Dizionario di matematica e geometria iniziale E.EECCESSOIn matematica, le condizioni non sono sempre le stesse: quando un numero è inesprimibile, o la sua espressione è troppo "pesante" per l'uso che se ne vuole fare, si è condotti a prendere un valore approssimato, tenendo conto del contesto del problema. La sola avvertenza generale che possiamo dare è che l'eccesso o il difetto debbono essere in relazione con il grado di precisione che si può chiedere in base ai dati, e che questo deve essere precisato come ordine di grandezza.ELEMENTOIn matematica, un elemento di un insieme è uno degli oggetti che formano quell'insieme. Per esempio, l'insieme![]() è un insieme di dieci elementi. L'insieme Si dice pure che "a appartiene a I". L'appartenenza e la non appartenenza indicano le relazioni fra un oggetto qualsiasi e un insieme dato: quando questi sono specificati, si hanno affermazioni che possono risultare vere o false:
![]() ![]() sono scritture prive di senso. Un elemento di un insieme può essere a sua volta un insieme. Se P(I) è un insieme delle parti dell'insieme I (cioè dei sottoinsiemi di I), dire che A è un elemento di P(I) è come dire che A è un insieme incluso in I. Si ha l'equivalenza ELEVAREIn algebra, la parola elevare compare soprattutto nell'espressione "elevare al quadrato" e in quelle simili. Si può elevare un numero designato con a a qualsiasi potenza, per esempio,![]() ![]() ENUNCIATOEspressione di un teorema o di un problema. Per sua natura, di un enunciato si può dire se è "vero" o "falso": quindi un enunciato può avere due valori di verità. Due enunciati si possono collegare mediante una congiunzione: partendo da A e B si costruisce un nuovo enunciato![]() ![]() EQUAZIONEIn matematica, un'equazione è una uguaglianza tra due espressioni contenenti una o più variabili incognite. Si parla di equazione identica o identità nel caso in cui l'uguaglianza è verificata per qualunque valore ammissibile per le variabili. Si ha invece un'equazione in senso proprio quando l'uguaglianza è vera solo per determinati valori attribuiti alle incognite. Un insieme di valori che rende vera un'equazione è chiamato soluzione. Risolvere un'equazione significa esplicitare l'insieme di tutte le soluzioni dell'equazione. Un'equazione che non ammette soluzioni è detta impossibile; se le soluzioni sono invece infinite si dice indeterminata. Durante la risoluzione, è molto importante tenere presente il dominio delle variabili incognite: per esempio un'equazione come![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Tipicamente in un'equazione compaiono, oltre
alle incognite, dei valori costanti, indicati con le lettere Equazione lineareSono dette equazioni lineari o equazioni di primo grado le equazioni algebriche di primo grado; quelle ad una incognita sono riconducibili (tramite le usuali regole dell'algebra elementare) alla forma:ax + b = 0 con dove a e b sono numeri reali o complessi e Portando b a secondo membro e dividendo per a si ottiene: Un'equazione di primo grado ad una incognita ammette dunque una e una sola
soluzione, pari a Esempio. Si trovi il valore della variabile La soluzione è semplice: Se a = 0, non si può più parlare di equazione di primo grado, ma:
![]() Definizione di equazione di primo grado Equazione quadraticaSi definiscono equazioni quadratiche le equazioni polinomiali di secondo grado in una incognita, cioè quelle riconducibili alla forma:con Le equazioni di secondo grado possono ammettere due, una o nessuna soluzione reale, mentre le soluzioni complesse sono in ogni caso 2 (eventualmente coincidenti). Sono particolarmente semplici nella risoluzione le equazioni incomplete, ossia quelle in cui il secondo e/o il terzo coefficiente sono nulli. Equazioni quadratiche incompleteEquazione spuriaSi dice equazione quadratica spuria un'equazione quadratica che manca del termine noto, ossia avente la forma:Un'equazione di questo tipo si risolve facilmente tramite scomposizione: