Lo Sport Altre Discipline

 

 
    

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Lo Sport Altre Discipline

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BASEBALL

Il baseball è uno sport praticato da due squadre di nove giocatori ciascuna su un campo con manto erboso, delle dimensioni di 150 m per 120 m circa, all'interno del quale è descritto un quadrilatero, detto diamond o diamante, delimitato da corsie in terra battuta della lunghezza di 27,5 m. I vertici del diamante sono denominati basi. Al centro del diamante si trova un piccolo rilievo, detto monte di lancio. Il campo si estende anche al di fuori del diamante con un'altra area detta campo esterno.

Le due squadre che si affrontano si alternano negli schieramenti, ora in attacco, ora in difesa. La partita consta di nove tempi, detti inning; la durata sia della partita sia di ogni singolo inning è variabile. Ottiene la vittoria la squadra che al termine dei nove inning ha realizzato il maggior numero di punti. La squadra che è in posizione d'attacco a turno manda nella casa base tutti i suoi componenti nel ruolo di battitore (batter). Il battitore, servendosi di una mazza (di legno o di alluminio) deve respingere la palla scagliata dal lanciatore (pitcher) schierato sul monte di lancio dalla squadra in difesa. Oltre al lanciatore, la squadra in difesa posiziona il ricevitore (catcher) alle spalle del battitore, mentre gli altri sette componenti si dispongono tre nelle basi libere, uno (interbase) a mezza strada tra la seconda e la terza base, e i rimanenti nel campo esterno al diamante. Lo schieramento in difesa si prefigge l'obiettivo di eliminare il battitore della squadra in attacco. L'eliminazione viene sancita quando il battitore non riesce per tre volte di fila a respingere la palla lanciata dal pitcher. La regolarità del lancio deve comunque essere giudicata dall'arbitro. Il lancio è regolare (strike) quando la palla viene lanciata all'interno di uno spazio immaginario delimitato in altezza dalle spalle e dalle ginocchia del battitore e in larghezza dal lato che segna la casa base.

Qualora il lanciatore esegua quattro lanci sbagliati (ball), il battitore, e quindi la squadra in attacco, guadagna una base, cioè si sposta dalla casa base a quella successiva in senso antiorario. Scopo dell'attacco è quello di effettuare l'intero giro del diamante, tornando alla casa base e facendo così segnare un punto. Il battitore, per conquistare le basi, una volta colpita la palla deve abbandonare la mazza a terra e correre (trasformandosi da battitore a runner o corridore) per cercare di raggiungere la base prima che il difensore che la controlla rientri nel quadrato della base tenendo in mano la pallina raccolta o ricevuta dai compagni. Un attaccante, effettuata la battuta, viene direttamente eliminato se la pallina da lui colpita viene intercettata al volo dai difensori oppure se viene toccato dalla mano che tiene la palla di un difensore fuori dalla base. Il battitore può anche realizzare un punto per la propria squadra con una sola battuta, qualora riesca con la mazza a colpire in modo preciso e violento la pallina, facendola finire oltre la linea presidiata dagli esterni o addirittura fuori dal campo di gioco (questo colpo, assai spettacolare, prende appunto il nome di fuori campo), avendo il tempo di percorrere l'intero perimetro del diamante e di rientrare nella casa base senza essere intercettato. Il fuori campo permette anche agli altri compagni posizionati sulle basi di compiere il giro completo facendo segnare più punti. Una squadra continua a rimanere in attacco finché non vengono eliminati tre dei suoi componenti. A questo punto le squadre si invertono le parti e chi era in difesa passa in attacco, procedendo così per tutti i nove inning.

Derivato da un gioco tradizionale inglese per bambini, il rounders, diffuso negli USA nel XVIII secolo, il baseball presenta delle affinità con il cricket, da cui si differenzia per la maggiore dinamicità e spettacolarità. La prima partita di baseball a livello professionistico si svolse nel 1846 nel New Jersey. Sport olimpico dal 1992 al 2004, è disciplinato dall'IBA (International Baseball Association), aderente al CIO. Negli USA il baseball è uno degli sport nazionali (insieme al football e al basket). Oltre agli statunitensi, le compagini più competitive sono quelle dei cubani e dei giapponesi. In Italia questo sport si diffuse durante la seconda guerra mondiale grazie ai soldati americani. L'organizzazione del Campionato e la gestione della nazionale spetta alla FIB (Federazione Italiana Baseball).

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CANOA - KAYAK

La canoa/kayak è una disciplina che comprende le competizioni che prevedono l'impiego di imbarcazioni spinte da pagaie, assai comuni in diverse popolazioni mondiali. Le canoe possono essere di due tipi: canoa canadese (C) e kayak (K). La canoa canadese, a pagaia singola, prevede equipaggi solo maschili e si suddivide, a seconda del numero di atleti presenti sull'imbarcazione, in C1 (canadese singolo), C2 (canadese doppio) e C4 (canadese a 4). Il kayak, a pagaia doppia, prevede equipaggi sia maschili che femminili e si suddivide, a seconda del numero di componenti dell'imbarcazione, in K1 (kayak singolo), K2 (kayak doppio) e K4 (kayak a 4). Le gare di canoa/kayak si disputano su acque calme lungo un percorso rettilineo di 200, 500 e 1.000 m. Esistono anche competizioni di fondo (5 e 10 km), che fecero parte del programma olimpico dal 1936 al 1956, e maratone di 20-30 km riservate a K1, K2, C1 e C2, che si tengono su fiumi, laghi o mare. Vi sono poi gare di canoa/kayak fluviale che si disputano lungo torrenti o fiumi e che comprendono due tipi di competizioni di discesa: libera, in cui il concorrente deve solo preoccuparsi di scendere al traguardo nel minor tempo possibile, e slalom, in cui il concorrente deve seguire un percorso scandito da porte alcune delle quali devono essere attraversate lungo il senso della corrente mentre altre unicamente nel senso indicato (verso monte o verso valle). Ai Giochi olimpici, a cui la canoa/kayak partecipa fin dal 1936, gareggiano: equipaggi di K1, K2, K4, C1, C2 per gli uomini, che percorrono le distanze dei 500 e 1.000 m; equipaggi di K1, K2, K4 per le donne, che gareggiano sulla sola distanza dei 500 m. La canoa/kayak fluviale, che fece il suo ingresso nel programma olimpico nel 1972, è limitata alla specialità dello slalom ed è riservata a equipaggi K1, K2 e C1 per gli uomini e K1 per le donne.

