LA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri (PURGATORIO) - CANTO XXIX

Cantando come donna innamorata,
continuò col fin di sue parole:
'Beati quorum tecta sunt peccata!'. (3)

E come ninfe che si givan sole
per le salvatiche ombre, disïando
qual di veder, qual di fuggir lo sole, (6)

allor si mosse contra 'l fiume, andando
su per la riva; e io pari di lei,
picciol passo con picciol seguitando. (9)

Non eran cento tra ' suoi passi e ' miei,
quando le ripe igualmente dier volta,
per modo ch'a levante mi rendei. (12)

Né ancor fu così nostra via molta,
quando la donna tutta a me si torse,
dicendo: «Frate mio, guarda e ascolta». (15)

Ed ecco un lustro sùbito trascorse
da tutte parti per la gran foresta,
tal che di balenar mi mise in forse. (18)

Ma perché 'l balenar, come vien, resta,
e quel, durando, più e più splendeva,
nel mio pensier dicea: 'Che cosa è questa?' (21)

E una melodia dolce correva
per l'aere luminoso; onde buon zelo
mi fé riprender l'ardimento d'Eva, (24)

che là dove ubidia la terra e 'l cielo,
femmina, sola e pur testé formata,
non sofferse di star sotto alcun velo; (27)

sotto 'l qual se divota fosse stata,
avrei quelle ineffabili delizie
sentite prima e più lunga fïata. (30)

Mentr' io m'andava tra tante primizie
de l'etterno piacer tutto sospeso,
e disioso ancora a più letizie, (33)

dinanzi a noi, tal quale un foco acceso,
ci si fé l'aere sotto i verdi rami;
e 'l dolce suon per canti era già inteso. (36)

O sacrosante Vergini, se fami,
freddi o vigilie mai per voi soffersi,
cagion mi sprona ch'io mercé vi chiami. (39)

Or convien che Elicona per me versi,
e Uranìe m'aiuti col suo coro
forti cose a pensar mettere in versi. (42)

Poco più oltre, sette alberi d'oro
falsava nel parere il lungo tratto
del mezzo ch'era ancor tra noi e loro; (45)

ma quand' i' fui sì presso di lor fatto,
che l'obietto comun, che 'l senso inganna,
non perdea per distanza alcun suo atto, (48)

la virtù ch'a ragion discorso ammanna,
sì com' elli eran candelabri apprese,
e ne le voci del cantare 'Osanna'. (51)

Di sopra fiammeggiava il bello arnese
più chiaro assai che luna per sereno
di mezza notte nel suo mezzo mese. (54)

Io mi rivolsi d'ammirazion pieno
al buon Virgilio, ad esso mi rispuose
con vista carca di stupor non meno. (57)

Indi rendei l'aspetto a l'alte cose
che si movieno incontr' a noi sì tardi,
che foran vinte da novelle spose. (60)

La donna mi sgridò: «Perché pur ardi
sì ne l'affetto de le vive luci,
e ciò che vien di retro a lor non guardi?». (63)

Genti vid' io allor, come a lor duci,
venire appresso, vestite di bianco;
e tal candor di qua già mai non fuci. (66)

L'acqua imprendëa dal sinistro fianco,
e rendea me la mia sinistra costa,
s'io riguardava in lei, come specchio anco. (69)

Quand' io da la mia riva ebbi tal posta,
che solo il fiume mi facea distante,
per veder meglio ai passi diedi sosta, (72)

e vidi le fiammelle andar davante,
lasciando dietro a sé l'aere dipinto,
e di tratti pennelli avean sembiante; (75)

sì che li sopra rimanea distinto
di sette liste, tutte in quei colori
onde fa l'arco il Sole e Delia il cinto. (78)

Questi ostendali in dietro eran maggiori
che la mia vista; e, quanto a mio avviso,
diece passi distavan quei di fori. (81)

Sotto così bel ciel com' io diviso,
ventiquattro seniori, a due a due,
coronati venien di fiordaliso. (84)

Tutti cantavan: «Benedicta tue
ne le figlie d'Adamo, e benedette
sieno in etterno le belleze tue!». (87)

Poscia che i fiori e l'altre fresche erbette
a rimpetto di me da l'altra sponda
libere fuor da quelle genti elette, (90)

sì come luce luce in ciel seconda,
vennero appresso lor quattro animali,
coronati ciascun di verde fronda. (93)

