Teatro Lo Spazio Scenico e Teatrale

 

 
    

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Teatro Lo Spazio Scenico e Teatrale

  

Teatro Lo Spazio Scenico e Teatrale

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CULTURA - TEATRO - LO SPAZIO SCENICO E TEATRALE

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IL TEATRO GRECO

La più antica forma di organizzazione della scena era probabilmente costituita da uno spazio circolare livellato, con al centro un altare, e destinato agli interpreti. Tale area era detta orchestra e si trovava ai piedi del declivio di una collina, dove si sistemavano gli spettatori in modo da poter osservare comodamente lo svolgimento delle processioni e dei canti corali in onore degli dei. Attorno all'orchestra vennero poi sistemati sedili per le personalità più importanti e in seguito vennero posti altri sedili lungo il fianco della collina in modo che il pubblico potesse assistere più comodamente allo spettacolo. Quando il numero degli attori passò da uno a due o tre, si rese necessaria una modifica di questa struttura, allo scopo di creare uno spazio chiuso in cui gli interpreti potessero prepararsi e ritirarsi una volta usciti di scena. Per questo l'orchestra venne spostata più in profondità, e lo spazio assunse la forma di un semicerchio. Inoltre venne montato, nel tratto lasciato libero, un piccolo edificio di legno (skené), in seguito utilizzato anche come sfondo scenico. La skené fu ampliata, e dal V secolo a.C. in poi venne costruita in pietra. Il teatro greco subì un'ulteriore modificazione durante il periodo ellenistico, quando, per dare più spazio agli attori e alla scena, il palco venne alzato. Per accogliere un maggior numero di spettatori aumentarono anche le dimensioni del teatro, e verso la fine del II secolo a.C. lo spazio destinato al pubblico si estendeva oltre il semicerchio regolare. In questo periodo il palcoscenico rialzato venne sostituito da una bassa piattaforma. Alla base di queste trasformazioni della struttura teatrale sono l'importanza data agli attori e all'intreccio, e una maggiore preoccupazione realistica.

Pianta del teatro di Epidauro

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LE SCENOGRAFIE E LE MACCHINE

I teatri greci erano all'aperto, e per gli effetti scenografici si servivano delle tre porte della skené e delle altre entrate. Le scene erano dipinte su pannelli affissi a prismi triangolari, che, ruotando su un perno, determinavano i cambiamenti di scena. In generale la scena era simbolica e convenzionale, e bastavano pochi elementi per dare l'idea dell'ambiente e del luogo dove si svolgevano i fatti. Durante il periodo ellenistico vennero anche usate particolari macchine di scena: ricordiamo quelle per produrre fulmini e tuoni e la mechané, costituita da un gancio e da una carrucola sistemati in cima alla skené sul lato sinistro. Questa macchina serviva per sollevare o abbassare le divinità che dovevano comparire sulla scena.

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I COSTUMI E LE MASCHERE

Gli attori recitavano mascherati e indossavano un costume particolare per la commedia e uno per la tragedia. Caratteristici della tragedia erano, ad esempio, i calzari dall'alta suola di legno (coturni). La funzione dei costumi e delle maschere era quella di permettere al pubblico la facile individuazione del personaggio anche a una grande distanza. Altra funzione delle maschere era l'amplificazione della voce. Per identificare il personaggio si usavano anche parrucche colorate.

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IL TEATRO ROMANO

Il primo teatro stabile romano venne costruito nel 55 a.C., seguendo nelle linee generali il modello del teatro greco. Importante differenza sta nel fatto che il teatro romano non sfrutta più un declivio naturale, ma viene edificato su un'apposita struttura portante costituita da un muro a ordini di arcate sovrapposti. All'interno, lo spazio riservato all'orchestra si restringe e, in seguito all'abolizione del coro, viene in parte destinato agli spettatori di riguardo. Per permettere una migliore visibilità la scena è abbassata. I teatri venivano talvolta parzialmente coperti con teloni (velarii), per proteggere gli spettatori dal sole o dalla pioggia.

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IL TEATRO MEDIEVALE

Come abbiamo già visto, il teatro medievale nasce dal desiderio di presentare i fatti principali della vita di Cristo in modo più realistico. Le rappresentazioni, basate all'inizio sullo scambio di brevi e rapide battute all'interno del rituale liturgico, si trasformarono in veri e propri drammi rappresentati all'interno della chiesa. La chiesa appunto è uno dei luoghi di rappresentazione del Medioevo, periodo in cui non esistono edifici teatrali. Oltre alla chiesa venivano utilizzati l'area del sagrato e le piazze dei paesi. Il dramma liturgico fin dal suo inizio necessitava di un largo spazio per l'azione, e spesso richiedeva l'uso di un'intera navata. Lo sviluppo dell'azione prevedeva lo spostamento degli attori, scandito da varie tappe della rappresentazione corrispondenti ad altrettante soste in luoghi immaginari indicati simbolicamente da sedie (i termini descrittivi usati per indicare tali strutture erano sedes, estals e sièges, o, in altri casi, lius, lieus e loca). Quando il dramma liturgico assunse proporzioni tali da dover essere rappresentato all'aperto, i luoghi vennero indicati da piccoli palchi (chiamati mansions o case), disposti l'uno accanto all'altro lungo il sagrato o lungo i quattro lati della piazza del mercato. Durante lo spettacolo gli attori e gli spettatori si spostavano da una casa all'altra. Con il passare del tempo le rappresentazioni divennero sempre più complesse, e le case vennero disposte in linea retta o ad arco di fronte al pubblico. Un'altra caratteristica del teatro medievale era la mancanza di una netta separazione fra il pubblico e gli attori; inoltre tutti gli attori restavano sempre in scena anche quando non partecipavano all'azione