Tra i maggiori interpreti italiani del kayak ricordiamo, in campo maschile, Antonio Rossi e, in campo femminile, Josefa Idem. Antonio Rossi, nato a Lecco nel 1968, a livello olimpico conquistò 3 ori (K1 500 e K2 1.000 ad Atlanta 1996; K2 1.000 a Sydney 2000), 1 argento (K2 1.000 ad Atene) e 1 bronzo (K2 1.000 nel 1992 a Barcellona). A livello mondiale vinse 3 ori (K2 1.000 a Duisburg 1995; K2 1.000 a Dartmounth 1997; K2 1.000 a Szeged 1998), 2 argenti (K2 1.000 a Copenaghen 1993; K2 1.000 a Città del Messico 1994) e 1 bronzo (K1 500 a Dartmounth 1997). Infine, ai Campionati europei si aggiudicò 1 oro (K2 1.000 a Plovdiv 1997) e 1 bronzo (K4 500 a Szeged nel 2002). Il suo palmares è completato da 4 titoli nazionali (1997: K1 500, K2 1.000, K2 1.000; 2001: K4 500).

Josefa Idem, nata a Goch, in Germania nel 1964, naturalizzata italiana per matrimonio e residente a Ravenna, è prima assoluta nella canoa italiana per numero di medaglie vinte in più di 20 anni di agonismo. Allenata dal marito Guglielmo Guerrini, nel suo palmares figurano: 4 medaglie olimpiche (1 bronzo nel K2 500, da tedesca, a Los Angeles nel 1984, 1 bronzo nel K1 500 ad Atlanta nel 1996, 1 oro nel K1 500 a Sydney nel 2000, 1 argento nel K1 500 ad Atene nel 2004); ai Mondiali, 5 ori (K1 500 nel 1990, K1 5.000 nel 1991, K1 1.000 nel 1998, K1 1.000 e K1 500 nel 2001), 9 argenti (K1 5.000 nel 1990, K1 200-500-1.000 nel 1997, K1 200 nel 1998, K1 200-500-1.000 nel 1999, K1 500 nel 2006), 10 bronzi (K1 500 e 5.000 nel 1989 da tedesca, K1 500 nel 1991, K1 500 nel 1994, K2 500 nel 1997, K1 500 nel 1998, k1 500-1.000 nel 2002). La Idem vinse pure 8 titoli europei e 34 titoli italiani.

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CANOTTAGGIO

Il canottaggio è uno sport che si pratica in acque chiuse (laghi e bacini artificiali), fiumi e lungo coste particolarmente calme utilizzando leggere e speciali imbarcazioni mosse da remi (skiff o jole). Le imbarcazioni si distinguono per lunghezza e forma e si suddividono a seconda del tipo di gara, al numero di componenti dell'equipaggio (ci possono essere fino a otto vogatori), alla presenza o meno del timoniere. Un'ulteriore suddivisione viene operata sulla base delle tecniche di remata: nella remata di punta il canottiere usa un remo, nella remata di coppia ne utilizza due. Alle Olimpiadi, ai Campionati mondiali e nelle regate internazionali le gare si disputano su distanze di 2.000 m. Le origini del canottaggio risalgono ai Giochi istmici dell'antica Grecia, ma il canottaggio moderno nacque in realtà in Inghilterra nel corso nel 1715, quando l'inglese Thomas Doggett organizzò la Doggett's Coat and Badge Race. Nel XIX secolo, precisamente nel 1829, si tenne la prima sfida di canottaggio tra gli studenti dell'Università di Oxford e quelli dell'Università di Cambridge, competizione tradizionale tuttora disputata. In Italia le prime società di canottaggio sorsero nel 1863 a Torino e nel 1869 a Stresa, mentre nel 1888 fu fondata la Federazione. Il canottaggio entrò nel programma olimpico a partire dal 1900 per le gare maschili e nel 1976 per le gare femminili. I primi Campionati mondiali maschili si tennero a Lucerna nel 1962, mentre quelli femminili si disputarono a partire dal 1974.

L'Italia si distinse nelle competizioni di canottaggio a livello sia mondiale che olimpico. Ai Giochi, gli equipaggi azzurri che si fregiarono dell'oro olimpico furono: due di coppia (Atlanta 1996); quattro di coppia (Seul 1988, Sydney 2000); due con (Anversa 1920, Los Angeles 1984, Seul 1988: queste ultime due edizioni furono vinte in particolare da Carmine e Giuseppe Abbagnale, con il timoniere Giuseppe Di Capua, che si aggiudicarono anche l'argento a Barcellona 1992); quattro senza (Londra 1948); quattro con (Amsterdam 1928, Melbourne 1956).

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CURLING

Il curling è uno sport simile alle bocce praticato sul ghiaccio con delle pesanti pietre di granito levigate dette stone. Il campo da curling (rink) è una lastra ghiacciata perfettamente levigata della lunghezza di 146 piedi (44,5 m) e della larghezza di 14 piedi e 2 pollici (4,75 m). Fondamentale per la preparazione del ghiaccio è il cosiddetto peabble, uno spruzzo d'acqua nebulizzata che ghiaccia al contatto con la pista e che aiuta gli stone a scivolare più velocemente. Alle estremità del rink è disegnato un bersaglio, detto casa (house), con un raggio di 6 piedi (1,88 m). Il centro della casa è chiamato tee. Scopo del gioco è di piazzare la propria stone più vicino possibile al tee. Le squadre che si contendono la vittoria sono formate da quattro componenti. Il giocatore che lancia per ultimo è denominato skip ed è il capitano della squadra. La partita consta generalmente di 10 mani o end. A ogni mano tutti i concorrenti lanciano a turno due stone, alternando i componenti della squadra. Tuttavia, mentre i primi tre giocatori lanciano le stone e fanno lo sweeping (spazzamento) con degli attrezzi simili a scope, lo skip rimane nella zona della casa per coordinare le strategie; quando arriva il suo turno di lancio, gli fa le veci il viceskip (terzo lanciatore). I giocatori che effettuano lo spazzamento cercano di indirizzare la stone verso il punto indicato dal capitano scaldando il ghiaccio e agevolando in questo modo lo scivolamento della stone. Dopo che entrambe le squadre hanno lanciato tutte e otto le stone a disposizione, viene determinato il punteggio: la squadra con la stone più vicina al tee riceve 1 punto per ogni stone che sia a una distanza minore dal tee della più vicina stone avversaria. La stone è una roccia di granito scozzese di forma tonda con una circonferenza di 90 cm circa e del peso di 20 kg circa. Nella parte superiore presenta una maniglia, mentre il fondo è concavo con una superficie di scivolamento larga solamente 6-12 mm. La traiettoria della stone dipende dal tipo di lancio effettuato. Il curling, la cui nascita viene generalmente attribuita alla Scozia nel XVI secolo, in realtà doveva essere un gioco praticato nel Nord Europa già da epoche precedenti, come testimoniano due dipinti di Pieter Bruegel il Vecchio in cui sono raffigurati dei contadini olandesi che giocano sul ghiaccio con delle pietre. Comunque sia, il curling disputato all'aperto divenne molto popolare in Scozia dal secolo XVI al secolo XIX. E proprio in Scozia nacque e ha tuttora sede la World Curling Federation, il massimo organo internazionale della disciplina. Entrato nel programma olimpico dei Giochi invernali dal 1924 al 1932, il curling fu poi reintrodotto a partire da Nagano 1998. Assai diffuso in Gran Bretagna, Scandinavia, Canada e USA, fu "scoperto" dall'Italia in occasione dei Giochi invernali di Torino 2006.

