Educazione Civica.

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Educazione civica e cittadinanza

Educazione civica Civica 1 Civica 2 Civica 3

La Costituzione Italiana dall'art. 1 al 57 e dall'art. 58 al 139

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CULTURA - EDUCAZIONE CIVICA - RICERCHE COMPLEMENTARI

PICCOLO LESSICO

ABROGAZIONE

Modo attraverso il quale una forma giuridica perde la sua efficacia. Può essere espressa quando la norma viene abrogata da una norma successiva; tacita quando il contenuto della norma non è compatibile con quello di una norma successiva.

AMNISTIA

Provvedimento legislativo mediante il quale lo Stato rinuncia ad applicare la pena ad un certo tipo di reato. Può essere generale, cioè applicata a tutti i reati punibili con una pena detentiva (generalmente inferiore ai tre o quattro anni); oppure particolare, riferita a determinate categorie di reati.

CONFISCA

Nella dottrina giuridica moderna è questa una misura che si applica tramite la requisizione di oggetti o beni giudicati pericolosi per la sicurezza. Ciò che viene confiscato entra a far parte in via definitiva del patrimonio dello Stato. Un esempio di confisca in materia fiscale è quello dei beni oggetto di contrabbando.

GRUPPI CLIENTELARI

Termine usato per indicare, in genere con significato dispregiativo, gruppi di individui che dipendono economicamente o politicamente da una personalità influente.

DEMANIO

Insieme di beni destinati all'uso pubblico. Il demanio pubblico può essere statale, regionale, provinciale o comunale. [LEGGE 7 aprile 2014, n. 56 - Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni] Appartengono al demanio le spiagge, i fiumi, i laghi, le opere destinate alla difesa nazionale, ecc. Vi possono appartenere anche immobili, le strade, alcuni beni mobili. I beni demaniali non possono formare oggetto di possesso da parte dei privati.

EMENDAMENTO

Nel linguaggio parlamentare: proposta di mutazione parziale da effettuare ad un articolo di legge.

MONARCHIA

Dal greco mónos e archía, «governo di uno solo». E' caratterizzata dalla figura del re, posto a capo dello Stato. Tre sono i tipi di Monarchia succedutisi storicamente. La Monarchia assoluta si fonda sul principio dell'indiscutibilità dell'autorità regia, che, in alcuni casi, viene legittimata con il concetto della derivazione divina del potere. La Monarchia costituzionale è tipica del XIX sec. ed è nata in Inghilterra nel XVII sec. Il re, costretto (soprattutto dalla borghesia emergente) a concedere carte costituzionali, deve dividere il suo potere ancora forte con il Parlamento, che delibera su questioni finanziarie e relative alle libertà dei singoli. In un secondo momento si afferma la Monarchia parlamentare, punto di approdo del modello precedente.

SISTEMA PROPORZIONALE

Sistema applicato allo scopo di ottenere una stretta corrispondenza tra la volontà degli elettori e il risultato delle elezioni. Tale sistema favorisce di fatto la proliferazione dei partiti, anche piccoli. Il sistema proporzionale può essere applicato in vari modi:

- Metodo di Hare - il numero dei votanti viene diviso per il numero dei seggi assegnati al collegio, ottenendo così il numero minimo dei voti necessari affinché un candidato possa essere eletto. I voti in eccedenza assegnati ad un candidato si riversano su quello immediatamente successivo nella lista e così via fino a esaurimento. Gli eventuali resti vengono di solito assegnati alle liste che hanno ottenuto un maggior numero di voti.

- Metodo di d'Hondt - il numero dei voti riportati da ogni lista viene diviso in modo da ottenere una serie di divisioni decrescenti fino al minimo comun divisore. Ogni lista otterrà pertanto un numero di seggi corrispondenti al numero di volte che il minimo comun divisore rientra nel numero totale dei voti riportati dalla lista stessa.

- Metodo del collegio unico nazionale - prevede la formazione di liste nazionali nelle quali confluiranno, oltre a quelle circoscrizionali, i resti delle elezioni locali per l'attribuzione dei seggi rimanenti.

