Corridore ciclista italiano. Soprannominato
"Campionissimo" nel 1919 dall'allora direttore della "Gazzetta dello Sport"
Emilio Colombo, nei 15 anni di carriera ottenne numerose vittorie, mostrando a
tratti un'assoluta superiorità nei confronti degli avversari. Messosi in luce da
dilettante, nel 1913 passò al professionismo, inanellando una serie di successi
che lo avrebbero fatto entrare nella leggenda, diventando il primo ciclista a
cui fu dedicata una canzone. Corridore completo, capace di vincere su ogni
percorso, al termine di lunghe cavalcate o di serrati sprint, in carriera si
impose in 106 gare su strada e ben 965 su pista. Per nove volte consecutive
campione italiano professionisti su strada (1913, 1914, 1919-25), conquistò
anche 6 Milano-Sanremo (1918, 1921, 1923, 1925, 1926, 1928), 3 Giri di Lombardia
(1919, 1921, 1922) e 2 Giri d'Italia (1919, 1923). Campione orgoglioso, tenace e
astuto, dotato di un fisico solido ed elastico, in carriera non gli riuscì di
conquistare il titolo mondiale, che sfiorò nella prima edizione del 1927, quando
si piazzò al secondo posto alle spalle di Alfredo Binda. Girardengo trionfò
invece nel Gran Premio Wolber, una specie di Campionato mondiale, che rimase
l'unica prova estera vinta dal ciclista piemontese. Terminata l'attività
agonistica all'età di 43 anni, fu apprezzato direttore sportivo della Maino e
quindi commissario tecnico della Nazionale, guidando Bartali nel Tour del 1938
(Novi Ligure, Alessandria 1893 - Alessandria 1978).