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FREE CLIMBING

Il free climbing, che significa letteralmente "libera arrampicata", è uno sport che consiste nello scalare rocce con il solo ausilio delle mani e dei piedi, senza l'impiego e il sostegno di mezzi artificiali. Originario dei Paesi anglosassoni, si differenzia dall'alpinismo tradizionale in quanto non viene praticato solamente in montagna, ma in qualsiasi località dove ci siano rocce che presentino caratteristiche indispensabili, quali un certo grado di pendenza, spuntoni o scanalature che permettano al free climber di attaccarsi e di issarsi, ecc. Il free climbing è uno sport in cui sono necessarie doti fisiche particolari, come una notevole forza in mani, braccia e gambe, e una grande agilità. L'uso dei chiodi di fissaggio alla parete è previsto solo per ragioni di sicurezza.

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GINNASTICA

La ginnastica, entrata nel programma olimpico fin dalla prima edizione dei Giochi moderni, è uno sport che comprende esercizi a corpo libero ed esercizi eseguiti con grandi attrezzi. Mentre nel corpo libero sono fondamentali la composizione armoniosa di elementi ritmici, le posizioni di equilibrio, di tensione e di rilassamento, nei movimenti svolti agli attrezzi compaiono elementi di slancio, di volteggio di forza e di posizioni statiche. In ambito agonistico, il regolamento prevede gare distintamente maschili e femminili, individuali e a squadre di sei elementi ciascuna. Gli uomini sono tenuti a esibirsi in sei esercizi obbligatori e sei esercizi liberi da eseguire agli anelli, al cavallo con maniglie, alla sbarra, alle parallele, al cavallo per volteggio, a corpo libero. Le donne sono tenute a presentare un programma composto da quattro esercizi obbligatori e quattro liberi: alla trave, alle parallele asimmetriche, al cavallo da volteggio, a corpo libero con accompagnamento musicale. La classifica finale viene stilata basandosi sulle valutazioni dei singoli esercizi espresse dai giudici di gara (da due a sei in relazione all'importanza dell'evento agonistico), considerate nella loro totalità. Accanto alla ginnastica cosiddetta artistica, vi è anche la ginnastica ritmica, unicamente femminile, che viene solitamente praticata con l'ausilio di piccoli attrezzi (nastro, palla, fune, cerchio, clavette) e l'accompagnamento musicale.

Il termine ginnastica prende origine dal greco gymnós (nudo): gli antichi Greci, per motivi igienici ed estetici, erano infatti soliti eseguire una serie di esercizi fisici nudi. In Grecia la ginnastica era tenuta in grande considerazione, venendo ritenuta un mezzo per conseguire lo sviluppo armonioso non solo del corpo, ma anche dell'intelligenza, dell'interazione sociale e della personalità. Per questo motivo, fin dalla riforma di Solone del VI secolo a.C., la ginnastica era parte integrante dell'educazione dei giovani. A partire dal V secolo, in relazione con la popolarità assunta dai Giochi olimpici, la ginnastica venne praticata con intento "professionistico". I Romani, al contrario, riservarono gli esercizi ginnici al solo addestramento militare. Dopo la soppressione dei Giochi olimpici (393 d.C.), la ginnastica, come gran parte delle discipline sportive, cadde in disuso, sia nel Medioevo, sia nel Rinascimento. Per ritrovare un interesse nei confronti della disciplina si dovette attendere il XVIII secolo, quando si praticarono forme moderne di ginnastica. In Italia la prima associazione di ginnastica fu fondata a Torino nel 1844 e il primo concorso ginnico si tenne a Venezia nel 1869, organizzato dalla neonata Federazione Ginnastica Italiana, socia dell'omologa Federazione Internazionale.

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GOLF

Il golf è uno sport di origine olandese che si pratica su campi di vaste dimensioni, appositamente sistemati ognuno con caratteristiche proprie e particolari difficoltà. Scopo del gioco è compiere un percorso sul quale sono disseminate 18 piccole buche, nelle quali si deve mandare una palla con un'apposita mazza. Vince chi effettua l'intero percorso nel minor numero di colpi. L'area di partenza (tee ground), di solito pianeggiante e con l'erba ben rasata, corrisponde al punto d'inizio di ogni singola buca. Lungo il percorso si incontrano diversi tipi di superficie: la fairway, che presenta l'erba accuratamente tagliata; l'avant e il rough, dove l'erba è incolta; gli ostacoli (per esempio, fosse piene di sabbia, dette bunker, avvallamenti, specchi d'acqua naturali o artificiali). Il terreno intorno alla buca, detto green, è caratterizzato da un'erba particolarmente curata. Nel golf fondamentalmente vi sono due tipi di gara: lo stroke play, in cui i concorrenti sono tutti avversari tra loro, e il match play, in cui un giocatore gareggia contro l'altro a eliminazione diretta. Al fine di rendere i tornei più equilibrati, le regole del golf prevedono degli handicap, cioè dei punti, fino a un massimo di 28 per gli uomini e di 34 per le donne, che vengono detratti dal punteggio finale conseguito dai giocatori. Il numero di colpi ottimale per andare a buca viene denominato par (varia da 3 a 5 a seconda della lunghezza). Nel caso in cui un concorrente realizzi una buca impiegando un colpo in meno rispetto al par, mette a segno il birdie; se i colpi al di sotto del par sono due, si ha un eagle. Al contrario, se il giocatore effettua la buca impiegando un colpo sopra il par, realziza il bogey; se i colpi sopra il par sono due, si ha un double bogey. Nel golf i colpi fondamentali sono: il drive, che serve per coprire lunghe distanze e viene eseguito con mazze dalla testa di legno; l'approach, che si effettua allo scopo di avvicinarsi alla buca; il pitch e il chip, che si eseguono in prossimità del green; il putt, che rappresenta il colpo con cui si tenta di inviare la palla in buca e che viene effettuato sul green servendosi di una mazza apposita denominata putter.