REPUBBLICA

Dal latino res e publica, «cosa di tutti». E' la forma di Governo che si contrappone alla Monarchia. Può essere di tipo parlamentare, come quella italiana, quando il potere è espresso dal Parlamento; è invece presidenziale quando il Presidente, eletto direttamente dal popolo, dispone di più ampi poteri.

SUFFRAGIO

Come termine politico designa il diritto di voto, riconosciuto ai cittadini di uno Stato democratico. Il suffragio è ristretto o parziale, quando viene riconosciuto a determinate categorie di cittadini escludendone altre (le donne, gli analfabeti, per esempio). E' universale quando è esteso a tutti i cittadini (al di sopra di un certo limite di età).

PERSONAGGI CELEBRI

Enrico De Nicola

Uomo politico italiano (Napoli 1877 - Torre del Greco 1959). Tra i più brillanti e famosi avvocati del foro di Napoli, fu eletto deputato nel 1909 e sedette in Parlamento sino al 1924 nel gruppo dei liberali della sinistra giolittiana.

Sottosegretario alle Colonie con Salandra (novembre 1913 - maggio 1914) e al Tesoro con Orlando (gennaio-giugno 1919), fu presidente della Camera (giugno 1920 - dicembre 1923) in uno dei periodi più difficili della storia italiana, coinciso con l'avvento del fascismo.

Nel 1929 fu nominato senatore, ma si tenne lontano dall'attività politica sino alla caduta del fascismo. Nel dicembre 1943, per sanare il contrasto tra i partiti antifascisti e re Vittorio Emanuele, propose la formula della luogotenenza a Umberto di Savoia. Deputato alla Consulta nazionale, dopo il referendum del 2 giugno 1946 a favore della Repubblica fu eletto dall'Assemblea Costituente (28 giugno) capo provvisorio del nuovo Stato repubblicano. All'entrata in vigore della Costituzione divenne il primo presidente della Repubblica (1 gennaio - 11 maggio 1948) ma, scaduto il mandato, si rifiutò di accettare la rielezione. Nominato senatore a vita, dall'aprile 1951 al giugno 1952, fu presidente del Senato, ma ancora una volta si dimise dalla carica. Membro della Corte costituzionale dal dicembre 1955, ne fu presidente dal gennaio 1956 al maggio 1957, quando rassegnò le dimissioni.

Luigi Einaudi

Uomo politico ed economista italiano (Carrù, Cuneo 1874 - Roma 1961). Tenne la cattedra di Scienza delle finanze all'Università di Torino. Accademico dei Lincei, fu direttore della «Riforma Sociale» (1908-1935) e della «Rivista di Storia economica» (1936-1943). Liberista intransigente, sostenne l'esistenza di un legame necessario tra libertà economica e libertà politica. Dal secondo dopoguerra militò nelle file del PLI. Senatore dal 1919, membro della consulta, fu poi, come governatore della Banca d'Italia (1945-1948) e ministro del Bilancio (1947), il principale artefice della stabilizzazione monetaria postbellica. Dal 1948 al 1955 fu presidente della Repubblica.

Giovanni Gronchi

Uomo politico italiano (Pontedera 1888 - Roma 1978). Nel 1919 fu tra i fondatori del Partito Popolare. Sottosegretario per l'industria e commercio nel primo ministero Mussolini (1922), il 26 aprile 1923 si ritirò passando all'opposizione e capeggiando i «popolari» dell'Aventino; tre anni dopo venne dichiarato decaduto dal mandato parlamentare. Attivo militante della Resistenza, dal giugno 1944 al luglio 1946 fu deputato alla Costituente. Presidente della Camera dei deputati dal 1948 al 1955, divenne poi anche presidente della Repubblica dal maggio 1955 al maggio 1962.

