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I Mass Media La Radio e La Televisione

 

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I MASS MEDIA - LA RADIO E LA TELEVISIONE

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L'INVENZIONE DELLA RADIO

L'uomo fin dall'antichità si è posto il problema di riuscire a comunicare a distanza. Si trattava soprattutto di trasmettere messaggi militari urgenti, come l'avvistamento di un esercito nemico, allo scopo di consentire una pronta organizzazione delle difese o l'invio di rinforzi. I Romani, ad esempio, usavano il sistema delle torri di fuoco che venivano costruite lungo itinerari strategici, in modo che il fuoco acceso su una fosse visibile da quella successiva. In un tempo enormemente inferiore a quello che avrebbe impiegato il più veloce dei corrieri, certi messaggi essenziali potevano essere trasmessi a grande distanza.

Noti a tutti sono i sistemi di segnalazione adottati dai pellerossa americani e dalle popolazioni africane. Nel primo caso si trattava di segnali di fumo che potevano trasmettere messaggi abbastanza complessi mediante la modulazione delle caratteristiche della fumata secondo un codice stabilito. Nel secondo caso si trattava di un sistema di trasmissione di messaggi sonori mediante il cosiddetto tam-tam, cioè un rullo di tamburi cadenzato in modo da assumere diversi significati. Nell'età moderna l'esigenza di trasmettere a distanza si è fatta sempre più impellente e, grazie allo sviluppo della tecnica e delle conoscenze scientifiche, ha potuto essere soddisfatta in forma sempre più perfezionata fino all'invenzione della radio e della televisione.

Il passaggio a forme tecnologicamente evolute si è avuto agli inizi dell'Ottocento, dopo che nel 1794, durante la Rivoluzione francese, Claude Chappe aveva realizzato un sistema di semafori ottici che sfruttava nella forma migliore e più ingegnosa gli strumenti tradizionali. L'apparecchiatura di Chappe consisteva in un sistema articolato di bracci mobili montati su torri, che potevano essere azionati in modo da assumere diverse posizioni, ognuna delle quali aveva un determinato significato. Fu così possibile, in meno di mezz'ora, trasmettere messaggi piuttosto elaborati dalla città di Tolone, sul Mediterraneo, a Parigi, distante parecchie centinaia di chilometri, attraverso una catena di oltre cento ripetitori distanti alcuni chilometri l'uno dall'altro.

I semafori di Chappe erano però ben lungi dal poter risolvere il problema, che fu finalmente affrontato con strumenti adeguati, grazie alla scoperta dell'elettricità. Il salto di qualità fu ottenuto con il telegrafo, che sfruttava il principio secondo cui una corrente elettrica passante attraverso un filo di rame può trasformare del ferro dolce in calamita. In questo modo si poteva azionare a distanza un pennino che imprimeva dei segni su un nastro di carta scorrevole. Tale sistema, sperimentato da molti scienziati che studiavano il fenomeno dell'elettromagnetismo, fu perfezionato da Samuel Morse che riuscì a mettere a punto una completa apparecchiatura telegrafica, inventando anche un codice, detto alfabeto Morse, che tramite l'uso di punti e di linee, elettricamente trasmessi attraverso impulsi brevi e lunghi, permetteva di comporre qualsiasi messaggio.

Tutto questo avveniva tra il 1835 e il 1844, quando cominciarono vere trasmissioni regolari che rivoluzionarono il sistema di comunicazione, offrendo uno strumento che poteva essere messo al servizio del pubblico con costi piuttosto limitati. Il passo successivo fu l'invenzione del telefono.

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Nel 1871, l'italiano Antonio Meucci ottenne negli Stati Uniti un caveat, ossia un atto pubblico di protezione di invenzione, per un trasmettitore e ricevitore telefonico, ma a partire dal 1874 non richiese il rinnovo dell'atto, per mancanza di fondi. Fu così che nel 1876 lo scozzese Alexander Graham Bell, emigrato negli Stati Uniti, ottenne il brevetto per un apparecchio sostanzialmente uguale a quello di Meucci, assumendo la paternità dell'invenzione del telefono. Telegrafo e telefono avevano annullato le distanze, potendo trasmettere messaggi in codice e suoni istantaneamente, ma dipendevano ancora dalla necessità di usufruire di un'estesa rete di cavi di collegamento e di personale per inviare e ricevere i messaggi (nel caso del telegrafo) o per smistare le chiamate (nel caso del telefono). Trapani Schema: Il telegrafo Morse Le ricerche condotte sui fenomeni elettromagnetici erano comunque sul punto di portare all'ulteriore, sensazionale conquista di un sistema di trasmissione senza fili. Lo scienziato inglese James Clerk Maxwell nel 1864 aveva teorizzato l'esistenza di onde elettromagnetiche prodotte da campi elettrici e magnetici, enunciando altresì le leggi matematiche riguardo al loro comportamento nello spazio. Nel 1887 il tedesco Heinrich Hertz confermò sperimentalmente la previsione teorica di Maxwell, riuscendo a rilevare e a produrre in laboratorio delle onde elettromagnetiche, mediante un oscillatore. Tali onde elettromagnetiche, di lunghezza d'onda maggiore dell'infrarosso, furono denominate onde hertziane. Queste poterono poi essere rilevate anche a notevole distanza rispetto alla loro fonte, grazie ad apposite apparecchiature (i coherer o coesori, costituiti da un piccolo tubo di vetro contenente due conduttori separati da limatura metallica) predisposte dal francese Edouard Branly, dall'inglese Oliver Lodge e dall'italiano Temistocle Calzecchi Onesti. A partire da tali ricerche e dagli studi condotti dallo scienziato russo Aleksander Popov, Guglielmo Marconi poté avviare nel 1894 i propri esperimenti di trasmissione a distanza di segnali senza far uso di fili elettrici. Nel 1896, dopo aver cercato invano di suscitare l'interesse delle autorità politiche italiane, Marconi depositò a Londra il brevetto di un sistema pratico di telegrafia senza fili. Il sistema di Marconi si basava su un apparecchio trasmittente che, mediante un'antenna, irradiava nello spazio onde generate da oscillazioni elettriche, e su un apparecchio ricevente, a sua volta dotato di antenna, che trasformava nuovamente le onde captate in correnti elettriche oscillanti, amplificandole e raddrizzandole in modo da produrre delle vibrazioni. L'impiego dell'antenna rappresentò un'importante innovazione tecnica che consentì a Marconi di trasmettere a notevole distanza, superando gli ostacoli. Egli scoprì inoltre che usando antenne sostenute sempre più in alto e sempre più estese, i segnali (le onde) giungevano più lontano. Trapani Un'immagine di Guglielmo Marconi

Gli esperimenti sulla ricezione condotti da Marconi tra il 1901 e il 1902 nell'Isola di Terranova e quindi a bordo dell'incrociatore "Carlo Alberto", durante i quali lo scienziato riuscì a captare segnali emessi da una trasmittente posta a Poldhu, in Cornovaglia, furono fondamentali per l'acquisizione di nuove conoscenze teoriche sulla comunicazione radio: egli, confutando la teoria invalsa tra gli scienziati dell'epoca i quali ritenevano che le onde radio si propagassero in modo prevalentemente rettilineo e non fossero trasmissibili al di là dell'orizzonte visibile, riuscì a dimostrare che era possibile ricevere segnali anche a migliaia di chilometri di distanza, nonostante la presenza di ampie zone continentali e di catene montuose tra il trasmettitore e il ricevitore, e che la curvatura terrestre non rappresentava un ostacolo per onde radio di lunghezza opportuna. Alla base di queste formulazioni, vi erano due motivi fondamentali: le onde si propagano anche "scivolando" lungo la superficie terrestre (onda di terra); vi è uno strato dell'atmosfera, detto ionosfera, la cui esistenza fu ipotizzata dai fisici inglesi Kennelly e Heaviside nel 1902 e confermata sperimentalmente nel 1912 da W.H. Eccles, che riflette le onde radio. I primi risultati concreti dell'uso della radio si ebbero il 16 aprile 1912, allorquando il nuovo sistema di comunicazione a distanza divenne protagonista nel salvataggio di centinaia di passeggeri del transatlantico Titanic, naufragato contro tutte le previsioni: i segnali SOS lanciati dai radiotelegrafisti di bordo furono captati da altre navi che poterono intervenire, riuscendo a salvare circa 700 naufraghi. Tale sciagura mise in evidenza l'utilità della radiotelegrafia, spingendo le compagnie marittime a dotarsi di trasmettitori sufficientemente potenti da inviare messaggi a terra anche dal mezzo dell'oceano. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, gli studi sulle applicazioni pratiche della radiotelegrafia ebbero un notevole incremento, determinato dalle necessità militari. In quegli anni vennero utilizzate le prime valvole, che sarebbero diventate basilari nella trasmissione degli anni successivi. Infatti, l'impiego delle valvole a partire dagli anni '20 consentì un aumento della sensibilità dell'apparecchio (e di conseguenza del numero di stazioni che la radio poteva ricevere) e un'amplificazione del segnale acustico di bassa frequenza diretto all'altoparlante (il che significa maggior potenza dell'apparecchio e del suo volume sonoro), permettendo l'ascolto del mezzo senza l'ausilio di cuffie telefoniche. Nei primi anni '20 si attuò il passaggio dalla radiotelegrafia alla radiofonia, cioè dalla trasmissione di impulsi radio alla trasmissione della voce e della musica, reso possibile dall'adozione del sistema a modulazione d'ampiezza (AM). L'avvento della radiofonia modificò radicalmente l'uso della comunicazione senza fili: la comunicazione si attuava non più tra una stazione e l'altra, con la possibilità per entrambe di ricevere e trasmettere, ma tra una stazione trasmittente e numerosissimi apparati riceventi che non avevano la possibilità di trasmettere; non era più comunicazione di servizio (con applicazione in ambito professionale o militare), ma intrattenimento. Lo sviluppo della radiodiffusione (broadcast o trasmissione ad ampio raggio) determinò anche la proliferazione delle stazioni radiofoniche: la prima trasmissione radiofonica regolare fu irradiata dalla stazione statunitense KDKA di Pittsburgh, il 2 novembre 1920. Due anni più tardi negli Stati Uniti si contavano 564 emittenti radiofoniche, che organizzarono una serie di collegamenti per trasmettere a un più vasto pubblico la stessa cronaca di evento sportivo. Esse diedero vita, in questo modo, alla prima rete radiofonica. Nacquero al contempo le grandi compagnie del settore quali la NBC (National Broadcasting Company) e la CBS (Columbia Broadcasting System). Il primo programma radiofonico europeo venne effettuato nella cittadina di Chelmsford (Inghilterra) il 14 novembre 1922. Subito dopo le varie stazioni private britanniche si riunirono nella BBC (British Broadcasting Corporation). In Italia la prima trasmissione radiofonica avvenne il 6 ottobre 1924 da una stazione installata a Roma, in via San Filippo, di proprietà dell'URI (Unione Radiofonica Italiana, divenuta nel 1927 EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, e quindi, nel 1946, RAI, Radio Audizioni Italiane).

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Nel 1933 Edwin Armstrong brevettò il metodo della modulazione di frequenza (FM) che permise una drastica diminuzione dei disturbi della ricezione e una migliore qualità del suono.

Alla scoperta dei transistor (1948) si fa risalire la moderna era elettronica.

L'applicazione dei nuovi dispositivi, che soppiantarono le valvole, segnò la trasformazione più profonda delle apparecchiature elettroniche.

Data la maggiore semplicità e la minore dispersività nell'alimentazione dei circuiti a transistor, divenne possibile ottenere maggiori rendimenti di energia, anche se la resa acustica ne risentì enormemente.

Si rese inoltre possibile la costruzione di dispositivi a semiconduttore che vennero realizzati anche in spazi ridotti.

Negli anni '60, infine, la realizzazione di circuiti integrati facilitò la costruzione di apparecchiature complesse in un spazio che poteva essere ridotto al minimo. Sempre in quel decennio si assistette alla nascita delle radio stereofoniche, ad alta fedeltà e dell'autoradio.

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I RADIOAMATORI

Un ruolo importante nella storia della comunicazione radio è stato svolto dai radioamatori, un movimento spontaneo di interesse, che a partire dagli anni '10, si organizzò in associazioni, tra cui citiamo l'ARRL (American Radio Relay League), nata nel 1914 negli Stati Uniti, e l'ARI (Associazione Radioamatori Italiana), fondata nel 1917. Ai radioamatori, che furono dei pionieri nell'esplorazione delle possibilità della radiodiffusione, va attribuito il merito di aver per primi utilizzato le onde corte, conseguendo risultati talmente positivi da indurre anche i professionisti, tradizionalmente ancorati a lunghezze d'onda molto maggiori, a sfruttare queste gamme di frequenza. Attualmente i radioamatori sono molto numerosi in tutto il mondo e fanno capo alla IARU (International Amateur Radio Union), un'associazione che li rappresenta in campo internazionale. Autorizzati a trasmettere messaggi di carattere tecnico, essi hanno spesso svolto funzioni di grande utilità in situazioni di emergenza e di calamità, servendosi dei loro dispositivi portatili.

RADIO DAYS

Negli anni '30 e '40 la radio contribuì in maniera rilevante a portare il mondo nelle case: le famiglie si riunivano davanti all'apparecchio ricevitore per ascoltare notizie, canzoni, parole e per partecipare a distanza a incontri e a spettacoli di varietà, sportivi, teatrali. Uno dei più celebri e curiosi episodi legati al mezzo radiofonico, fu quello che vide protagonista il regista e attore statunitense Orson Welles il quale nel 1938 curò per la stazione CBS una riduzione radiofonica del racconto di H.G. Wells La guerra dei mondi. Volutamente Welles diede alla rappresentazione un'impronta altamente realistica che gettò nel panico migliaia di persone che avevano creduto che fosse veramente in atto un'invasione della Terra da parte dei Marziani. In Italia le trasmissioni radiofoniche cominciarono il 6 ottobre 1924. L'ascolto radiofonico, dapprima ristretto a pochi abbonati, divenne un fenomeno di massa nel momento in cui si verificò un potenziamento dell'organismo preposto alle trasmissioni, a cui contribuì in gran parte l'ingresso della pubblicità radiofonica, la réclame, che a partire dal 1926 costituì un elemento caratterizzante delle trasmissioni e un'importante risorsa finanziaria. Nel suo primo decennio di attività, la radio, la cui programmazione era destinata prevalentemente all'evasione e all'intrattenimento, non subì pesanti condizionamenti da parte del regime fascista che propagandava le proprie idee unicamente tramite il radiogiornale. I generi prediletti dal pubblico erano: la musica leggera, presentata da orchestre come quelle di P. Barzizza, T. Petralia, F. Montagnini e successivamente anche quelle di C. Angelini, A. Fragna, G. Kramer, o da cantanti che raggiunsero subito grande successo e popolarità (il trio Lescano, A. Rabagliati, N. Otto); le romanze cantate dai divi della lirica (B. Gigli, F. Tagliavini); gli sketch proposti da celebri attori della commedia brillante, quali V. De Sica, G. Rissone, U. Melnati; i programmi umoristici (Il grammofono delle verità di L. Folgore, Il mondo per traverso di A. Campanile, Parliamo tanto di me di C. Zavattini). Tra i grandi successi radiofonici di questo periodo, citiamo la radiocommedia a puntate Le avventure dei Quattro Moschettieri di A. Nizza e R. Morbelli, trasmessa tutti i giovedì dal 18 ottobre 1934 al 4 luglio 1935, che rappresentò il primo evento multimediale italiano da cui furono tratti dischi, libri e una fortunata raccolta di figurine distribuite dalla Buitoni e dalla Perugina. Nella seconda serie della rivista, intitolata I moschettieri (dal 25 ottobre 1936 al 28 marzo 1937), tra gli interpreti si distinse Nunzio Filogamo, che diventerà il più celebre presentatore della radio del nostro Paese. Tra i generi che maggiormente contribuirono allo sviluppo delle trasmissioni radiofoniche e allo sfruttamento delle potenzialità del mezzo, non possiamo dimenticare le epiche radiocronache di avvenimenti sportivi condotte da N. Carosio, per il calcio, e da M. Ferretti per il ciclismo. Nel frattempo il regime fascista aveva cominciato a servirsi del mezzo come strumento di propaganda e di manipolazione dell'opinione pubblica attraverso rubriche di vero e proprio intervento politico, quale Cronache di regime di R. Forges Davanzati. Durante la guerra si intensificò ulteriormente l'informazione di regime allo scopo anche di contrastare le stazioni radiofoniche clandestine che diffondevano notizie sugli avvenimenti bellici divergenti rispetto a quelle fornite dal Governo fascista.