Assai praticato nella Scozia del XV secolo, nel 1457 il golf fu proibito tramite editto da Giacomo II. Tornato in voga sotto Giacomo IV, venne praticato con passione dai successivi regnanti della dinastia degli Stuart. Il primo club di golf, il Golf Club St. Andrews, venne fondato in Scozia nel 1754 e stilò il regolamento ufficiale di questo sport. Il golf si diffuse ampiamente a partire dalla seconda metà del XIX secolo, portato dai colonizzatori inglesi in Asia, Australia, Sudafrica e America. Il golf è praticato da dilettanti e professionisti. Le regole per le attività dei dilettanti sono fissate dal Golf Club di St. Andrews, dalla USGA (United States Golf Association) e dalla WAGC (World Amateur Golf Council), che organizza il Campionato per Nazioni, la più importante manifestazione a livello amatoriale. I professionisti fanno capo a singole associazioni di ogni Paese, le PGA (Professional Golf Association), che si occupano in particolare dei tornei internazionali. I tornei più importanti del mondo sono quelli del Grande Slam, il Masters, l'US Open, il British Open, il PGA Championship, la Ryder Cup e il World Matchplay.

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HOCKEY

L'hockey è uno sport che si pratica sul ghiaccio oppure sul prato. Hockey su ghiaccio: è uno sport praticato su un campo ghiacciato della lunghezza di 50-76 m e della larghezza di 18-33 m, delimitato da due porte, larghe 1,83 m e alte 1,22 m. Scopo del gioco è di mandare un disco di gomma vulcanizzata (puck), del peso massimo di 170 g, nella rete avversaria il maggior numero di volte. La partita consta di tre tempi di 20' ciascuno, separati da intervalli di 15'. Le squadre sono formate da un massimo di 20 giocatori più tre portieri per gli uomini e di 18 giocatrici più due portieri per le donne. Una squadra non può avere più di 6 giocatori sul ghiaccio durante lo svolgimento del gioco. I giocatori sono muniti di pattini a lama e di bastoni di legno ricurvi all'estremità inferiore, con cui colpiscono il puck. Sono inoltre protetti da parastinchi, paragomiti, spallini, calzoni pesanti, guanti e casco; il portiere è dotato di un casco con griglia per proteggere il viso. L'hockey è uno sport molto aggressivo, in cui sovente i giocatori ricorrono al contatto fisico e ai bastoni per allontanare gli avversari dal puck. Il contatto fisico deve rimanere tuttavia entro i limiti consentiti. Qualora un giocatore infranga le regole, viene penalizzato dall'arbitro e allontanato dal ghiaccio per 2, 5 o 10 minuti, oppure fino a che non è realizzata una rete dalla squadra in superiorità numerica. Sport molto praticato nei Paesi nordici e particolarmente diffuso in Canada, fa parte del programma olimpico dalla prima edizione dei Giochi invernali, disputati a Chamonix nel 1924, ma era già presente alle Olimpiadi estive di Anversa del 1920. In Italia l'hockey su ghiaccio nacque sul laghetto ghiacciato del Parco del Valentino di Torino nel 1911. La prima pista di ghiaccio artificiale fu inaugurata a Milano nel 1923. L'attività hockeystica internazionale è sotto la tutela della Lega internazionale di Hockey su ghiaccio, nata nel 1908.

Hockey su prato: si pratica su terreno erboso della lunghezza di 91,40 m e della larghezza di 55 m, delimitato da due porte larghe 3,66 m e alte 2,14 m, da due squadre composte da 11 giocatori ciascuna. Obiettivo del gioco è di segnare il maggior numero di reti, mandando nella porta avversaria una palla di cuoio di 23 cm di circonferenza, che può essere colpita solo con una mazza di legno dall'estremità ricurva e liscia da un lato; solo il portiere è autorizzato a prenderla con le mani. La palla deve rimanere il più possibile vicino alla mazza e non può essere trattenuta. Il portiere indossa a protezione una speciale armatura che include parastinchi, paragomiti e un casco integrale con visiera a grata per proteggerlo dagli eventuali colpi degli avversari o della palla. La partita consta di due tempi di 35' ciascuno effettivi, con un intervallo di 5', e segue regole simili a quelle del calcio. Entrò nel programma olimpico nel 1908, per quanto concerne gli uomini, e nel 1980, per quanto concerne le donne.