Ognuno era pennuto di sei ali;
le penne piene d'occhi; e li occhi d'Argo,
se fosser vivi, sarebber cotali. (96)

A descriver lor forme più non spargo
rime, lettor; ch'altra spesa mi strigne,
tanto ch'a questa non posso esser largo; (99)

ma leggi Ezechïel, che li dipigne
come li vide da la fredda parte
venir con vento e con nube e con igne; (102)

e quali i troverai ne le sue carte,
tali eran quivi, salvo ch'a le penne
Giovanni è meco e da lui si diparte. (105)

Lo spazio dentro a lor quattro contenne
un carro, in su due rote, trïunfale,
ch'al collo d'un grifon tirato venne. (108)

Esso tendeva in sù l'una e l'altra ale
tra la mezzana e le tre e tre liste,
sì ch'a nulla, fendendo, facea male. (111)

Tanto salivan che non eran viste;
le membra d'oro avea quant' era uccello,
e bianche l'altre, di vermiglio miste. (114)

Non che Roma di carro così bello
rallegrasse Affricano, o vero Augusto,
ma quel del Sol saria pover con ello; (117)

quel del Sol che, svïando, fu combusto
per l'orazion de la Terra devota,
quando fu Giove arcanamente giusto. (120)

Tre donne in giro da la destra rota
venian danzando; l'una tanto rossa
ch'a pena fora dentro al foco nota; (123)

l'altr' era come se le carni e l'ossa
fossero state di smeraldo fatte;
la terza parea neve testé mossa; (126)

e or parëan da la bianca tratte,
or da la rossa; e dal canto di questa
l'altre toglien l'andare e tarde e ratte. (129)

Da la sinistra quattro facean festa,
in porpore vestite, dietro al modo
d'una di lor ch'avea tre occhi in testa. (132)

Appresso tutto il pertrattato nodo
vidi due vecchi in abito dispari,
ma pari in atto e onesto e sodo. (135)

L'un si mostrava alcun de' famigliari
di quel sommo Ipocràte che natura
a li animali fé ch'ell' ha più cari; (138)

mostrava l'altro la contraria cura
con una spada lucida e aguta,
tal che di qua dal rio mi fé paura. (141)

Poi vidi quattro in umile paruta;
e di retro da tutti un vecchio solo
venir, dormendo, con la faccia arguta. (144)

E questi sette col primaio stuolo
erano abituati, ma di gigli
dintorno al capo non facëan brolo, (147)

anzi di rose e d'altri fior vermigli;
giurato avria poco lontano aspetto
che tutti ardesser di sopra da' cigli. (150)

E quando il carro a me fu a rimpetto,
un tuon s'udi, e quelle genti degne
parvero aver l'andar più interdetto,
fermandosi ivi con le prime insegne. (154)