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In particolare, la celeberrima Radio Londra mandava in onda una trasmissione, curata dal popolare Colonnello Stevens e preannunciata da tre punti e una linea (indicanti in codice Morse la lettera "v" di vittoria), che informava gli Italiani sullo svolgimento degli eventi bellici. Nel dopoguerra la faticosa riorganizzazione dei programmi radiofonici si concluse nel 1951 con la riforma che sanciva la nascita di tre reti nazionali tra loro differenziate ma complementari: la prima destinata a soddisfare le esigenze di informazione e svago di un pubblico medio, la seconda con finalità ricreative, la terza rivolta a un pubblico più colto, con una programmazione di carattere educativo e culturale. Tra le trasmissioni di evasione di maggior successo, oltre a Rosso e nero, condotta da un giovanissimo Corrado, si imposero i quiz e i giochi a premi (Il microfono è vostro con N. Filogamo; Il campanile d'oro con E. Tortora, che avrà in Campanile sera la sua versione televisiva; Il motivo in maschera con M. Bongiorno, che avrà nel Musichiere la sua trasposizione televisiva) che già avevano fatto il loro ingresso in radio nel 1944 con il programma Botta e risposta, condotto da Silvio Gigli, i cui modi di dire ("domande facili facili" proposte a "signori con la cravatta color singhiozzo di pesce") erano divenuti famosi. Nel 1956 nacque la prima trasmissione in cui una gara di canzonette era abbinata a una lotteria gestita dallo Stato: Le canzoni della fortuna che, riproposta in 18 edizioni, nel 1957 passò in televisione col titolo Voci e volti della fortuna, modificato nel 1958 in Canzonissima. Per quanto concerne la rivista e il varietà, negli anni '40-'50 la radio rappresentò un polo attrattivo e un importante banco di prova per autori e comici: nel 1946 venne proposta una rivista di fine umorismo, ideata da Federico Fellini e interpretata da Giulietta Masina; nel 1948 un giovane comico ancora sconosciuto, Alberto Sordi, ottenne uno straordinario successo con il programma umoristico Vi parla Alberto Sordi. Le trasmissioni di musica leggera, incontrastata protagonista della programmazione radiofonica, portarono alla ribalta gruppi come il Quartetto Cetra e cantanti quali Nilla Pizzi, Claudio Villa, Luciano Tajoli la cui fama è legata anche al festival di Sanremo, radiodiffuso dal 1951. La radio non trascurò nemmeno la messa in onda di generi colti, con trasmissioni dedicate alla letteratura, alla musica classica, al teatro e, in particolare, al radiodramma che, nato già nel 1929 con L'anello di Teodosio di L. Chiarelli, fiorì soprattutto nel dopoguerra. Tra le trasmissioni di argomento letterario e culturale, una menzione particolare merita L'approdo, ideata nel 1944 da A. Seroni, che comprendeva nel suo comitato direttivo intellettuali del calibro di E. Cecchi, G. De Robertis, G. Contini, G. Ungaretti. Negli anni '50 nacque il documentario radiofonico di approfondimento destinato a trattare di questioni e problemi del Paese: Notturno a Cnosso (1953) di S. Zavoli e G.B. Angioletti; Viaggio in Italia (1954) di G. Piovene; Clausura (1958) di S. Zavoli. Con l'avvento della televisione (1954), la qualità dei programmi radiofonici non si modificò sostanzialmente.

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Negli anni '60 lo scambio tra i due media si mantenne assai fecondo: alcuni conduttori formatisi in ambito radiofonico (M. Costanzo, P. Baudo) cominciarono ad approdare sul piccolo schermo, proponendo sovente delle trasposizioni televisive di programmi radiofonici. Nella seconda metà degli anni '60, accanto a quiz come Il gambero di E. Tortora e a varietà di pura evasione come La corrida di Corrado, si fecero strada trasmissioni destinate a un pubblico prettamente giovanile: Bandiera gialla di G. Boncompagni; Per voi giovani di R. Arbore; Alto gradimento di Arbore e Boncompagni, trasmissione trasgressiva e dalla comicità demenziale. Con il programma Chiamate Roma 3131 (1969) di G. Boncompagni e F. Moccagatta nacque un nuovo modo di fare radio: per la prima volta ai radioascoltatori era offerta la possibilità di intervenire telefonicamente per esporre le proprie storie, determinando un'inversione della direzione del messaggio (anche gli ascoltatori hanno la possibilità di far sentire la loro voce). Gli anni '70 furono contraddistinti dalla crisi della programmazione della RAI e dalla proliferazione tumultuosa delle stazioni libere le cui trasmissioni vennero legalizzate solo nel 1976. Nacquero via via emittenti private commerciali, emittenti dal chiaro orientamento politico (Radio Città Futura e Radio Radicale a Roma, Radio Milano Centrale- divenuta poi Radio Popolare - a Milano), radio con finalità di puro intrattenimento (Radio 105, Dimensione Suono, One-o-One Network, Deejay Network, Radio Italia) o di prevalente informazione (Italia Radio, Radio Maria, radio 24), oltre a numerose stazioni locali. Negli anni '80 la RAI si riprese dalla crisi proponendo i programmi stereofonici in modulazione di frequenza Stereouno e Stereodue (1982), ma le difficoltà persistettero e la programmazione differenziata con i programmi stereofonici terminò nel 1987, mantenendo il doppio canale in onde medie e modulazione di frequenza a trasmissione indifferenziata (qualche anno più tardi l'intera programmazione di Radio 2 passò esclusivamente in modulazione di frequenza). Nonostante ciò, Radio RAI realizzò trasmissioni interessanti, tra cui Radio anch'io di Gianni Bisiach, imperniata su problematiche di attualità, spesso non casualmente inserite nella programmazione della fascia mattutina, quando la concorrenza della televisione è meno forte. Dalla seconda metà degli anni '90 l'ascolto radiofonico ha conosciuto un significativo rilancio che si è concretizzato nel passaggio alla TV di numerosi personaggi e trasmissioni che hanno avuto successo in radio. La TV, povera di idee, ha cominciato a rubare e a copiare dalla cenerentola dei media (come dire: un ritorno alle origini): nel 1995 RAI 3 ha mandato in onda Videozorro, condotto da Oliviero Beha, trasposizione televisiva del programma radiofonico Radio Zorro, presentato dallo stesso Beha; nel 1997 Mediaset ha ingaggiato i due fratelli Molfetta, in arte Albertino e Linus, testimonial e direttori di Radio Deejay; lo show Night Express in onda dal locale Propaganda di Milano su Radio 105 è stato proposto da Italia 1; nel gennaio del 2000 RAI 2 ha proposto la versione televisiva di Radio anch'io, che, cambiando mezzo, ha preso il nome di Tele anch'io, per la conduzione di Andrea Vianello. Radio RAI ha inoltre realizzato diversi programmi di qualità, tra cui Teatri alla radio (1997) a cura di Luca Ronconi, I fantasmi dell'opera di Carlo Meyer (1998), Alcatraz (1998) e Jack Folla (2001), di Diego Cugia; nel 1998 è stato proposta una rivisitazione di Alto gradimento, con un remix di brani che hanno fatto epoca. Tra le trasmissioni di maggiore successo degli ultimi anni ricordiamo Fabio e Fiamma, Il ruggito del coniglio, Caterpillar e Viva Radio 2.

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LO SPECIFICO DELLA RADIO

Negli anni che hanno preceduto l'avvento della televisione, la radio ha svolto, oltre alla funzione specifica di consentire una comunicazione a distanza, anche quella di essere un mezzo sostitutivo dell'esperienza. Con l'avvento della televisione, la radio ha progressivamente modificato la sua fisionomia, diventando sempre meno descrizione di spettacoli da seguire comodamente seduti, e sempre più piacevole sottofondo ad altre attività. Certamente, ancora oggi la radio offre servizi come radiocronache di avvenimenti sportivi, commedie, opere musicali, collegamenti in diretta che descrivono particolari situazioni, ma sempre più cerca di sottolineare la propria specificità rispetto alla televisione. Lo specifico della radio va ricercato in quelle forme di comunicazione dove l'elemento spettacolo è assente o almeno del tutto secondario rispetto all'esperienza reale, intellettuale ed emotiva che si può offrire, e in quel tipo di proposta che non richieda l'interruzione dell'attività, ma al contrario costituisca una dimensione di accompagnamento e di sottofondo in grado di renderla più gradevole. L'impegno della radio a mantenere la propria specificità, si può osservare, ad esempio, dal carattere non casuale della successione dei programmi, costituiti in gran parte da rubriche fisse. La giornata viene scandita in modo che in ciascun momento l'emittente si rivolge ad un determinato tipo di ascoltatore, in una certa fase della sua attività quotidiana. In questo senso il linguaggio si specializza, perché viene definito secondo le caratteristiche del destinatario di quel particolare programma. Bisogna a questo punto distinguere tra emittenti universali, che si rivolgono a tutta la popolazione, scegliendo momento per momento il target al quale rivolgersi, e emittenti per se stesse specializzate, che si rivolgono abitualmente ad un target di cui conoscono a grandi linee interessi, gusti, caratteristiche culturali e psicologiche. La Radio RAI, considerata l'emittente universale per eccellenza, è composta da tre reti: mentre Radio 3 si rivolge ad un pubblico colto, proponendo rubriche di carattere culturale ed educativo, Radio 1 e Radio 2 offrono una programmazione che pone in assoluto rilievo l'informazione, con radiogiornali che vanno in onda quasi ogni ora; gli spazi intermedi sono quasi esclusivamente dedicati a rubriche fisse che hanno caratteristiche diverse a seconda della fascia oraria e, nella loro varietà, si rivolgono a settori differenziati del pubblico. Le emittenti private si caratterizzano per la loro specializzazione, che si esprime in due modi: in alcuni casi si tratta di testate orientate ideologicamente (Radio Città Futura, Radio Radicale, Controradio, Radio Popolare, Radio Maria, Radio Padania, ecc.), in altri di testate che propongono quasi esclusivamente musica. Le radio commerciali e quelle di intervento politico militante hanno conquistato i giovani, proponendo un linguaggio spregiudicato e una mescolanza di informazione e musica pop e rock. La tendenza più diffusa degli anni '90 è quella di usare la radio non solo per ascoltare, ma anche per parlare, raccontare, esprimere la propria opinione, per esserci e farsi sentire. La radio è diventata un parlatorio in cui ogni giorno milioni di persone riversano in diretta le proprie storie quotidiane. Si chiama infatti talk radio il genere più in voga nelle emittenti italiane degli anni '90. Forse perché la TV proiettata verso un mercato mondiale, sta diventando sempre più evasione e spettacolo con la massiccia produzione di fiction, film e serial, la radio si sta affermando come mezzo più attento alla dimensione umana.

Inoltre la possibilità di telefonare è un elemento essenziale di coinvolgimento per l'ascoltatore, anche quando rinuncia a farne uso, perché percepisce che in quel momento la comunicazione è possibile nei due sensi e dall'altra parte c'è qualcuno disposto a rispondere. Anche gli speaker si sono dovuti adeguare al nuovo modo di fare radio: non più mitraglianti deejay, ma interlocutori amichevoli, e accoglienti. La radio ha dunque, anche in Italia, notevoli possibilità di rilancio: ciò è dovuto a fattori tecnico-economici (basso costo di produzione dei programmi, bassissimo costo dei ricevitori), alla possibilità di usufruire del mezzo in ogni situazione ambientale e comportamentale (mentre si sta facendo o si sta pensando ad altro, semplicemente come sottofondo), alla sua capacità di parlare a un pubblico giovane. La radio ha perso la sua connotazione di strumento di comunicazione di massa, acquisendo quella di medium destinato a una fruizione privata e individuale, che possiede un potere evocativo e una forza di coinvolgimento emozionale e fantastico di gran lunga maggiore rispetto alla televisione.

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LA TELEVISIONE

Se da sempre l'uomo ha cercato il sistema tecnico per comunicare a distanza, da sempre ha anche immaginato di possedere la capacità di vedere a distanza. Nella mitologia antica e nelle fiabe, frequente era la figura dell'essere dotato di un simile potere, che spesso si serviva del supporto di un oggetto magico, una sfera di cristallo, per esempio, in cui si visualizzavano figure lontane. Tale magia, oggi alla portata dell'uomo, non ha perso il suo fascino: la televisione è diventata una dimensione essenziale dell'esistenza, fonte non solo di divertimento, ma anche di conoscenze e di modelli di comportamento. Addentriamoci ora a descrivere il funzionamento e la storia del mezzo televisivo. La televisione è un sistema di telecomunicazione per la trasmissione immediata a distanza di immagini fisse o in movimento, attuata per mezzo di un radiocollegamento o di un collegamento tramite cavo coassiale. Tale trasmissione è realizzata attraverso un'apparecchiatura di ripresa, o trasmittente (la telecamera), che trasforma l'immagine da trasmettere in un segnale elettrico mediante un procedimento di scomposizione (analisi) dell'immagine stessa in un grandissimo numero di elementi (i pixel), i quali, opportunamente amplificati e trasformati, vengono trasmessi all'apparecchiatura di ricezione, o ricevente (il televisore), per essere riconvertiti, con procedimento inverso (sintesi), in un'immagine, simile a quella originale, costituita da elementi di luminosità variabile (nella televisione in bianco e nero) o da terne di punti di diverso colore (nella televisione a colori). La difficoltà maggiore che la televisione ha dovuto superare è quella relativa alla visione corretta di un'immagine in movimento, per la quale è necessario che le singole immagini si susseguano a intervalli più brevi del tempo di persistenza delle impressioni visive sulla retina dell'occhio (negli attuali sistemi televisivi le immagini si susseguono a intervalli di 1/25 di secondo). Nel 1884 lo scienziato tedesco di origine russa Paul Gottlieb Nipkow escogitò una soluzione "meccanica" al problema dell'analisi e della sintesi delle immagini con la costruzione di un disco rotante munito di una serie di fori disposti a spirale dietro a cui era posto un dispositivo fotoelettrico che fungeva da trasduttore, trasformando in impulsi elettrici le variazioni di luminosità dei punti dell'immagine (determinanti per tale ideazione furono le ricerche sul selenio condotte dallo scienziato inglese Joseph May che nel 1873 scoprì che tale elemento chimico presentava capacità fotoelettriche, offriva cioè la possibilità di trasformare un segnale luminoso in segnale elettrico). L'idea di Nipkow venne messa a punto nel 1926 dallo scozzese John Logie Baird il quale, servendosi del disco di Nipkow e di tubi elettronici che consentivano un'adeguata amplificazione dei segnali deboli emessi dalla cellula fotoelettrica, costruì un aggeggio, da lui battezzato televisore, che presentò al pubblico nella vetrina di un negozio. La leggenda vuole che Baird avesse realizzato il primo apparecchio nel retrobottega in un fioraio, utilizzando scatole metalliche per biscotti, chiodi e frammenti di legno, con l'aiuto di potenti lampade. Ricerche analoghe a quelle di Baird vennero effettuate in altri Paesi europei, tra cui l'Italia con Banfi e Castellani e la Francia con Henry de France, l'inventore del sistema SECAM a colori. Un ulteriore passo in avanti fu compiuto dal russo Vladimir Kosma Zworykin, emigrato nel 1919 negli Stati Uniti. Egli nel 1934 realizzò un dispositivo, detto iconoscopio, adibito all'analisi elettronica dell'immagine.

