I Grandi Classici Cultura Teatro Il Settecento

... trapaninfo.it Tweet

Dizionario A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z Enciclopedia

I Grandi Classici Cultura Teatro Il Settecento














I Grandi Classici - Indice I Grandi Classici Cultura - Indice

CULTURA - TEATRO - IL SETTECENTO

DONATE

CULTURA - TEATRO - IL SETTECENTO

IL TEATRO INGLESE DALLA RESTAURAZIONE ALLA FINE DEL '700

In Inghilterra con la Restaurazione del 1660 vennero riaperti i teatri. Gli attori riproposero i testi di Shakespeare e dei suoi contemporanei, ma ben presto i cambiamenti avvenuti all'interno della società ebbero il loro effetto anche sul teatro, che smise di essere uno spettacolo popolare e divenne il divertimento della borghesia e dell'aristocrazia. Nel frattempo erano mutati anche i gusti del pubblico e qualche letterato - fra tutti ricordiamo John Dryden (Aldwinkle, Northamptonshire 1631 - Londra 1700) -, adattò i classici shakespeariani alle esigenze del nuovo pubblico e secondo canoni classicistici. La produzione tragica di questo periodo è caratterizzata da situazioni improbabili e dall'accento posto sull'amore più che sul conflitto dell'uomo col destino. Il genere che ebbe più successo fu la commedia di costume, in cui veniva rappresentata una società priva di principi morali. I principali esponenti di questo tipo di teatro sono George Etherege (Londra 1635 - Parigi 1691), William Congreve (Bardsey, Yorkshire 1670 - Londra 1729) e William Wycherley (Clive, Shropshire1640 - Londra 1716). La vena satirica espressa nelle opere di Wycherley continuò nell'Opera del Mendicante di John Gay (Barnstaple, Devonshire 1685 - Londra 1732), mentre con il Mercante di Londra di G. Lillo (1693-1739) si aveva uno dei primi esempi di tragedia borghese in cui venivano celebrate le virtù della borghesia (attaccamento al lavoro, onestà e lealtà). Quest'opera era scritta in prosa e metteva in scena un ambiente londinese in cui si svolgeva il dramma di un uomo d'affari. Nel Settecento la commedia continuò ad essere il genere più rappresentato. Gli autori più popolari sono Oliver Goldsmith (Pallasmore, Longford 1730 - Londra 1774) e Richard Sheridan (Dublino 1751 - Londra 1816). Quest'ultimo riprende i temi della commedia della restaurazione e ne accentua la vena satirica.

IL SETTECENTO TEATRALE IN FRANCIA

Nella Francia del Settecento ebbero larga diffusione sia la tragedia che la commedia. La tragedia, però, perse credibilità dopo il momento d'oro conosciuto nel secolo precedente, e, nonostante i tentativi di Voltaire, psuedonimo di François-Marie Arouet (Parigi 1694-1778) di ridarle nuova forza e dignità, si avviò verso un lento declino. La commedia, invece, si rinnova profondamente grazie all'opera di Marivaux, Diderot e Beaumarchais. Nel corso del secolo si affermò la commedia lacrimosa, caratterizzata da intrighi romanzeschi, da una mescolanza di comico e di serio e dalla prevalenza dell'elemento patetico e dell'intento moraleggiante. A Denis Diderot (Langres, Parigi 1713 - Parigi 1784) si deve la definizione del nuovo genere teatrale del dramma borghese. L'autore vuole creare un nuovo tipo di teatro i cui soggetti siano ispirati alla vita quotidiana, che illustri le virtù e le preoccupazioni borghesi (la famiglia, il lavoro, l'onestà) in modo da suscitare nello spettatore il desiderio di emulazione delle virtù e la simpatia per le sventure umane. Tra gli autori rappresentativi del Settecento francese Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux (Parigi 1688-1763) predilesse nelle sue commedie (Il gioco dell'amore e del caso, 1730; Le false confidenze, 1737; La doppia incostanza, 1723) la trattazione dell'amore o, meglio, della psicologia amorosa. Egli descrive, infatti, le minime sfumature di questo sentimento che è motore principale dell'azione drammatica. I personaggi di Marivaux si scontrano con ostacoli (esitazioni, dubbi) che ritardano il trionfo dell'amore, sentimento superiore ad ogni situazione sociale. Caratteristica di queste commedie è l'ambientazione immaginaria che non fa riferimento a nessuna realtà concreta e permette all'autore di concentrarsi esclusivamente sulla psicologia dei personaggi. Tema dei due capolavori di Pierre Augustin Caron de Beaumarchais (Parigi 1737 - 1799) è invece l'opposizione borghesia-nobiltà (Il barbiere di Siviglia, 1775; Il matrimonio di Figaro, 1778). Queste commedie muovono una critica radicale alla società del tempo espressa per bocca di Figaro, il valletto che incarna le principali caratteristiche della borghesia avviata alla conquista del potere: indipendenza, ingegno e volontà. L'opera di Beaumarchais è importante anche per una comicità che nasce dai ritmi sostenuti dell'azione, continuamente interrotta da colpi di scena e vivacizzata dai giochi di parole.

