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ATTUALITÀ - LO SPORT - PALLAVOLO O VOLLEY

Ideata da William G. Morgan, insegnante di educazione fisica presso un college dell'YMCA (Young Men's Christian Association) di Holyoke, Massachusetts, la pallavolo fu presentata per la prima volta il 6 febbraio 1895 al College di Springfield. Denominata inizialmente minonette (dal nome di un gioco con la palla praticato in Francia da nobili e dame due secoli prima), assunse la denominazione di volley-ball alcuni anni più tardi grazie ad Alfred T. Halstead, che riuscì a imporre questo nuovo sport nei college YMCA sparsi in tutti gli USA. Profondamente diverso dalle altre discipline allora in voga, questo nuovo sport vietava qualsiasi contatto fisico con l'avversario e richiedeva doti di agilità, destrezza, prontezza dei riflessi. All'inizio del XX secolo, la pallavolo si diffuse in Sudamerica e in Estremo Oriente. In Europa arrivò grazie ai soldati statunitensi durante la prima guerra mondiale. Il primo Campionato italiano di pallavolo si disputò nel 1933 e fu appannaggio del Genova. Nel 1946 fu istituita la FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo) e nel 1947 la FIVB (Federazione internazionale di volley-ball), che disciplina l'attività in campo internazionale. I primi Campionati mondiali si svolsero nel 1949 e dal 1964 la pallavolo entrò a far parte del programma olimpico. Dall'inizio degli anni Novanta nacque una variante della pallavolo denominata beach volley, in quanto gli incontri vengono disputati su un terreno sabbioso. Le tecniche di gioco sono identiche a quelle della pallavolo tradizionale, mentre variano le dimensioni del campo e il numero dei giocatori (due o tre per squadra).

REGOLAMENTO (2012)

La pallavolo è uno sport che si gioca all'aperto o al chiuso su un campo di forma rettangolare, generalmente in cemento o linoleum, di 18x9 m, tra due squadre di sei giocatori ciascuna, con possibilità di sostituzioni. Il rettangolo di gioco è diviso in due parti uguali (dette "quadrati"), a metà della sua lunghezza, da una rete parallela alla linea di fondo alta 1 m, lunga 9,50 m, e posta (calcolando dal bordo superiore) a un'altezza da terra di 2,43 m per le squadre maschili e 2,24 m per quelle femminili. Due linee parallele a quella di fondo e distanti 3 m dalla linea della rete delimitano le zone di attacco. La palla, di cuoio con camera d'aria, deve avere una circonferenza di 65-68 cm e pesare 260-280 g. La pallavolo si pone due obiettivi: il primo, a carattere offensivo, consiste nel cercare di far cadere a terra la palla nel campo avversario; il secondo, a carattere difensivo, consiste nel cercare di non far cadere a terra la palla nel proprio campo. La palla va lanciata nel campo avversario servendosi della testa, delle mani o dei pugni facendole superare la rete entro i limiti del campo. Nessun giocatore può toccare due volte di seguito il pallone (è consentito solo se il primo tocco viene effettuato a muro) e la palla deve essere inviata oltre la rete con un massimo di tre passaggi. Il gioco continua con rilanci successivi finché non viene commesso un errore. Oltre a quelli prima menzionati sono considerati errori: far toccare terra alla palla, accompagnarla o trattenerla, invadere il campo avversario oltrepassando la linea di rete. La partita inizia con la battuta che uno dei giocatori effettua dalla zona di servizio, posta lungo l'intera linea di fondo, colpendo la palla, dopo averla alzata in aria, con la mano aperta, con il pugno o con il braccio. Ogni partita consta di cinque frazioni di gioco, dette set, che fino al 1998, erano di 15 punti ciascuna; vinceva il set la squadra che per prima raggiungeva i 15 punti con almeno 2 punti di distacco sulla squadra avversaria. Nei primi quattro set solo la squadra che batteva poteva fare punti. Se commetteva un errore, perdeva il diritto alla battuta ma gli avversari non guadagnavano il punto. Nel quinto set (tie break) ogni azione valeva invece un punto indipendentemente da chi avesse il turno di battuta e la squadra che andava a punto manteneva il diritto alla battuta. Dalla stagione 1999-2000 venne introdotto il rally point system, che abolì di fatto il cambio palla, assegnando la vittoria del set alla squadra che per prima raggiunge i 25 punti con almeno 2 punti di distacco dagli avversari. Nel tie break si devono invece raggiungere i 15 punti con un distacco di almeno 2 punti sugli avversari. In tutti i set ogni azione vale un punto, indipendentemente da chi ha il turno di battuta; se la squadra che è in battuta si aggiudica il punto mantiene il diritto alla battuta altrimenti si effettua il cambio palla. Se una squadra si aggiudica tre set, vince l'incontro. Le partite sono dirette da due arbitri coadiuvati da due guardalinee. Una squadra di pallavolo è composta da 12 giocatori, di cui 6 scendono in campo e gli altri 6 siedono in panchina. I ruoli dei giocatori in campo sono: palleggiatore (o alzatore), centrale, schiacciatore-laterale, schiacciatore opposto, libero. Il numero massimo di sostituzioni è 6 con un vincolo: se A sostituisce B, nel corso dello stesso set B potrà rientrare in campo solo al posto di A. L'unico giocatore che non è sottoposto a tale vincolo è il libero, che può entrare in campo quando vuole, sostituendo qualsiasi compagno di seconda linea. L'unica limitazione per il libero consiste nel fatto che, una volta uscito dal campo, deve attendere almeno un'azione prima di rientrare. Ogni squadra ha a disposizione due time out a discrezione del tecnico a cui si aggiungono due tempi tecnici che cadono all'ottavo e al sedicesimo punto del set.