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I notevoli perfezionamenti apportati a tale dispositivo, hanno permesso di arrivare all'attuale image-orthicon che consente un'analisi molto particolareggiata dell'immagine. I primi esperimenti di trasmissione di immagini a colori furono effettuati già nel 1928 da Baird il quale riuscì nel suo intento utilizzando tre dischi di Nipkow, uno per ciascun colore fondamentale: blu, verde, rosso. Il sistema, che venne perfezionandosi parallelamente ai progressi compiuti dalle trasmissioni in bianco e nero, si fondava sul principio classico della tricromia: l'immagine è scomposta mediante filtri nei tre colori fondamentali (rosso, blu e verde) e ogni segnale così ottenuto viene codificato e irradiato separatamente; nella ricezione, la sovrapposizione delle tre immagini monocromatiche consente la ricomposizione di quella originale. Nei sistemi moderni, il cinescopio, munito di tre cannoni elettronici, emette tre fasci di elettroni separati, i quali vengono convogliati sullo schermo dove si trovano centinaia di migliaia di fosfòri, cioè delle sostanze luminescenti che consentono la riproduzione del colore. In Europa i programmi di televisione a colori ebbero inizio nel 1967. D'altro canto, non essendo giunti a un accordo comune sul sistema di codificazione dei segnali, alcuni Paesi (la Francia e gli Stati dell'Europa orientale) adottarono il sistema di trasmissione SECAM, mentre altri (quasi tutti i Paesi dell'Europa occidentale, tra cui anche l'Italia) si avvalsero del sistema PAL.

LA TELEVISIONE IN ITALIA

In Italia i primi esperimenti di trasmissione televisiva ebbero inizio nel 1929, quando a Milano, negli studi dell'URI (Unione Radiofonica Italiana, divenuta dal 1927 EIAR, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche che assunse dal 1946 la denominazione di RAI, Radio Audizioni Italiane), due ingegneri Alessandro Banfi e Sergio Bertolotti tentarono i primi esperimenti di trasmissione a distanza dell'immagine, utilizzando un dispositivo basato sul disco rotante di Nipkow. La prima trasmissione di un programma televisivo avvenne nel 1939 per opera dell'EIAR, in occasione dell'XI Mostra Nazionale della Radio, ma fu solo nel 1953, dopo che già da circa un anno erano iniziate da Milano e Torino sei ore giornaliere di trasmissioni sperimentali, che cominciarono ufficialmente le trasmissioni della RAI. Fino al 1956 però il Meridione era escluso dalla trasmissione televisiva. In quegli anni, però, la televisione si diffuse a una velocità sorprendente e si passò dai 24.000 abbonati del 1954 agli oltre 6 milioni nel 1965. Per molti rimaneva però un bene di lusso e i luoghi privilegiati di visione rimanevano, ad esempio, i bar. Per tutti gli anni '50 la televisione in Italia venne a svolgere una funzione di divulgazione culturale, quando non di vera e propria alfabetizzazione. Vennero trasmessi programmi come Una risposta per voi (1956-62) condotta da Alessandro Cutolo, e come Telescuola (1958-63), il primo programma televisivo in Europa che permise di conseguire un titolo di studio, in questo caso un diploma di scuola media professionale, o Non è mai troppo tardi (1960-68), condotta dal maestro Alberto Manzi, trasmissione con cui il ministero della Pubblica Istruzione lanciò il primo corso televisivo per l'alfabetizzazione di base degli adulti, che avrebbe aiutato quasi un milione e mezzo di adulti a conseguire la licenza elementare. Infine dal 1975 al 1994 il Dipartimento Scuola Educazione (DSE) mandò in onda trasmissioni educative per vari target e con varie funzioni. Nel 1994 il DSE si trasformò in Videosapere, la cui eredità fu raccolta, nel 1997, da RAI Educational, canale in onda sia in chiaro che dal satellite, per la programmazione di trasmissioni dai contenuti culturali. Nel 2001 nacque RAI Lab, il primo canale interamente dedicato alla formazione a distanza. Divulgativi anche se di stampo ludico le riduzioni teatrali e gli sceneggiati nati con specifici scopi divulgativi e pedagogici.

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I dirigenti RAI ritenevano infatti che il nuovo mezzo dovesse sostituire, almeno in parte, i libri scolastici e i classici della letteratura di tutti i tempi. Negli stessi anni non mancarono, peraltro, fortunati programmi di intrattenimento, come il varietà Un due tre, presentato da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, il quiz Il musichiere (1957-60) condotto da Mario Riva, Lo zecchino d'oro, programma dedicato ai bambini e condotto dal Mago Zurlì (nome d'arte di Cino Tortorella). Ma la trasmissione che segnò l'avvento della televisione come spettacolo di massa fu il quiz Lascia o raddoppia? (1955-59), presentato da Mike Bongiorno. Trapani Mike Bongiorno Nessun'altra trasmissione riuscì a creare una così grandiosa partecipazione collettiva: il giovedì sera le strade erano deserte, i bar si affollavano, i cinema interrompevano le loro proiezioni per lasciar posto al piccolo schermo, tutti i televisori d'Italia erano accesi su Lascia o raddoppia?. Dal 1957 iniziò la programmazione (protrattasi fino al 1977) di Carosello, una rubrica di pubblicità della durata di dieci minuti, trasmessa con cadenza quotidiana subito dopo il telegiornale serale. Divenuto un appuntamento fisso per le famiglie e in particolare per i bambini, consisteva in alcuni filmati pubblicitari, costruiti con linguaggi diversi (cartone animato, fiaba, scenetta, spesso veri e propri brevi film girati da famosi registi, tra cui Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi, Sergio Leone, e interpretati da noti attori, tra cui Totò, Macario, Dario Fo), che riscossero grande fortuna di pubblico, rendendo leggendari alcuni personaggi di fantasia, come Calimero, Caballero e Carmencita, Joe Condor, Maria Rosa, ecc. Il Carosello evidenziò la misura del grande potere di condizionamento del mezzo televisivo, in grado di creare abitudini, modi di esprimersi, bisogni. Tra i grandi programmi popolari che diventarono oggetto di quotidiana conversazione, determinando un nuovo modo di comunicare e quindi una forma più omogenea di cultura di massa sul territorio nazionale, merita una particolare menzione Campanile sera (1959-61, trasposizione televisiva del programma radiofonico presentato da Enzo Tortora Il campanile d'oro), gioco televisivo alla scoperta della provincia italiana che coinvolgeva sia il pubblico in studio che quello a casa e nelle piazze, presentato da Mike Bongiorno, Renato Tagliani ed Enzo Tortora. Nel 1961 cominciarono le trasmissioni del secondo programma, ma l'offerta televisiva non venne nella sostanza a modificarsi. Un peso maggiore venne acquistando il varietà: il principale punto di riferimento divenne lo spettacolo del sabato sera, Canzonissima (1958-75, la cui eredità fu raccolta negli anni '80 da Fantastico), basato sull'abbinamento tra i biglietti di una lotteria gestita dallo Stato e una gara canora. A quegli anni risalgono anche i primi sceneggiati, in genere tratti dalla narrativa ottocentesca, tra cui I giacobini (1962) di Edmo Fenoglio da Federico Zardi, Una tragedia americana (1962) di Anton Giulio Majano da Theodore Dreiser, Il mulino del Po (1963) di Sandro Bolchi da Riccardo Bacchelli, Mastro don Gesualdo (1964) di Giacomo Vaccari da Giovanni Verga, La cittadella (1964) di Anton Giulio Majano da Archibald Cronin, I promessi sposi (1967) di Sandro Bolchi da Alessandro Manzoni, I fratelli Karamazov (1969) di Sandro Bolchi da Fëdor Dostoevskij; degli stessi anni sono anche alcuni telefilm di ambientazione italiana, come I racconti del maresciallo (1968) di Mario Landi con Turi Ferro e La famiglia Benvenuti (1968) di Alfredo Giannetti con Valeria Valeri ed Enrico Maria Salerno.

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Non mancarono inoltre programmi culturali e scientifici (Almanacco, 1963; L'approdo, 1963-73; Orizzonti della scienza e della tecnica, 1966-73; Sapere, 1967-71) e programmi d'informazione, come RT-Rotocalco televisivo (1962) di Enzo Biagi e TV Sette (1964-71) di Giorgio Vecchietti. Sempre negli anni '60 si affermarono anche i programmi sportivi (Processo alla tappa, 1962-69, condotto da Sergio Zavoli; 90° minuto, dal 1970, condotto da Paolo Valenti; nel 1964 le Olimpiadi di Tokyo furono il primo evento televisivo trasmesso da un satellite e dal 1968, anno delle Olimpiadi in Messico, i programmi sportivi furono trasmessi in diretta) e iniziò a essere trasmesso il Festival di Sanremo. Con gli anni '70, si assistette a un rinnovamento del varietà, che divenne talk show con Bontà loro (1976-77) di Maurizio Costanzo, programma dall'ironia graffiante con L'altra domenica (1976-79) di Renzo Arbore, programma contenitore con Domenica in (dal 1976), che ha avuto come conduttori Corrado, Giancarlo Magalli, Amadeus, Mara Venier, Carlo Conti, Paolo Bonolis e tanti altri. Trapani Mara Venier In quegli anni, mentre il quiz si riproponeva con Rischiatutto (1970-74) di M. Bongiorno e mentre nascevano fortunate trasmissioni come Mixer (dal 1979) di Giovanni Minoli e Portobello (1977-83) di E. Tortora, la RAI cominciò a finanziare opere cinematografiche di grandi registi: Gesù di Nazareth (1977) di Franco Zeffirelli; L'albero degli zoccoli (1978) di Ermanno Olmi; Prova d'orchestra (1979) di Federico Fellini. Nel 1977 arrivò il colore. L'evento di assoluto rilievo che si venne realizzando negli anni '70 fu, però, la nascita delle televisioni private, che ruppero il monopolio della RAI. Nel 1976 una sentenza della Corte Costituzionale, dopo 22 anni di incontrastato dominio della televisione pubblica, dichiarò incostituzionale il monopolio: iniziarono così ad affermarsi le emittenti private. In particolare, nel 1980, con l'ingresso nel settore televisivo della Fininvest di Silvio Berlusconi (che dal 1984 poté contare su tre canali: Canale 5, Italia 1, Rete 4), la RAI dovette confrontarsi con un concorrente in grado di trasmettere su base nazionale trasmissioni innovative come il Maurizio Costanzo Show (dal 1982 al 2004 su Canale 5) o Drive in (1983-88 su Italia 1) di Antonio Ricci. La RAI, che nel 1979 si era dotata di un terzo canale, rispose alla sfida con programmi altrettanto originali, come, ad esempio, Quelli della notte (1985 su RAI 2) di R. Arbore e Ugo Porcelli, e soprattutto con il varietà (Fantastico, dal 1979) e con un'intensa produzione di sceneggiati (Marco Polo, 1983; La piovra, 1984; Cristoforo Colombo, 1985). Particolarmente originale fu il palinsesto di RAI 3 che, a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90, sotto la direzione di Angelo Guglielmi, contribuì all'affermazione della cosiddetta "TV-verità" con trasmissioni come Telefono giallo (1987-91), condotto da Corrado Augias e dedicato ai casi di cronaca nera rimasti insoluti, Chi l'ha visto? (dal 1989), finalizzato al ritrovamento delle persone scomparse, Un giorno in pretura (1985-92, con sporadici ritorni successivi), girato nelle aule giudiziarie, Samarcanda (1987-92), condotto da Michele Santoro e dedicato alla discussione di temi di forte interesse politico-sociale. Per la loro originalità meritano di essere, poi, segnalate altre due trasmissioni di grande successo, ovvero Blob (dal 1989 su RAI 3), a cura di Enrico Ghezzi e Marco Giusti, che riprende e rielabora frammenti di altri programmi televisivi, e il telegiornale satirico Striscia la notizia (dal 1988, prima su Italia 1, poi su Canale 5).

Negli anni '90 la differenza tra televisione pubblica e televisione privata venne decisamente a ridursi e i programmi cominciarono gradatamente a omologarsi; un peso maggiore vennero acquisendo i serial TV (X-Files, ER. Medici in prima linea), le sitcom (La Tata, Friends), i telefilm destinati ai più giovani (Beverly Hills 90210, Melrose Place, Dawson Creek, Smallville) e lo sport (soprattutto il calcio). Al contempo si venne altresì affermando la tendenza all'acquisto dei cosiddetti format, programmi ideati all'estero (spesso negli Stati Uniti) e prodotti in Italia per il pubblico italiano, dai quiz (L'eredità, Chi vuol esser milionario) ai cosiddetti reality (Il grande fratello, La talpa, L'isola dei famosi) che tanto seguito ebbero all'inizio del nuovo millennio. La programmazione televisiva subì, poi, in questi anni ulteriori modificazioni legate all'avvento di un terzo polo televisivo, rappresentato da Vittorio Cecchi Gori, forte di due emittenti nazionale (TMC, destinata a diventare, nel 2001, La 7, e TMC 2, dal 2001 concessionaria di MTV), e soprattutto alla nascita della pay TV e delle televisioni via satellite.

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LE TRASMISSIONI VIA SATELLITE

La Terra, si sa, è rotonda. Questo rappresenta un inconveniente per le trasmissioni radiofoniche e televisive, le quali fanno uso di onde elettromagnetiche che si propagano in tutte le direzioni ma in linea retta. Se si producono onde medie o corte, cioè a frequenza non troppo alta, gli strati medi e alti dell'atmosfera le respingono sulla Terra in virtù del fenomeno di riflessione, per cui è possibile trasmettere a distanze molto maggiori. In particolare, le onde corte vengono rimandate sulla superficie terrestre dalla ionosfera in modo che possono essere captate anche a migliaia di chilometri dal punto di emissione, sfruttando così l'angolo di riflessione che si trova tra i 100 e i 150 km di altitudine e le differenze di pressione che dilatano con effetto ad arco l'irradiamento. Mentre la radio può utilizzare queste onde, la televisione deve invece affidarsi alle onde ultra-corte, ad altissima frequenza, le quali perforano la ionosfera, non potendo essere così rinviate sulla Terra. Per poter ovviare a tale inconveniente sono stati approntati i satelliti artificiali che appunto provvedono a determinare il fenomeno della riflessione. Il primo satellite ad essere mandato in orbita (4 ottobre 1957) e ad aver lanciato un segnale radio dallo spazio fu il sovietico Sputnik; il primo invece ad essere sfruttato per riflettere onde elettromagnetiche fu l'Echo, messo in orbita dagli Stati Uniti nel 1960. Nel 1962 il Telstar consentì l'effettuazione dei primi collegamenti televisivi via satellite tra l'America e l'Europa. Si trattava però di risolvere ancora un'importante questione, quella di collocare un satellite in un punto dove potesse rimanere stazionario rispetto alla Terra, ruotando alla sua stessa velocità. Il problema fu prontamente risolto con l'invio (1964) da parte della NASA del satellite Syncon, il primo satellite geostazionario, collocato a un'altitudine di 36 mila km, tale da consentire di ottenere l'effetto desiderato. Il primo satellite commerciale fu approntato nel 1965 dalla Intelsat. Fino agli anni '80, però, la visione via satellite era possibile solo grazie alla mediazione di una rete via terra che, per via hertziana o per via cavo, trasmetteva le immagini provenienti dal satellite. Negli anni '80 lo scenario si è modificato radicalmente: è nata infatti una nuova generazione di antenne spaziali in grado di emettere un segnale tanto robusto da poter essere captato a Terra da impianti di dimensioni adeguate alla normale utenza residenziale. Per convertire e decodificare il segnale è sufficiente il decodificatore. L'organizzazione che ha il compito di favorire e controllare le comunicazioni via satellite sul territorio europeo è l'Eutelsat, la quale gestisce vari satelliti anche in altre zone del mondo, di cui alcuni adibiti alla trasmissione di segnali televisivi (utilizzati in Italia, tra gli altri, da Sky Italia, RAI (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai News 24, RAI Sport Satellite, RAI Edu Lab 2, RAI Nettuno Sat), Mediaset, radio private e pubbliche in digitale, emittenti televisive locali via satellite.