IL TEATRO ITALIANO DA METASTASIO AD ALFIERI

Durante la seconda metà del XVI sec. nacque in Italia il nuovo genere teatrale del melodramma ad opera degli umanisti della Camerata fiorentina. Costoro volevano far rivivere la tragedia greca in tutta la sua completezza, e perciò curarono i rapporti tra poesia, musica e danza all'interno di un unico spettacolo. L'opera italiana ebbe una grande diffusione nel 1600 e nel 1700 alla corte di Vienna, dove lavorarono molti librettisti italiani, fra cui Apostolo Zeno (Venezia 1668-1750) e Pietro Metastasio, nome grecizzato di Pietro Trapassi (Roma 1698 - Vienna 1782) che rinnovarono il melodramma. Zeno volle riportare il testo dei libretti alla sobrietà dei classici. La sua opera di rinnovamento fu continuata da Metastasio, che si propose di fare del melodramma un'opera scenica di carattere tragico (tragedia musicale) il cui testo avesse un'autonoma validità poetica. La produzione di Metastasio è vasta e varia, e nelle opere della maturità (Olimpiade e Demofoonte, 1733) presenta la prevalenza dell'elemento patetico su quello tragico. Queste opere, infatti, sono pervase da una vena elegiaca, lirica e musicale in cui si dissolvono i contrasti più profondi. E' importante notare che la lingua usata dal poeta si mantiene su un registro che è intermedio fra quello aulico e quello comune. Trapani Ritratto di Pietro MetastasioDurante il Seicento e la prima metà del Settecento, vi era stata in Italia una produzione abbastanza vasta di commedie, che univano gli insegnamenti di Molière alla tradizione della commedia rinascimentale. Queste opere rivelavano l'esigenza di un genere di commedia più aderente alla realtà contemporanea. L'autore di questo nuovo tipo di commedia fu Carlo Goldoni (Venezia 1707 - Parigi 1793); egli si allontanò gradualmente dagli schemi della commedia dell'arte, dando vita ad un teatro che rifletteva i problemi e le aspirazioni della borghesia, e metteva in scena individui concreti appartenenti ad una precisa classe sociale. Ciò gli permise di condurre analisi psicologiche più approfondite, oltre a una realistica rappresentazione della società. Goldoni sostituì ai canovacci della commedia dell'arte un testo scritto che doveva essere imparato a memoria dall'attore e che non lasciava spazio all'improvvisazione; in seguito eliminò anche le maschere e i servi. Egli conferì ai suoi personaggi un'individualità che superava la tipizzazione del teatro comico latino e rinascimentale, mettendo a punto una commedia corale (Le baruffe chiozzotte, 1762; Il campiello, 1756), dove il gioco comico nasce dalla partecipazione di più personaggi. Trapani Statua di Carlo GoldoniLa riforma goldoniana suscitò molte polemiche ed ebbe numerosi avversari fra gli autori di commedie. Il principale rivale e antagonista di Goldoni fu Carlo Gozzi (Venezia 1720-1806), autore di fiabe teatrali (L'amore delle tre melarance, 1761; Turandot, 1762) in cui prevale il clima fiabesco e da cui resta esclusa la trattazione dei problemi contemporanei. Anche durante il Settecento si cercò di dar vita ad un teatro tragico italiano, e si definì un tipo di tragedia affine a quella classica francese. Prima tragedia in questo senso fu Merope (1713) di Scipione Maffei (Verona 1675-1755), accolta trionfalmente. L'autore che diede all'Italia un cospicuo numero di tragedie fu Vittorio Alfieri (Asti 1749 - Firenze 1803), nelle cui opere (Filippo, 1775-83; Mirra, 1784-86) lo schema tipico classico (divisione in cinque atti, soggetti tratti soprattutto dalla mitologia e dalla storia antica, pochi personaggi e rispetto delle unità di luogo, di tempo e di azione) viene semplificato fino a conseguire una estrema concentrazione e linearità: l'azione e l'interesse si concentrano, infatti, su due personaggi al massimo. Tema di queste tragedie è la lotta dell'eroe contro le forze avverse (tiranni e oppressori). Trapani Ritratto di Vittorio AlfieriLa caduta finale dell'eroe è però affermazione estrema della sua volontà e costituisce, in definitiva, una sua vittoria.

