PERCHÉ LA TERRA È ROTONDA?
Si ritiene che la Terra sia nata circa cinque miliardi di anni fa. Allora il nostro sistema solare era un gran disco incandescente, formato da gas e da polvere cosmica. Lentamente, per reciproca attrazione, si formarono degli agglomerati di materia che si disposero, a causa della forza centrifuga, nello spazio, formando il sistema solare.
Il più grosso rimase nel centro e brucia ancora: è il Sole; gli altri bruciarono per qualche tempo, poi, a causa della loro non eccessiva mole, si spensero: sono i pianeti con i loro satelliti.
Girando vorticosamente su se stessa, una massa di materia non può che assumere una forma sferica poiché, per la forza di gravità, ogni corpo tende a concentrarsi intorno al nucleo dell'ammasso e l'attrito con ciò che lo circonda finisce, col tempo, per smussarne gli angoli.
Non è molto che gli uomini sanno che la Terra è una sfera. Gli antichi, fidandosi delle apparenze, pensavano alla Terra come ad un disco piatto galleggiante sul mare, con sopra un cielo fisso nel quale si muovevano il sole e le stelle.
Abbiamo detto «fidandosi delle apparenze» poiché, se ci mettiamo in mezzo ad una pianura e volgiamo gli occhi attorno, l'orizzonte ci appare circolare, la terra piatta e il sole in movimento.
Soltanto dopo secoli di rilevamenti e di osservazioni si scoprì dapprima la reale forma della Terra e quindi, grazie alle intuizioni di Copernico ed alle osservazioni di Galileo, i suoi effettivi movimenti nel sistema solare.
PERCHÉ CI SONO I CONTINENTI?
Si ritiene che, alla fine dell'Era Paleozoica, le terre emerse fossero un blocco unico, detto Pangea, interamente circondato dal mare.
Ad un tratto, a causa della diversità della parte superiore della crosta terrestre con la parte inferiore che la sorregge, la prima prese a slittare da Est ad Ovest dividendosi e formando, così, i continenti attuali.
Questa teoria sembra essere dimostrata dall'affinità delle coste americane con quelle africane e dal fatto che le Montagne Rocciose e la Cordigliera delle Ande possono essere nate dal corrugamento del continente americano alla fine della sua corsa, per l'attrito con il piano di smottamento.
PERCHÉ C'È IL MARE?
Quando la Terra era in via di formazione la ricoprivano spesse nubi formate da idrogeno, ossigeno, metano, azoto e molti altri gas.
Per migliaia di anni la superficie terrestre non vide raggio di sole e continuò a bruciare finché, lentamente, cominciò a raffreddarsi. Questo abbassamento di temperatura, provocò continue condensazioni di vapore acqueo che cominciò a cadere sotto forma di pioggia. Non appena toccava la superficie rovente, evaporava immediatamente e ritornava ad ingrossare le nubi. Quindi ricadeva pioggia per risalire vapore... e così via, per milioni di anni. Sotto queste continue alluvioni la crosta terrestre si raffreddò con relativa rapidità, finché un giorno la sua temperatura fu inferiore ai cento gradi.
Allora l'acqua prese a scorrere e a convogliarsi nelle depressioni.
I rigagnoli formarono i fiumi, i fiumi formarono i laghi ed i laghi divennero oceani.
PERCHÉ C'È L'ARIA?
Dalla coltre d'aria che circonda la Terra dipende la nostra vita. Se non vi fosse, il Sole brucerebbe tutto, non ci sarebbero variazioni climatiche, né vento né nubi, e nessuna forma di vita potrebbe esistere. Essa oltre ad essere stata la condizione principale per la comparsa della vita, consentendo alle piante ed agli animali di respirare e quindi di crescere e di svilupparsi, è anche un poderoso scudo che difende il nostro pianeta dal martellamento continuo dei raggi cosmici e dei meteoriti che dallo spazio piomberebbero sulla sua superficie riducendola ben presto ad una enorme luna piena di crateri e di buchi. Come abbiamo già accennato, i gas che fuoriuscivano dalle sue viscere cominciarono a rivestirla.
A quei tempi l'atmosfera era, però, del tutto irrespirabile, pregna di gas tossici, come il metano, l'ammoniaca, l'anidride carbonica.
Anche oggi questi gas sono presenti nell'aria che respiriamo, ma in quantità ridottissime.
L'atmosfera è oggi composta prevalentemente da azoto (78%) e da ossigeno (21%), più piccolissime percentuali di vapore acqueo, anidride carbonica, ozono, metano, ammoniaca, elio, neon. A ciò hanno contribuito in modo determinante, e continuano a farlo, le piante che, inspirando anidride carbonica, emettono ossigeno.
Per effetto della gravità, buon per noi, questi gas gravano sulla superficie terrestre, mentre, più ci allontaniamo da questa, più l'aria si fa meno densa e irrespirabile.
A diecimila metri d'altezza essa è così rarefatta che non consente la respirazione.
A ventimila metri non potremmo accendere un cerino perché si spegnerebbe subito: non c'è abbastanza ossigeno per alimentarne la fiammella.
A centomila, poi, possiamo dire che non ci sia più aria, mentre dopo i quattrocentomila non si incontra che qualche molecola vagante di gas.
Più in là, il vuoto.