I MILLE PERCHÉ - LA PREVENZIONE - L'ALCOLISMO

PERCHÉ L'ALCOOL VIENE CONSIDERATO UNA DROGA?

Oggi si tende a considerare l'alcool come una droga e quindi come una sostanza che induce alla tossicomania. In effetti l'alcool possiede caratteristiche comuni con gli stupefacenti poiché comporta: 1) la modificazione delle condizioni fisiche e psichiche; 2) uno stato di abnorme desiderio di assunzione (con tendenza ad aumentare sempre più le dosi); 3) aumento progressivo della tolleranza; 4) dipendenza psicofisica verso i suoi effetti; 5) insorgenza della sindrome di astinenza nel caso di una soppressione brusca dell'assunzione.
Molto si è discusso e si discute circa il problema delle cause e delle motivazioni che spingono l'individuo all'assunzione eccessiva ed incontrollata di sostanze alcooliche. Le varie teorie enunciate in proposito, fanno capo a tre ordini di fattori: fisiologici, psicologici e sociologici.

1) Le teorie fisiologiche sono state avanzate per dimostrare che l'alcoolismo si sviluppa sulla base di una alterazione organica ereditaria o anche acquisita.

2) Secondo le teorie psicologiche, nella struttura della personalità degli alcoolisti vi sarebbero delle particolarità che possono essere ritenute causa della tossicomania alcoolica. In seguito ad una serie di test mentali, si è notato che gli alcoolisti presentavano tra loro caratteristiche comuni quali: passività, difficoltà nella realizzazione di se stessi, incapacità ad affrontare qualunque difficoltà, frequenti blocchi emotivi.

3) Le teorie sociologiche si rifanno invece alle varie situazioni ambientali, sociali e culturali, alle abitudini familiari ed alle consuetudini popolari; l'aumento dell'alcoolismo nel mondo moderno viene fatto derivare appunto da tali caratteristiche che portano l'individuo ad un tipo di vita particolare, in cui spiccano lo stress e la monotonia dei ritmi lavorativi, l'angoscia per la disperata ricerca di un più elevato livello sociale.
Tabella: motivazioni psicanalitiche all'alcolismo

PERCHÉ LE BEVANDE ALCOLICHE SONO NOCIVE?