Antonio Segni

Uomo politico italiano (Sassari 1891-1973). Laureatosi in Giurisprudenza, ottenne la cattedra di Diritto processuale civile presso l'università di Perugia (1920-1925). Nel frattempo si iscrisse al Partito popolare, ma dopo l'affermazione del regime fascista si ritirò dalla vita politica e continuò l'insegnamento universitario a Cagliari (1925-1930), Pavia (1931-1932), Sassari (1933-1953), dove fu nominato rettore (1946-1951). Tra i fondatori della DC (1943), eletto deputato alla Costituente e nelle successive legislature (1948-1963), fu ministro dell'Agricoltura dal secondo al sesto Governo De Gasperi (1946-1952). In seguito fu ministro della Pubblica Istruzione nel settimo Governo De Gasperi (1951-1953), poi presiedette un Governo di coalizione DC, PRI, PSDI, PLI (1955-1957). Ministro della Difesa nel secondo Gabinetto Fanfani (1958-1959), fu poi a capo di un Governo monocolore DC (1959-1960) nel quale detenne anche il ministero degli Interni. Nei successivi Governi Tambroni e Fanfani fu ministro degli Affari Esteri e, mentre occupava questo incarico, venne eletto presidente della Repubblica (maggio 1962) succedendo a Giovanni Gronchi. Dopo due anni di presidenza fu colpito da trombosi cerebrale (agosto 1964) e costretto prima a cedere l'esercizio delle sue funzioni a Merzagora, presidente del Senato, e poi a dimettersi (dicembre 1964). Gli succedette Giuseppe Saragat.

Giuseppe Saragat

Uomo politico italiano (Torino 1898-1988). Autorevole esponente socialista, antifascista, nel 1926 andò esule in Austria. Rientrato in Italia nel 1943, fu attivo nella Resistenza. Arrestato un anno dopo, riuscì ad evadere. Ministro senza portafoglio nel primo Gabinetto Bonomi, nel 1945-46 fu ambasciatore a Parigi. Dal giugno 1946 al gennaio 1947 presiedette l'Assemblea costituente. Tra i più attivi promotori della scissione in seno al PSIUP (1947), ebbe parte importante nella costituzione del Partito socialista dei lavoratori italiani e quindi del PSDI (di cui fu segretario dal 1952 al 1963). Vicepresidente del Consiglio nel quarto e quinto ministero De Gasperi (dicembre 1947-novembre 1949) e nei Gabinetti Scelba e Segni (1954-1956), fu ministro degli Esteri nel 1963-64, poi presidente della Repubblica dal dicembre 1964 al dicembre 1971.

Giovanni Leone

Giurista e uomo politico italiano (Napoli 1908 - Roma 2001). Figlio di un noto avvocato, esponente del Partito Popolare, avendo fra i suoi maestri Enrico De Nicola, si laureò a ventun anni in Giurisprudenza e l'anno successivo in Scienze Politiche, divenendo poi ordinario di Diritto processuale penale in varie università e infine in quella di Roma. Deputato per la DC alla Costituente (dove fu relatore sui titoli concernenti la magistratura e la Corte costituzionale), è sempre stato rieletto nelle successive legislature. Vicepresidente della Camera dei deputati dal 1950, nel maggio 1955 ne fu eletto presidente, tenendo per otto anni la carica con grande equilibrio. Nel giugno 1963 assunse la presidenza del Consiglio dei ministri nel primo Governo di transizione. Dimessosi dalla carica nel novembre dello stesso anno, nel dicembre 1964 fu il candidato ufficiale della Democrazia Cristiana alla presidenza della Repubblica. Nominato l'anno seguente senatore a vita, nel giugno 1968 accettò di formare il primo Governo della quinta legislatura (rimasto in carica fino al novembre dello stesso anno), in un momento particolarmente difficile per le divergenze determinatesi non solo tra i partiti della coalizione di centro-sinistra, ma anche tra le correnti della stessa Democrazia Cristiana. Venne eletto presidente della Repubblica il 24 dicembre 1971. Vastissima la sua produzione giuridica: «La violazione degli obblighi di assistenza familiare» (1930), «Il reato abituale, continuato e permanente» (1932), «Trattato di diritto processuale penale» (1961). I suoi discorsi di contenuto politico, giuridico e costituzionale sono raccolti nel volume «Testimonianze».