NOTE AL CANTO XXIX



(1-9) col fin di sue parole: dopo quelle ultime parole: Nettare è questo, ecc. (canto prec., v. 144), continuò cantando come innamorata dell'amore divino. «Matelda significa la dottrina della Santa Scrittura, la quale solve li dubbi ai fideli cristiani, e canta sempre loda di Dio» (B.); Beati, quorum remissae sunt iniquitates, et quorum tecta sunt peccata. Son parole del secondo salmo penitenziale. «Matelda applaudiva a Dante che avea già cancellati dal viso tutti i P» (Ces.). Il Buti: «Viene questo salmo a proposito della materia, imperò che l'autore era per passare lo fiume che toglie la memoria del peccato»; tecta: coperti dal perdono; salvatiche ombre: «per l'ombre delle selve» (B.); qual di veder, ecc.: «Quale va per le selve per passare (cacciando) alla chiarezza e a luigo aperto, dove vegga lo sole, e quale, per intrare nel bosco folto, sicché fugga lo sole (standosi a diletto)» (B.); allor si mosse, ecc.: «così allora si mosse Matelda contro il corso del fiume, lo picciol passo suo con picciol passo mio seguitando, cioè ella andava piano ed io seguitava pianamente» (B.).
(10-21) Non eran cento, ecc.: «non eramo anco iti cinquanta passi per uno» (B.); tra': sommati, accozzati insieme; igualmente: senza lasciare d'essere equidistanti, parallele; a levante mi rendei: tornai ad aver la faccia a levante, siccome prima che mi si attraversasse il ruscello; tutta a me si torse: si rivoltò con tutta la persona verso di me; un lustro subito: un improvviso splendore; di balenar mi mise in forse: mi fece dubitare che balenasse; come vien, resta: si mostra e sparisce. «Come s'accende, così si spegne; quello durava» (B.).
(22-30) melodia: «dolcezza di canto e concordia di suoni» (B.); buon zelo: un giusto sdegno; là dove ubidia, ecc.: «la terra ubidia lo cielo, facendo cioè che 'l cielo imprimeva, non discordandosi dalle sue influenzie» (B.); femmina sola: la sola femina, o pure l'unica femina che ancor fosse al mondo; teste formata: «fresca del benefizio di lui che l'avea creata» (Ces.); sotto alcun velo: «sotto lo velame della notizia del bene e del male» (B.); sotto 'l quale, ecc.: alla quale ignoranza, se, obbediente a Dio, si fosse acquetata; sentite prima: fin dal mio nascere; lunga fïata: eternalmente; perché nello stato d'innocenza l'uomo non sarebbe stato soggetto alla morte.
(31-36) primizie: primi saggi della gioia del paradiso. «Primizie sono le cose primaticcie, le quali per la sua novità più piaceno» (B.); sospeso: tra incerto e stupefatto; a più letizie: di maggiori letizie; per canti era già inteso: s'intendeva essere un canto.
(37-42) O sacrosante Vergini: Muse. Le invoca pure nell'Inf., II, 7; XXXII, 10-11, e Purg. I, 8-12; cagion mi sprona, ecc.: alta cagione mi sprona a dimandarne ora in ricompensa il vostro aiuto; Elicona: il giogo di Parnaso, ov'è il fonte pegaseo. Qui il fonte medesimo; per me versi: «dell'abbundanzia sua metta fuori sì, che ammaestri me tanto che mi basti a questa materia che io abbo a scrivere» (B.); Urania, grecam.: celeste. «La Musa dell'astronomia, che canta le cose celesti; e però s'invoca qui. Milton la invoca al canto VII del Parad. perd.» (Lf.); aiuti: Inf., XXXII, 10; coro: «con la sua brigata. Tutte le Muse hanno per suo coro le parti delle scienzie, che serveno e rispondeno a lei» (B.); forti cose a pensar, ecc.: a mettere in versi cose difficili pure ad esser pensate.
(43-60) sette alberi d'oro, ecc.: Il lungo tratto (la lunga distanza; B.) ch'era ancora tra noi e i candelabri, li facea falsamente apparire sette alberi d'oro. I candelabri figurano i sette doni dello Spirito Santo. «Dono di timore contra la superbia, dono di pietà contra la invidia, dono di fortezza contra l'ira, dono di scienzia contra l'accidia, dono di consiglio contra l'avarizia, dono di sapienzia contra la gola, dono d'intelletto contra la lussuria» (B.). Alcuni credono che figurino invece i sette sacramenti (Apoc., I, 22, e IV, 5); obietto comun: «è ne' corpi di differenti specie ciò che in uno e in altro ha una certa similitudine, la quale per la distanza inganna il senso della vista. Qui tra gli alberi e i candelabri l'obietto