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LE NUOVE FRONTIERE DELLA TECNOLOGIA DIGITALE

I notevoli progressi ottenuti dall'informatica applicata ai tradizionali mezzi dell'elettronica di consumo (telefonia, radio, televisione, musica registrata), hanno permesso di convertire e trasmettere il segnale televisivo tradizionale in forma completamente numerica, o digitale. La tecnologia digitale, che ha trovato applicazioni sia nella trasmissione via satellite sia in quella via cavo, si basa sull'utilizzo di complicati algoritmi di compressione numerica, che rendono possibile intrecciare centinaia di programmi convenzionali in un solo, imponente flusso di dati decodificabili e convertibili tramite apposite apparecchiature. Tra i vantaggi offerti dalla tecnologia digitale vi è il minor spazio che il segnale digitale occupa rispetto a quello analogico (cosa che consente una riduzione notevole delle apparecchiature e dei supporti per l'utilizzo e l'archiviazione delle immagini), senza alcuna perdita della qualità dell'immagine e del suono. La nuova tecnologia digitale apre nuove frontiere nel modo di fare televisione, modificando radicalmente l'approccio dell'utente al mezzo. Con l'avvento delle pay per view, infatti, il telespettatore non si trova più nella condizione di subire la programmazione, ma di costruirsela attivamente, scegliendo l'evento mediatico da acquistare tra quelli proposti dall'emittente digitale. La totale digitalizzazione dei segnali televisivi va nel senso di una sempre maggiore interattività e di un'integrazione con i servizi telematici tipo Internet. Il telespettatore potrà scegliere attivamente i programmi e potrà prendere parte in tempo reale a giochi, dibattiti, ecc., rendendo sempre più labile il confine tra televisore e computer. Ulteriore passo avanti è stato fatto nei primi anni del nuovo millennio con l'avvento del cosiddetto digitale terrestre, la nuova tecnologia di trasmissione che unisce alla bellezza di immagini in definizione digitale la comodità e il piacere di un interattività, il tutto senza passare da un satellite.

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L'INFLUENZA SOCIALE DELLA TELEVISIONE

La televisione italiana, nata tra l'ostilità degli intellettuali (Moravia negli anni '50 affermò: "L'Italia televisiva è una sotto-Italia, un'Italia di serie B"), negli anni '50-'60 ha svolto un'importante funzione di divulgazione culturale e di alfabetizzazione, in un Paese dove non esisteva un sistema di riferimento omogeneo sul piano concettuale, linguistico e pratico. Il mezzo televisivo ha avuto il grande merito di riuscire a unificare l'Italia da un punto di vista linguistico, là dove la scuola aveva fallito, ed emotivo. Con l'avvento delle emittenti commerciali (anni '70-'80) e l'affermarsi della neotelevisione sulla paleotelevisione, si è verificata non solo una modificazione del sistema televisivo italiano, ma anche un cambiamento di ordine antropologico. Infatti, l'innovazione più sconvolgente apportata dalle televisioni commerciali è che essa sembra non vendere più programmi, ma pubblico: l'interlocutore della televisione diventa lo sponsor, per il quale si inventano programmi ad hoc in grado di catturare il maggior numero possibile di telespettatori. E così sulla televisione come servizio pubblico, espressione di una politica culturale, prevale la logica dei programmi di intrattenimento che diventa la logica della televisione tout court. Vengono messi al bando i ritmi lenti, lunghi e si impone un nuovo ritmo di visione dove tutto è frantumato, corto, facilmente dimenticabile, dove la pubblicità interrompe impietosamente e cinicamente ogni tipo di programma. Il modello proposto dalle emittenti commerciali sembra essere vincente e anche la RAI, per far fronte al calo di audience, vi si omologa. Ma dalla seconda metà degli anni '90 si assiste a un'inversione di tendenza, soprattutto tra i giovani che tendono a privilegiare altri mezzi (alcuni tradizionali, come la radio, altri nuovissimi, come Internet e il mondo dell'informatica) rispetto alla televisione e, quando la guardano, scelgono per lo più canali specializzati, come il canale musicale MTV. Per certi versi l'attuale fruizione della televisione sembrerebbe presentare analogie con la fruizione della radio (spesso essa è accesa, ma non guardata, svolgendo una pura funzione di compagnia e sottofondo) e, in prospettiva futura, con la fruizione dei personal computer: con la diffusione delle tecnologie digitali il mezzo televisivo diventerà sempre meno un mezzo di comunicazione di massa, e sempre più un medium votato all'interattività e a una partecipazione attiva da parte dell'utente. La sua grande forza di mezzo di comunicazione di massa, però, continua a riproporsi nel caso della diffusione in diretta di grandi avvenimenti di rilevanza mondiale, come nel caso della Guerra del Golfo, dell'attentato alle Torri Gemelle, della caduta del regime di Saddam Hussein, della morte di Papa Giovanni Paolo II.

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LA VIDEO-MUSIC

La storia della video-music è cominciata agli inizi degli anni '70, allorché iniziò la produzione di alcuni filmati videoregistrati (i videoclip) di canzoni, a scopo promozionale, che vennero trasmessi dalle reti televisive americane. La ricerca nel settore ha portato a un affinamento della tecnica e a uno sviluppo della creatività con esiti sempre più apprezzabili sul piano qualitativo, per cui il video musicale è diventato un genere per se stesso gradito all'appassionato di musica e al telespettatore. Negli anni '80 si è verificata una vera esplosione di questo tipo di produzione, con l'interessamento di grandi registi. Tra i primi casi, e uno dei più significativi, ricordiamo quello del video della canzone Thriller (1983) di Michael Jackson, per il quale il cantante si è valso della regia di John Landis, facendo altresì uso delle più moderne tecnologie elettroniche, dal chroma-key, per la sovrapposizione delle immagini, allo squeezeroom e al mirage per effetti vari, con deformazione e moltiplicazione di immagini e giochi di colore; in Italia uno dei primi casi di video d'autore si ebbe nel 1984 con il video della canzone Fotoromanza di Gianna Nannini, è stato realizzato da uno dei più grandi registi italiani, Michelangelo Antonioni. Nella video-music ha inoltre trovato sempre più applicazione la computer graphic, che permette di produrre e trattare le immagini mediante elaboratore elettronico: interi video sono attualmente realizzati utilizzando questa tecnica di produzione costantemente in evoluzione. Il grande successo della video-music ha portato alla nascita di reti televisive tematiche, il cui palinsesto è basato quasi esclusivamente sulla trasmissione di musica. Ne è un esempio MTV (Music Television), nata nel 1980 negli Stati Uniti, che in Italia, trasmette 24 ore su 24 sulle frequenze di TMC2 (dal 1997 al 2001 era invece ospitata da ReteA che, dal 1° maggio 2001 ha aperto le porte a un'analoga emittente tedesca, VIVA) e che dal 1996 è ricevibile attraverso il canale via satellite digitale DSTV. MTV, che ha avuto un immediato successo internazionale, soprattutto tra i giovani, può essere considerata la prima rete globale, che propone cioè la stessa programmazione in qualsiasi Paese del mondo. Il suo palinsesto ha compreso negli anni, oltre a video musicali, concerti dal vivo, interviste a cantanti, monografie musicali, anche cartoni animati piuttosto trasgressivi, tra cui Daria, Beavis & Butt Head, Cowboy Bepop, Golden Boy e rubriche, tra cui quella di musica e cucina Kitchen, condotta da Andrea Pezzi o quella legate alle problematiche di relazione di coppia, Loveline, condotta da Camila Raznovich o il talk show Very Victoria, condotto da Victoria Cabello. Trapani Andrea Pezzi

PICCOLO LESSICO

Alta definizione

Vedi Definizione.

Anchorman

Termine con cui si suole indicare il conduttore di un notiziario televisivo o radiofonico che, grazie alle sue doti di comunicatore e alla sua popolarità, è in grado di "ancorare", ossia di tener incollato il pubblico davanti al mezzo televisivo o radiofonico.

Antenna parabolica

Antenna a forma di paraboloide utilizzata nelle trasmissioni a lunga distanza e via satellite.

Audience

Termine con cui si indica il numero di spettatori che assiste a un programma radiofonico o televisivo.

Auditel

Società costituita nel 1984 col fine di rilevare i dati relativi all'ascolto televisivo in Italia. Vi aderiscono, tra gli altri, RAI, Mediaset e Telemontecarlo. La rilevazione viene effettuata mediante applicazione sui televisori di cinquemila famiglie-campione di un meccanismo elettronico (people meter) in grado di segnalare e trasmettere al computer centrale dell'AGB (la società che gestisce il sistema di rilevazione Auditel) le dinamiche del consumo televisivo. In particolare l'Auditel fornisce due dati fondamentali: l'ascolto, ossia il numero di spettatori che hanno seguito una trasmissione, e lo share (vedi).

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Cameraman

Il tecnico che nelle riprese televisive aziona la telecamera seguendo le indicazioni della regia a cui è collegato tramite una cuffia e un microfono.

Cavo

Vedi Televisione Via Cavo.

Commerciale, televisione

Televisione finanziata non attraverso la riscossione di una canone (come la RAI), ma dagli introiti della pubblicità.

Contenitore

Programma televisivo di lunga durata, condotto generalmente da un personaggio noto, nel quale sono contenuti, ossia inclusi, altri programmi, non necessariamente dello stesso genere (telefilm, numeri di varietà, rubriche sportive, ecc.). Ne sono un tipico esempio trasmissioni quali Domenica in, Buona domenica, Unomattina.

Decodificatore

Apparecchio di cui vengono dotati gli abbonati delle pay TV per permettere loro la visione di programmi televisivi criptati, il cui segnale è cioè cifrato.

Definizione

La precisione dell'immagine nel dettaglio che è determinata dal numero delle linee presenti sul teleschermo: nei sistemi televisivi tradizionali (PAL) sono 625; in quelli ad alta definizione sono circa il doppio.

Differita

Programma televisivo o radiofonico registrato e trasmesso in un momento successivo. Si contrappone a diretta.

Digitale

Vedi Televisione Digitale.

Diretta

Trasmissione radiofonica o televisiva di un programma o di un evento contemporaneamente al suo svolgimento. È l'opposto di differita.

Disc-jockey

Figura caratteristica della radio (e delle discoteche), è colui che presenta programmi di musica leggera selezionando la sequenza dei brani musicali da proporre e intrattenendo il pubblico con uno stile personale. Il corrispettivo televisivo del disc-jockey è detto video-jockey, o più comunemente vee-jay (v-j).

Dolby

Sistema di registrazione di nastri magnetici che consente di ridurre efficacemente il rumore di fondo, migliorando sensibilmente la qualità della registrazione audio. Deve il suo nome all'ingegnere statunitense Ray Dolby che brevettò tale sistema nella seconda metà degli anni '60.

Dolby surround

Sistema di registrazione audio adottato in alcuni programmi televisivi (e anche in numerosi film) che assicura un effetto "avvolgente", dando la sensazione al telespettatore di trovarsi al centro della scena. Necessita dell'impiego di un amplificatore dotato di decodificatore dolby surround.

Dvd

Il DVD, acronimo di Digital Versatile Disc (originariamente Digital Video Disc) è un supporto di memorizzazione di tipo ottico. L'uso più comune che se ne fa è quello di contenere film in qualità migliore rispetto alle normali videocassette che, col tempo, saranno destinate a non venire più utilizzate. Inoltre ha il vantaggio di una maggiore interazione (cambio lingua, ricerca capitoli, giochi, ecc.). Altre funzioni dei DVD sono legate all'archiviazione di dati. Per quanto riguarda i DVD video, vengono prodotti con variazioni regionali (contraddistinte da un codice) che ne permettono la riproduzione solo con lettori compatibili. I codici vanno da 0 a 8. La memorizzazione delle informazioni avviene sullo "strato di incisione", tramite un laser, focalizzato su esso, che ne modifica la riflettività del fascio di luce durante la lettura nella fase di riproduzione.

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Etere

Termine con cui si indica lo spazio, come luogo in cui vengono propagati i segnali delle emittenti radiotelevisive. In Italia la liberalizzazione dell'etere, avvenuta nel 1976, ha portato a una proliferazione di emittenti con una conseguente occupazione selvaggia e senza norme dell'etere; la situazione così determinatasi fu avallata nel 1990 dalla Legge Mammì e successive modifiche.

Frequenza

Con riferimento alle onde elettromagnetiche, indica l'intervallo temporale tra un'onda e la successiva; si misura in hertz. I problemi nascono quando due emittenti non hanno frequenze nettamente separate e i loro segnali si sovrappongono o si disturbano reciprocamente. Per questo motivo, dato il proliferare delle emittenti, si è reso necessario una regolamentazione dell'uso dell'etere. In Italia la Legge Mammì del 1990 ha stabilito un piano di frequenze con cui è stato concesso l'uso di una determinata frequenza a dodici reti televisive nazionali e a più di settecento emittenti locali. La situazione è in costante sviluppo, soprattutto tenuto conto delle nuove frontiere della televisione digitale.

Generalista

Termine coniato sul francese généraliste per indicare una emittente televisiva, un canale o un palinsesto i cui programmi si rivolgono a un pubblico indifferenziato. Tale modello televisivo si contrappone a quello della TV mirata (vedi Narrowcasting).

Gobbo

Pannello a scorrimento meccanico su cui compaiono i testi che attori e presentatori devono pronunciare nel corso di trasmissioni televisive. È posto in modo tale da non essere inquadrato dalla telecamera. Viene chiamato anche prompter o teleprompter.

Inquadratura

È la disposizione d'insieme degli elementi dell'immagine in una ripresa, in base alla scelta del punto di vista prospettico, del fuoco, del campo, dei piani e del gioco delle luci.

Ionosfera

Zona dell'atmosfera compresa tra i 100 e i 150 km di altitudine, dalla quale vengono riflesse le onde corte elettromagnetiche utilizzate dalle trasmissioni radiofoniche. La ionosfera viene invece attraversata dalle onde ultra-corte utilizzate dalle trasmissioni televisive, per le quali è necessario ottenere il fenomeno della riflessione mediante satelliti artificiali.

Mezzobusto

È così chiamato il giornalista televisivo che compare sullo schermo inquadrato dalla cintola in giù. Il termine, utilizzato solitamente in un'accezione ironica e spregiativa, è stato per la prima volta usato nel 1971.

Mixer

Apparecchio televisivo che consente di miscelare segnali audio (mixer audio) e/o video (mixer video o miscelatore video) che provengono da fonti diverse. Per estensione, i termini mixer audio e video indicano anche il tecnico addetto alla manovra delle apparecchiature in base alle indicazioni del regista.

Monitor

Schermo televisivo che riproduce l'immagine ripresa dalla telecamera. In cabina di regia i vari monitor sono sempre in collegamento con le telecamere, in modo che il regista possa scegliere di volta in volta l'immagine preferita. Per estensione con tale termine si indica anche qualunque schermo televisivo.

Moviola

Apparecchiatura che consente di rallentare o fermare le immagini di una registrazione. Ha trovato largo impiego nei programmi sportivi dove viene usata per rivedere e analizzare azioni di gioco e soprattutto episodi controversi.

Narrowcasting

Termine contrapposto a broadcast (che significa letteralmente: lanciare largo) che indica una programmazione mirata, rivolta a un pubblico ristretto, individuato sulla base di criteri d'età o di interessi, alle cui specifiche esigenze si cerca di rispondere. Per estensione, il termine indica anche qualsiasi emittente tematica che manda in onda programmi di un unico genere (ad esempio, il canale musicale MTV).

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Neotelevisione

Termine contrapposto a paleotelevisione con cui si indica il modello televisivo, di tipo concorrenziale e commerciale, che si è imposto in Italia a partire dalla fine degli anni '70, in corrispondenza dell'avvento delle emittenti private.