Le bevande alcoliche sono prodotti di largo consumo. Nei confronti di tali bevande oggi si tende ad avere un atteggiamento di accettazione; tuttavia il consumo di alcool, in quantità eccessive e con frequenza esagerata, porta a notevoli danni per l'organismo umano, sia fisicamente sia mentalmente, e prolungandosi nel tempo si hanno conseguenze irreversibili a livello organico e gravi ripercussioni sulle attività sociali e produttive. Tali problemi, una volta insorti, sono difficilmente risolvibili e molto spesso addirittura insolubili; per questo motivo essi devono essere assolutamente prevenuti con misure idonee.
Il nome scientifico dell'alcool è: alcool etilico o etanolo; in natura non esiste come tale, ma può essere facilmente ottenuto dalla fermentazione di glucosio o fruttosio, cioè zuccheri, o di amidi; oggi è anche possibile produrlo industrialmente per sintesi a partire dall'acetilene. In natura gli amidi e gli zuccheri sono contenuti nel malto d'orzo, nei succhi di mele, di pere, di prugne e nell'uva da vino; è proprio da questi elementi che si producono le bevande alcooliche quali la birra, il sidro ed il vino.
L'alcool puro ed in forte concentrazione, cioè oltre il 50% e fino al 95% del volume complessivo, è impiegato come farmaco o come disinfettante di superfici cutanee e di strumenti chirurgici, nonché come veicolo di sostanze medicamentose.
L'alcool viene generalmente ingerito per via orale e viene assorbito dallo stomaco e dall'intestino. La velocità di assorbimento è però notevolmente diversa a seconda del contenuto alcoolico della bevanda e dello stato di pienezza dello stomaco.
Accade infatti che, a stomaco vuoto, l'alcool viene assorbito fino al 90% entro un'ora, e l'assorbimento è completo entro due o tre ore. Se invece lo stomaco è pieno, l'assorbimento è molto più lento, specie se sono stati ingeriti amidi o grassi che hanno la capacità di rallentare ulteriormente questo fenomeno. Sulla velocità di assorbimento dell'alcool incide anche la quantità percentuale di esso contenuta nella bevanda ingerita, nonché la quantità ed il tempo in cui viene ingerita.
Una volta assorbito dallo stomaco e dall'intestino, l'alcool passa nel sangue e da qui si distribuisce a tutti gli organi, in particolare l'encefalo, il fegato e i reni.
L'alcool etilico viene classificato tra i farmaci ad azione "deprimente" sul sistema nervoso centrale. Anche se ciò può sembrare apparentemente in contrasto con gli effetti euforizzanti notoriamente prodotti, in realtà l'alcool esercita un vero e proprio blocco delle funzioni inibitrici del nostro cervello, cioè di quelle funzioni che ci permettono di controllare il comportamento. Effetto quindi conseguente della depressione dei sistemi inibitori è la possibilità di dire e di fare ciò che ci passa per la testa, con conseguente apparente effetto stimolante.
A piccole dosi l'alcool produce un aumento della salivazione e della secrezione acida dello stomaco, favorendo così la digestione del pasto; ciò spiega l'uso comune di bere un aperitivo prima dei pasti, specie se questi si prospettano abbondanti.
L'alcool produce la dilatazione dei vasi capillari periferici, dando quindi il caratteristico senso di calore. Pratica comune è di bere sostanze alcooliche quando ci si trova in ambienti freddi: in realtà è un comportamento estremamente errato in quanto quel senso di calore dovuto alla vasodilatazione dei vasi capillari periferici non fa altro che aumentare la dispersione di calore dal nostro corpo e abbassare ulteriormente la temperatura, producendo così a distanza di tempo un maggior senso di freddo.
Fin qui si è parlato degli effetti dell'alcool etilico assunto in quantità modesta; ben più complesso, sia da un punto di vista organico che psichico, il discorso in caso di ripetute assunzioni massive di alcool. In questo caso ci sembra lecito parlare di "alcoolismo", essendo i soggetti dediti all'alcool persone con notevoli problemi psichici.
Qualunque sia il tipo di bevanda usata o la tolleranza del bevitore, prima o poi l'abuso nel bere alcoolici porta all'intossicazione cronica. Non e stato comunque ancora ben definito attraverso quali processi l'alcool produca il quadro clinico degli alcoolisti cronici; si ritiene comunque che l'azione lesiva primaria dell'alcool sia quella che quest'ultimo compie sullo stomaco, dove produce una gastrite; poi l'azione tossica prosegue sull'intestino, sul fegato e sul pancreas.
Si instaura così una condizione carenziale dovuta, da una parte, ad un insufficiente apporto alimentare, infatti è presente l'inappetenza, e, dall'altra, alla riduzione della capacità di assorbimento ed utilizzazione delle sostanze alimentari consumate. Si determina così una condizione di squilibrio organico-nutritivo.
I disturbi fisici dell'intossicazione cronica sono di vario grado, e possono interessare diversi organi: caratteristici sono i disturbi gastrici e quelli al fegato che possono sfociare in cirrosi epatica, e quelli renali che provocano la nefrite.
Dal punto di vista neurologico si riscontra nella maggioranza dei casi un tremore, molto ben visibile quando il braccio e le dita della mano sono estesi; tale tremore si manifesta anche nel modo di parlare, ed è ben riconoscibile nella scrittura che presenta una certa tortuosità e molti spezzettamenti. Il tremore alle dita è dato da piccole oscillazioni che si susseguono con regolarità e rapidità. Generalmente il tremore aumenta con le emozioni, ed è molto più intenso al mattino e a digiuno, mentre si attenua mangiando e bevendo. In qualche caso si hanno incertezza nel camminare e disturbi nella coordinazione dei movimenti, anche all'infuori degli stati di ubriachezza. Accanto a questa sintomatologia ne esiste un'altra riguardo alla quale si è molto dibattuto: quella cioè dei disturbi psichici. Il prolungato abuso di alcool determina una psicosi fondamentale, alla quale nel decorso dell'intossicazione possono aggiungersene altre. È inoltre importante sottolineare un altro aspetto del decadimento mentale degli alcoolisti cronici: quello cioè etico.
In un primo tempo tale decadimento si manifesta solo quando il soggetto è in particolari situazioni per cui subisce l'influenza di stati emotivi o passionali. Pertanto egli riesce a mantenere la propria dignità e decoro quando è in presenza di estranei, apparendo addirittura una persona educata, sensibile ai problemi degli altri; quando invece si trova nell'ambiente familiare, egli si lascia andare, diventando così litigioso, irascibile, bugiardo e violento. Col progredire della malattia l'alcoolista rende palese a tutti la propria situazione, divenendo anche in pubblico trascurato e trasandato; egli trascura il lavoro, trascorre le sue giornate in ozio, tutto preso dalla insaziabile necessità di soddisfare la sua voglia di bere. La situazione viene aggravata col progressivo indebolimento dei poteri volitivi inibitori: tale fenomeno si manifesta fin dall'inizio del decorso dell'intossicazione, ma andando via via aggravandosi toglie al soggetto ogni possibilità di reazione positiva alla propria condizione, e quindi non gli permette di compiere iniziative utili ad arrestare il processo di intossicazione. Inoltre, la mancanza di poteri inibitori lo porta a peggiorare sempre più il suo comportamento.
Naturalmente accanto a tali disturbi vi sono quelli che colpiscono le facoltà intellettive. La percezione è ritardata ed imprecisa, la comprensione diviene offuscata ed imperfetta, la memoria labile e le associazioni di idee superficiali e confuse. Molto variabile è l'umore dell'alcoolista che passa con estrema frequenza e rapidità da stati di euforia a quelli di depressione, da quelli di tristezza a quelli d'ira. Sebbene gravi lesioni siano presenti solo ad uno stadio molto avanzato della malattia e sebbene esse siano reversibili, è molto difficile ottenere una guarigione a causa della mancata possibilità, nella maggioranza dei casi, di applicare il divezzamento (graduale sospensione dell'assunzione di alcool). Si giunge quindi al decesso che può avvenire, nei casi estremi, per lesioni degli organi (causate appunto dalla continua ed eccessiva assunzione di alcoolici) e per malattie che hanno trovato un buon terreno per attecchire nell'organismo debilitato dall'intossicazione alcoolica. Non sono rari però i decessi per suicidio.