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IL TEATRO RINASCIMENTALE E BAROCCO

Il passaggio dalla concezione teatrale medievale a quella moderna ebbe luogo durante il XV e il XVI secolo, e conobbe modalità diverse nei vari paesi europei, originando diversi tipi di edifici teatrali. In Italia, dove l'arte antica venne scoperta e studiata approfonditamente, nacque un grande interesse per il teatro considerato in tutti i suoi aspetti: letterario, architettonico e scenografico. Gli umanisti italiani si basarono sulle testimonianze dell'architetto romano Vitruvio contenute nel IV libro del De architectura, dedicato agli edifici teatrali, e su queste basi elaborarono nuovi metodi per la costruzione dei teatri, mantenendo un costante riferimento all'esperienza degli antichi. Le prime rappresentazioni teatrali che segnano il passaggio dal teatro medievale a quello rinascimentale ebbero luogo durante le feste di corte verso la fine del XV sec. Qui la scena era formata da una serie di case incorniciate da una struttura di legno. In seguito, a questa serie di case venne sostituito uno sfondo dipinto prospetticamente. Luogo della rappresentazione era una sala rettangolare con una piattaforma lunga e stretta, leggermente inclinata a un'estremità su cui recitavano gli attori. L'edificio teatrale che riassume le ricerche architettoniche degli studiosi rinascimentali italiani è il Teatro Olimpico di Vicenza, progettato da Andrea Palladio e completato nel 1585 da Vincenzo Scamozzi. Durante il XVII secolo il melodramma divenne la forma di spettacolo più caratteristica delle corti italiane ed europee. Per le rappresentazioni di questo tipo di spettacolo, caratterizzato da frequenti cambiamenti di scena e dall'uso di meccanismi e trucchi molto complessi, venne semplificata la struttura scenografica; per i mutamenti di scena vennero adottate quinte sovrapposte l'una all'altra, fatte scorrere quando era necessario. Caratteristiche del teatro barocco furono la ricerca musicale e l'importanza attribuita alla scenografia.

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In questo periodo, infatti, vennero inventati nuovi effetti scenici, e l'elemento spettacolare finì col diventare la parte più importante dello spettacolo. Per ottenere questi effetti speciali venivano usate macchine, e per ospitarle fu necessario modificare il palcoscenico, che divenne più ampio e profondo. La modificazione del palco comportò anche una nuova disposizione dei posti a sedere per il pubblico. L'unico teatro rimasto, di questo periodo, è il Teatro Farnese, opera di Gian Battista Aleotti, inaugurato a Parma nel 1628. Grandi novità di questo teatro sono la profonda scena che ben si adatta a prospettive lunghe e a spettacolari cambiamenti di scena, e la struttura della sala a forma di U allungata. In Francia, la Confraternita della Passione, che aveva il monopolio della recitazione delle sacre rappresentazioni, dal 1548 iniziò a mettere in scena anche opere profane e per questo trasformò una grande sala rettangolare dell'Hotel de Bourgogne in un teatro. La scena, in questa grande sala, seguiva la tradizionale disposizione di case allineate in uno spazio limitato. Il numero delle case corrispondeva a quello dei luoghi necessari alla rappresentazione del dramma. Le case però non erano più completamente simboliche, ma contenevano qualche elemento che ne rendeva possibile l'identificazione. Erano formate da telai in legno coperti da teloni dipinti. In Inghilterra, nella prima metà del XVI secolo erano molto attive sia le compagnie di attori professionisti sia quelle di attori dilettanti. Questi ultimi recitavano presso la corte, mentre i primi, oltre che nelle sale dei signori, allestivano le loro rappresentazioni nelle piazze del mercato o nelle sale delle locande. Gli attori professionisti per i loro spettacoli non avevano bisogno di una grande messinscena: bastava loro soltanto una via di accesso alla zona di recitazione, perché le scene erano evocate agli spettatori dalle parole degli attori. Verso la fine del XVI secolo gli attori professionisti si stabilirono in sedi fisse, e vennero costruiti numerosi teatri pubblici, fra cui ricordiamo il Globe (1599, distrutto da un incendio nel 1613 e ricostruito l'anno dopo, demolito nel 1644) e il Fortune.