Network

Insieme di emittenti (radiofoniche o televisive) che, tra loro collegate, possono mandare in onda simultaneamente gli stessi programmi sull'intero territorio nazionale.

Onde Hertziane

Onde elettromagnetiche che consentono la trasmissione di messaggi radiofonici e televisivi, la cui esistenza fu teorizzata da James C. Maxwell nel 1864 e dimostrata sperimentalmente nel 1888 da Heinrich Hertz, che ha dato il nome all'unità di misura della frequenza.

Pal

Sigla di Phase Alternation by Line (alternanza di fase linea per linea). Sistema televisivo per la trasmissione a colori, con definizione di 625 linee, che, progettato dallo scienziato tedesco Walter Bruck, fu realizzato dall'industria tedesca Telefunken (1963). Utilizzato dal 1967 in Gran Bretagna, fu poi adottato dalla maggioranza dei Paesi dell'Europa occidentale (con l'eccezione della Francia, dove si preferisce il Secam), dalla Cina e dal Brasile. In Italia le trasmissioni sperimentali a colori sono state avviate nel 1970.

Paleotelevisione

Neologismo introdotto da Umberto Eco nel 1983 per indicare la televisione italiana nel periodo del monopolio di Stato, cioè dal 1954 alla fine degli anni '70, caratterizzata da intenti pedagogici ed educativi.

Palinsesto

Il prospetto della programmazione di una rete radiofonica o televisiva relativa a un determinato periodo di tempo che include i titoli dei programmi, la durata, la fascia oraria di messa in onda.

Parabola

Vedi Antenna parabolica.

Pay per view

Locuzione inglese che significa, letteralmente, paga ad ogni visione. Si tratta di un sistema di distribuzione di programmi televisivi da parte di pay TV digitali e satellitari che consente all'abbonato di pagare unicamente per le trasmissioni che sceglie di ricevere.

Pay Tv

Locuzione inglese che significa televisione a pagamento. Si tratta di un canale televisivo privato i cui programmi sono accessibili previo pagamento di un abbonamento e tramite l'acquisto o il noleggio di un apposito decodificatore.

People meter

Vedi Auditel.

Pixel

Termine composto da pic(ture) ed el(ement) che indica ogni punto luminoso di cui sono composte le linee di cui è costituita l'immagine televisiva.

Prime time

La prima serata, dalle 20,30 alle 22,30-23,00. È la fascia oraria di massimo ascolto in cui si concentrano gli investimenti degli inserzionisti pubblicitari. Il tipo di programmazione si rivolge per lo più a un pubblico familiare.

Promo

Il termine, derivante dall'inglese promotion, si riferisce alla presentazione pubblicitaria di un programma televisivo di cui vengono mostrate sequenze di immagini.

Repertorio

Filmati d'archivio, generalmente di carattere documentaristico, che le emittenti utilizzano per documentare una notizia qualora non si abbiano altre immagini più specifiche.

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Replay

In una trasmissione, soprattutto di genere sportivo, consiste nella ripetizione delle immagini di una fase di particolare interesse.

Replica

Trasmissione di un programma già mandato in onda da un'emittente.

Rete

Sinonimo di network (vedi). In Italia tale termine indica anche la componente non giornalistica di un canale o di un'emittente. Per esempio, in alcune emittenti (tra cui RAI 1 o Canale 5) vi sono due direttori, quello di rete, che coordina i programmi di intrattenimento, fiction, programmazione cinematografica, e quello di testata che si occupa dei programmi di carattere giornalistico.

Ripetitore

Apparato di telecomunicazione che ha la funzione di ricevere e trasmettere amplificate nell'etere le onde elettromagnetiche.

Satellite artificiale

Satellite spaziale in orbita geostazionaria in grado di ricevere e trasmettere segnali per le telecomunicazioni. Dotati di un'apparecchiatura di bordo (transponder: ripetitore o traspositore) predisposta a ricevere dalla stazione di terra i segnali digitali, i quali, opportunamente elaborati, vengono ritrasmessi verso la Terra, i satelliti artificiali consentono trasmissioni televisive intercontinentali.

Secam

Sigla di Séquentielle Couleur à Memoire. Sistema televisivo a colori sperimentato in Francia dal 1959 al 1966 e adottato dal 1967 anche da molti Stati dell'Europa dell'Est e dai Paesi dell'Africa settentrionale. Pur avendo lo stesso numero di linee del PAL (625), l'immagine generata in SECAM può essere ricevuta da un sistema che adotti il PAL solo in bianco e nero.

Seconda serata

Fascia di programmazione compresa tra le 22.30 e le 24.00 in cui vengono proposte trasmissioni rivolte a un pubblico adulto.

Share

Indicatore elaborato dall'Auditel (vedi) che indica la percentuale di telespettatori sintonizzati su una rete televisiva in una determinata fascia oraria.

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Show view

Sistema che consente di registrare un programma televisivo digitando sul telecomando un codice numerico che identifica la data, il canale e la durata del programma.

Sky tv

Emittente digitale a pagamento, ricevibile via satellite, che trasmette in modalità pay TV e pay per view. La versione italiana è nata nel 2003 dalla fusione di Stream e Telepiù (vedi Stream e Telepiù).

Smart card

Tessera che, inserita nei decodificatori, consente l'abilitazione degli stessi alla decodifica di un segnale criptato.

Sottotitoli

Scritta disposta in sovraimpressione sul margine inferiore di immagini televisive (o cinematografiche).

Spot

Termine inglese col significato di punto, macchia, che indica un breve messaggio pubblicitario televisivo o radiofonico.

Stream

Vecchia emittente digitale a pagamento, ricevibile via cavo e via satellite, che trasmetteva in modalità pay TV e pay per view. Primo operatore via cavo in Italia, Stream ha avviato la sua attività in via sperimentale nel settembre 1997; dal giugno 1998 la società ha cominciato le trasmissioni anche su satellite. Stream distribuisce programmi di intrattenimento, attualità, sport, cultura. Nel giugno 2000 la proprietà di Stream è stata spartita tra il Gruppo Telecom Italia e Sky Global Network Inc., del magnate australiano dell'informazione Rupert Murdoch. Nel 2003 la fusione tra Stream e Telepiù per formare la versione italiana di Sky Tv.

Target

Voce inglese che significa bersaglio, obiettivo. È la fascia di pubblico, di cui si conoscono le caratteristiche sociali e gli indirizzi di consumo, a cui sono rivolti una campagna pubblicitaria o un programma radiotelevisivo.

Telepiù (o Tele+)

Vecchia emittente televisiva a pagamento ricevibile via etere e via satellite che trasmetteva con le modalità pay TV e pay per view. Fondata alla fine degli anni '80 dalla Fininvest, è stata la prima pay TV italiana, composta originariamente di tre reti, Telepiù 1, Telepiù 2, Telepiù 3, apparsi sull'etere nel 1990 e destinati, rispettivamente, alla distribuzione di film, di eventi sportivi e di trasmissioni culturali (documentari, opere liriche, teatro, ecc.). Le trasmissione criptate di Telepiù 1 e Telepiù 2 sono cominciate nel 1991. Nel 2003 Telepiù, dopo anni di appartenenza al gruppo francese Canal Plus, si è fuso con Stream, a sua volta spartita tra il Gruppo Telecom Italia e Sky Global Network Inc., del magnate australiano dell'informazione Rupert Murdoch, dando luogo alla versione italiana di Sky Tv.

Teletext

Nome usato internazionalmente per designare il sistema telematico di trasmissione di notizie di vario tipo (attualità, cronaca, sport, previsioni del tempo, programmazione televisiva, orari ferroviari, ecc.) sotto forma di pagine scritte che l'utente può consultare selezionandole per mezzo di un apposito telecomando.

Televideo

Nome con cui in Italia si indica il servizio di teletext (vedi) fornito dalla RAI.

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Televisione digitale

Sistema di trasmissione che consente, tramite l'uso di un'antenna parabolica e di un decodificatore, di ricevere programmi via satellite e di accedere a servizi innovativi. Rispetto alla televisione tradizionale, di tipo analogico, la televisione digitale presenta diversi vantaggi: innanzitutto una migliore qualità della visione, dal momento che il segnale arriva non attraverso le onde modulate in frequenza ma via satellite, attraverso pacchetti di numeri, in modo analogo a un computer; in secondo luogo, sempre per quanto riguarda la qualità dell'immagine, la televisione digitale permette la messa in onda di film dal formato 16:9 (sedici noni) che, a differenza del formato 4:3 (quattro terzi) degli schermi tradizionali, è caratterizzato da un taglio panoramico di tipo cinematografico; infine una migliore qualità dell'audio, dato che i programmi vengono trasmessi con il suono dolby surround (vedi). La televisione digitale va nel senso di una maggiore interattività rispetto alla TV tradizionale in quanto prevede che lo spettatore partecipi attivamente nella fruizione dei programmi, scegliendo, ad esempio, l'orario in cui desidera assistere a un particolare programma, o il punto di vista da cui osservare un evento sportivo. Nel 2005 iniziò anche la trasmissione di segnali in digitale non più provenienti da satelliti ma da ripetitori terrestri (il cosiddetto digitale terrestre).

Televisione via cavo

Sistema televisivo che trasmette il segnale di un'emittente per mezzo di cavi coassiali o, più recentemente, di fibre ottiche. La trasmissione via cavo, assai diffusa negli Stati Uniti, dove i primi esperimenti risalgono alla fine degli anni '40, è stata adottata in Italia dalle prime televisioni private (TeleBiella e TeleMilanocavo, divenuta TeleMilano e dal 1980 Canale 5) che, tuttavia, a partire dal 1976, anno della liberalizzazione dell'etere, hanno optato per la trasmissione via etere. L'avvento della tecnologia digitale ha sviluppato notevolmente le capacità di trasporto del segnale da parte del cavo, rendendo possibile la nascita delle pay per view come Stream o del servizio di cablaggio multifunzionale di Fastweb.

Testata

In una rete televisiva coincide praticamente con la redazione dei vari telegiornali (TG1, TG5, ecc.). Vedi Rete.

Trailer

Lancio pubblicitario di un film di cui vengono presentate in anteprima alcune sequenze.

Videocassetta

Apposito nastro magnetico che, tramite un'apparecchiatura di videoregistrazione, consente la registrazione di immagini riproducibili su schermo televisivo.

Videoclip

Breve filmato caratterizzato per lo più da immagini suggestive e spettacolari montate in modo molto veloce e frammentato, che fa da accompagnamento a brani musicali.

Video-jockey (vee-jay)

Il corrispettivo televisivo del disc-jockey (vedi).

Video on demand

Vedi Pay per view.

Zapping

Cambio continuo e frenetico da un canale televisivo all'altro mediante l'uso del telecomando.

I GENERI TELEVISIVI

Docudrama

Termine che deriva dalla fusione di due vocaboli inglesi, documentary e drama. Rappresenta un genere in cui la cronaca e le immagini reali vengono abbinate a un parte sceneggiata in cui i protagonisti della vicenda sono interpretati da attori.

Documentario

Corto o mediometraggio di natura informativa, culturale o divulgativa che si pone lo scopo di esporre per immagini avvenimenti, luoghi, problemi della realtà con uno stile cronachistico, senza quindi l'immissione di elementi di finzione.

Factual

Termine inglese (significa reale, basato sui fatti) che indica genericamente programmi di tipo informativo nonché sceneggiati o film per la TV che raccontano, in modo romanzato, fatti realmente accaduti.

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Fiction

Termine inglese che significa invenzione, finzione. Genere televisivo che si basa sulla narrazione di fatti inventati. I primi anni '80 sono stati caratterizzati dall'importazione di prodotti di fiction (serial, serie e, in seguito, soap opera), in particolar modo dagli Stati Uniti, che servivano a coprire il gran numero di ore di programmazione televisiva. Alla fine degli anni '90 si è verificata un'inversione di tendenza, per cui RAI e Mediaset, tralasciando l'importazione di prodotti stranieri, hanno cominciato (ricominciato, nel caso della RAI) a proporre in modo massiccio fiction autoprodotte, quali, ad esempio, Caro maestro (1996), Il commissario Montalbano (1999), Pepe Carvalho (1999), Commesse (1999), Non lasciamoci più (1999) e le soap opera Un posto al sole (1998), Incantesimo (1998), Vento di ponente (2002), Centovetrine (2001).

Film per la Tv

Film pensato e realizzato per la televisione, con costi solitamente piuttosto contenuti.

Game show

Locuzione inglese che significa gioco a premi o gioco spettacolo. Derivato da un modello statunitense, è un programma televisivo di facile intrattenimento. Rappresenta l'evoluzione moderna del telequiz, dal quale si differenzia per alcuni aspetti, tra cui, in particolare, la maggiore semplicità della struttura del gioco, che non presuppone competenze specifiche da parte del concorrente, e un conseguente maggior coinvolgimento del pubblico. Esempi di game show sono Il pranzo è servito (1982), M'ama o non m'ama (1983), Il gioco dei nove (1989), La ruota della fortuna (1989), In bocca al lupo (dal 1998), Sarabanda (1998), Passaparola (1999), Quiz show (2000), Chi vuol esser miliardario (2000) L'eredità (2001).

Infotainment

Termine che deriva dalla fusione di due vocaboli inglesi, information (informazione) e entertainment (intrattenimento), e indica la spettacolarizzazione dei programmi televisivi d'informazione.

Intrattenimento

Macrogenere televisivo che comprende programmi di tipo ludico-evasivo, quali varietà, cartoni animati, fiction, telequiz.

Quiz

Vedi Telequiz.

Real Tv o Reality

Locuzione inglese che significa "televisione reale, vera''. Con questa definizione vengono comprese tutte le trasmissioni di intrattenimento basate sulla proposta di riprese effettuate in tempo reale di situazioni apparentemente naturali prive di supporto recitativo. L'antesignana di trasmissioni di questo genere (Grande Fratello, Survivor, ecc.) è la statunitense Candid Camera, nella quale alcuni personaggi venivano coinvolti, loro malgrado, in situazioni imbarazzanti o difficoltose sotto l'occhio della telecamera. Nello specifico, particolare successo ha ottenuto Grande Fratello, versione italiana del format statunitense Big Brother, nel quale sono proposte le giornate di un gruppo di persone chiuse per tre mesi in una casa, nella quale vengono continuamente osservate, senza possibilità di comunicazione con l'esterno.

Rotocalco televisivo

Programma televisivo di taglio giornalistico che, trasmesso a cadenza periodica, propone servizi su fatti e notizie di attualità. Ne sono un esempio Odeon (1976-78), Be bop a lula (1984), Nonsolomoda (1984), Fuego (1998).

Rubrica

Programma televisivo mandato in onda a cadenza giornaliera, settimanale, quindicinale in cui viene trattato un tema specifico. La si definisce in base agli argomenti di cui si occupa: per esempio vi sono rubriche sportive (90° minuto, dal 1970), rubriche scientifiche (Quark, dal 1981; La macchina del tempo, 1997; Elisir, dal 1997), rubriche culturali (Pickwick, del leggere e dello scrivere, 1994), rubriche d'attualità (Chi l'ha visto?, dal 1989; Sottovoce, 1994).

Sceneggiato

Rappresentazione televisiva a puntate di un soggetto narrativo. Se è tratto da un'opera letteraria si definisce teleromanzo. Il termine sceneggiato è stato per lo più sostituito da quelli di fiction o di film per la televisione.

Serial Tv

Trasmissione televisiva a più puntate e episodi in cui compaiono sempre i medesimi personaggi di cui vengono narrate le vicende. Si differenzia dalla serie in quanto prevede uno sviluppo cronologico delle vicende, degli atteggiamenti e dei caratteri dei personaggi che cambiano e invecchiano. Tra i più noti e fortunati serial, ricordiamo Dallas (1981), Falcon Crest (1982), Dynasty (1982), I segreti di Twin Peaks (1991).

