I MILLE PERCHÉ - CULTURA E CIVILTÀ - ORIGINE DEGLI ESSERI VIVENTI

PERCHÉ LA TERRA E' ABITATA?

Per molto il mondo fu un deserto, in cui non si muoveva anima viva.
Non una pianticella, non un piccolo animale che potessero sopportare quel calore d'inferno!
Terremoti, maremoti, fiumi di lava, crepe, voragini improvvise, diluvi interminabili, aria soffocante e pregna di gas tossici, tutto ciò rendeva impossibile ogni forma di vita.
Occorsero alla Terra milioni, miliardi di anni per farsi più tranquilla, per porre fine ai suoi terribili rivolgimenti.
Lentamente la furia degli elementi si placò, il mare fu meno tempestoso, il calore più sopportabile, le viscere più calme.
Ed ecco che, nelle calde acque degli oceani, qualcosa si mosse e prese vita.
Come e perché ciò avvenne è un mistero che la scienza tenta di svelare.
Le impronte di piccolissime creature che vissero circa un miliardo d'anni fa, rimaste impresse sulla roccia, ci fanno pensare che, forse, furono esse le prime ad abitare la Terra.
Alcune erano piante, alghe verdi e azzurre, altre animali, batteri di vario colore.
Com'erano strane e meravigliose!
C'era chi assomigliava ad un cetriolo, chi ad una palla colorata dell'albero di Natale...
A poco a poco il mare ne fu ricolmo e, col passare del tempo, esse si differenziarono sempre più, assumendo forme più varie ed abitudini particolari. La maggior parte vagava nell'acqua seguendo il flusso e il riflusso delle maree, l'andirivieni ed il saliscendi delle correnti.
Alcune, forse stanche di tutto questo girovagare, si fermarono sulle rocce e vi posero le radici.
Tutte si cibavano delle sostanze chimiche disciolte nell'acqua ed attingevano dalla luce del sole l'energia sufficiente per crescere e per moltiplicarsi.
Fatto il primo passo, i seguenti furono compiuti in fretta.
Per assicurarsi la sopravvivenza, per difendersi e predare, gli animali crebbero ed assunsero dimensioni sempre più ragguardevoli.
A poco a poco, quasi non potessero sopportare tanto affollamento, alcune piante acquatiche provarono ad uscire dal mare ed a vivere sulla terra. In breve le terre emerse si fecero verdi d'erba e quindi un vero intrico di fronde.
Anche gli animali marini presero la via della terra. Lentamente trasformarono le pinne in arti e divennero anfibi.
Questi animali capaci di vivere sia sulla terra che in acqua, si moltiplicarono e si differenziarono rapidamente.
Alcune specie ritornarono all'acqua, altre si adattarono così bene alla nuova esistenza terrestre che si trasformarono in rettili.
Se prima si cibavano d'alghe, presero a nutrirsi di erba e di felci, se prima mangiavano pesci, divennero carnivori.
Alcuni rettili svilupparono arti simili ad ali e presero a volare.
Nelle paludi che si estendevano dal Polo Nord all'Antartide, in cinquanta milioni di anni i piccoli rettili divennero grandi e forti come montagne.
Perché dovettero assumere dimensioni tanto straordinarie?
In principio per difendersi e, quindi, per attaccare perché, essendo animali a sangue freddo, temevano assai gli sbalzi di temperatura.
Un eccesso di caldo o di freddo, infatti, poteva gettarli in letargo ed essi rischiavano di morire di fame.
Così svilupparono il loro corpo smisuratamente e lo ricoprirono di pelle spessa o di piastre ossee, per difenderlo dagli attacchi dei nemici e da quelli altrettanto pericolosi del clima.
Come avvenne che, animali così giganteschi, dopo aver dominato per tanto tempo sulla Terra, si estinsero?
Un periodo troppo lungo di grande caldo o di freddo intenso può aver provocato un letargo generale e, di conseguenza, la morte di quasi tutte le specie di rettili per l'impossibilità di nutrirsi.
Oppure l'avvento di nuove specie di animali, i mammiferi, più piccoli ma più astuti... e golosi di uova di dinosauro.
Fatto sì è che settantacinque milioni di anni fa i grandiosi animali che avevano regnato per tanti milioni di anni sulla Terra, erano scomparsi.
Tartarughe, serpenti e lucertole sono, tra i rettili, tutto ciò che rimane di quel tempo... a parte i misteriosi mostri che qualcuno ha intravisto nelle acque di Loch Ness, del lago Storsjo, in Svezia, o del lago Hovyir, in Russia, che, se non se ne stessero nascosti in chissà qual buio ed impenetrabile abisso, potrebbero arricchire in modo clamoroso il numero dei sopravvissuti.
Le prime forme di vita sulla Terra

 

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