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Questi edifici erano costruzioni di forma per lo più circolare, con pareti laterali ricoperte da tetti di paglia e la zona centrale scoperta. Il palcoscenico era costituito da una grande piattaforma quadrata che avanzava fino a metà dell'arena e veniva quasi completamente circondata dagli spettatori. In fondo a questa piattaforma si trovava una facciata interrotta da porte d'ingresso sopra le quali era una galleria che formava una specie di palcoscenico superiore. Per quanto riguarda gli spettatori, i posti erano divisi fra l'arena e le gallerie disposte lungo le pareti. I posti nelle gallerie erano i più costosi e vi erano panche per sedersi; nell'arena il pubblico assisteva allo spettacolo in piedi. Talvolta le persone di riguardo venivano ammesse a sedere sul palcoscenico. La scenografia di questi teatri, abbastanza semplice all'inizio, divenne in seguito più elaborata. Uno dei primi ad usare, sulla scena inglese, uno scenario dipinto in prospettiva, fu l'architetto e scenografo Inigo Jones (Londra 1573-1652). Con la chiusura dei teatri decretata dai puritani nel 1642 si concluse un periodo estremamente originale del teatro inglese anche dal punto di vista architettonico e strutturale. La struttura dei teatri spagnoli di questo periodo non è molto diversa da quella inglese. Il Teatro de la Cruz (costruito a Madrid nel 1579) riproduce al suo interno la struttura del patio (cortile formato dalle pareti di case contigue) dove, di solito, recitavano gli attori girovaghi. Durante il XVII sec. si diffuse in tutta Europa la pratica del teatro all'italiana, soprattutto ad opera di Giacomo Torelli (Fano, Pesaro e Urbino 1608-1678) che allestì balletti, opere e tragedie per la corte di Luigi XIV. Nelle sue scenografie ideò un nuovo sistema di carrelli per muovere le quinte, in seguito adottato stabilmente. Con la riapertura dei teatri nel periodo seguente la Restaurazione (1666) il teatro inglese subì l'influenza del teatro europeo.

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Durante il XVIII secolo furono costruiti imponenti edifici teatrali in stile italiano destinati alla rappresentazione di opere dinanzi ad un pubblico molto numeroso (Teatro Argentina di Roma, 1732; San Carlo di Napoli, 1737 ricostruito nel 1817; Regio di Torino, 1738; Alla Scala di Milano, 1778; La Fenice di Venezia, 1792). Da questi teatri si svilupparono le basi della architettura teatrale del XIX sec. La loro scena era molto elaborata e la sala organizzata per accogliere un gran numero di spettatori: al posto dei gradoni e delle balconate aperte vi erano cinque gallerie divise in palchi; lo spazio riservato al pubblico assunse una forma a ferro di cavallo o a campana e aumentò in profondità per rispondere alla profondità della scena. Verso la fine del Settecento la scenografia divenne più realistica, e si ricrearono sulla scena le epoche precise in cui si svolgeva la rappresentazione. Nell'Ottocento questa esigenza di realismo condusse alla sostituzione dei fondali dipinti con mobili, addobbi e altri elementi per la precisa ricostruzione dell'ambiente in cui si muovevano i personaggi. Venne anche introdotto un nuovo sistema di luci che permetteva di illuminare a giorno o, al contrario, di ottenere la più completa oscurità. Nel 1876 venne aperto il Festspielhaus di Bayreuth che presentava importanti innovazioni: la fossa dell'orchestra fu abolita e si prestò molta attenzione all'illuminazione del palcoscenico. Per la prima volta la sala fu completamente oscurata, fornendo allo spettatore una perfetta illusione ottica. Verso la fine del secolo emersero movimenti innovatori orientati verso un estremo naturalismo sia della scenografia sia della recitazione (Théatre Libre di André Antoine a Parigi, Freie Bühne di Otto Brahm a Berlino, Teatro d'Arte di Konstantin Stanislavskij a Mosca).

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IL TEATRO DEL XX SECOLO

All'inizio del Novecento ci fu una reazione contro il realismo e si ricercò un nuovo tipo di approccio allo spettacolo teatrale. Importante a questo riguardo fu l'attività di Gordon Craig (Harpenden, Londra 1872 - Vence, Costa Azzurra 1966)e Adolphe Appia (Ginevra 1862 - Nyon 1928) che tentarono di realizzare un teatro simbolico in cui la realtà veniva ridotta ai suoi elementi essenziali. Le idee di Craig e Appia ispirarono l'opera di Max Reinhardt (Baden, Vienna 1873 - New York 1943) e Jacques Copeau (Parigi 1879 - Beaune 1949), che cercarono di recuperare il rapporto fra attori e pubblico caratteristico delle epoche precedenti al realismo. Con il futurismo, il cubismo, il dadaismo e infine il surrealismo la scena divenne sempre meno realistica e sempre più spoglia, e vennero privilegiati gli elementi simbolici. Dopo la seconda guerra mondiale l'interesse si focalizzò soprattutto sul significato sociologico, filosofico e politico del teatro e sul suo ruolo nella società contemporanea.

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