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JUDO

Il judo è un'arte marziale giapponese che si basa sul principio della flessibilità, contenuta nel vocabolo ju. Il judo ebbe origine dal Ju-jitsu, antico metodo di lotta giapponese inteso come studio di movimenti per colpire e danneggiare l'avversario, da cui derivò il moderno judo, che si sviluppò alla fine del 1880 con il professore di educazione fisica Jigoro Kano. Il judo moderno è un metodo di lotta inteso a sfruttare la direzione dell'impulso dell'avversario per portarlo in una posizione dalla quale è più facile costringerlo alla caduta e all'immobilizzazione. Il judo si basa sullo studio dell'equilibrio del corpo e del rapporto forza-equilibrio per trarre il maggior vantaggio dallo squilibrio in cui si riesce a portare il corpo dell'avversario. Per tale motivo il Ju-jitsu, trasformatosi poi in judo, mantiene nella sua applicazione agonistica due forme: la proiezione e l'immobilizzazione a terra. I lottatori si dividono in due categorie: i kiy (numero) o "cinture allievi", ovvero sei livelli rappresentati da altrettante cinture colorate (bianca, gialla, arancione, verde, azzurra e marrone) le quali stabiliscono il grado di miglioramento cui l'allievo è arrivato; seguono poi i dan (grado) o "cinture nere", che stabiliscono il grado di classe del lottatore che può portare la cintura nera. Alle Olimpiadi, dove il judo fece la sua comparsa in occasione dei Giochi di Tokyo del 1964 (a livello femminile venne introdotto nel programma olimpico a partire da Barcellona 1992) i judoka sono suddivisi in base al peso in 7 categorie (Giochi di Atene 2004). Nei tornei la suddivisione viene fatta anche per gruppi di cinture o per gradi dan. Nel programma dei Campionati mondiali ed europei è stata istituita anche una categoria libera agli atleti di tutte le categorie per l'aggiudicazione del titolo assoluto. Le gare di judo possono essere individuali e a squadre. I combattimenti sportivi di judo si disputano su un tappeto verde (tatami) ricoperto di un telone in modo da formare una superficie liscia. La superficie utile di combattimento non deve essere inferiore a 4x4 m e lo spessore del tappeto deve essere di almeno 10 cm. La direzione del combattimento è affidata esclusivamente alle cinture nere in funzione di arbitri. Dato che il judo è considerato sport non violento, viene data grande importanza al rispetto tra i praticanti e lo stesso combattimento sportivo è disciplinato da regole che vietano qualsiasi azione possa recare danni fisici all'avversario. I judoka combattono scalzi e, per dar modo all'arbitro di poterli distinguere facilmente, uno di essi, designato dalla commissione di gara, indossa una cinta di colore rosso. Scopo del judoka è di proiettare l'avversario sul tatami e immobilizzarlo dopo averne atteso l'attacco e averlo sorpreso in una posizione di squilibrio. I lottatori si fronteggiano per un periodo di tempo che varia dai 3 ai 5 minuti e vengono valutati in base alla loro padronanza nell'esecuzione delle tecniche. Essi si aggiudicano un punto (ippon) nei seguenti casi: quando riescono a proiettare l'avversario oltre le spalle, quando lo sollevano sino all'altezza delle spalle; quando eseguono con precisione una presa a terra per almeno 20 secondi. È prevista anche l'assegnazione di mezzi punti (waza-ari). La vittoria è appannaggio del judoka che al termine dell'incontro ha ottenuto il punteggio più elevato. Le tecniche fondamentali del judo si suddividono in: tecniche di proiezione (nage-waza); tecniche di controllo (katame-waza), che includono immobilizzazioni al suolo (osaekomi-waza), "strangolamenti" (shime-waza) e leve articolari (kansetsu-waza); tecniche di colpi portati su punti vitali o dolorosi (ate-waza), impiegate solamente come metodo estremo di autodifesa.

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PALLAMANO

La pallamano è uno sport a squadre che può essere praticato sia all'aperto che al chiuso. Le partite si disputano tra due formazioni di 12 giocatori ciascuna, di cui 7 (6 giocatori e 1 portiere) scendono in campo e 5 rimangono in panchina; le sostituzioni sono possibili in ogni momento e senza restrizioni. Le regole della pallamano sono assai simili a quelle del calcio, con la differenza che la palla può essere toccata solo con le mani, mentre è proibito farlo con le gambe (al di sotto del ginocchio), e con i piedi; solo il portiere può utilizzare nel contatto con la palla tutte le parti del corpo. Obiettivo del gioco è segnare il maggior numero di reti spedendo la palla, di forma sferica e del peso di 425-475 g per gli uomini e 325-400 g per le donne, nella porta avversaria; vince la squadra che realizza il maggior numero di reti. Le partite vengono disputate su un campo di forma rettangolare della lunghezza di 40 m e della larghezza di 20 m. Al centro dei lati minori sono situate le due porte, alte 2 m e larghe 3 m. A un raggio di 6 m da ciascuna porta è tracciata una linea continua, detta linea di porta, che delimita l'area in cui può muoversi solo il portiere; più oltre, con una linea tratteggiata, è segnata la fascia dei 9 m, omologa all'area di rigore del calcio. Se un giocatore in difesa commette fallo all'interno della propria fascia, l'arbitro assegna alla squadra avversaria in attacco un tiro in porta dalla linea dei 9 m. In caso di rigore (quando l'arbitro abbia valutato che il fallo commesso abbia ostacolato la realizzazione di una rete), il tiro viene eseguito dalla linea intermedia dei 7 m, senza che nessuno si interponga tra il rigorista e il portiere. Ciascuna partita si svolge in due tempi di 30' l'uno, con 15' di intervallo; in caso di parità si giocano, senza interruzioni, uno o più tempi supplementari della durata di 5'. Durante l'azione i giocatori possono tenere la palla fra le mani e compiere non più di tre passi prima di tirarla, o sostare non più di 3". Un lancio è intercettato validamente se la palla ha prima toccato o il terreno o un altro giocatore o la porta; è perciò vietato palleggiare verso l'alto o tuffarsi sulla palla. Nel caso in cui il tiro esca dalle linee laterali o di fondo, si effettua una rimessa laterale. Nei contatti con l'avversario ci si può opporre con il corpo e sottrarre la palla con la mano aperta, senza tuttavia strapparla se è tenuta a due mani. I falli più gravi possono essere puniti con l'esclusione temporanea dal gioco (da 2 a 5 minuti) o con l'espulsione vera e propria. La partita è diretta da due arbitri, affiancati da un segretario e da un cronometrista.

Nata in Germania nel 1919, e poi diffusasi in Europa, negli Stati Uniti e in Estremo Oriente, la pallamano fu disciplina olimpica dimostrativa ai Giochi del 1936, facendo il suo ingresso ufficiale nel programma olimpico in occasione dell'edizione di Monaco del 1972. Nel 1946 fu fondata la Federazione internazionale. In Italia la pallamano è gestita dalla Federazione Italiana Gioco Handball (FIGH) che dal 1969 organizza un Campionato maschile e dal 1970 un Campionato femminile.