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Serie

Trasmissione televisiva in più episodi che in Italia è comunemente denominata telefilm (vedi).

Show

Programma televisivo di intrattenimento imperniato sulla partecipazione di un presentatore che si distingue per un forte carica di protagonismo, o di un comico o un cantante che, oltre ad esibirsi personalmente, presentano le performance degli artisti ospiti.

Sitcom

Termine formato dalla contrazione di due parole inglesi: sit(uation) e com(edy): commedia di situazioni.

Genere televisivo di fiction, articolato in più episodi, imperniato su dialoghi comici e situazioni di vita quotidiana solitamente divertenti.

Le sitcom sono girate sempre nei medesimi ambienti (solitamente si tratta di riprese in interni) e sono caratterizzate per lo più da risate fuori campo di un immaginario pubblico che tendono a mettere in evidenza le battute più efficaci e pungenti.

Esempi di sitcom sono Amore in soffitta (1966-71), I Jefferson (1975-85), Mork e Mindy (1978-82), Harlem contro Manhattan (1978-86), George e Mildred (1979), Casa Vianello (dal 1988), I vicini di casa (1991), Friends (dal 1997 al 2005), Baldini e Simoni (1999).

Soap opera

Dall'inglese soap: sapone e opera.

Serie televisiva o radiofonica nata negli anni '30 del XX sec. negli Stati Uniti, che narra le vicende sentimentali di un ristretto gruppo di persone.

La soap opera è contraddistinta da un numero molto alto e non definito di puntate che, trasmesse giornalmente, sono caratterizzate dai limitati costi di produzione e dalla scarsa qualità delle riprese (quasi sempre di interni).

Il termine trae origine dalle prime sponsorizzazioni realizzate per le serie e garantite da produttori di saponi e di detersivi.

Esempi si soap opera sono Sentieri (dal 1982) che ha ormai superato le 10.000 puntate, Flamingo Road (1982), Capitol (1983-88), Quando si ama (dal 1986), Beautiful (dal 1990).

Talk show

Locuzione inglese che significa letteralmente spettacolo di parola, di conversazione.

Trasmissione radiofonica o televisiva in cui il conduttore conversa ed intervista personaggi noti al grande pubblico.

Tale genere si identifica in Italia con M. Costanzo, il quale, dopo aver dato vita al primo talk show italiano (Bontà loro, 1976), ha proposto Acquario (1978) e il Maurizio Costanzo Show (dal 1982).

I talk show si differenziano a seconda dell'argomento trattato:

vi sono, ad esempio, talk show politici (Samarcanda, 1987; Milano, Italia, 1992; Porta a porta, dal 1996; Circus, 1999; Il raggio verde, 2000), talk show sportivi (Il processo del lunedì, dal 1980), talk show "rosa" (C'eravamo tanto amati, 1989; Stranamore, 1994-98; 2001), talk show d'attualità (Va' pensiero, 1987; Tappeto volante, dal 1993; Telesogni, dal 1997), talk show di taglio culturale (Mixer cultura, 1987; Babele, 1990-93), talk show rivolti soprattutto alla dimensione privata (Harem, dal 1987 al 2002; I fatti vostri, dal 1990; Amici, dal 1992).

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Telefilm

Trasmissione televisiva articolata in puntate o episodi in cui solitamente figurano personaggi fissi e ambientazione invariata. Si differenzia dal serial TV in quanto gli episodi sono caratterizzati da una struttura chiusa e da personaggi sempre uguali a se stessi che non presentano dunque un'evoluzione psicologica. Tra i telefilm più noti, menzioniamo Lassie (1954-71), La famiglia Addams (1966), Star Trek (1966-69; 1987-94; 1995), Tarzan (1966-69), Attenti a quei due (1971-72), La piccola casa nella prateria (1974-83), Spazio 1999 (1975-77), Happy days (1977-84), L'ispettore Derrick (1979-98), La signora in giallo (1984-96), Baywatch (1990), X-Files (dal 1994), ER. Medici in prima linea (dal 1994).

Telegiornale

Programma televisivo basato sulla trasmissione di notizie che, esposte da uno o più cronisti presenti in studio, sono alternate a servizi registrati e collegamenti in diretta. Prodotto e realizzato dalle principali reti televisive, viene trasmesso tutti i giorni, più volte al giorno.

Telenovela

Genere di romanzo televisivo nato in America Latina negli anni '70 che si protrae per una lunghissima serie di puntate a cadenza quotidiana o settimanale. Caratterizzate per lo più da riprese in interni e dalla prevalenza dei dialoghi rispetto alle azioni, le telenovelas si basano solitamente su soggetti di carattere sentimentale, con intrecci amorosi e colpi di scena. Da un punto di vista produttivo, l'esiguità dei costi e la realizzazione in tempi stretti, avvicinano le telenovelas alle soap opera nordamericane, che sono accomunate, tra l'altro, dall'origine radiofonica. In Italia, la diffusione di tale genere si è verificata con l'avvento delle televisioni commerciali che necessitavano di prodotti acquistabili a basso costo per riempire i palinsesti. Tra le serie più fortunate e popolari apparse sui teleschermi italiani negli anni '80, ricordiamo Dancin' days, Anche i ricchi piangono , La schiava Isaura, Topazio, Andrea Celeste, Milagros, Cuore selvaggio.

Telequiz

Genere televisivo che consiste in un gioco in cui il concorrente, per conseguire la vittoria e il premio finale, deve rispondere esattamente a una serie di domande, molte delle quali relative a una materia di sua competenza. Importato dagli Stati Uniti, tale genere in Italia assunse una sua fisionomia originale, riscuotendo notevole successo fino all'avvento della TV generalista, quando il telequiz venne praticamente soppiantato dal game show (V.). Tra i telequiz più famosi, ricordiamo Lascia o raddoppia (1955; 1979; 1989), Il musichiere (1957), Campanile sera (1959), Rischiatutto (1970), Flash (1980), Superflash (1982).

Teleromanzo

Genere di programma televisivo a puntate consistente nell'adattamento o riduzione drammatica di un romanzo. Nato e cresciuto con la TV delle origini (paleotelevisione), tale genere è caduto in disuso con l'avvento della neotelevisione che ha imposto ritmi più veloci. Tra i teleromanzi che hanno fatto la storia della TV italiana, ricordiamo Piccolo mondo antico (1957) per la regia di Silverio Blasi, L'isola del tesoro (1959), Una tragedia americana (1962) e La cittadella (1964) di Anton Giulio Majano, I promessi sposi (1967) realizzato da Sandro Bolchi. Il termine teleromanzo è stato per lo più rimpiazzato da fiction.

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Televendita

Vedi Telepromozione.

Varietà

Spettacolo leggero costituito da canzoni, dialoghi, danze e numeri di attrazione. Tra le numerosissime trasmissioni di varietà citiamo Canzonissima (1958-75), Portobello (1977-87), Fantastico (1979-86) e i più recenti Drive in (1983-88), Indietro tutta (1987-88), Scherzi a parte (dal 1992), Il laureato (1994-95), Carràmba! che sorpresa (dal 1998), L'ultimo valzer (1999), Stasera pago io (2001-2004), Torno sabato (dal 2000).

PERSONAGGI CELEBRI

Piero Angela

Giornalista e scrittore. Approdato in RAI come cronista e collaboratore del radiogiornale, fu corrispondente del telegiornale (1955-68) e quindi conduttore, insieme ad Andrea Barbato, della prima edizione del telegiornale delle 13.30 e nel 1976 del TG2. Nel 1971 cominciò a percorrere la strada del documentario scientifico, con l'inchiesta Destinazione uomo, a cui seguirono Indagine sulla parapsicologia (1977) e Nel cosmo alla ricerca della vita (1980). Dal 1981 è diventato l'incontrastato protagonista della divulgazione scientifica con Quark e i successivi satelliti Il mondo di Quark (1984), Quark economia (1986), Quark in pillole (1988), L'enciclopedia di Quark (1993). Nel 1990 ha condotto La macchina meravigliosa, nel 1993, insieme al figlio Alberto, Il pianeta dei dinosauri, e dal 1995 Superquark. La fortuna di tali trasmissioni, in cui vi è il ricorso a molteplici risorse della comunicazione audiovisiva, tra cui i documentari di Richard Attenborough, i cartoni animati di Bruno Bozzetto, le ricostruzioni virtuali, le interviste agli esperti, le spiegazioni in studio, è da ricercarsi soprattutto nell'abilità di Angela a spiegare argomenti complessi con un linguaggio accessibile a chiunque e nella sua capacità di comunicare col pubblico, accostandosi al problema scientifico con i dubbi e le curiosità dell'uomo comune. Tali caratteristiche si riscontrano anche nella sua vasta produzione letteraria, tra cui citiamo L'uomo e la marionetta (1973), Viaggio nel mondo del paranormale (1978), Nel cosmo alla ricerca della vita (1980), Quark economia. Per capire un mondo che cambia (1986), La macchina meravigliosa (1990), Oceano (1994), I misteri del sonno (1996), Premi e punizioni (2001), Ti amerò per sempre (2005). In collaborazione col figlio Alberto ha composto, tra gli altri, La straordinaria storia dell'uomo (1993), Viaggio nel cosmo (1997), La straordinaria avventura di una vita che nasce (1998), Viaggio nei misteri del comportamento umano (1998), Il pianeta dei dinosauri (2002) (n. Torino 1928). Trapani Piero Angela

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Renzo Arbore

Conduttore. Dopo l'esordio radiofonico con la fortunata trasmissione Alto gradimento (1970), raggiunse il successo televisivo con la conduzione di L'altra domenica (1976-79), nella quale già si intravede il tentativo di Arbore di far convivere diversi media (filmati, dischi, fumetti, telefono, musica). Negli anni '80 ideò e condusse altre due trasmissioni memorabili: Quelli della notte (1985), programma caratterizzato da un'innovativa contaminazione tra generi (talk show, spettacolo musicale, varietà), dall'uso sapiente del linguaggio televisivo, dalla ripetitività dei personaggi e dei tormentoni verbali, e Indietro tutta (1987-88), parodia del modello televisivo del gioco a quiz (la sigla di apertura si intitolava non a caso La vita è tutta un quiz). Dalla fine degli anni '80 Arbore si è dedicato quasi esclusivamente a realizzare tourneé con l'Orchestra italiana e, a partire dagli anni Novanta, trasmissioni per il canale satellitare della RAI. Altre trasmissioni ideate o condotte da Arbore furono: Tagli, ritagli e frattaglie (1981), Cari amici vicini e lontani (1984), D.O.C. (1987), Aspettando Sanremo (1990), Rosamunda, ovvero che magnifica serata (1991), Speciale per me (2005) (n. Foggia 1937).

Pippo Baudo

Conduttore. Approdato alla televisione nel 1960, riscosse successo con Settevoci (1966), a cui fece seguito la conduzione di Canzonissima (1972-73 e 1973-74), Senza rete (1974), Spaccaquindici (1975), Secondo voi (1977), Luna park (1979). Dal 1979 fino al 1984-85 presentò Domenica in, mentre il biennio 1984-86 coincise con il momento più felice nella carriera di Baudo che condusse Fantastico 5 e Serata d'onore. Nel 1987, entrato in contrasto con l'allora presidente della RAI Enrico Manca, scelse di passare a Canale 5 con l'incarico di supervisore del settore varietà, ma tale esperienza risultò piuttosto deludente. Tornato alla televisione di Stato (1989), dopo aver condotto una serie di Serate d'onore, ritornò alla ribalta nel 1990 con Gran premio e con Fantastico e nel 1991 con Varietà e Domenica in. Presentò le edizioni dal 1992 al 1996 del Festival di Sanremo (già condotto nelle edizioni del 1968, 1984, 1985, 1987) di cui, a partire dal 1994, assunse la direzione artistica. Dopo aver ideato e condotto altre trasmissioni (Partita doppia, 1992; C'era due volte, 1993; Numero uno, 1994; Luna park, 1994; insieme a G. Magalli Papaveri e papere, 1995 e Mille lire al mese, 1996), coinvolto in un'inchiesta sulle autopromozioni, nel 1996 rassegnò le dimissioni dall'incarico di direttore artistico della RAI che gli era stato affidato nel 1994. Nel 1996 approdò nuovamente alla Mediaset, dove però criticò duramente il direttore di Canale 5 Costanzo e la filosofia editoriale delle televisioni berlusconiane. Il 1° gennaio 2000, Baudo è rientrato in RAI come conduttore di un programma culturale a carattere divulgativo, Giorno per giorno, cui seguirono, l'anno successivo, Novecento e Passo doppio. Nel settembre 2001 venne scelto ufficialmente per condurre il Festival di Sanremo 2002 e, nello stesso anno, una nuova edizione di Novecento e il gioco Il castello. Nel 2005 tornò all'appuntamento domenicale conducendo Ieri, oggi e domani, parte del contenitore Domenica in... (n. Militello, Catania 1936).

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Silvio Berlusconi

Imprenditore e uomo politico. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, iniziò a operare nell'ambito dell'edilizia con la costruzione del complesso Edilnord a Brugherio a cui fece seguito la realizzazione dei centri residenziali di Milano 2 e Milano 3. Proprio da Milano 2 prese avvio l'avventura delle televisioni commerciali con la costituzione di TeleMilanocavo (settembre 1974), che assunse nel 1980 la denominazione di Canale 5. In seguito Berlusconi acquistò Italia 1 (1982) da Rusconi e Rete 4 (1984) da Mondadori, costituendo il primo network privato e rompendo così il monopolio della televisione di Stato. Presidente del Milan A.C. dal 1986 e della STANDA dal 1988, nel 1985 diede vita alla prima stazione televisiva privata della Francia, chiamata La Cinq, e nel 1990 alla prima pay TV italiana, Telepiù. Nel 1987 iniziò la scalata editoriale con l'acquisto del quotidiano "Il Giornale" di I. Montanelli e l'acquisizione del gruppo Mondadori (1990). Dal 1994 lasciò la guida della Fininvest per dedicarsi all'attività politica, fondando un nuovo movimento denominato Forza Italia con il quale fu presidente del Consiglio nel 1994-96 e, successivamente, dal 2001al 2006 (n. Milano 1936). Trapani Silvio Berlusconi

Enzo Biagi

Giornalista e scrittore. Intrapresa la carriera giornalistica nel 1938 come cronista del "Resto del Carlino", prese parte alla lotta partigiana. Trasferitosi nel dopoguerra a Milano, vi diresse il settimanale "Epoca" dal 1952 al 1960. Approdato in RAI, dove nel 1961 divenne direttore del telegiornale, realizzò il primo rotocalco televisivo d'attualità, RT-Rotocalco televisivo (1962), e Dicono di lei (1969), un programma imperniato su una serie di interviste a personaggi celebri. Tornato nuovamente alla carta stampata come inviato della "Stampa" e successivamente come columnist della "Repubblica" e del "Corriere della Sera", fece delle apparizioni televisive come conduttore di inchieste riguardanti i più scottanti problemi internazionali e della società italiana, alternando l'attività di giornalista a quella di scrittore. Nel 1982 ideò e condusse il primo ciclo di Film dossier e l'anno seguente Questo secolo: 1943 e dintorni, programma che si proponeva di ricostruire gli avvenimenti dal gennaio 1943 alla primavera del 1945. Negli anni successivi le apparizioni di Biagi sul piccolo schermo si intensificarono: nel 1985 condusse Linea diretta, nel 1986 il settimanale giornalistico Spot, nel 1987 e nel 1988 Il caso, nel 1989 nuovamente Linea diretta e nel 1991 I dieci comandamenti all'italiana. Tra le altre trasmissione di successo condotte da Biagi, citiamo Una storia (1992), Processo al processo (1994), La lunga marcia (1994) e Il fatto (dal 1995). Nel 2004 venne allontanato dalla RAI per le sue idee contro la compagine governativa, scatenando così una serie di polemiche. Giornalista ironico e pungente, dagli esordi televisivi fino a tempi più recenti, caratterizzati dal giornalismo spettacolo, ha sempre incarnato l'idea del giornalismo televisivo fatto di sobrietà stilistica, autorevolezza e credibilità. Della sua foltissima bibliografia segnaliamo Dicono di lei (1968), L'uomo non deve morire (1969), Disonora il padre (1974), Strettamente personale (1977), Storie d'Italia a fumetti (4 volumi, 1978-86), Il buon paese (1981), Mille camere (1984), Lubjanka (1990), L'Italia dei peccatori (1991), Lunga è la notte (1995), Scusate, dimenticavo (1997), Sogni perduti (1997), Odore di cipria (1999), Giro del mondo (2000), Dizionario del Novecento (2001), Un giorno ancora (2001), Cose loro e fatti nostri (2002), La mia America (2003), Lettera d'amore a una ragazza di una volta (2003), Era ieri (2005) (n. Lizzano in Belvedere, Bologna 1920). Trapani Enzo Biagi

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Aldo Biscardi

Giornalista sportivo al "Mattino" (dal 1952) e a "Paese Sera" (dal 1956), nel 1979 entrò nel mondo della televisione come responsabile dei programmi sportivi della terza rete. Nel 1980 realizzò Il processo del lunedì di cui divenne unico conduttore a partire dal 1981. Nella trasmissione, riproposta dallo stesso Biscardi con la medesima formula su Telepiù 2 (dal 1993) e quindi su Telemontecarlo (dal 1996) e La 7 (dal 2001), diversi personaggi del mondo del giornalismo, della cultura, dello spettacolo dibattono delle vicende della domenica calcistica, eccedendo sovente in polemiche e discussioni da bar (n. Larino, Campobasso 1930).

