IL LIBERTY IN ITALIA E IN EUROPA
Lo stile Liberty si
sviluppò nel periodo della Belle Epoque, cioè in quegli anni, tra
il 1880 e la prima guerra mondiale, pieni di allegria, spensieratezza e gioia di
vivere.
Interessò tutta l'Europa: fu chiamato Liberty o Floreale in
Italia, Jugendstil in Germania, Art Nouveau in Francia, Arte Modernista in
Spagna, Velde Stile in Belgio e Sezessionstil in Austria.
Chiaramente in
ogni nazione questo stile si arricchì del rapporto costruttivo con la
tradizione popolare nazionale; tuttavia alcuni motivi - il linearismo
(cioè la ricerca di forme che evidenziassero la linea curva), l'uso di
materiali policromi, la rielaborazione di motivi floreali o comunque naturali e
l'uso di materiali nuovi come il ferro e il cemento - sono presenti in tutta la
produzione europea.
Il Liberty interessò sia l'architettura sia
l'intero settore delle arti applicate e dell'artigianato (mobili, soprammobili,
tessuti, oggetti per la casa, vetrate, gioielli, abiti ecc.) e diventò,
in pochissimo tempo, grazie alla produzione industriale di serie, una vera e
propria moda diffusa in tutti i ceti sociali.
Caratteristica inconfondibile
dello stile Liberty fu la stilizzazione della figura umana in senso antirealista
e decorativo, motivo questo da sempre presente nelle stampe cinesi e giapponesi
che influenzarono non poco questo movimento ed il gusto corrente
dell'epoca.
Per quanto riguarda l'architettura, le figure di spicco della
corrente Liberty furono sostanzialmente Victor Horta e Antonio
Gaudì.
Victor Horta era un architetto belga che ideò alcuni
tra i più significativi monumenti dell'Art Nouveau, che divennero poi dei
punti di riferimento fondamentali per tutta l'architettura moderna.
Tra
questi ricordiamo la casa in Rue de Turin, a Bruxelles, con una facciata
caratterizzata da un disegno armonico di linee curve che le conferiscono un
inconfondibile dinamismo, riprodotto, all'interno dell'edificio, dalla scala
elicoidale e dall'ampio ingresso circolare (1892-93).
Altre opere
importanti di Horta furono: la casa Horta (1898), la casa Solvay (1895-1900) e
l'ospedale Brugman (1906-1924).
Fu considerata suo capolavoro assoluto la
Maison du Peuple (1901), che purtroppo andò successivamente
distrutta.
In questo edificio Horta sviluppò le inedite
possibilità espressive di materiali come il ferro ed il vetro per dare
un'illusione ottica di prospettive sfuggenti.
Antonio Gaudì fu un
architetto spagnolo che, in modo immaginoso e barocco, aderì alla
corrente catalana del Modernismo, arrivando a sviluppare un linguaggio
architettonico che, partendo dalla rivisitazione di alcuni stili del passato, il
gotico ad esempio, ne sconvolse completamente gli elementi stilistici chiave
reinterpretandoli con fantasia e creatività libere da qualunque vincolo
costruttivo-strutturale.
Ne è un mirabile esempio la Sagrada
Familia, una chiesa già concepita in stile gotico, che Gaudì
reinventò completamente eliminando gli archi rampanti e sostituendoli con
delle colonne inclinate in modo da poter equilibrare pesi e spinte
contrarie.
Tra le altre opere di Gaudì ricordiamo: il Parco Guell
(1900-1914), situato alle pendici della Montagna Pelada di Barcellona, famoso
per la bizzarra disposizione di grotte, fontane, e gli imprevedibili muretti
decorati con porcellane e vetri policromi; la Casa Milà, detta anche La
Pedrera, sempre a Barcellona (1905-1910), che è una casa d'abitazione a
cinque piani con la facciata mossa da linee orizzontali ondulate e la
strutturazione interna (che cambia per ogni piano d'abitazione) risolta con
straordinaria libertà compositiva.
Casa La Pedrera di Antonio GaudìL'esperienza architettonica di Gaudì, unica a
quei tempi nel resto d'Europa, fu possibile grazie alla protezione e
all'interessamento del Conte Guell, un industriale la cui prosperità
economica rese possibile l'assunzione di maestranze particolarmente abili e
capaci di intervenire artigianalmente nelle fasi di lavorazione (vedi ad esempio
i tagliapietre = tagliapietre [ta-glia-pič-tre] s.m. inv. Chi taglia i blocchi di pietra grezzi da costruzione nella forma voluta, sbozzandoli con mazza e scalpello; scalpellino.).
Casa Batlló di Antonio GaudìPer quanto riguarda la pittura, il maggior rappresentante
della corrente Liberty fu Gustav Klimt, che, nel 1897, fondò la
Secessione Viennese e ne divenne poi la guida.
Klimt usò tecniche e
materiali che sono propri dell'arte applicata (l'oro, l'argento, il mosaico) ed
elevò il motivo ornamentale dal rango di semplice complemento a quello di
soggetto dell'opera. Infatti l'ornamento e la decorazione non furono certo
marginali nelle sue opere, tra cui ricordiamo L'Albero della Vita, L'Attesa, Il
Bacio, tele in cui i volti si fondono nel contesto carico di luce e di materie
preziose.
Gustav Klimt: "Il bacio" (1907-1908)In
Italia, il Liberty si diffuse dopo l'Esposizione d'Arte Decorativa Moderna di
Torino del 1902, i cui stessi padiglioni, realizzati dall'architetto D'Aronco,
furono uno dei primi esempi di questo stile.
Certamente in Italia il
Modernismo restò sostanzialmente confinato nel ristretto ambito di una
moda passeggera perché l'evoluzione industriale non era in quel periodo,
nel nostro Paese, così avanzata da permettere un cambiamento radicale del
rapporto tra arte e società e, soprattutto, tra arte e produzione
industriale.
Altri importanti architetti Liberty italiani, oltre al
D'Aronco, furono il siciliano Ernesto Basile (Villa Dellella, Palermo, 1909;
arredo del Caffè Faraglia, 1901, Roma) ed il lombardo Giuseppe Sommaruga
(Palazzo Castiglioni, Milano, 1903; Palazzina Salmoiraghi, Milano, 1906; Clinica
Columbus, Milano, 1909).
Per quanto riguarda la produzione di oggetti
Liberty nel campo delle arti applicate, ricordiamo Emile Gallé (vetro),
Charles Plumet e Tony Semersheim (mobili).