CULTURA - MUSICA - IL NOVECENTO

IGOR STRAVINSKIJ

I centri principali della vita musicale europea nella prima metà del XX sec. furono Parigi e Vienna. A Parigi nel 1913 venne rappresentato il balletto «La Sagra della primavera», del musicista russo Igor Stravinskij (1882-1971). L'anno prima a Vienna era stato rappresentato «Pierrot Lunaire», melodramma per voce recitante e otto strumenti di A. Schönberg (1874-1951). Queste due opere segnano un importante momento nella storia della musica contemporanea per la novità del linguaggio musicale, anche se la ricerca dei due autori non aveva nulla in comune.
La produzione di Stravinskij si può dividere in tre diversi momenti: russo, neoclassico, dodecafonico. Al primo periodo appartengono le composizioni ispirate alla tradizione popolare russa (L'Uccello di fuoco, 1910; Petruska, 1911; La Sagra della Primavera, 1913) che si distinguono per l'originalità del linguaggio, caratterizzato da melodie incisive ed essenziali e dall'uso di ritmi asimmetrici e molto dinamici, estranei alla tradizione classica. Nel secondo periodo, che coincide con la rappresentazione dell'opera «La Storia del soldato» (1918), Stravinskij si accosta alla tradizione occidentale europea e ne ricrea le forme e i modi (il balletto Gioco di carte, 1937; Sinfonia in do, 1940; l'opera La Carriera del Libertino su testo del poeta inglese W. Auden, 1951) con distacco critico e ironico.
Deciso avversario della dodecafonia e della musica seriale durante la fase neoclassica della sua produzione, Stravinskij iniziò ad interessarsi all'opera di Webern e sperimentò la tecnica dodecafonica nel Settimino (1952) fino ad adottare regolarmente le serie di 12 suoni (Canticum sacrum ad honorem Sancti Marci nominis, 1955; il balletto Agon, 1957; i Movimenti per pianoforte e orchestra, 1959).
Igor Stravinskij

ARNOLD SCHÖNBERG E I SUOI SEGUACI

Creatore del metodo dodecafonico fu Schönberg, che nelle sue composizioni ricercò una soluzione musicale che rispondesse alla crisi e all'esaurimento delle risorse espressive del linguaggio tonale. Nei Cinque pezzi per orchestra (1909), nelle opere teatrali (Attesa, 1909, La mano felice, 1913) e nei Sei piccoli pezzi per pianoforte (1911) abbandonò la tonalità classica per realizzare una musica atonale, in cui mancava cioè il centro tonale rappresentato da un suono che predominava su tutti gli altri. Schönberg creò una nuova organizzazione armonica che superava i sette gradi della scala musicale tradizionale. Egli infatti utilizzò una serie di 12 suoni che non sono in relazione fra loro e che sono tutti egualmente importanti nella costruzione armonica, melodica e ritmica. La tecnica dodecafonica, esposta nel Manuale d'armonia (1911), ha la sua realizzazione più notevole nelle Variazioni per orchestra op. 31 (1926-28). Allievi di Schönberg furono A. Berg (1885-1935) e A. Webern (1883-1945) che aderirono ai principi della atonalità e della dodecafonia.
Nonostante l'adozione del linguaggio dodecafonico, l'opera di Berg risente ancora della lezione del tardo romanticismo, evidente nell'impiego delle forme sinfoniche; inoltre nelle ultime composizioni e, soprattutto, nel Concerto per violino e orchestra (1935) si servì della serie di 12 suoni per ricostruire dei rapporti armonici in senso tradizionale.
Webern invece considerò la serie dodecafonica come lo strumento per elaborare una nuova costruzione musicale, libera dalle categorie tradizionali (melodia, accompagnamento ecc.). Per questo abbandonò il concetto di melodia e affidò la realizzazione del discorso musicale alle variazioni sonore, distribuite fra gli strumenti dell'orchestra. L'idea musicale veniva così frantumata e la costruzione della melodia affidata ai timbri.

WEIMAR

Con Parigi e Vienna, Weimar fu uno dei più vivaci centri musicali del primo dopoguerra. Animatore della vita musicale cittadina fu P. Hindemith (1895-1963) che, dopo essersi accostato all'atonalità, si dedicò alla ricerca di un linguaggio dalle linee melodiche più lineari e composte e recuperò le strutture e le tecniche della tradizione contrappuntistica. Egli scrisse anche il trattato Regola del comporre (1937-39) in cui espose la teoria del «suono fondamentale» da cui dipende la costruzione melodica, armonica e contrappuntistica. Con l'avvento del nazismo (1933) Hindemith, Schönberg e Berg emigrarono negli Stati Uniti, e in Germania vi fu un tentativo di rinnovamento della musica nazionale secondo l'ideologia nazista.