L'ex presidente della Repubblica Giovanni Leone

Sandro Pertini

Uomo politico italiano (Stella, Savona 1896 - Roma 1990). Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, iscritto al PSI dal 1918, veniva condannato a 8 mesi di carcere e a 5 anni di confino da parte dei fascisti. Nel 1927, era tra gli organizzatori dell'espatrio in Corsica del leader riformista Filippo Turati e successivamente emigrava in Francia. Ritornato in Italia nel 1929, veniva nuovamente arrestato a causa dell'attività clandestina, condannato a 11 anni di reclusione e poi a morte durante l'occupazione nazista. Evaso da Regina Coeli, lavorava nel CLN e nel 1945 veniva eletto segretario del PSI. Presidente della Camera nel 1968, veniva eletto presidente della Repubblica nel 1978 con il compito di infondere fiducia nelle istituzioni in periodo profondamente segnato dalla crisi politica e dalla violenza terroristica. Durante il suo settennato, costellato di avvenimenti gravi e significativi come la sconfitta del terrorismo rosso e l'emergenza del terrorismo stragista, Pertini aveva modo, grazie alla sua sanguigna personalità, di imporsi alla Nazione come simbolo delle garanzie democratiche, nonché come pungolo efficace contro le inefficienze del sistema politico. Nei primi anni Ottanta affidava ripetutamente l'incarico di Governo a politici non democristiani (prima a Spadolini, poi a Craxi), avviando di fatto l'esperienza dei Governi a guida laica e socialista. Ormai quasi novantenne, nel 1985, giunto al termine del suo settennato, Pertini lasciava il Quirinale per prendere posto a Palazzo Madama tra i senatori a vita.

L'ex presidente della Repubblica Sandro Pertini

Francesco Cossiga

Uomo politico italiano (n. Sassari, 1928). Laureato in Legge, è stato docente di Diritto costituzionale a Sassari. Nel 1945 entrò nella Democrazia Cristiana e, pochi anni dopo, ottenne il suo primo incarico ministeriale quale sottosegretario alla Difesa. Come ministro degli Interni, avviava la riforma della Pubblica Sicurezza ed organizzava i primi reparti antiterrorismo. Nel 1978, dopo l'assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, si dimetteva da tale incarico. Dopo aver presieduto due Governi, entrava nel 1983 nel Senato, diventandone presidente. Nel 1985, al primo scrutinio, veniva eletto Presidente della Repubblica. Il suo mandato trascorreva sostanzialmente tranquillo fino al 1991, allorché, in seguito alle rivelazioni sul caso "Gladio", Cossiga entrava in aspra polemica con gli ex-comunisti del PDS. Da questo momento il presidente mutava atteggiamento, dedicandosi sempre più spesso ad appelli diretti ai cittadini incentrati sulla necessità di avviare profonde riforme istituzionali. Questi "sfoghi" suscitavano tra l'altro un tacito ostracismo da parte della DC e la pressante richiesta di dimissioni da parte del PDS di Occhetto. Con le sue "picconate" al sistema dei partiti il presidente riusciva nel frattempo a catalizzare le simpatie di milioni di italiani e l'appoggio incondizionato di alcuni dei partiti più impegnati nella lotta alla partitocrazia. Giunto quasi alla fine del suo settennato e alla vigilia delle elezioni politiche del 1992, Cossiga abbandonava con lieve anticipo il Quirinale e veniva proclamato senatore a vita. Nel giugno 2002 si dimetteva dalla carica senatoriale per protesta nei confronti del suo coinvolgimento nelle indagini relative alla cosiddetta Tangentopoli lucana.