UNO SPORT IN CONTINUA EVOLUZIONE

La pallavolo, tra gli sport contemporanei, è quello che a partire dagli anni Novanta del XX secolo ha subito i maggiori cambiamenti a livello regolamentare. Vogliamo elencare qui di seguito le tappe più importanti di questo percorso intrapreso dalla FIVB.

- 1992: nel tie break del quinto set il limite massimo non è più fissato a 17 punti, ma dopo il 15 o oltre deve esserci un distacco di almeno 2 punti; si agevola la difesa consentendo di fare "doppia" al primo tocco di squadra purché non in palleggio.

- 1994: la palla può colpire qualsiasi parte del corpo, diventando così possibile anche calciarla; la zona di servizio viene estesa per tutti i 9 m della linea di fondo; il primo tocco di squadra è sanzionato solo se la palla viene bloccata.

- 1996: la palla che attraversa la rete fuori dallo spazio di passaggio, può essere recuperata nella zona libera opposta; la mano, come il piede, può toccare il campo avversario fintanto che non oltrepassa completamente la linea centrale; i provvedimenti disciplinari (avvertimenti, espulsioni) rimangono in vigore per tutta la gara, non decadendo più alla fine di ogni set; le linee d'attacco sono prolungate di 1,75 m con linee tratteggiate di 15 cm; il pallone deve essere gonfiato a una pressione più bassa (0,30-0,325 kg/cm2).

- 1997: viene introdotta la figura del libero. Autorizzato a sostituire qualsiasi giocatore in seconda linea, può agire unicamente da giocatore difensore, essendogli dunque precluso di completare un attacco da qualsiasi posizione se al momento del tocco la palla è completamente al di sopra del bordo superiore della rete. Il libero, inoltre, non può servire, murare o tentare di murare.

- 1998: viene abolito il cambio palla e dal 1999-2000 viene introdotto il rally point system che assegna per ogni azione un punto, indipendentemente che sia stato vinto dalla squadra al servizio o da quella in ricezione. In questo secondo caso, oltre a conquistare il punto, la squadra acquisisce anche il diritto a servire. La formula di gioco rimane 3 set su 5. Nei primi quattro set vince la squadra che per prima arriva ad aggiudicarsi 25 punti con uno scarto di almeno 2 punti; il set decisivo è invece giocato 1 15 punti, con uno scarto di almeno 2 punti senza limiti di punteggio.