La Venezia di Goldoni: Le baruffe chiozzotte

Le baruffe chiozzotte sono un mirabile esempio di teatro comico settecentesco permeato di valori illuministici. In questa opera teatrale, in tre atti, scritta nel 1762 in dialetto veneziano e chioggiotto, Goldoni trasforma la vecchia commedia improvvisata (commedia dell'arte) in commedia di carattere e d'ambiente. Su un'esile trama, infatti, vengono rappresentati atteggiamenti, sentimenti ed il comune buon senso di alcuni popolani veneti, l'eterna ritrosia e malizia delle ragazze, e l'arroganza e la presunzione dei vecchi contrapposte alla fanciullesca baldanza della gioventù, il tutto in una ininterrotta serie di chiacchiere di piazza - a Venezia "di campo" - e di litigi. Ne Le baruffe chiozzotte non c'è un personaggio principale, un protagonista intorno a cui ruoti l'azione: è l'ambiente stesso che dà colore e senso alla variegata folla di popolani. Ed è proprio la storia di alcuni popolani che Goldoni narra con lieve ironia; al centro della trama, infatti, sono le vicende di alcuni pescatori di Chioggia e delle loro famiglie: una serie di malintesi, ripicche e rumorose baruffe, appunto, porteranno i protagonisti (Lucietta, Checca, Orsetta, Toffolo, Titta, Beppo) in tribunale, dove tutto si accomoderà grazie all'intervento pacificatore della pubblica autorità. Nella commedia si evidenzia l'osservazione precisa e diretta della vita popolare della Venezia del Settecento, resa attraverso una costruzione teatrale nuova, indipendente da ogni regola e pregiudizio accademico e formale.

IL TEATRO TEDESCO ALLA FINE DEL XVIII SEC.