Oscar Luigi Scalfaro

Uomo politico italiano (n. Novara 1918). Dopo essersi laureato in Giurisprudenza all'Università Cattolica di Milano, ha lungamente militato nell'Azione cattolica; ha presieduto inoltre la giunta diocesana piemontese. Ha esercitato la magistratura ed è stato pubblico ministero nelle Corti d'assise di Novara ed Alessandria nel corso dei processi tenutisi nell'immediato dopoguerra. Militante democristiano di tendenza conservatrice, è stato seguace e sottosegretario all'Interno di Mario Scelba (1959-62), nonché rappresentante dei "centristi popolari". Ripetutamente sottosegretario (Lavoro, Spettacolo, Presidenza del Consiglio, Interno, Giustizia), ha ricoperto la carica di ministro dei Trasporti (1959) e della Pubblica Istruzione (1972). Vicepresidente della Camera dal 1975 al 1983, nel primo Governo Craxi ha ottenuto il ministero dell'Interno (1983), carica confermatagli nel Governo Craxi-bis (1986). Nel 1987, ha ricevuto da Cossiga l'incarico di formare un Governo in grado di evitare le elezioni anticipate, senza però riuscire nell'intento. In seguito ha presieduto la commissione indagante lo scandalo degli aiuti all'Irpinia, distinguendosi per lucidità e impegno nel perseguitare i responsabili degli sprechi e delle corruzioni. Dopo essere stato in aperta polemica col presidente Cossiga a causa degli atteggiamenti di protagonismo politico assunti fra il 1990 e il 1992 da quest'ultimo, Scalfaro è stato chiamato a succedergli alla presidenza della Repubblica nel maggio 1992. Il 15 maggio 1999 Oscar Luigi Scalfaro si congedò dal Quirinale alla fine del suo mandato di Presidente della Repubblica, divenendo senatore a vita.

L'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

Carlo Azeglio Ciampi

Economista e uomo politico italiano (n. Livorno 1920). Laureatosi in Lettere e in Giurisprudenza, dopo una breve esperienza nel Partito d'Azione è entrato nel 1946 alla Banca d'Italia. Nel 1973 ne è stato nominato segretario generale, nel 1976 vicedirettore generale, fino a sostituire, nel 1979, l'allora governatore Paolo Baffi. Tra gli artefici della graduale rivoluzione finanziaria e monetaria che ha investito l'Italia a partire dal 1979, Ciampi è stato un tenace sostenitore della necessità di sostenere la lira italiana e di combattere l'inflazione e il debito pubblico. Durante il suo governatorato, caratterizzato dalla separazione tra potere politico e banca centrale, è riuscito a contenere il processo inflazionistico attraverso la rigida difesa del cambio. Per le sue qualità di "tecnico", all'indomani della crisi politico-economica degli anni Novanta che ha colpito il Paese, gli è stato affidato l'incarico di formare il nuovo Governo, sostituendo il dimissionario Giuliano Amato (1993). Ciampi ha applicato l'articolo 92 della Costituzione, scegliendo liberamente i ministri del suo Governo senza passare attraverso le tradizionali consultazioni. E' rimasto in carica fino alle consultazioni politiche del 1994. Ministro del Tesoro nel Governo D'Alema, ha ricoperto la carica di presidente della Repubblica italiana dal 1999 al 2006.

Carlo Azeglio Ciampi durante una visita in Italia della Regina Elisabetta II d'Inghilterra

Giorgio Napolitano

Uomo politico italiano (n. Napoli 1925). Nel 1945 aderì al Partito Comunista Italiano e due anni dopo si laureò in Giurisprudenza all'università di Napoli. Eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati nel 1953, ne è stato membro per dieci legislature, essendo sempre rieletto nella circoscrizione di Napoli, fino al 1996. Tra il 1969 e il 1975, si occupò principalmente dei problemi della vita culturale, come responsabile della politica culturale del PCI. Fu poi, tra il 1976 e il 1979, portavoce del PCI, anche nei rapporti con il governo Andreotti, sui temi dell'economia e del sindacato. Nel 1981 fu eletto Presidente del gruppo parlamentare comunista alla Camera dei Deputati, incarico che mantenne fino al 1986. Il suo impegno europeistico si manifestò attraverso la partecipazione al Parlamento europeo, di cui fu membro dal 1989 al 1992, e attraverso numerose missioni all'estero, compreso il ciclo di conferenze tenute negli Stati Uniti dopo la storica svolta segnata dalla caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti in Europa centrale e orientale. Presidente della Camera dei deputati (1992-94), fu nominato ministro dell'Interno del primo Governo Prodi (1996-98). Dal giugno 1999 al giugno 2004 fu Presidente della Commissione per gli Affari Costituzionali del Parlamento europeo. Nel settembre 2005 fu nominato senatore a vita dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Nel maggio 2006 venne eletto presidente della Repubblica.

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