- 1998: con l'introduzione del rally point system cambia anche il punteggio di classifica:

3 punti alla vittoria per 3-0 e 3-1;
2 punti alla vittoria per 3-2;
1 punto alla sconfitta per 3-2;
0 punti alla sconfitta per 1-3 o 0-3.

- 1998: in battuta non è più considerato fallo se la palla tocca la rete.

Il campo di gioco

Posizione giocatore

LE COMPETIZIONI

Accanto alle Olimpiadi le competizioni più importanti disputate dalle squadre nazionali sono i Campionati europei, che si svolgono ogni due anni, e i Campionati mondiali, che si svolgono ogni quattro anni. Sono gare prestigiose anche la World League (disputata ogni anno), la Coppa del Mondo, i Giochi del Mediterraneo e i Giochi della Buona Volontà (Goodwill Games). A partire dalla grande affermazione agli Europei del 1989 svoltisi in Svezia, e per tutti gli anni Novanta, la nazionale italiana si impose come la migliore squadra al mondo sbaragliando gli avversari in tutte le competizioni. L'unico trofeo che manca alla gloriosa bacheca dell'Italia è a tuttoggi l'oro olimpico, sfiorato nel 1996 ad Atlanta, dove gli azzurri persero in finale contro l'Olanda, e nel 2004 ad Atene, dove la nostra nazionale fu sconfitta dal Brasile. L'Italia vanta anche 2 bronzi olimpici, conquistati ai Giochi di Los Angeles nel 1984 e ai Giochi di Sydney nel 2000.

I giochi olimpici di Atene del 2004

Nel palmares degli azzurri figurano 6 Campionati europei (1989, 1993, 1995, 1999, 2003, 2005), 3 Campionati mondiali (1989, 1994, 1998), 8 World League (1990, 1991, 1992, 1994, 1995, 1997, 1999, 2000), 4 Giochi del Mediterraneo (1959, 1983, 1991, 2001), le Universiadi del 1970, i Giochi della Buona Volontà del 1990, la Grand Champions Cup nel 1993, la World Superfour nel 1994, la Coppa del Mondo nel 1995, la World Supersix nel 1996. A partire dal XXI secolo anche l'Italia femminile cominciò a ottenere risultati di prestigio in campo internazionale. Il palmares rosa comprende: 1 Mondiale (2002), 5 Giochi del Mediterraneo (1979, 1983, 1991, 1997, 2001) e l'Universiade del 1991. Le azzurre agli Europei si piazzarono al secondo posto nel 2001 e nel 2005 ed ottennero una medaglia d'oro nel 2007. A livello di club vengono disputate, oltre al Campionato nazionale, la Champions League (fino al 2000-01 Coppa dei Campioni), la Top Team Cup, introdotta nel 2000-01 al posto della Coppa delle Coppe, e la Coppa CEV. Tra le squadre italiane vincitrici della Coppa Campioni/Champions League figurano, in campo maschile, Torino (1980), Parma (1984, 1985), Modena (1990, 1996, 1997, 1998), Ravenna (1992, 1993, 1994), Treviso (1995, 1999, 2000, 2006), Macerata (2002); in campo femminile, Ravenna (1988, 1992), Matera (1993, 1996), Bergamo (1997, 1999, 2000, 2005), Modena (2001), Perugia (2006). Per quanto riguarda la Coppa delle Coppe/Top Team Cup, in campo maschile le squadre italiane vincitrici furono: Modena (1980, 1986, 1995), Torino (1984), Bologna (1987), Parma (1988, 1989, 1990), Montichiari (1991, 1992), Milano (1993), Treviso (1994), Cuneo (1997, 1998), Piacenza (2006); in campo femminile, Ancona (1994), Modena (1995, 1996, 1997), Perugia (2000), Chieri (2005), Novara (2006). I club italiani che si imposero in Coppa CEV furono, in ambito maschile, Modena (1983, 1984, 1985, 2004), Falconara (1986), Milano (1987), Treviso (1991, 1993, 1998, 2003), Padova (1994), Parma (1995), Cuneo (1996, 2002), Ravenna (1997), Palermo (1999), Roma (2000), Macerata (2001, 2005, 2006); in ambito femminile, Bari (1984), Reggio Emilia (1986, 1989, 1998), Modena (1987, 2002), Ancona (1988), Matera (1991, 1992), Roma (1993, 1997), Sumirago (1995), Napoli (1999), Reggio Calabria (2000), Vicenza (2001), Novara (2003), Bergamo (2004), Perugia (2005), Pesaro (2006).