o il sensibile comune è una certa similitudine nel fusto e nelle branche» (F.). Il Buti: «L'obietto comun, la cosa in che opera lo sentimento, e dice comune, imperò che la cosa da esser appresa per li sentimenti è comune a tutti e cinque li sentimenti, infino a tanto che qualcuno non se l'appropria»; alcun suo atto: «alcun de' suoi particolari distintivi» (B.). «Alcuna sua operazione, e questo dice secondo l'opinione di coloro che tegnano che 'l vedere adoperi, ricevendo impressione dall'obbietto, e non operi mettendo fuora li suoi raggi; ma ricevendo l'ombra della cosa contrapposta e la imagine» (B.); la virtù: «discernitiva, la quale apparecchia alla ragione discorrimento dell'uno individuo nell'altro, tanto ch'ella viene all'università» (B.); osanna: Distinse, intese che cantavasi osanna; Di sopra: «a sé, nell'aire» (B). Nella sua parte superiore; fiammeggiava: «facea fiamme» (B.); il bello arnese: quel bell'ordine di candelabri; nel suo mezzo mese: la luna piena; Indi rendei, ecc.: indi tornai a guardare que' maravigliosi candelabri; l'aspetto: «lo mio sguardo» (B.); sì tardi: «sì agiatamente, sì pianamente» (B.); foran vinte: «nell'andare» (B.).
(61-69) de le vive luci: «de' sette lumi che sono in su li sette candelabri» (B.); allor: «ch'io mi diedi a ragguardare» (B.); come a lor duci, - venire appresso: venire appresso a' detti candelabri, come a loro guide; vestite di bianco: «Questo colore si conviene a loro, perché funno fideli, e la fede conviene esser pura» (B.); di qua già mai non fuci: non ci fu giammai nel mondo; L'acqua: del ruscello; splendea: pel fiammeggiare de' candelabri; dal sinistro fianco: «Questo è vero, che s'elli andava inverso mano ritta et era di qua dal fiume, convenia che 'l sinistro fusse inverso lo fiume» (B.); rendea a me: e anco mi rappresentava come uno specchio; la mia sinistra costa: il mio sinistro fianco, che ad essa teneva rivolto.
(70-78) ebbi tal posta: mi trovai in tal posto, in tal punto; distante: da quella processione. «Altro mezzo non c'era che 'l fiume» (B.); ai passi diedi sosta: mi fermai; lasciando dietro a sé: «lassando in aire di rieto da sè sette liste di diverso colore» (B.); e di tratti pennelli, ecc.: e queste fiammelle per le tracce luminose che si lasciavan dietro, aveano sembianza di banderuole distese; più innanzi ostendali. Il Buti: «Di fregatura di pennelli, come frega lo dipintore quando vuole fare una lista». Il Ces.: «Sono due cose nel verso: Lasciando dietro a sé l'aere dipinto; un muoversi di ciascuna fiammella, e 'l lasciar dietro a sè una striscia di colore. Or ne' tratti pennelli la cosa è a capello. Nel pennello veggo il dipingere che dice Dante; nel tratti il muoversi; essendo poi tratti lasciano la tela per lo lungo dipinta del proprio colore. Dipoi li chiama ostendali, perché li considerava come stanti così distesi, notando senza più la smisurata loro grandezza»; sì che: l'aere; sopra: al disopra de' candelabri; distinto: il Ces.: «Dunque i candelabri e seco le fiammelle digradavano di su in giù; da che, stendendosi le luci continuate, lasciavan distinte le luci l'una sopra l'altra e non addossosi insieme»; liste: «righe» (B.). Lucr. e Virg.: Flammarum... tractus; fa: dipinge; l'arco: arcobaleno; Delia: la Luna; il cinto: l'alone, il quale formasi dal raggio riflesso della Luna, quando l'aria intorno è pregna di umidi vapori. Par. XXVIII, 23.
(79-81) Questi ostendali, ecc.: «Queste liste luminose simili a stendardi si prolungavano pel cielo più di quel che portasse il mio occhio» (F.); quei di fori: tra i due stendardi che stavano alle estremità, erano per traverso dieci passi.
(82-87) diviso: descrivo; ventiquattro seniori: «cioè vecchio ni. Simboleggian questi i ventiquattro libri del vecchio Testamento; ventiquattro se si contino secondo le opere, non nelle loro divisioni, e si faccia un solo libro de' profeti maggiori, e un solo de' minori, come sembra abbia inteso fare il poeta. E così anche S. Girolamo interpreta quel dell'Apoc., IV, 4: "Sopra i troni ventiquattro seniori sedenti"» (F.); fiordaliso: giglio - simbolo di purità; ne le figlie: tra le figlie. «Finge che costoro cantasseno le lodi della Virgine Maria» (B.). «Benedicta tu in mulieribus si riferisce alla allegorica Beatrice, che vedremo apparire sotto, XXX, 22 e seg.; così a lei diranno le parole, che altri a Maria: Veni sponsa. Ivi, 11» (F.); le bellezze tue: «le tue virtù» (B.).