Per la legge di annullamento del prodotto quest'equazione è equivalente alle due: E in definitiva le sue soluzioni sono Equazione puraSi dice equazione quadratica pura un'equazione polinomiale di secondo grado che manca del termine di primo grado, cioè che è della forma:Portando c a secondo membro e dividendo per a si ottiene: Se Osserviamo che nel caso banale in cui anche c = 0, allora l'equazione ammette come unica soluzione x = 0. Equazioni completeUn'equazione polinomiale di secondo grado viene detta equazione quadratica completa quando tutti i suoi coefficienti sono diversi da 0. Essa viene risolta con il cosiddetto metodo del completamento del quadrato, perché si modifica l'equazione fino ad ottenere al suo primo membro il quadrato di un binomio nella forma![]() Moltiplichiamo per 4a entrambi i membri, ottenendo: Notiamo che ovvero: Il secondo membro di quest'equazione è detto discriminante e in genere
viene indicato con la lettera greca che con semplici passaggi possiamo riscrivere come: Quest'ultima è nota come formula risolutiva delle equazioni quadratiche. Calcolo delle soluzioniAlla luce della dimostrazione precedente, è chiaro che, nella risoluzione di un'equazione quadratica, è anzitutto necessario calcolare il discriminante![]()
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Pertanto la soluzione è unica o, come spesso si dice, le due radici sono
coincidenti (o ancora vi è una radice doppia);
Forma ridotta della formula risolutivaNel caso in cui il coefficiente del termine di primo grado sia un numero pari oppure un'espressione algebrica in cui si possa mettere in evidenza il fattore 2, è possibile semplificare la formula risolutiva con la posizione![]() Dimostriamo che si tratta di una soluzione all'equazione di secondo grado sostituendo la soluzione nell'equazione inziale e ottenendo un'identità. 2ab2 − 4a2c − 2ab2 + 4a2c = 0. L'identità è verificata. Regola dei segniLaregola dei segni o regola di Cartesio consente di determinare il segno delle radici di un'equazione completa con discriminante positivo. Consideriamo, nell'ordine, i segni di a, b, c. Possiamo assumere che sia a > 0, a meno di moltiplicare entrambi i termini per -1. Ci sono 4 possibili combinazioni:
EQUIANGOLO, EQUIANGOLAREDue poligoni sono equiangoli quando sono riferiti vertice a vertice e gli angoli omologhi sono isometrici. Due triangoli equiangoli sono simili. Un poligono è equi-angolare quando i suoi angoli hanno tutti la medesima ampiezza. Un triangolo equi-angolare è anche equilatero.EQUIDISTANTEIn matematica vuol dire "a uguale distanza da ...".Insieme dei punti di un piano equidistanti
EQUILATEROTriangolo equilateroUn triangolo equilatero è un triangolo con tutti i lati congruenti ovvero il poligono regolare con tre lati. Gli angoli sono tutti uguali e pari a 60°. I triangoli equilateri sono particolari triangoli isosceli. Tutti i triangoli isosceli sono simili tra di loro: per caratterizzare metricamente un triangolo equilatero, ovvero per caratterizzare la classe dei triangoli equilateri nel piano ottenibili gli uni dagli altri mediante traslazioni e rotazioni, serve e basta un parametro estensivo; tipicamente si usa la lunghezza dei suoi lati.FormuleIndicando con L il lato del triangolo si ha:
EQUIPOLLENZAUna classe di equipollenza è un insieme di infiniti segmenti orientati equipollenti ad un assegnato segmento orientato. Due segmenti orientati si dicono equipollenti (o equivalenti) se hanno stessa lunghezza (o modulo), stessa direzione e stesso verso.EQUIPOTENZA, EQUIPOTENTEDue insiemi si dicono equipotenti quando si possono far corrispondere i loro elementi uno a uno, cioè quando esiste fra di essi una biiezione. Essi hanno allora lo stesso numero cardinale.ESAGONOIn geometria, un esagono è un poligono con sei spigoli e sei vertici. Gli angoli interni di un esagono regolare (in cui tutti i lati e tutti gli angoli sono uguali) sono tutti di 120°. L'area di un esagono regolare con i lati di lunghezza a è data da:Il perimetro di un esagono di lato a è, naturalmente, uguale a 6a;
