata in sacchetti di tela o carta per un anno, dopodiché va rinnovata.
Altra specie utilizzata con le stesse indicazioni dell'alchemilla è quella alpina detta volgarmente Alchemilla argentina. Forse questa specie, comune nei pascoli delle Alpi, è più attiva.