L'EUROPA DELL'EST

La Rivoluzione d'Ottobre (1917) non aveva interrotto gli scambi musicali fra la Russia e l'Occidente. Nel clima culturale rivoluzionario, ricco di fermenti innovatori, si formarono S. Prokof'ev (1891-1953) e D. Sostakovic (1906-75). Prokof'ev compose opere teatrali, balletti, sinfonie e musiche per film.
Pur non essendo un innovatore, le sue composizioni si distinguono per l'originalità e la vitalità del linguaggio musicale, spesso estroso ed umoristico, la dinamicità ritmica e l'essenzialità dell'espressione.
Fra gli altri compositori europei ricordiamo l'ungherese Béla Bartók (1881-1945) che si dedicò allo studio del canto popolare ungherese e balcanico a cui si ispirò per le sue composizioni in cui fuse gli elementi del folclore con quelli dei principali movimenti musicali europei del Novecento.

L'ITALIA

Un capitolo a parte deve essere aperto per l'Italia, ove il rinnovamento musicale del novecento si realizzò con il distacco dalla tradizione melodrammatica e dal sinfonismo operato da un gruppo di musicisti: F. Alfano (1875-1954), O. Respighi (1879-1936), I. Pizzetti (1880-1968), G.F. Malipiero (1882-1973), A. Casella (1883-1947), G.F. Ghedini (1892-1965), che all'influenza delle innovazioni musicali contemporanee unirono la lezione del canto gregoriano e della musica strumentale e polifonica. Nel periodo fra le due guerre mondiali spiccano le figure di G. Petrassi (1904) e L. Dallapiccola (1904-75), che fu uno dei primi compositori italiani a servirsi della dodecafonia.

IL SECONDO DOPOGUERRA

Nel secondo dopoguerra i musicisti seguirono con grande interesse la lezione di Webern. Centro della scuola post-weberniana fu Darmstadt dove operò O. Messiaen (1908) che applicò il principio seriale a tutti gli aspetti del linguaggio musicale.
P. Boulez (1925), K. Stockhausen (1928) e L. Nono (1924), dopo una iniziale adesione al principio seriale, seguirono vie diverse. All'inizio degli anni cinquanta, presso lo studio di Colonia, iniziarono le sperimentazioni sui suoni generati in laboratorio (suoni sintetici). Prima composizione elettronica importante fu il Cantico dei Fanciulli di Stockhausen (1956), a cui seguirono Notturno (1956) di B. Maderna (1920-73), Perspectives (1957) e Thema: omaggio a Joyce di L. Berio (1925).

IL MUSICAL

Il musical è un genere di spettacolo nato in America tra la fine dell'800 ed i primi anni del '900 ed è, per certi versi, la versione d'oltreoceano della celebre «operetta» che, in quegli stessi anni, riscuoteva un grande successo in Europa. Infatti anche il musical è costruito sull'alternanza tra brani di prosa, generalmente dialoghi, canzoni e balletti. Sono proprio le musiche e le danze a differenziare questo tipo di spettacolo da altri: la musica è costituita da un'intelligente miscellanea di musica leggera, jazz, arie che riprendono i modelli dell'opera lirica e, nei nostri giorni, pop music. Le danze presuppongono un apparato scenico veramente spettacolare (costumi importanti, un grosso corpo di ballo, costose e brillanti scenografie, una grande orchestra).
I musical sono, generalmente, ambientati nella realtà contemporanea americana e ne riflettono quindi tutti gli aspetti, a volte comici ma a volte anche tragici.
Tra i più famosi musical di tutti i tempi ricordiamo: West Side Story, su musiche di L. Bernstein, che è la storia dello scontro tra due bande rivali nell'esasperazione e nell'emarginazione dei ghetti newyorkesi; Hair, famoso musical ispirato al movimento di rivolta contro la guerra del Vietnam alla fine degli anni '60; Jesus Christ Superstar, ideato sulla falsariga di quella che, sempre in quegli anni, venne definita come «cultura hippy» o «controcultura»; Chorus Line, storia della spietata ed estenuante lotta per arrivare al successo di un gruppo di giovani musicisti e ballerini, fino ad arrivare ai più recenti La cage aux folles e Cats.
Tra i più importanti compositori ricordiamo L. Bernstein, J. Berlin, J.D. Kern, G. Gershwin, C. Porter, F. Loewe.
Schema dell'orchestra del Novecento

 

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