Uomo politico iraniano. Ancora giovanissimo fece
parte del Partito religioso islamico, movimento osservante dell'Islam, che
voleva imporre un governo improntato a rigidi costumi. Compiuti gli studi nella
prestigiosa scuola coranica di Qom, all'inizio degli anni Sessanta fu nominato
ayatollah e fu tra i principali oppositori della cosiddetta "rivoluzione bianca"
con cui lo shah Reza Pahlavi aveva tentato un processo di modernizzazione e di
occidentalizzazione del Paese. Arrestato nel 1963, fu esiliato dallo shah ad
Ankara, in Turchia, e da lì si rifugiò in Iraq. Soggiornò per 14 anni a Najaf,
città santa dello Sciismo, dedicandosi all'insegnamento e agli studi sacri.
Espulso dall'Iraq (1978), si recò a Parigi, da dove continuò la sua campagna
contro lo scià e contro gli Stati Uniti, che ne sostenevano il regime. Ritornato
in Iran nel febbraio 1979 dopo la fuga dello scià, Khomeini guidò la rivoluzione
islamica eliminando qualsiasi influenza proveniente dal mondo occidentale e,
contemporaneamente, ogni opposizione interna a un Governo di tipo teocratico.
Proclamata la Repubblica, indisse le elezioni riservandosi tutti i poteri e la
carica a vita. Nonostante la sua posizione fosse quella di un capo religioso, il
grande prestigio di cui godette fece sì che egli condizionasse tutti gli aspetti
della vita del Paese. Khomeini instaurò un regime teocratico di stretta
osservanza musulmana, che soffocò le poche libertà che il regime
occidentalizzante dello scià aveva timidamente mantenuto in vita. In breve fece
arrestare e fucilare migliaia di collaboratori del deposto scià. Abolì il
divorzio, proibì l'aborto, istituì la pena di morte sull'adulterio, la bestemmia
e l'infedeltà nel matrimonio, impose alle donne la copertura del volto con un
velo. Fu l'ispiratore del lungo sequestro degli ostaggi americani nel 1980,
della prosecuzione della guerra contro l'Iraq, della condanna a morte scagliata
contro lo scrittore inglese Salman Rushdie (salvatosi grazie alla fuga in Gran
Bretagna). Sempre più isolato dal mondo, con gli anni mitigò questo rigido
moralismo per poter conservare rapporti diplomatici con altri Paesi (Qom 1900 -
Teheran 1989).