Corridore automobilistico argentino. Figlio di
immigrati italiani di umili origini, assecondò la sua passione per i motori
svolgendo fin da ragazzino la professione di meccanico. Dopo aver espletato il
servizio militare, con i suoi risparmi riuscì ad aprire un'officina meccanica,
cominciando a seguire le gare automobilistiche locali. Dopo aver preso parte
alla sua prima competizione al volante di una Ford (1929), dal 1934 gareggiò
regolarmente, ottenendo i primi risultati nel 1940, quando si laureò campione
argentino, bissando il successo anche l'anno seguente. Impossibilitato a
trasferirsi in Europa a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, nel
1947, grazie all'aiuto economico del Governo argentino, approdò nel Vecchio
continente, dove prese confidenza con i circuiti europei. L'esordio in Formula 1
di Fangio si consumò nel 1950, anno in cui, alla guida di un'Alfa Romeo, si
classificò al secondo posto della graduatoria finale, alle spalle del compagno
di squadra Nino Farina. Nel 1951 il talentuoso pilota argentino si prese la
rivincita, conquistando il suo primo titolo mondiale. La carriera di Fangio
sembrava tutta in discesa, ma nel 1952 un brutto incidente occorsogli in una
gara non ufficiale a Monza lo tenne lontano dai Gran Premi per quasi due anni.
Tornato alle corse nel 1954, gareggiò la prima parte della stagione con la
Maserati e quindi con la Mercedes, arrivando al suo secondo titolo mondiale dopo
aver conquistato tutte le pole dell'annata ed essersi imposto in tutte le gare
tranne due. Da allora ebbe inizio il dominio assoluto di Fangio, che nel 1955 si
riconfermò campione al volante della Mercedes e, nello stesso, partecipò a una
tragica edizione della 24 ore di Le Mans, in cui persero la vita 81 spettatori.
Passato alla Ferrari (1956) equipaggiata con motore Lancia, l'asso argentino
riportò a Maranello il titolo mondiale che mancava dalla morte di Alberto
Ascari. Ma l'avventura con la rossa durò poco e nel 1957 tornò alla Maserati,
con cui vinse il suo quinto titolo iridato, il quarto consecutivo. Nel 1958,
dopo qualche gara deludente, decise di ritirarsi dalle competizioni. Nello
stesso anno subì il rapimento da parte dei guerriglieri cubani guidati da Fidel
Castro che, con quest'operazione, pensavano di ottenere visibilità e
riconoscimenti internazionali. Rilasciato dopo sole 26 ore, da allora i
sequestratori non persero occasione per dimostrargli la loro ammirazione
(Balcarce, Buenos Aires 1911-1995).