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TENNIS DA TAVOLO O PING PONG

Il ping pong è uno sport simile al tennis (per questo è chiamato anche tennis da tavolo) praticato da due (singolo) o quattro (coppia) giocatori. Il campo di gioco è costituito da un tavolo rettangolare di colore verde, bordato con linee bianche di 2 cm, alto 76 cm da terra, lungo 2,74 m e largo 1,525 m. Il tavolo è suddiviso in due metà da una rete alta 15,25 cm, fissata tramite morsetti e paletti di sostegno. La pallina, di celluloide bianca, deve avere un diametro di 3,8 cm e un peso di 2,5 g. Obiettivo del gioco è battere e ribattere la pallina, servendosi di una racchetta di legno rivestita di gomma, nel campo dell'avversario, costringendolo a mancare la risposta o a sbagliare spedendo la palla fuori dal tavolo o in rete. Nel doppio, i giocatori devono alternarsi nel colpire la pallina. Ogni giocata ha inizio con il servizio (di diritto o di rovescio), che spetta a ogni giocatore per cinque volte consecutive. Un incontro si disputa al meglio di tre o cinque partite: ogni partita viene vinta dal giocatore che per primo totalizza 21 punti con un minimo di 2 punti di vantaggio sull'avversario. Oltre al servizio, gli altri colpi fondamentali del ping pong sono: il diritto e il rovescio, i più usati durante il gioco; la schiacciata, che è un colpo molto potente che solitamente consente al giocatore di chiudere il punto; il top spin, un colpo a effetto che si esegue colpendo la pallina dal basso verso l'alto imprimendole un effetto rotatorio e aumentandone la velocità; il back spin, un altro colpo a effetto, che si esegue colpendo la pallina dall'alto verso il basso, imprimendo un effetto rotatorio all'indietro abbassando la traiettoria della pallina e smorzandone il rimbalzo.

Nato in Inghilterra alla fine del XVIII secolo come versione ridotta del tennis classico, si diffuse ampiamente all'inizio del XIX secolo. Nel 1902 sorse la Ping Pong Association e nel 1926 la International Table Tennis Federation (ITTF), a cui aderirono rappresentanti di Paesi europei e Federazioni nazionali di Paesi asiatici, africani e americani. In Italia la Federazione Italiana Tennistavolo nacque nel 1969. I primi Campionati mondiali di ping pong furono disputati a Londra nel 1927. Questo sport fu inserito per la prima volta nel programma olimpico ai Giochi di Seul del 1988. Tra i Paesi più forti al mondo, figurano la Cina, la Corea del Sud, la Svezia, la Francia e la Germania.

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TIRO A SEGNO

Il tiro a segno è uno sport individuale che si pratica sia all'aperto che al chiuso in apposite aree attrezzate, chiamate poligoni, all'interno delle quali i concorrenti sparano a bersagli (ciascuno di essi generalmente suddiviso in zone circolari concentriche con punti dall'1 al 10) posti a distanze che variano da 10 a 300 m. Le sagome dei bersagli, che variano, oltre che per la distanza, per le dimensioni e il disegno, possono inoltre essere fisse, ribaltabili e girevoli. Le armi impiegate per sparare ai bersagli sono carabine e pistole. A livello maschile, la carabina si suddivide in: carabina libera tre posizioni, nella quale si sparano 120 colpi in tre posizioni diverse (a terra, in piedi, in ginocchio); carabina libera a terra, in cui si sparano 60 colpi stando sempre sdraiati a terra; carabina da 10 m, in cui si sparano 60 colpi stando in piedi; bersaglio mobile 10 m, in cui si sparano 60 colpi stando in piedi, di cui 30 a corsa lenta e 30 a corsa veloce. Per le donne le prove con la carabina sono: carabina standard, in cui si sparano 60 colpi in tre posizioni diverse (a terra, in ginocchio, in piedi), e carabina da 10 m, in cui si sparano 40 colpi stando in piedi. Le specialità della pistola prevedono che tutti i colpi vengano tirati da posizione eretta e si suddividono in: pistola libera, in cui si sparano 60 colpi a una distanza di 50 m; pistola automatica, in cui si sparano 60 colpi a 25 m; pistola 10 m, in cui si sparano 40 colpi. In tutte le gare vigono due regole fondamentali: il tiratore deve sparare tutti i colpi entro un tempo prestabilito, pena l'azzeramento del punteggio ottenibile; il tiratore deve sparare i colpi in serie successive e non tutti insieme.

Tra gli sport più antichi del mondo (l'uomo primitivo usava per necessità la fionda e l'arco), il tiro a segno subì una vera e propria rivoluzione con la scoperta della polvere da sparo. Il primo documento di tiro con le armi da fuoco (esercizi con gli "schioppetti" fatti a Norimberga) risale al 1429, mentre la prima gara internazionale si tenne a Zurigo nel 1472. Caduto poi in disuso, essendo diventate le armi da fuoco prerogativa dell'esercito, il tiro a segno ebbe nuovo splendore dopo la rivoluzione francese. Il primo club di tiro nacque a Lucerna, in Svizzera, nel 1466. Nel 1907 fu fondata la UIT (Union Internationale de Tir). Il tiro a segno entrò nel programma olimpico fin dalla prima edizione dei Giochi di Atene del 1896 per diretto interessamento di De Coubertin, provetto tiratore. Fino al 1968 le donne gareggiavano con gli uomini. In Italia, Paese dalla grande tradizione nel tiro a segno, l'organismo che disciplina questo sport è la UITS (Unione Italiana Tiro a Segno).

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TIRO A VOLO

Il tiro a volo è uno sport che si pratica all'aperto nel quale i concorrenti (individualmente o a squadre) sparano a piccoli dischi lanciati in aria da apposite macchine. Le specialità previste dal tiro a volo si suddividono in: olimpiche (fossa olimpica, double-trap, skeet) e amatoriali (fossa universale, percorso di caccia, compak sporting, electrocible, fintello, tiro al piccione). Nel tiro a volo, in cui si usa un fucile che non può superare i 12 mm di calibro, il tiratore si posiziona su pedane situate all'interno di un campo di tiro dove vengono lanciati i bersagli. Le pallottole sparate devono avere bossoli non superiori ai 70 mm di lunghezza. I bersagli possono essere costituiti dai piattelli (dischi concavi di 110 mm di diametro, 25 mm di altezza, 105 g di peso), dal fintello (simile a un piattello, nella parte concava presenta strisce di plastica) e dall'electrocible (un'elica rotante a due pale al cui centro è fissato un piattello). In questa sede ci occuperemo di descrivere solamente le caratteristiche delle specialità olimpiche.