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¦                     I PERICOLI DELL'ALCOOL                     ¦
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¦  Questo schema indica i vari stadi, con relativi rischi, del-  ¦
¦  l'alcoolemia, cioè la quantità di alcool puro calcolata in    ¦
¦  grammi per litro di sangue. Questo tasso dipende dalla quan-  ¦
¦  tità di alcool ingerita e cambia in base alle condizioni sia  ¦
¦  fisiche che fisiologiche di ogni persona.                     ¦
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¦ STADIO DI ALLARME                                              ¦
¦ Consumando 75 cc di vino,      ¦ pochi effetti evidenti        ¦
¦ nel sangue, dopo 1 ora,        ¦ aumenta il tempo di reazione  ¦
¦ sono presenti 0,05-0,8         ¦ riflessi motori disturbati    ¦
¦ g di alcool.                   ¦ stato di euforia              ¦
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¦ I STADIO - TOSSICO                                             ¦
¦ Consumando 150 cc (1,5 l)      ¦ riflessi molto disturbati     ¦
¦ di vino, nel sangue, dopo      ¦ inizia un leggero stato di e- ¦
¦ 1 ora sono presenti 0,8-         brezza                        ¦
¦ 1,5 g di alcool.               ¦ guida pericolosa              ¦
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¦ II STADIO - TOSSICO                                            ¦
¦ Consumando 200 cc (2 l)        ¦ difficoltà di deambulazione   ¦
¦ di vino, nel sangue, dopo      ¦ diplopia (vista doppia)       ¦
¦ 1 ora, sono presenti 1,5-3     ¦ chiaro stato di ebrezza       ¦
¦ g di alcool.                   ¦ guida molto pericolosa        ¦
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¦ III STADIO - TOSSICO                                           ¦
¦ Consumando 300 cc (3 l)        ¦ ubriachezza molto evidente    ¦
¦ di vino, nel sangue sono       ¦ guida impossibile             ¦
¦ presenti 3-5 g di alcool.      ¦ mancanza di equilibrio        ¦
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¦ ULTIMO STADIO - MORTE                                          ¦
¦ Consumando più di 300 cc       ¦ coma.                         ¦
¦ (3 l) di vino, nel sangue,       In questo stato è possibile   ¦
¦ dopo 1 ora, sono presenti        che sopravvenga la morte.     ¦
¦ più di 5 g di alcool.                                          ¦
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¦        ORGANI O APPARATI INTERESSATI DALL'ALCOOL           ¦
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¦ Fegato:           Cirrosi                                  ¦
¦                                                            ¦
¦ Stomaco:          Gastriti                                 ¦
¦                                                            ¦
¦ Cuore e vasi:     Miocardiopatia e vasodilatazione         ¦
¦                                                            ¦
¦ Reni:             Effetto diuretico                        ¦
¦                                                            ¦
¦ Testicoli:        Riduzione produzione ormoni maschili     ¦
¦                                                            ¦
¦ Sangue:           Azione tossica diretta sul midollo osseo ¦
¦                                                            ¦
¦ Sistema nervoso:  Danni multipli                           ¦
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