il diametro della circonferenza circoscritta è 2a, mentre quello della
circonferenza iscritta è ESPONENTEEsponente è il numero che si scrive in alto a destra di un altro, e che esprime la potenza alla quale questo va elevato. Nella scrittura![]() ESPRESSIONEIn matematica, un' espressione combina numeri, operatori, e/o variabili. Le espressioni possono essere valutate a valori, e si può dire che rappresentano quei valori. La determinazione del valore di un'espressione dipende dalla definizione degli operatori matematici e del sistema di valori che forma il suo contesto. Le espressioni possono avere "variabili libere" che non sono definite nell'espressione, ma si ricavano dal contesto. Due espressioni si dicono equivalenti se, valutate, determinano lo stesso valore. Un'espressione numerica è l'indicazione "compatta" di una sequenza di operazioni eseguite su numeri. In un'espressione letterale compaiono anche delle lettere.ESTERNOAngoli esterni![]() Angoli esterni di un poligono, nell'esempio indicato nella figura, sono L'ampiezza di un angolo esterno di un triangolo è la somma delle ampiezze deglia angoli del triangolo non adiacenti. Fissiamo l'attenzione su un angolo del triangolo e sull'angolo esterno adiacente: la loro somma è di 180°: perciò l'enunciato è confermato. ESTREMOIn matematica, "estremo" ha diversi significati:
EUCLIDE, TEOREMI DIPrimo Teorema di Euclide"In un triangolo rettangolo il cateto è medio proporzionale tra la sua proiezione sull'ipotenusa e l'ipotenusa stessa".Lo stesso teorema si può esprimere geometricamente come segue: "In un triangolo rettangolo il quadrato costruito su un cateto è equivalente al rettangolo che ha per dimensioni la sua proiezione sull'ipotenusa e l'ipotenusa stessa" Il quadrato Q è equivalente, ossia ha la stessa area, del rettangolo R In formula si ha AB2 = BC ∙ BH Dimostrazione![]() Prima dimostriamo che il triangolo ABC è uguale al triangolo EBT. Facendo riferimento alla figura, i due triangoli hanno AB=BE, l'angolo ABC uguale all'angolo TBE (perché complementari dello stesso angolo ABT). Per il criterio di congruenza dei triangoli rettangoli i due triangoli sono uguali. Se ne deduce che BC = BT. Il quadrato Q e il parallelogrammo P hanno la stessa base AB e la stessa altezza AD, che è la distanza tra le rette parallele AB e EL, quindi Q e P sono equivalenti. Il parallelogrammo P e il rettangolo R hanno le basi BT e BM uguali e l'altezza BH in comune, perché distanza tra le rette parallele TM e LK. Per la proprietà transitiva dell'equivalenza si ha che Q è equivalente a R. Secondo Teorema di Euclide"In un triangolo rettangolo l'altezza relativa all'ipotenusa è media proporzionale tra le proiezioni dei cateti sull'ipotenusa". Il secondo teorema può anche essere espresso come:"in un triangolo rettangolo il quadrato costruito sull'altezza relativa all'ipotenusa è equivalente al rettangolo che ha per dimensioni le proiezioni dei cateti sull'ipotenusa". Nel disegno Q1 è equivalente a R In formula AH2 = BH ∙ HC Descrizione della figuraIl triangolo ABC è rettangolo in A.Q1 è il quadrato costruito sull'altezza AH relativa all'ipotenusa. Q2 è il quadrato costruito sulla proiezione BH del cateto AB. Q3 è il quadrato costruito sul cateto AB. Il rettangolo BHKM ha come lati la proiezione BH del cateto AB sull'ipotenusa e BM = BC. Il rettangolo R ha come lati le proiezioni dei cateti sull'ipotenusa. LM = BM - BL = BC - BH = HC DimostrazionePer il primo teorema di Euclide applicato al triangolo rettangolo ABCQ3 è equivalente a Q2 + R Per il teorema di Pitagora applicato al triangolo rettangolo ABH QQ3 è equivalente a Q2+Q1 Per la proprietà transitiva dell'equivalenza si ottiene Q2+Q1 è equivalente a Q2+R Se ne conclude che Q1 è equivalente a R Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z |
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