Fossa olimpica: è una gara in cui gruppi di sei concorrenti tirano a 25 bersagli, per sei turni di fila, sino a un totale di 150 bersagli. I primi classificati hanno accesso alle fasi finali in cui si assegnano le medaglie. I concorrenti si preparano al tiro in piedi e con il fucile imbracciato; quando sono pronti, gridano "pull", un comando vocale a cui segue il lancio del piattello, che deve avvenire entro un tempo massimo di 2 decimi di secondo. Per ogni pedana vengono lanciati due piattelli a destra dell'atleta, due a sinistra e uno al centro; tali combinazioni non hanno tuttavia un ordine prestabilito, bensì una sequenza casuale. La fossa olimpica entrò per la prima volta nel programma olimpico a Parigi 1900.

Double-trap: analogo alla fossa, si differenzia da quest'ultima in quanto il concorrente deve tirare a due bersagli (doppietto); in caso di errore di prima canna, l'atleta può tirare una seconda volta sullo stesso bersaglio. Le gare sono divise in tre tornate e una finale riservata ai migliori sei classificati. Prevedono tutte una serie di 25 doppietti per un totale di 25 piattelli a serie. La specialità del double-trap fu inserita nel programma olimpico da Atlanta 1996.

Skeet: nello skeet il concorrente si prepara al tiro con il fucile posto all'altezza dell'anca. Dal momento in cui chiama il pull a quello del lancio, possono passare da 0 a 3 secondi. Il tiro prevede sia bersagli singoli che doppietti. Nel caso dei doppietti, se il concorrente fallisce un bersaglio è obbligato a colpire il secondo. I tiri vengono effettuati da otto pedane (case) diverse. Come nella fossa olimpica, le gare prevedono serie di 25 bersagli con sei tiratori che si alternano sulla medesima pedana, partendo dalla prima per arrivare all'ottava. Lo skeet fa parte del programma olimpico da Città del Messico 1968.

Praticato in Inghilterra agli inizi del XIX secolo, il tiro a volo venne inizialmente chiamato ball-trap in quanto i bersagli erano costituiti da bocce di vetro lanciate in aria. Al posto delle bocce, vennero utilizzati anche piccioni vivi, liberati da apposite gabbie. Quando questa pratica crudele fu proibita, furono introdotti i piattelli. L'organismo che disciplina il tiro a volo a livello internazionale è la UIT (Union Internationale de Tir). In Italia le specialità tirovolistiche sono rappresentate dalla FITAV (Federazione Italiana Tiro a Volo), fondata nel 1928.

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TIRO CON L'ARCO

Il tiro con l'arco è uno sport che si può praticare su qualsiasi terreno purché pianeggiante, sia all'aperto che al chiuso (in quest'ultimo caso, il campo di tiro viene ridotto). Scopo del gioco è scagliare un numero prestabilito di frecce verso dei bersagli; vince la gara l'arciere che riesce a centrare o ad avvicinarsi al centro del bersaglio per il maggior numero di volte. Il bersaglio, posato su un apposito treppiede, è a forma di ottagono, inclinato di 15°, nel quale è disegnato un cerchio, con un diametro di circa 122-80 cm, con altri 5 cerchi concentrici diversamente colorati; a ogni cerchio corrisponde un diverso punteggio che è maggiore in centro e minore man mano che si va verso la periferia. La specialità di tiro con l'arco più praticata è il tiro alla targa, nel quale gli arcieri mirano a bersagli fissi allineati sul campo di gara. I concorrenti hanno a disposizione 144 frecce che vengono scagliate da quattro diverse distanze: 90, 70, 50, 30 m per gli uomini; 70, 60, 50, 30 m per le donne. Ampiamente diffuso già nell'antichità come strumento di caccia e di difesa, l'arco venne utilizzato come attrezzo sportivo in Europa a partire dal XVII secolo. La gara più antica di tiro con l'arco è la Ancient Scorton Arrow, disputata nel 1673 nello Yorkshire, in Inghilterra, dove nel 1781 nacque la Royal Toxophilite Society, la società di tiro più antica. Ai Giochi olimpici questo sport ebbe alterne fortune: disputato dai Giochi di Parigi del 1900 ai Giochi di Anversa del 1920, tornò a far parte del programma olimpico dai Giochi di Monaco del 1972.

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VELA

La vela è uno sport che si pratica sul mare o in laghi per mezzo di imbarcazioni di vario tipo munite di alberatura a vela che, per muoversi, sfruttano la sola spinta del vento. La pratica della vela nacque, sotto forma più o meno sportiva, con lo stesso nascere della navigazione. Una grande rivoluzione si attuò intorno al 1400, quando si giunse a procedere anche stringendo il vento contrario. Altre importanti conquiste, che coincisero con il tempo delle grandi scoperte geografiche, furono l'invenzione della bussola, il computo delle distanze in base all'indicazione dell'ampolletta (orologio a polvere) dell'astrolabio, poi sostituito, nel XVII secolo, dalla balestriglia, e poi ancora dal sestante. La pratica sportiva della vela ebbe inizio nel 1622 in Inghilterra, dove sul Tamigi, a Lodra, fu organizzata la prima regata tra due imbarcazioni, una di Carlo II, che prevalse, e l'altra del duca di York. Il primo club velico, il Royal Cork Yacht Club, sorse in Irlanda nel 1720. Nel 1851 fu istituita l'America's Cup (Coppa America), tuttoggi la competizione velistica più prestigiosa, a cui l'Italia partecipò in quattro occasioni: nel 1983 con Azzurra condotta da Cino Ricci che arrivò in semifinale; nel 1992 con il Moro di Venezia guidato da Paul Cayard, che giunse in finale; nel 2000 con Luna Rossa condotta da Francesco De Angelis, che fu sconfitta nella gara finale dall'imbarcazione neozelandese Black Magic; nel 2005 con Mascalzone Latino con Flavio Favini al timone. In Italia l'inizio dello sport della vela può essere fatto risalire al 1842, quando a Como sorse il Regate Club, che organizzava annualmente corse tra imbarcazioni costruite in cantieri italiani. La Federazione Italiana Vela (FIV) che regola dal 1946 l'attività velistica nazionale, dipende dal CONI. La vela fu inserita tra gli sport olimpici sin dalla prima edizione di Atene 1896 e vi rimase sempre come disciplina ufficiale. A variare nei programmi ai Giochi furono invece le diverse classi. A livello mondiale la vela è disciplinata dalla ISAF (International Sailing Federation), un tempo International Yacht Racing Union (IYRU).

