Uomo politico italiano. Compiuti gli studi dai
Salesiani, si laureò in Giurisprudenza all'università di Genova e intraprese la
professione forense. Conseguita successivamente anche la laurea in Scienze
politiche e sociali, nel 1917 partecipò alla prima guerra mondiale, operando in
prima linea. Iscrittosi al PSI, si dedicò all'attività politica. In seguito alla
pubblicazione dell'opuscolo
Sotto il barbaro dominio fascista (1925),
dovette scontare otto mesi di carcere; nel 1926 fu nuovamente condannato a
cinque anni di confino. Sottrattosi alla cattura, si rifugiò prima a Milano,
quindi in Francia, dove ottenne asilo politico, pur subendo due processi per la
sua attività politica. Tornato in Italia nel 1929, fu arrestato e nuovamente
processato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato e condannato a
undici anni di reclusione. Scontati i primi sette, fu assegnato per otto anni al
confino. Liberato nell'agosto 1943, entrò a far parte del primo Esecutivo del
Partito Socialista. Catturato dalle SS, fu condannato a morte, ma non fu
eseguita la fucilazione. Evaso dal carcere insieme a Giuseppe Saragat nel 1944,
raggiunse Milano per assumere la carica di segretario del PSI nei territori
occupati dal Tedeschi e poi dirigere la lotta partigiana. Venne insignito della
Medaglia d'Oro. Conclusa la lotta armata, si dedicò alla vita politica e al
giornalismo. Segretario del PSIUP nel 1945, fu deputato all'Assemblea
Costituente, senatore della Repubblica nel 1948 e presidente del relativo gruppo
parlamentare. Direttore dell'"Avanti" (1945-46, 1950-52), nel 1947 assunse la
direzione del quotidiano genovese "Il Lavoro". Deputato al Parlamento nel 1953,
1958, 1963, 1968, 1972, 1976, fu vice-presidente della Camera dei Deputati nel
1963 e presidente della Camera dei Deputati nel 1968 e nel 1972. Fu eletto
presidente della Repubblica l'8 luglio 1978. Rassegnò le dimissioni il 23 giugno
1985. In veste di ex presidente della Repubblica, divenne senatore a vita
(Stella, Savona 1896 - Roma 1990).
Sandro Pertini