Gianni Boncompagni

Regista televisivo. Curatore di numerose trasmissioni radiofoniche della RAI insieme a R. Arbore (Bandiera gialla, Alto gradimento), esordì in televisione col programma musicale Discoring (1977), di cui fu ideatore e conduttore. Conseguito notevole successo come regista e autore di Pronto, Raffaella? (1984) e di Pronto, chi gioca? (1985), gli fu affidata l'ideazione e la realizzazione di Domenica in delle edizioni dal 1987 al 1990. Passato alle reti Fininvest (1991), riscosse particolare successo con il programma per giovanissimi Non è la Rai (1991-95), in cui venne lanciato il personaggio di Ambra. Nel 1995-96 collaborò alla realizzazione della trasmissione pomeridiana Casa Castagna; nel 1997 realizzò Macao, condotto da Alba Parietti. Dopo una pausa, nel 2001 fu la volta di Chiambretti c'è, su Rai Due, condotto da Piero Chiambretti (n. Arezzo 1932).

Mike Bongiorno

Conduttore. A partire dal suo debutto televisivo, avvenuto nel 1954 con Arrivi e partenze, il nome di Bongiorno è legato alla storia della televisione italiana e di un genere, il quiz, che egli contribuì a portare al successo. Presentatore della fortunatissima trasmissione Lascia o raddoppia? (1955-59; riproposta nel 1979), condusse in seguito Campanile sera (1959), Caccia al numero (1962), La fiera dei sogni (1963-66), Giochi in famiglia (1966-67). Negli anni '70 presentò Rischiatutto, un altro quiz di grande successo, e Personaggi in fiera (1975), Ieri e oggi (1976), Scommettiamo? (1976). Sul principio degli anni '80, dopo aver condotto Flash, passò a TeleMilano, divenuta poi Canale 5, dove gli venne affidata la presentazione de I sogni nel cassetto. Alla guida di Bis (1981-87), Superflash (1982-84), Pentathlon (1985-87) e Tris (1987), nel 1986 condusse Telemike (fino al 1992), che può essere considerato l'ultimo esempio di quiz all'italiana con premi ingenti, domande difficili, ospiti di grido. Divenuto vicepresidente della Fininvest (1987), conduce dal 1989 La ruota della fortuna, un game show di provenienza statunitense, dal 1991 Bravo, bravissimo e dal 2003 Genius. Bongiorno presentò inoltre undici edizioni del Festival di Sanremo, tra cui l'ultima risale al 1997. Oltre ad identificarsi con la televisione tout court, Bongiorno, che per primo ha proposto la promozione di spazi pubblicitari all'interno dei propri programmi per vendere prodotti, è l'incarnazione dello spirito peculiare della televisione commerciale (n. New York 1924).

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Raffaella Carrà

Pseudonimo di Raffaella Pelloni. Showgirl e conduttrice televisiva. Esordì in televisione con i programmi Tempo di danza e Il paroliere, questo sconosciuto (1961) al fianco di L. Luttazzi, dedicandosi contemporaneamente al grande schermo con l'interpretazione accanto a F. Sinatra del film Il colonnello von Ryan (1965). Nel 1970 in Io, Agata e tu esibì per la prima volta il suo inconfondibile caschetto biondo e nello stesso anno presentò insieme a Corrado Canzonissima, in cui scandalizzò gli italiani mostrando il suo ombelico scoperto durante il celebre ballo del tuca-tuca. Ottenuto un notevole successo discografico col brano omonimo e, l'anno seguente, con Chissà se va, per il quale vinse il disco d'oro nel 1972, nel 1974 presentò accanto a Mina Milleluci e Tante scuse. Nel 1977 fu al fianco di E. Tortora in Accendiamo la lampada e nel 1978 fu protagonista di Ma che sera. Conduttrice di Fantastico 3 (1982) insieme a Corrado, Gigi Sabani e Renato Zero, conseguì la massima popolarità nel 1984 con Pronto, Raffaella?, il salotto del mezzogiorno con cui inaugurò il genere televisivo dei giochini milionari al telefono, facendo altresì diventare argomento di conversazione il racconto delle vicende personali di personaggi famosi o di persone comuni. Nel 1985 la trasmissione Buonasera Raffaella, mandata in onda da New York, non mancò di suscitare aspre polemiche per i costi eccessivi. Dopo la conduzione dell'edizione 1986 di Domenica in, la Carrà nel 1987 passò a Canale 5, dove presentò Raffaella Carrà show (1988) e Il principe azzurro (1989) con risultati deludenti. Ritornata alla RAI nel 1990, condusse diverse trasmissioni (Weekend con Raffaella, 1990; E saranno famosi, 1990; Ricomincio da due, 1990; Fantastico 12, 1991, insieme a Johnny Dorelli) prima di intraprendere la fortunata trasferta in Spagna dove riscosse ampi consensi con Hola Raffaella. Rientrata in Italia, nel 1995 condusse Carràmba! che sorpresa seguito da Carràmba! che fortuna. Nel 2001 presentò l'annuale edizione del Festival di Sanremo e nel 2002 ritornò, per un anno, a guidare il cast di Carràmba! che sorpresa (n. Bellaria, Rimini 1943).

Vittorio Cecchi Gori

Imprenditore. Alla morte del padre Mario (1993) ereditò la casa di produzione cinematografica e la presidenza della Fiorentina. Nel 1989 diede vita insieme a S. Berlusconi alla Pentavideo (vincitrice di un Oscar per Mediterraneo di Gabriele Salvatores), che fu divisa in due società in seguito ai contrasti con l'imprenditore di Arcore. Con l'acquisto nel 1995 di Telemontecarlo (nel 2001 divenuta La 7) e Videomusic (TMC 2), ha compiuto un tentativo di gettare le basi per la costituzione del terzo polo televisivo. L'esperimento non gli è riuscito e TMC (poi La 7) passò nelle mani della Seat, mentre TMC2 ospitò dal 2001 la programmazione di MTV Italia. Non più fortunate le sue vicende in ambito cinematografico (dopo il divorzio dalla moglie Rita Rusic) e calcistico (con il fallimento finanziario, nel 2001, della Fiorentina) (n. Firenze 1945).

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Piero Chiambretti

Conduttore. Dopo la gavetta alla radio e in alcune televisioni private di Torino, fece la sua apparizione in televisione nel 1987 nel programma condotto da Andrea Barbato Va' pensiero dove era protagonista di uno spazio fisso, Divano in piazza, nel quale era già presente quel tentativo di sorprendere la gente, coinvolgendola in scenette improvvisate e paradossali, che caratterizzerà anche le sue trasmissioni successive. Conduttore di Complimenti per la trasmissione (1988), nel 1989 intrattenne il pomeriggio domenicale degli italiani con Prove tecniche per la trasmissione. Nel 1991-92 presentò Goodbye Cortina e interpretò lo spassosissimo postino ne Il portalettere. Dopo aver condotto Telegiornale zero (1992-93), nel 1994 con Il laureato viaggiò per l'Italia universitaria insieme a Paolo Rossi e l'anno successivo insieme a Enzo Jannacci. Nel 1999 ha presentato Fenomeni e nel 2001 Chiambretti c'è. Passato a La 7, nel 2004 iniziò la conduzione del programma Markette. Nel 2000 interpretò e diresse il film Ogni lasciato è perso. Dotato di una battuta sempre pronta e della capacità di sfruttare in toto le potenzialità del mezzo televisivo, col suo modo di fare televisione Chiambretti è riuscito a mettere a nudo i tipici meccanismi televisivi e a rendere la gente comune protagonista delle sue trasmissioni (n. Aosta 1956).

Corrado

Vedi Mantoni, Corrado.

Maurizio Costanzo

Conduttore. Collaboratore di varie testate, riviste e agenzie di stampa, tra cui "Ore 12", "Corriere Mercantile", "Paese sera", "Grazia", all'inizio degli anni '60 debuttò come autore radiofonico con il programma Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo e Enza Soldi. Negli stessi anni scrisse pezzi per il cabaret e i primi testi teatrali (Il marito adottivo, Un amore impossibile, Con assoluta ingratitudine). In televisione entrò come autore di trasmissioni (Cabaret delle 22, 1965; Aria condizionata, 1965; Domenica, ma senza impegno, 1969; Milledischi, 1971) e quindi come intervistatore nel 1976 con Bontà loro, il primo talk show della televisione italiana, che riscosse un ampio consenso di pubblico e di critica. Nel 1978-79 realizzò un nuovo talk show, Acquario, a cui seguì Grand'Italia. Lasciata la RAI nel 1980 per dirigere il primo telegiornale privato a diffusione nazionale, Contatto, in seguito al suo coinvolgimento nello scandalo della P2 (egli stesso ammise pubblicamente la sua appartenenza alla loggia massonica), Costanzo si assentò temporaneamente dal piccolo schermo, tornandovi poi in reti locali. Nel 1982 arrivò a Rete 4, dove realizzò il Maurizio Costanzo Show, trasferito dal 1986 su Canale 5, che, inizialmente registrato al teatro Sistina, trovò in seguito la sua definitiva collocazione al teatro Parioli, fino al 2004, anno della sospensione del programma di cui venne però mantenuta una striscia mattutina. Con l'acquisizione di Rete 4 da parte della Fininvest di Berlusconi, a Costanzo venne affidata la conduzione del contenitore domenicale Buona domenica (1985, 1986), durante il quale ebbe l'occasione di esordire come attore nella sitcom Orazio (seguita dal 1989 dalla serie Ovidio). Fondatore di una casa di produzione, la Fortuna Audiovisivi, per la quale produsse alcune trasmissioni (Uomo scienziato, Viaggio in Italia, Agenzia matrimoniale, Cerco e offro, Europeando, Amici, Pace o guerra), nel 1996 presentò insieme a Fiorello La febbre del venerdì sera, di cui fu anche autore. Nel 1996, sempre accanto a Fiorello, tornò a condurre Buona domenica. Nominato direttore di Canale 5 nel 1997, nel 1999 è diventato presidente di Mediatrade, la struttura della Mediaset che si occupa della fiction. È considerato il padre del talk show in Italia. Ha pubblicato Smemorie (1984), Teatro. Ovvero il fascino discreto della parola (1990), Visti da me (1995), Frittomisto. Il teatro del talk show (1995), Gli italiani e la TV (1995, in collaborazione con M. Santoro), Un sogno dietro l'angolo (1996), La TV è piccola? (1996), Il paese anormale (1999) (n. Roma 1938). Trapani Maurizio Costanzo

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Fabio Fazio

Presentatore, autore e imitatore. Fece il suo debutto televisivo nel programma Pronto, Raffaella? (1983), sperimentando poi con L'orecchiocchio (1985) e con Jeans (1986) nuove tipologie di intrattenimento giovanile. Conduttore della trasmissione sportiva di Odeon TV Forza Italia (1987), nel 1990-91 partecipò, insieme ad altri giovani comici, a Banane, varietà satirico-demenziale in onda su Telemontecarlo. Ritornato alla RAI (1991), condusse accanto a Sandro Paternostro Diritto di replica. Ma la consacrazione arrivò con Quelli che il calcio... (dal 1993), il cui successo e la cui popolarità gli spianarono la strada per la conduzione del Festival di Sanremo dell'edizione 1999 e della successiva edizione 2000. Insieme a Claudio Baglioni è stato autore e conduttore dei varietà musicali Anima mia (1998) e L'ultimo valzer (1999). Nel 2001 passò a TMC, proprio nel momento in cui la stessa diveniva La 7: nel settembre dello stesso anno, però, incomprensioni con la nuova dirigenza portarono allo scioglimento del suo contratto. Nel 2004 tornò in Rai con il programma Che tempo che fa (n. Savona 1964).

Fiorello

Pseudonimo di Rosario Fiorello. Cantante e conduttore televisivo. Ha iniziato la sua carriera come animatore nei villaggi turistici; è poi passato alla radio e infine alla televisione, dove ha condotto con successo Karaoke, programma musicale realizzato nelle piazze italiane. La trasmissione gli ha dato grande popolarità e la possibilità di esprimere la sua dirompente carica comunicativa. Tra gli altri programmi da lui condotti ricordiamo Non dimenticate lo spazzolino da denti (1995), La febbre del sabato sera (1996), Buona domenica (1996-97), Stasera pago io (dal 2001 al 2005). Non dimenticò le sue origini radiofoniche, lavorando anche a Radio dj e Radio 2 (n. Augusta, Siracusa 1960). Trapani Fiorello

Fabrizio Frizzi

Conduttore. Dopo aver fatto il disc-jockey in una piccola radio privata ed essere apparso in alcuni spettacoli teatrali di scarso rilievo, nel 1981 esordì sul piccolo schermo con il programma per ragazzi Il barattolo. Nel 1982 condusse la trasmissione di successo Tandem e quindi Pane e marmellata, insieme a Rita Dalla Chiesa. Dopo aver condotto per tre edizioni Europa, Europa (dal 1988), presentò, a partire dal 1988, varie edizioni di Miss Italia e I fatti vostri (1990). Considerato da alcuni l'erede di P. Baudo, dal 1991 al 1995 monopolizzò i sabato sera degli italiani con la trasmissione abbinata alla Lotteria Nazionale Scommettiamo che? (dal 1996 in onda infrasettimanalmente e dal 1999 di nuovo il sabato, questa volta non più collegata alla Lotteria nazionale). Nel 1995 presentò il Telegatto e condusse Luna park, nel 1997-98 Domenica in. Nel 1999 si è dato alla fiction interpretando la parte di un avvocato in Non lasciamoci più. Alla fine degli anni Novanta fu anche conduttore, con Romina Power, del programma Per tutta la vita, che riprese nel 2002 con una nuova conduttrice (n. Roma 1958).