Negli ultimi trent'anni del XVIII sec. ci fu, in Germania, una violenta reazione contro la cultura illuministica da parte di un gruppo di giovani scrittori riuniti nel movimento dello Sturm und Drang (Tempesta e Impeto). Anticipando temi che saranno poi tipici del Romanticismo, essi rivalutarono il sentimento, l'ispirazione e la fantasia che la cultura classicistica aveva sacrificato alla fredda imitazione degli antichi. Al teatro classico francese preferirono Shakespeare, che nella sua opera univa comico e tragico ignorando le unità aristoteliche. Le migliori realizzazioni di queste aspirazioni sono i drammi di Johann Wolfgang Goethe (Francoforte sul Meno 1749 - Weimar 1832) e di Friedrich Schiller (Marbach, Stoccarda 1759 - Weimar 1805). Trapani Un'immagine di Johann Wolfgang GoetheGoethe scrisse il suo primo dramma (Storia di Gìotz von Berlichingen, 1771, poi riscritto col titolo Gìotz von Berlichingen nel 1773) influenzato da Shakespeare e dalle teorie dello Sturm und Drang. Affini alle tematiche di questo periodo sono anche la prima stesura del Faust, detta Urfaust, ed il dramma Egmont (finito nel 1787). Il viaggio in Italia (1786-1788) e il diretto contatto con la cultura classica contribuirono all'elaborazione di una nuova poetica più serena ed equilibrata, che Goethe espresse mirabilmente in Ifigenia in Tauride (1787), rappresentazione di un'umanità ideale ed esemplare. Altra importante opera di questo periodo è Tasso (1787), dramma incentrato sulla figura del poeta italiano che ha come tema il contrasto fra la vita e l'arte. Nel 1808 venne pubblicata la prima parte del Faust, sicuramente il capolavoro di Goethe. La seconda parte fu pubblicata postuma nel 1832. Nel personaggio di Faust, Goethe rappresenta l'uomo che per realizzare l'ideale della propria coscienza sbaglia, ma viene perdonato proprio per avere avuto il coraggio di agire. Contemporaneo e amico di Goethe fu Friedrich Schiller la cui prima opera drammatica, I Masnadieri (1781), si inserisce nel clima ribelle dello Sturm und Drang. Con Don Carlos (1787) la produzione di Schiller ebbe una svolta: egli infatti si accostò ai temi classici e definì un ideale di misura e dignità che realizzò compiutamente nelle opere successive: la trilogia del Wallenstein (1796-99), Maria Stuarda (1801), Guglielmo Tell (1804). Altro importante drammaturgo di questo periodo fu Heinrich von Kleist (Francoforte sull'Oder 1777 - Wannsee, Potsdam 1811) che nei suoi drammi (ricordiamo il Principe di Homburg, 1810) espresse l'angoscia e la solitudine dell'uomo unitamente all'esigenza di ordine e di equilibrio.

DONATE

eXTReMe Tracker

Shiny Stat

free counters

GBM W3C

Ai sensi dell'art. 5 della legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla protezione del diritto d'autore, i testi degli atti ufficiali dello Stato e delle amministrazioni pubbliche, italiane o straniere, non sono coperti da diritti d'autore. Il copyright, ove indicato, si riferisce all'elaborazione e alla forma di presentazione dei testi stessi. L'inserimento di dati personali, commerciali, collegamenti (link) a domini o pagine web personali, nel contesto delle Yellow Pages Trapaninfo.it (TpsGuide), deve essere liberamente richiesto dai rispettivi proprietari. In questa pagina, oltre ai link autorizzati, vengono inseriti solo gli indirizzi dei siti, recensiti dal WebMaster, dei quali i proprietari non hanno richiesto l'inserimento in trapaninfo.it. Il WebMaster, in osservanza delle leggi inerenti i diritti d'autore e le norme che regolano la proprietà industriale ed intellettuale, non effettua collegamenti in surface deep o frame link ai siti recensiti, senza la dovuta autorizzazione. Framing e Deep Link: che cosa è lecito - Avvocato Gabriele FAGGIOLI. Il webmaster, proprietario e gestore dello spazio web nel quale viene mostrata questa URL, non è responsabile dei siti collegati in questa pagina. Le immagini, le foto e i logos mostrati appartengono ai legittimi proprietari. La legge sulla privacy, la legge sui diritti d'autore, le regole del Galateo della Rete (Netiquette), le norme a protezione della proprietà industriale ed intellettuale, limitano il contenuto delle Yellow Pages Trapaninfo.it Portale Provider Web Brochure e Silloge del web inerente Trapani e la sua provincia, ai soli dati di utenti che ne hanno liberamente richiesto l'inserimento. Chiunque, vanti diritti o rileva che le anzidette regole siano state violate, può contattare il WebMaster. Note legali trapaninfo.it contiene collegamenti a siti controllati da soggetti diversi i siti ai quali ci si può collegare non sono sotto il controllo di trapaninfo.it che non è responsabile dei loro contenuti. trapaninfo.it

Check google pagerank for trapaninfo.it