Attore, regista, sceneggiatore e produttore
cinematografico italiano. Nato nel quartiere popolare romano di Trastevere, si
esibì fin da piccolo in pubblico, prima al Teatrino delle marionette, poi come
voce bianca nel coro della Cappella Sistina, e a 16 anni incise il primo disco
di fiabe per bambini. A 18 anni si trasferì a Milano e si iscrisse all'Accademia
dei Filodrammatici, che lo allontanò a causa del suo forte accento romanesco
(salvo tributargli, il 27 aprile 1999, un diploma
ad honorem). Ritornato
a Roma dopo il fallimento di questa esperienza, nel 1937 si prestò come comparsa
a Cinecittà e, vinto un concorso per doppiatori indetto dalla Metro Goldwyn
Mayer, diventò la voce italiana di Oliver Hardy per il suo personaggio Ollio.
Lavorò come doppiatore fino al 1951, con il nome d'arte Albert Odisor, che
utilizzò anche nell'avanspettacolo, nell'anno in cui fu nella compagnia di Aldo
Fabrizi (1936-37). Nel 1938 debuttò nel teatro di rivista con lo spettacolo
Ma in campagna è un'altra... rosa, cui seguirono
Tutto l'oro del
mondo (1941),
Teatro della caricatura (1942),
Ritorna Za-Bum
(1943),
Sai che ti dico? (1944),
Un mondo di armonie (1944),
Imputati... alziamoci! (1945),
Soffia so... (1946),
E lui
dice... (1947),
Gran baraonda (1952). Nel 1942 fu protagonista della
pellicola
I tre aquilotti di Mario Mattoli, dando così inizio alla sua
carriera cinematografica. Nel 1947 debuttò in radio presentando nella
trasmissione
Vi parla Alberto Sordi una serie di divertenti macchiette
(il Signor Dice, Mario Pio, il Compagnuccio della Parrocchietta, il Conte
Claro), che in seguito ripropose con meno fortuna nel film
Mamma mia, che
impressione! (1951) di Roberto L. Savarese. Nel 1952 fu scelto da Federico
Fellini come protagonista di
Lo sceicco bianco e, successivamente, de
I vitelloni (1953), con cui vinse il Nastro d'Argento come miglior attore
protagonista. Fu l'inizio di una lunghissima carriera durante la quale
l'"Albertone nazionale" interpretò oltre 200 film, creando una serie di
personaggi tragicomici quasi tutti negativi, con l'intento di tratteggiare i
difetti più tipici dell'italiano medio un po' cinico e vigliacco, infingardo e
indolente, conformista e mammone. Collaborò anche al soggetto e alla
sceneggiatura di numerose di queste pellicole. Nel 1953 recitò in
Un giorno
in pretura di Steno, nel quale diede vita al personaggio dell'"americano",
che lo avrebbe accompagnato anche in caratterizzazioni successive. Nel 1954
prese parte alla realizzazione de
Il seduttore di Franco Rossi, alla cui
sceneggiatura partecipò Rodolfo Sonego che, da quel momento, divenne suo
sceneggiatore di fiducia. Tra i numerosissimi film in cui lavorò ricordiamo:
Un americano a Roma (1954) di Steno;
Un eroe dei nostri tempi
(1955) di Mario Monicelli;
Lo scapolo (1955) di Antonio Pietrangeli, per
cui vinse il Nastro d'Argento come miglior attore;
Il conte Max (1957) di
Giorgio Bianchi;
La grande guerra (1959) di Mario Monicelli, per cui
ottenne il Nastro d'Argento come miglior attore. Negli anni Sessanta e Settanta
sviluppò, oltre alla vena comico-satirica, uno spirito drammatico che trascese a
volte in un'inevitabile e sottile tragicità. Tra le opere di questo genere
ricordiamo:
Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini;
Il vigile
(1960) di Luigi Zampa;
Una vita difficile (1961) di Dino Risi;
Il
mafioso (1962) di Alberto Lattuada;
Il maestro di Vigevano (1963) di
Elio Petri;
I complessi (1965) di Luigi Filippo D'Amico, Dino Risi e
Franco Rossi;
Detenuto in attesa di giudizio (1971) di Nanni Loy, con cui
ottenne l'Orso d'Argento al Festival di Berlino e il David di Donatello come
miglior attore;
Lo scopone scientifico (1972) di Luigi Comencini, che gli
valse il David di Donatello come miglior attore;
Un borghese piccolo
piccolo (1977) di Mario Monicelli, con cui vinse il David di Donatello e il
Nastro d'Argento come miglior attore. Tra gli altri film degni di nota citiamo:
Il medico della mutua (1968) di Luigi Zampa;
Riusciranno i nostri eroi
a ritrovare il loro amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968) di
Ettore Scola;
Nell'anno del Signore (1969) di Luigi Magni;
Roma
(1972) di Federico Fellini;
I nuovi mostri (1977) di Dino Risi;
Il
malato immaginario (1979) di Tonino Cervi;
Il marchese del Grillo
(1981) e
Bertoldo, Bertoldino e... Cacasenno (1984) di Mario Monicelli;
L'avaro (1989) di Tonino Cervi. Nel 1966 esordì nella regia con
Fumo
di Londra, da lui stesso interpretato. Fu regista e attore anche nei
successivi:
Scusi, lei è favorevole o contrario? (1967);
Un italiano
in America (1967);
Amore mio aiutami (1969);
Polvere di stelle
(1973);
Finché c'è guerra c'è speranza (1974);
Il comune senso del
pudore (1976);
Io e Caterina (1981);
Io so che tu sai che io
so (1982);
In viaggio con papà (1982);
Il tassinaro (1983);
Tutti dentro (1984);
Un tassinaro a New York (1987);
Assolto
per aver commesso il fatto (1992);
Nestore l'ultima corsa (1993);
Sposami papà (1998). Negli anni Ottanta realizzò per la televisione
alcune serie antologiche di brani di film da lui interpretati, intitolate
Storie di un italiano, raccolte in ordine tematico per ricostruire una
storia dei valori e dei costumi dell'italiano medio nella loro evoluzione
durante tutto il XX secolo. Nel 1989 fu Don Abbondio nella riduzione televisiva
dei
Promessi Sposi realizzata da Salvatore Nocita. Tra i numerosi
riconoscimenti ricevuti nell'arco della sua lunga carriera ricordiamo il David
di Donatello alla carriera (1994, 1999) e il Leone d'Oro alla carriera a Venezia
(1995). Nel 2002 fu insignito della laurea
ad honorem dall'università
IULM di Milano. Nel 2000, in occasione del suo ottantesimo compleanno, il
sindaco di Roma Francesco Rutelli lo investì della carica di "Sindaco per un
giorno". Nel 2004 il regista Antonello Sarno diresse
Ciao Alberto - L'altra
storia di un italiano, un documentario sulla vita e le opere di Alberto
Sordi realizzato con materiali inediti tratti dai cinegiornali conservati
all'Istituto Luce e altri servizi dall'Archivio Mediaset (Roma 1920-2003).
Ricordo di Alberto Sordi