Pensatore e uomo politico italiano. Intrapresi gli
studi di Lettere e Filosofia all'università di Torino, li abbandonò nel 1915 per
dedicarsi allo studio del movimento operaio e alla politica, cui si era
appassionato appena giunto nel capoluogo piemontese. Dal 1914 lavorò al
settimanale della federazione torinese del PSI "Il grido del popolo" e nel 1916
divenne collaboratore dell'"Avanti!", per il quale scrisse critiche teatrali,
raccolte successivamente nel volume Letteratura e vita nazionale, e una
serie di penetranti corsivi. Nel 1917, dopo la sanguinosa repressione delle
manifestazioni operaie torinesi contro la guerra, fu eletto segretario della
sezione cittadina del PSI. Al termine della prima guerra mondiale, Gramsci entrò
a fare parte della neonata edizione torinese dell'"Avanti!", affiancato da
Palmiro Togliatti. Nel 1919 fondò a Torino, insieme a Togliatti, Terracini e
Tasca, "Ordine Nuovo", una delle più importanti riviste politiche dell'immediato
dopoguerra, in cui sostenne una linea di sinistra radicale. Al celebre Congresso
di Livorno del PSI (febbraio 1921), fu uno dei promotori della scissione del
Partito Socialista e della successiva fondazione del Partito Comunista Italiano,
inizialmente diretto da Amedeo Bordiga. Subito dopo Gramsci compì un'importante
esperienza di dirigente politico in seno all'Internazionale Comunista a Mosca e
a Vienna. Eletto deputato al Parlamento nel 1924, nello stesso anno divenne
segretario del PCI e fondò il giornale "L'Unità". Dopo l'approvazione delle
Leggi Speciali (1926) venne arrestato a Roma e trasportato a Ustica, per
scontare cinque anni di confino. Chiamato a rispondere dinanzi al Tribunale
Speciale di cospirazione contro i poteri dello Stato, istigazione alla guerra
civile, incitamento all'odio di classe e propaganda sovversiva, fu trasferito
nelle carceri milanesi. Il successivo processo, che vide alla sbarra tutti i
massimi dirigenti del PCI che non erano riusciti a sfuggire all'arresto, si
svolse nel 1928 a Roma. Il Tribunale Speciale condannò Gramsci a 20 anni e 4
mesi. Egli venne trasferito nel penitenziario di Turi in provincia di Bari, per
scontarvi la pena. Dal 1929 al 1936 scrisse i Quaderni del carcere. Le
sue condizioni di salute cominciarono a divenire allarmanti nel 1931 e si
aggravarono ulteriormente nel 1933, anno in cui fu inviato prima nel
penitenziario di Civitavecchia e, successivamente, a Formia. Ottenuta la libertà
condizionale (1934), nel 1935 fu ricoverato in una clinica romana, dove continuò
a essere sorvegliato dalla polizia fino al sopravvento della morte, il 27 aprile
1937. Durante la notte la cognata Tatiana Schucht, che lavorava presso
l'ambasciata dell'URSS a Roma, riuscì a trafugare dalla cameretta, sottraendoli
alla polizia fascista, i 32 Quaderni del carcere. Tra le altre opere di
Gramsci citiamo: Lettere dal carcere (1947), cui fu assegnato il premio
Viareggio; Il Materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce
(1948); Gli intellettuali e l'organizzazione della cultura (1949); Il
Risorgimento (1949); Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato
moderno (1949); Letteratura e vita nazionale (1950); Passato e
presente (1951); Ordine Nuovo (1954), raccolta di articoli apparsi
nel 1919-20; Scritti giovanili (1958), apparsi tra il 1914 e il 1918
(Ales, Cagliari 1891 - Roma 1937).