(90-95) libere fuor, ecc.: «Poiché funno passati quelli ventiquattro seniori e rimase lo prato scoperto incontro a me» (B.); luce luce in ciel, ecc: come in cielo seguita stella a stella. «Questo è il venir dietro che fa nel moto diurno un corpo luminoso ad un altro» (Ces.); quattro animali: simbolo de' quattro evangelisti. Matteo animal habens faciem quasi hominis; Marco, simile leoni; Luca, simile vitulo; Giovanni, simile aquilae; verde fronda: «a significare che la loro dottrina durerà in perpetuo» (B.); pennuto di sei ali: Apoc., IV, 8; Argo: V. Purg., XXXII, 64 e segg.
(98-105) ch'altra spesa mi strigne, - tanto: perché la necessità di spender parole in descrivere altre cose mi sforza tanto che, ecc.; ma leggi Ezechiel: al cap. I; da la fredda parte: dal Settentrione Virg.: Boreae de parte; con igne: con fuoco o in mezzo al fuoco; salvo ch'a le penne, ecc.: salvo che san Giovanni concorda meco, descrivendo questi animali con sei ale, e discorda da Ezechiele, che li descrive con quattro. «Le quattro ale di Ezechiele indicano le quattro età fino allora corse; le sei di Giovanni le sei età, passate le quali, il Redentore apparì» (F.).
(106-108) Lo spazio dentro, ecc: Lo spazio compreso tra' detti quattro animali conteneva un carro trionfale su due ruote; contenne: «occupò» (B.); un carro... triunfale: «a modo di quello col quale si dava lo triunfo ai principi vincitori di Roma» (B.). «Questo carro figura la cattedra pontificia, che posa su' due Testamenti: a destra sul nuovo, e di là le virtù teologiche; sul vecchio a sinistra, e di qua le virtù cardinali. La Chiesa è così tra le virtù della ragione e le rivelate» (F.); grifon: «Questo grifone significa Cristo, lo quale fu di du' nature: cioè divina ed umana; come lo grifone che è dalla parte di sopra uccello e dalla parte di sotto leone» (B.). Il Didron, Iconografia cristiana, vuole che per Grifone s'intenda il Papa; firato: «fu tirato dal collo» (Ces.).
(109-114) Esso tendea, ecc.: «Esso grifone, muovendo dietro e per mezzo i candelabri, innalzava l'una e l'altr'ala nello spazio interposto tra la lista di mezzo e la terza dall'una parte e la terza dall'altra; vale a dire, stando con la terza sotto la quarta lista, innalzava le ali nello spazio interposto tra la lista terza e la quinta. Intendi per liste le strisce luminose de' candelabri» (F.). «Le ali sono della divinità; cioè l'ala ritta la iustizia divina, e l'ala manca la misericordia; tra le ali stava l'eucaristia, ch'è lo corpo di Cristo santissimo. Dice che di fuora dall'ala ritta rimanevano le tre liste, che significano li tre sacramenti, cioè crisma, battesimo et ordinazione: imperò che questi sono segni dei tre doni dello Spirito Santo, che vegnano dalla iustizia di Dio; cioè timore, pietà e fortezza... e che di fuora dalla manca erano l'altre tre liste, che significano li altri tre sacramenti: cioè penitenzia, estrema unzione e matrimonio; e questi sono segni delli altri tre doni dello Spirito Santo, cioè consiglio, sapienza e intelletto; e lo sacramento che è segno della scienzia sta in mezzo tra le ditte du' ale» (B.); ale: per ala; si ch'a nulla, ecc.: «Non guastava nessuna, tagliandola; felicemente assai è qui espresso il chiudere che faceva il grifone, con le due ali levate, la lista di mezzo, ficcandosi tra essa e le tre di qua e le tre di là» (Ces.); le membra d'oro avea, ecc.: «Dice che dal mezzo in su, u' era uccello, era fatto d'oro, per dare ad intendere la purità della divinità, e ch'avesse le membra dal mezzo in giù bianche, meschiate di vermiglio sì, come lo corpo umano, per mostrare ch'avesse natura umana» (B.).