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Gialappa's Band

Gruppo di conduttori composto da Giorgio Gherarducci (Milano 1963), Marco Santin (Milano 1962) e Carlo Taranto (Milano 1961). Nati da una costola di Bar sport, programma trasmesso la domenica sera da Radio Popolare in cui venivano commentati in modo dissacrante gli eventi calcistici della giornata, in occasione dei mondiali di calcio del Messico (1986) si diedero il nome di "gialappa" (tubero messicano da cui si ricava un purgante per cavalli) e sperimentarono nelle radiocronache quel linguaggio del tutto originale e irridente che rappresenta il loro marchio di fabbrica. Raggiunti successo e popolarità, la Gialappa's Band approdò in televisione nel 1990 con la trasmissione Mai dire mondiali in cui erano commentati in modo ironico e dissacrante gol mancati ed errori delle partite dei mondiali d'Italia. Nel 1990 i tre realizzarono inoltre la loro trasmissione di maggior successo, Mai dire gol, poi continuata negli anni. Nata inizialmente come commento salace degli errori, delle papere, delle curiosità del mondo calcistico, divenne poi, con l'avvento di comici quali Teo Teocoli, Gene Gnocchi, Antonio Albanese e dei loro surreali personaggi (Felice Caccamo, Ermes Rubagotti, Frengo), un varietà geniale ed esilarante. Mai apparsi sul video, i tre condussero con voci off anche fortunate trasmissioni extracalcistiche: Mai dire Banzai (1991), una specie di masochistico Giochi senza frontiere giapponese, Mai dire TV (1991), spietato racconto delle mostruosità della televisione italiana, soprattutto locale, e, dal 2000, Mai dire Grande Fratello, sulla scia della trasmissione di "real TV'' Grande Fratello. Nel 1999 la Gialappa's Band ha debuttato nel cinema con il film Tutti gli uomini del deficiente, nel quale non ha smentito l'abitudine di non farsi vedere, offrendo solo un contributo parlato. Trapani La Gialappa's Band

Giancarlo Magalli

Conduttore. Creatore dei testi di Pippo Franco alla fine degli anni '60, fece il suo ingresso in RAI nel 1977 come autore del varietà comico Non stop, dedicandosi contemporaneamente alla radio con la trasmissione Radio ombra, condotta insieme a G. Boncompagni e Mario Marenco. Autore di Pronto, Raffaella? (1984) e inventore del gioco-indovinello telefonico ivi per la prima volta proposto, rimase per parecchi anni dietro le quinte televisive, finché conquistò la popolarità come presentatore di Pronto, chi gioca? (1985-86), trasmissione che gli fu affidata quale sostituto improvvisato di Enrica Bonaccorti. Nella seconda metà degli anni '80 condusse Pronto, è la Rai? (1987) e Fantastico (1989-90). Nel 1990, in staffetta con F. Frizzi, presentò I fatti vostri, programma ideato da Michele Guardì, di cui Magalli condusse anche la versione serale delle edizioni 1994-95 e 1995-96. Nel 1990-91 insieme a Heather Parisi accompagnò il pomeriggio degli italiani con Ciao weekend; in coppia con P. Baudo condusse nel 1995 Papaveri e papere e nel 1996 Mille lire al mese. Nella stagione 1997-98 fu chiamato a presentare Fantastico dopo la débacle della conduzione Montesano. Nel 1998-99 condusse Domenica in e, nel 2001, La grande occasione. Nel 2001 ritornò alla conduzione de I fatti vostri (n. Roma 1947).

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Corrado Mantoni

Conduttore. La sua militanza di conduttore radiofonico, cominciata in giovane età con Radio naja, programma rivolto ai militari del dopoguerra, e con il varietà Oplà (1949), proseguì anche dopo il suo esordio sul piccolo schermo (1954) con la versione televisiva del suo fortunato programma radiofonico Rosso e nero (1951). Presentatore della popolarissima trasmissione radiofonica La corrida, nei primi anni '60 fece solo alcune sporadiche apparizioni in TV nei varietà Controcanale (1960) e L'amico del giaguaro (1961). La consacrazione televisiva avvenne quando, dopo aver condotto i programmi La prova del nove (1965), La trottola (1965 e 1966), Il tappabuchi (1967), Su e giù (1968), A che gioco giochiamo (1969), fu chiamato a presentare le edizioni del 1970 e del 1971 di Canzonissima accanto a R. Carrà. Dal 1976 al 1978 presentò Domenica in insieme a Dora Moroni, dopodiché, tornato alla RAI dopo un breve periodo a Canale 5 (1981), condusse Fantastico 3 (1982-83), ancora accanto alla Carrà. Dal 1983 optò definitivamente per le reti private dove presentò Il pranzo è servito, Ciao, gente! e Buona domenica. Il suo maggior successo televisivo fu però la trasmissione nazionalpopolare La corrida (1986-98), trasposizione televisiva dell'omonimo programma radiofonico, imperniata sulla sfida tra dilettanti allo sbaraglio giudicati dal pubblico in sala. Poco prima di morire fece il suo debutto nella fiction col film TV Investigatore allo sbaraglio (1999) (Roma 1924-1999).

Gianni Minà

Giornalista. Dopo aver svolto l'attività di giornalista sportivo a "Tuttosport", nel 1970 cominciò a collaborare con la RAI. Curatore della sezione spettacolo de L'altra domenica (1976) di R. Arbore e di Mixer (1980), rotocalco di Giovanni Minoli e Aldo Bruno in cui si occupava di rubriche e servizi sportivi e musicali, dal 1981 condusse il programma giornalistico Blitz, realizzando interviste a personaggi del calibro di Robert De Niro, Federico Fellini, Cassius Clay. Dopo aver condotto diversi programmi giornalistici, nel 1987, in occasione della conquista dello scudetto da parte del Napoli, presentò Notte per uno scudetto. Sempre nel 1987 venne mandata in onda una discussa intervista che Minà fece a Fidel Castro. Dal 1991 al 1993 condusse la Domenica sportiva, tornando poi al varietà con Ieri, oggi e... domani (1993). Si è in seguito dedicato alla preparazione di trasmissioni monotematiche dedicate a singoli personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport oltre alla collaborazione con alcune testate giornalistiche (n. Torino 1938).

Michele Santoro

Giornalista. Redattore (1976) e quindi direttore de "La voce della Campania", dal 1980 collaborò con "L'Unità" e con altre testate prima di approdare in RAI come autore di drammi radiofonici. Assunto al TG3, dal 1987 al 1992 realizzò con Giovanni Mantovani Samarcanda, programma di informazione politico-sociale. Dato il notevole successo ottenuto dalla trasmissione, Santoro continuò sulla stessa scia con Il rosso e il nero (1993-94) e con Tempo reale (1994-96). Trasferitosi nel 1996 alla Mediaset, vi condusse Moby Dick (1997-98). Ritornato alla RAI nel 1999 presentò Circus e nella stagione 2000-2001 Il raggio verde, trasmissione che scatenò un'ondata di polemiche soprattutto di carattere politico. Nel settembre 2001 è ritornato a presentare una serie di trasmissioni monotematiche legate all'emergenza terrorismo suscitata dall'affare Bin Laden, cui fece seguito la serie di trasmissioni in prima serata Sciuscià - Edizione straordinaria, foriera di non poche polemiche per la totale autonomia di pensiero e scelta editoriale del conduttore. Per gli stessi motivi nel 2004 venne allontanato dagli schermi. Nello stesso anno, candidatosi alle elezioni europee, venne eletto ma si dimise nel 2005. Ha pubblicato Oltre Samarcanda (1991), Gli italiani e la TV (1995, in collaborazione con M. Costanzo), Il bravo giornalista (1996) e Michele chi? (1996) (n. Salerno 1951).

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Vittorio Sgarbi

Critico d'arte, polemista televisivo e uomo politico. Laureatosi in Filosofia, indirizzò i suoi interessi verso l'arte. Nominato direttore della Soprintendenza per i beni storici e culturali del Veneto, fu autore di numerosi saggi e volumi quali: Carpaccio (1979), Palladio e la Maniera (1980), Il sogno della pittura (1985), Davanti all'immagine (1989), Dall'Italia (1991), Lezioni private 2 (1996), A regola d'arte (1998). Il suo debutto televisivo avvenne nel 1989 al Maurizio Costanzo Show: invitato come esperto d'arte, raggiunse la popolarità televisiva per le sue aggressive e spregiudicate invettive. Presente con una propria rubrica a Weekend con Raffaella (1990-91) e Telemike (1991), nel 1992 iniziò la conduzione di Sgarbi quotidiani, un appuntamento giornaliero incentrato su argomenti di attualità, affrontati con tono polemico e sarcastico. Eletto deputato per il Partito Liberale nel 1992, entrò successivamente a far parte del movimento di Forza Italia, ricoprendo, durante il Governo Berlusconi (1994), la carica di presidente della Commissione Giustizia e Cultura della Camera. Deputato nei Gabinetti Prodi (1996) e D'Alema (1998), nel 1998 venne nominato membro della Commissione permanente Politiche Ue e nel 1999 venne eletto deputato europeo tra le fila di Forza Italia. Nel 2001 venne eletto alla Camera dei Deputati e nella compagine governativa assunse la carica di sottosegretario per i Beni e le Attività culturali, che mantenne fino al giugno 2002 (n. Ferrara 1952).

Teo Teocoli

Comico. Cantante e cabarettista, si formò artisticamente al Derby di Milano. Fece il suo esordio televisivo nel 1982 con il cabaret condotto insieme a Massimo Boldi Non lo sapessi ma lo so, in onda su Antenna 3. Dopo le positive esperienze di Drive in e Una rotonda sul mare, partecipò alla trasmissione Emilio (1989), dove creò il personaggio di Peo Pericoli, un milanese di estrazione popolare, tifosissimo del Milan. Attore nella sitcom I vicini di casa, dove impersonava nuovamente un milanese-milanista (Teo Bauscia), nel 1991-92 condusse Striscia la notizia, e dal 1992 Scherzi a parte. Ma la sua abilità di imitatore trovò piena realizzazione con Mai dire gol (1992-93), trasmissione per la quale ripropose il personaggio di Peo Pericoli e inventò quelli divenuti mitici di Felice Caccamo da Napoli e di Gianduia Vettorello da Torino. Abbandonato il gruppo di Mai dire gol (1995), dopo la conduzione del varietà Boom (1996) insieme a Simona Ventura e Gene Gnocchi, è entrato nell'entourage di F. Fazio, esibendosi, fino alla stagione 2000-2001, in Quelli che il calcio... in esilaranti imitazioni di alcuni personaggi celebri, tra i quali il sindaco di Milano Gabriele Albertini, l'ex allenatore della nazionale Cesare Maldini, il segretario del Partito dei comunisti italiani Armando Cossutta, l'allenatore di calcio Carlo Mazzone, il presidente del Milan Adriano Galliani e il vice-presidente dell'Inter Peppino Prisco. Tra le più riuscite imitazioni dobbiamo inoltre annoverare quella della critica televisiva Claudia Vinciguerra, proposta nel Dopofestival dell'edizione 1999. Nel 2000 apparve nel film Bebo per sempre e nel 2002 ancora in TV in Scherzi a parte. Nel 2005 entrò a far parte del cast di Che tempo che fa, accanto all'amico Fabio Fazio (n. Taranto 1945). Trapani Teo Teocoli

Enzo Tortora

Conduttore. L'incontro di Tortora con il mondo dello spettacolo, avvenne durante gli anni universitari quando a Genova si esibiva travestito da donna nella compagnia goliardica Baistrocchi, insieme con Paolo Villaggio. Trasferitosi a Roma, a soli 23 anni divenne funzionario della RAI. Nel 1954 condusse la trasmissione radiofonica Campanile d'oro e nel 1956 apparve per la prima volta in televisione come valletto di Silvana Pampanini nel programma Primo applauso. Dopo la trionfante esperienza di Telematch (1957), nel 1959 arrivò la definitiva consacrazione con Campanile sera di M. Bongiorno, nel quale Tortora curava i collegamenti con i paesi dell'Italia del Nord. Conduttore cortese e affabile, non mancò di polemizzare con la RAI, incorrendo in un primo confino in Svizzera, durato tre anni, per aver lasciato esibire a ruota libera Alighiero Noschese in una bruciante imitazione di Amintore Fanfani. Al suo rientro, presentò in radio il programma a quiz Il gambero e in televisione La domenica sportiva (1965-69), che trasformò in un programma di intrattenimento di grande qualità. Un nuovo screzio con la RAI, lo costrinse ad altri otto anni di confino durante i quali alternò collaborazioni con testate giornalistiche ("La Nazione" e "Il Resto del Carlino") ad apparizioni su emittenti commerciali locali. Richiamato in RAI, nel 1977 gli fu affidata la conduzione di Accendiamo la lampada, insieme alla Carrà. Nello stesso anno realizzò la sua trasmissione di maggior successo, Portobello, che divenne ben presto un appuntamento fisso del venerdì sera. Nel 1982, pur lavorando ancora per la RAI, propose su Rete 4 il varietà Cipria. Il 17 giugno 1983, mentre nello stesso periodo era impegnato nella conduzione di Italia parla insieme a Baudo, venne arrestato in base alle accuse di un pentito della camorra. Dopo anni di accuse, carcere e processi, la vicenda si concluse il 20 febbraio 1987 (nel frattempo Tortora era stato eletto al Parlamento europeo nelle liste del Partito Radicale) con l'assoluzione e la riabilitazione del presentatore che venne richiamato in RAI per condurre l'ultima edizione di Portobello. Ma i gusti del pubblico erano cambiati. Anche l'ultimo programma che Tortora condusse prima della sua scomparsa, Giallo (1987), ottenne risultati deludenti e venne sospeso. Pubblicò Cara Italia ti scrivo (1984) e Se questa è Italia (1987) (Genova 1928 - Milano 1988).

Bruno Vespa

Giornalista. Collaboratore della redazione aquilana de "Il Tempo" (1960), nel 1962 approdò alla RAI dove, nel 1968 venne assegnato al telegiornale. Conduttore (1977) della rubrica d'attualità Tam Tam, dopo aver percorso tutti i livelli della carriera giornalistica, nel 1989 divenne direttore del TG1, carica che mantenne fino al 1992. Inviato della RAI in concomitanza di importanti eventi politici, dal 1996 conduce Porta a porta, programma di informazione politica e di attualità. Vespa è inoltre autore di libri di successo, tra cui Intervista sul socialismo in Europa (1980), Il cambio (1994), Il duello (1995), La svolta (1996), Si può guarire (1998, in collaborazione col dottor Luigi Di Bella), Il superpresidente. Che cosa cambia in Italia con Ciampi al Quirinale (1999), 1989-2000. Dieci anni che hanno sconvolto l'Italia (1999), RAI, la grande guerra (2002), Il Cavaliere e il Professore (2003), Vincitori e vinti (2005) (n. L'Aquila 1944).

Raimondo Vianello

Conduttore e attore. Entrato casualmente nel mondo dello spettacolo, grazie al suo aspetto da gentleman inglese (in Cantachiaro 2, rivista satirica di Garinei e Giovannini, venne scelto per interpretare un ufficiale statunitense), nel teatro di rivista, dove debuttò accanto a Wanda Osiris in Domani è sempre domenica (1950), si esibì in coppia con Carlo Dapporto, Macario, Gino Bramieri, Ugo Tognazzi. In particolare, il duo Vianello-Tognazzi, uno dei più esilaranti dello spettacolo italiano, venne scritturato nel 1954 dalla neonata televisione italiana che affidò ai due mattatori la conduzione del varietà musicale Un, due, tre, durante il quale il duo si esibì in sketch provocatori, ricchi di satira e verve. Nel 1959 la trasgressiva parodia del presidente Gronchi rovinato addosso al generale De Gaulle, provocò l'intervento della censura e la sospensione, di lì a poco, del programma. Nel 1961 nacque un nuovo binomio, Vianello-Mondaini, uniti in matrimonio e spesso sulla scena, che, col loro garbato ed elegante umorismo, hanno dato vita a spettacoli imperniati soprattutto sui problemi quotidiani della coppia-tipo (Studio Uno, 1961; Il tappabuchi, 1967;Su e giù, 1968; Sai che ti dico, 1972; Tante scuse, 1974; Io e la befana, 1978-79; Stasera niente di nuovo, 1981; Sandra e Raimondo show, 1987). Presentatore del Gioco dei nove (1988) e del programma sportivo Pressing (1991-98), dal 1988 è protagonista, insieme alla moglie, della fortunatissima sitcom Casa Vianello. Da non dimenticare la carriera cinematografica di Vianello che ha interpretato più di cinquanta film di genere comico (n. Roma 1922).

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