La Nazionale italiana maschile di pallavolo (1999)

Il trionfo della Foppapedretti Bergamo nel 1999

Il trionfo della Foppapedretti Bergamo nel 1999

I PROTAGONISTI

Julio Velasco

Allenatore argentino, naturalizzato italiano. Dopo aver praticato pallavolo senza tuttavia dimostrare particolari doti tecniche, intraprese la carriera di tecnico. Dal 1979 al 1982 sedette sulla panchina della Ferrocarril Oeste Buenos Aires, con cui si laureò campione argentino in tutti e quattro gli anni. Scelto come vice allenatore della nazionale argentina ai Campionati mondiali del 1982, durante la manifestazione iridata fu colpito dalla notizia della scomparsa di uno dei suoi fratelli. Libero pensatore in un Paese all'apice della dittatura, nel 1983 decise di lasciare l'Argentina per l'Italia. Arrivato a Jesi, dove guidò la squadra in A-2, nel 1985 passò a Modena. Con la Panini vinse 4 scudetti (1985-86, 1986-87, 1987-88, 1988-89), 1 Coppa delle Coppe (1985-86) e 3 Coppe Italia (1985-86, 1987-88, 1988-89). Nel 1989 fu designato ct della nazionale italiana maschile, ruolo in cui Velasco seppe esprimere il meglio di sé. Alla guida tecnica degli azzurri vinse praticamente tutto e portò l'Italia sul tetto del mondo della pallavolo, grazie all'introduzione di un efficace metodo di gioco e di una mentalità vincente basata sul lavoro duro in palestra ma anche sulla determinazione e il gioco di squadra. La validità dei suoi metodi di lavoro e delle sue tattiche di gioco venne più volte confermata dalla lunga serie di successi ottenuti: 3 Campionati europei (1989, 1993, 1995), 2 Campionati mondiali (1990, 1994), 5 World League (1990, 1991, 1992, 1994, 1995), oltre ai Goodwill Games del 1990, ai Giochi del Mediterraneo nel 1991, alla Grand Champions Cup nel 1993, alla World Superfour nel 1994, alla Coppa del Mondo nel 1995 e alla World Supersix del 1996. L'unico titolo di cui non riuscì a fregiarsi fu il più ambito, quello olimpico: giunti in finale alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, gli azzurri furono sconfitti al tie break dall'Olanda. Nel 1996, appagato dagli ottimi risultati ottenuti e in cerca di nuovi stimoli, accettò la sfida di allenare la nazionale femminile, guidando le azzurre alla vittoria dei Giochi del Mediterraneo nel 1997. Nel 1998 abbandonò la pallavolo per iniziare una nuova esperienza nel mondo del calcio in qualità di direttore generale della Lazio (incarico da cui si dimise nel 1999) e quindi (2000) come coordinatore del settore medico dell'Inter, incarico dal quale venne rimosso poco dopo l'inizio del Campionato 2000-01. Tornato alla pallavolo, fu allenatore della Repubblica Ceca (2002). Dal 2003-04 fu nuovamente alla guida di una squadra di club italiana, Piacenza, che lasciò nel 2004-05 per far ritorno a Modena. Nel maggio 2006 firmò per Montichiari (n. La Plata 1952).

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