FERMI, ENRICO

Fisico italiano naturalizzato statunitense. Conseguita la laurea in Fisica nel 1922 alla Normale di Pisa, nel 1927 fu nominato professore di Fisica teorica all'università di Roma, presso l'Istituto di via Panisperna. Qui ideò un nuovo tipo di statistica per spiegare il comportamento di elettroni, protoni, neutroni e di altre particelle subatomiche, successivamente dette fermioni. Dopo un intenso periodo di attività sperimentale, elaborò una teoria matematica sul decadimento beta che confermava l'ipotesi di Wolfgang Pauli sull'esistenza del neutrino; dal 1934 in poi, in collaborazione con Edoardo Amaldi, Ettore Majorana, Bruno Pontecorvo, Franco Rasetti ed Emilio Segrè, si occupò della produzione di radioattività artificiale bombardando gli elementi con i neutroni. Per questo secondo studio fu insignito, nel 1938, del premio Nobel per la fisica. Dopo aver ritirato il premio a Stoccolma, Fermi emigrò con la famiglia negli Stati Uniti, per sfuggire alle persecuzioni razziali del regime fascista (sua moglie era ebrea). Professore alla Columbia University, nel 1942 realizzò la prima reazione a catena di fissione nucleare controllata presso l'università di Chicago. Successivamente lavorò a Los Alamos (New Mexico) alla progettazione della bomba atomica. Per motivi etici si oppose al progetto della bomba all'idrogeno. Nel 1946 divenne professore di Fisica e direttore del nuovo Institute of Nuclear Studies dell'università di Chicago. Dopo la sua morte (1954) fu istituito l'Enrico Fermi Award, per onorarne la memoria, che è assegnato ogni anno alla personalità che maggiormente si sia distinta per lo sviluppo, l'impiego e il controllo dell'energia atomica. Tra le sue opere citiamo: Introduzione alla fisica atomica (1928), Molecole e cristalli (1934), Particelle elementari (1951) (Roma 1901 - Chicago 1954).

 

 

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