(115-120) Non che Roma, ecc.: «non che si possa dire che Roma, ecc.» (B.). Non che Scipione Africano o Cesare Augnsto nei loro trionfi rallegrassero Roma, ecc.; quel del Sol: «lo quale descrive Ovidio, che era d'oro e di pietre preziose, salvo che i razzi delle ruote erano d'ariento» (B.); con ello: «posto allato a quel carro ch'io vidi» (B.); sviando: «dal cammino usato» (B.). Uscendo di carreggiata, pel guidamento di Fetone; combusto: arso dal fulmine; per l'orazion: per le preghiere; devota: supplichevole; arcanamente: «allegoricamente dee rintuzzar la baldanza di chi è troppo oso» (Ces.). V. Inf., XVII, 106-108; Purg., IV, 70-72, e Par., XVII, 1-3.
(121-132) Tre donne, ecc.: le virtù teologali o della nuova legge: carità, speranza, fede; in giro... danzando: «impero che facean ballo tondo» (B.); nota: «distinta» (B.). «A stento si conoscerebbe nel fuoco» (Ces.); testé mossa: caduta or ora; tratte: guidate. «La speranza non può essere intesa stante per sé, senza la fede o la carità; sicché ella è tirata, non tira mai» (Ces.); dal canto: V. Purg., XXXI, 132 e segg.; l'andare: «la norma del ballo. La carità, cantando, misura il tempo alle altre, per allentare o affrettare la danza, come maestra di musica; che ecco: il più del merito e l'intensione maggiore o minore del credere e dello sperare è dato dalla carità, la quale comanda gli atti delle virtù, come loro principio e norma» (Ces.); facean festa: menavano lieta danza; porpora: «a simbolo d'amore e di dignità» (F.). «Di purpura bianca, che significa mondezza e purità» (B.); dietro al modo: «seguitando lo modo» (B.). Le quattro donne sono le virtù cardinali: prudenza, giustizia, temperanza e fortezza: quella con tre occhi è la prudenza, che, secondo dice Seneca, ordina le cose presenti, provede alle future, e considera le passate.
(133-141) Appresso tutto, ecc.: «dopo tutto il gruppo intorno al carro da me descritto» (F.); nodo: il Buti: «modo»; due vecchi: «san Luca medico e san Paulo, imperò che nella Bibbia dipo' li quattro Evangeli, seguita li Atti delli Apostoli, che scrisse san Luca, e le Epistole, che scrisse san Paulo» (B.); in abito dispari: «diseguali» (B.). Paolo, Ad Colossenses, IV, 14: Lucas medicus carissimus. «Dai monumenti pare che la spada non fosse attribuita a san Paolo prima della fine del secolo XI. Quando vi si appoggia, esprime il suo martirio; quando la tien levata, esprime il suo combatter per Cristo; quando ne ha due, una è l'attributo, l'altra l'emblema» (Mrs. Jameson); onesto: composto ad onestà; sodo: grave, «costante» (B.); la contraria cura: aveva un'opposita sollecitudine a quella di san Luca; non di sanare, ma di uccidere; di qua dal rio: suppl.: sebbene io fossi.
(142-154) quattro: Gli apostoli Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda, scrittori delle Epistole canoniche. Altri intende i quattro dottori: s. Gregorio Magno, s. Gerolamo, s. Ambrogio e s. Agostino; in umile paruta: «molto umili nella vista» (B.). «Per la brevità degli scritti» (F.). «I quali tutti furono umili poverelli» (B.); un vecchio solo: s. Giovanni, che presso a novant'anni dettò l'Apocalisse. Altri intende s. Bernardo; dormendo, con la faccia arguta: «Questa voce argutus trovo da' Latini usata per acuto, sottile, spiccato, vibrato; il dà Virgilio al capo del cavallo, raccolto e vivace, e Cicerone alla mano, che scocca le dita con gesto animato: queste nozioni debbono fornire l'idea della faccia di s. Giovanni, che, rapito in sonno estatico, mostra penetrazione ed acume di altissimo conoscimento» (Ces.); E questi sette, ecc.: eran vestiti come il primiero stuolo, cioè come i ventiquattro seniori; brolo: provenzale: brolh, giardino; qui, ghirlanda. Il Buti: «cioè verdura; brolo, al modo lombardo, è orto dov'è verdura, e qui lo piglia per lo frontale e per la corona»; poco lontano aspetto: «un occhio o uno spettatore alcun poco lontano, avrebbe giurato che tutti e sette avesselo fuoco intorno la fronte: tanto quelle rose e quegli altri fiori eran di colore acceso. Egli, vicinissimo, vedeva la cosa come era. L'esser poi coronati di fiori rossi, invece di bianchi, significa forse il martirio da loro sofferto» (F.); aver l'andar, ecc.: aver interdetto l'andar più oltre; con le prime insegne: coi candelabri, che facevano da stendali o gonfaloni. «Così anche nelle processioni nostre i gonfaloni si fermano i primi» (F.).
 

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