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Nelle competizioni di vela, dette regate, scopo del velista o dell'equipaggio è coprire un determinato tragitto nel minor tempo possibile, superando per primo la linea del traguardo. Il campo di regata è delimitato da boe, solitamente disposte a forma di trapezio o di triangolo. Le gare si svolgono sovente in più giornate o a tappe, nell'arco delle quali viene stilata una classifica. Nelle regate a squadre (dette flottiglie), come l'Admiral's Cup o la Sardinia Cup, il punteggio è costituito dalla somma dei punti realizzati dalle singole imbarcazioni della flottiglia. Nella vela d'altura a partecipare alla gara non è il singolo velista o l'equipaggio, che possono cambiare di volta in volta, ma l'imbarcazione, che è sottoposta a rigidissime regole di stazza, in modo da determinarne l'appartenenza a una classe omogenea di imbarcazioni equivalenti. Anche quando la competizione è disputata tra imbarcazioni diverse, la graduatoria viene stilata per classi.

In base al tipo di imbarcazione usata, le gare si suddividono in: regate per classi monotipo, classi a formule, classi libere di cabinati. In questa sede prenderemo in considerazione solo le imbarcazioni monotipo, le più conosciute e popolari, ammesse come classi olimpiche, tralasciando le classi federali e giovanili. Le classi veliche che presero parte ai Giochi di Atene del 2004 furono, in campo maschile: Mistral, tavola a vela monotipo, solitamente in polietilene, progettata nel 1978 da Ernstfried Prade, entrata nel programma olimpico nel 1996; 49er, deriva planante con doppio trapezio, terrazze rigide, bompresso retrattile, spinnaker asimmetrico, progettata nel 1995 dall'australiano Julia Bethwaite e classe olimpica dal 2000; 470, monotipo a scafo tondo e deriva mobile progettato nel 1963 dall'architetto francese André Cornu e classe olimpica, a intervalli, dal 1976; Laser, monotipo con scafo tondo e deriva a baionetta progettato nel 1971 da Bruce Kirby e classe olimpica dal 1996; Star, monotipo con scafo a spigolo e chiglia a pinna progettato nel 1911 dal nordamericano William Gardner e classe olimpica a diverse riprese dal 1932; Finn, monotipo a scafo tondo e deriva mobile progettato nel 1950 dal finlandese Richard Sarby e classe olimpica a più riprese dal 1952; Tornado, catamarano monotipo con due derive progettato nel 1967 dall'australiano Rodney March e classe olimpica a più riprese dal 1976.

 

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In campo femminile, oltre a Mistral e 470, ad Atene parteciparono anche le classi: Yngling, monotipo a chiglia fissa progettato nel 1967 dal norvegese Jan Linge (ideatore anche del Soling) e classe olimpica dal 2004; Europa, monotipo a scafo tondo e deriva mobile progettato dal belga Roland nel 1964 e classe olimpica a più riprese dal 1992. A partire da Pechino 2008, l'ISAF ha deciso di inserire altre due classi veliche nel programma olimpico: il Laser Radial, monotipo femminile che sostituirà l'Europa; la tavola a vela Neil Pryde RS-X, nuovo windsurf dotato di grande manovrabilità anche con vento leggero, che prenderà il posto del Mistral.

Lo sport della vela utilizza un suo gergo, i cui termini più ricorrenti sono: prua e poppa, che sono rispettivamente la parte anteriore e posteriore della barca; sottovento, che è il lato della barca su cui la vela principale viene spinta dal vento; sopravento, che indica il lato opposto rispetto al sottovento. Le vele principali sono: la randa o vela maestra, situata dietro (poppavia) all'albero maestro; il fiocco, situato a prua, di cui vi sono diversi tipi (dalla tormentina, piccola e resistente, per vento forte e tempesta, al genoa, molto grande e per situazioni con poco vento); lo spinnaker, vela molto grande e leggera che aumenta la velocità della barca. La scotta è la fune che serve a regolare una vela, mentre il termine cazzare e lascare indicano, rispettivamente, il tirare o il rilasciare una scotta. Per quanto concerne le manovre, poggiare significa modificare la rotta allontanando la prua dalla direzione del vento; orzare indica l'operazione di modificare la rotta verso il vento; abbattere o strambare significa che una barca, con il vento in poppa, poggia fino a porre la vela maestra attraverso la linea mediana della barca stessa per passarla sull'altro lato allo scopo di modificare la rotta; virare indica l'operazione di cambiare la rotta orzando e passando per la posizione in cui la barca si trova in controvento. La barca può tenere infine diversi tipi di andatura, quali: bolina, quando la rotta non si scosta più di 45° dalla direzione del vento (una barca a vela non può andare controvento, ma è costretta a risalirlo bordeggiando, cioè mantenendosi ai suoi bordi, di bolina); poppa, quando la rotta coincide con la direzione del vento che spinge appunto la barca da dietro; traverso, quando la direzione del vento è perpendicolare a quella della barca; lasco, andatura intermedia tra il traverso e la poppa.

 

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WINDSURF

Il windsurf è una disciplina praticata con una tavola galleggiante, sulla quale è fissata una vela assicurata a un albero mobile, che si muove sulla superficie dell'acqua con l'aiuto del vento. Il windsurf, che per le dimensioni ridotte dello scafo può raggiungere elevate velocità, consentendo inoltre manovre e prestazioni acrobatiche, è composto da: una tavola, un tempo in legno, oggi in fibre di vetro o in kevlar, che ha una lunghezza variabile da 2,50 a 3,80 m e un peso tra i 15 e i 20 kg; una vela, più o meno grande e leggera; un albero, fissato alla tavola con uno snodo di vetroresina, alluminio o carbonio; la deriva, presente nelle tavole più lunghe, che le rende più stabili; il boma, a forma ellittica che, fissato all'albero o alla vela, consente la conduzione e la manovra.

Inventato negli anni Settanta dagli statunitensi Hyle Scweitzer e Jim Drake, divenne ben presto uno sport popolare in tutto il mondo. Dal 1984 fu introdotto tra le discipline olimpiche; le donne poterono gareggiare a partire dai Giochi di Barcellona del 1992. A livello mondiale il windsurf è disciplinato dalla ISAF (International Sailing Federation), mentre in Italia è rappresentato dalla FIV (Federazione Italiana Vela).

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