LA POPOLAZIONE IN ITALIA
Desideriamo in
questa sezione evidenziare alcune caratteristiche demografiche e urbane della
penisola italiana.
Tendenzialmente si può affermare che tutte le
regioni del Nord presentano elevate densità, fatta eccezione per le
regioni montane della Valle d'Aosta e del Trentino-Alto Adige, mentre
nell'Italia centrale la densità demografica risulta più elevata
nelle regioni del versante tirrenico (Toscana, Lazio) rispetto a quelle del
versante adriatico (Marche, Abruzzo, Molise) e all'Umbria; nel Sud, alle elevate
densità della Campania, della Puglia e della Sicilia, fanno riscontro i
bassi valori rilevabili in Basilicata, Calabria, Molise e
Sardegna.
L'osservazione dell'andamento dei saldi del movimento naturale
(natalità e mortalità) della popolazione residente nelle varie
regioni nell'anno 2001 permette di notare l'evidente contrapposizione fra i
saldi negativi (indice di mortalità superiore a quello di
natalità) delle regioni settentrionali (fatta eccezione per il
Trentino-Alto Adige) e di quelle centrali e i saldi positivi delle regioni meridionali
(eccetto Abruzzo e Molise).
Si tratta di una netta frattura che sembra suggerire come le due sezioni del
territorio nazionale si trovino tuttora in fasi diverse del ciclo
demografico.
I dati relativi ai fenomeni di urbanizzazione mettono in luce
la notevole concentrazione dei centri urbani che hanno una consistenza
demografica superiore ai 100.000 abitanti nell'Italia nord-orientale (compresa
la Lombardia) e centro-settentrionale. In particolare, tale caratteristica
appare evidente nell'ambito di alcune regioni (quali il Veneto,
l'Emilia-Romagna, la Toscana) dove il sistema urbano ha una configurazione di
tipo «reticolare» piuttosto che «polarizzato» su un grande
centro metropolitano. In altre regioni, come il Piemonte, la Liguria e
soprattutto il Lazio, l'elevata percentuale di popolazione residente in centri
urbani superiori ai 100.000 abitanti non dipende tanto dalla diffusione di tali
centri quanto dalla presenza di un importante «polo urbano»,
rispettivamente Torino, Genova e Roma. Oltre alle varie situazioni intermedie,
si osservano i casi delle regioni nelle quali il limitato numero di centri con
popolazione superiore ai 100.000 abitanti si associa ad una bassa incidenza
della popolazione residente in tali centri, a causa dell'assenza di un
«polo urbano» di dimensioni rilevanti. Si tratta in particolare della
Basilicata, delle Marche e dell'Abruzzo. Per la Valle d'Aosta e il Molise tale
situazione è facilmente spiegabile in rapporto alla configurazione
montuosa del territorio. L'ultimo censimento (2001) mette in evidenza però
che proprio i comuni con più di 100.000 abitanti hanno perso il 5% della popolazione, mentre i
comuni tra 5.000 e 20.000 abitanti hanno registrato un incremento demografico del 4,5%.
La presenza stabile di stranieri è in aumento, soprattutto nel Nord e nel Centro. Secondo
la Caritas, gli stranieri in Italia nel 2003 erano circa 2.400.000, pari al 4,2% della popolazione.
Le comunità più numerose sono quella albanese e quella marocchina.